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NBA 2K6 - Recensione

Puntuale come ogni anno, la serie 2K di Basket targata Visual Concepts torna a fare capolino sullo schermo della nostra TV, quanto peserà la next-gen questa volta?

RECENSIONE di Claudio Camboni   —   09/06/2006
NBA 2K6 - Recensione
NBA 2K6 - Recensione

La mascella non cade più.

Purtroppo NBA 2K6 non riesce a donare particolari emozioni ai giocatori più smaliziati. Ovvero a tutti coloro che già hanno avuto la fortuna di apprezzare la versione per Xbox o PlayStation2, o semplicemente un qualsiasi capitolo di questa storica serie. La versione Xbox360 è esattamente la controparte "old-gen", con qualche infarinata di effetti e con modelli poligonali rielaborati, ma è sostanzialmente lo stesso identico titolo. Non solo, la giocabilità è rimasta intatta nel tempo ed è praticamente la stessa del primo capitolo uscito sei anni addietro. Il che non è necessariamente un male, in fondo anche Pro Evolution Soccer è pur sempre se stesso, anche se con qualche aggiustamento o modifica. Con gli anni NBA 2K ha saputo comunque stupirci non tanto migliorando il suo gameplay, profondo e divertente, ma ad esempio supportando il gioco in rete con il Live su Xbox. La prima cosa che ci saremmo aspettati dalla versione 360 è un miglioramento grafico sostanziale e tangibile, che poi è tra l'altro l'unico fattore veramente migliorabile rispetto alle vecchie versioni. Ebbene quest'aspettativa è stata in parte delusa, soprattutto considerando che in Italia il gioco esce dopo sei mesi dal lancio. Il motore grafico del gioco, escluso il lavoro svolto sui giocatori, non è certo un mostro, e, pubblico poligonale e qualche effetto carino a parte, non riesce a stupire. Partiamo dalla cosa meno importante: il pubblico. Ogni spettatore è interamente poligonale e reagisce all'azione di gioco che sta osservando, alzandosi, gridando, sbracciando o semplicemente stando seduto a guardare.

Il motore grafico del gioco, escluso il lavoro svolto sui giocatori, non è certo un mostro, e, pubblico poligonale e qualche effetto carino a parte, non riesce a stupire

La mascella non cade più.

Peccato che Visual Concepts abbia ben pensato di inserire durante il gioco innumerevoli cut scene nelle quali si notano tutti i difetti di realizzazione come ad esempio la necessaria scarsità poligonale dovuta per creare migliaia di persone oppure le texture slavate. Insomma un piacevole contorno che però doveva rimanere tale, e che sbattuto in faccia al giocatore non fa che renderlo molto buffo. Le stelle della NBA sono ovviamente realizzate meglio, sopratutto gli indumenti che godono di un realistico effetto di movimento ed il sudore che sbrilluccica sulle loro fronti. Con un attento esame tramite i fantastici replay, che da sempre caratterizzano la serie, è possibile notare un'infinità di compenetrazioni poligonali e di strane animazioni, come ad esempio le orbite degli occhi che ruotano eccessivamente e fanno assomigliare Kobe Bryant a Linda Blair ne "L'Esorcista". E' anche possibile guardare da vicino i modelli dei giocatori, leggermente migliorati rispetto alla controparte Xbox ma che non fanno certo gridare al miracolo. Durante questi replay è stato inserito un bell'effetto di sfocatura dello sfondo che mette in evidenza l'azione mostrata al rallentatore. Stupisce in negativo anche la quantità di aliasing su schermo, da vera old gen. Facendo un rapido paragone con l'NBA Live 06 di Electronic Arts, il comparto grafico sembra provenire da una generazione di giochi precedente. La scelta cromatiche è altrettanto infelice: i toni sono troppo saturi e poco realistici, facendo sembrare il gioco un bel fumetto invece che una vera partita, ed i giocatori delle "sagome" di cartone ritagliate ed applicate al background. La serie di Electronic Arts ha messo la freccia per il sorpasso quindi, Visual Concepts è avvertita. Il loro titolo in ogni caso è ancora migliore sotto il punto di vista della fluidità di gioco e del framerate. Il comparto audio è invece quello più convincente, con una telecronaca strepitosa in pieno stile yankee. Il telecronista urla, si esalta e chiama tutti per nome. Anche gli effetti, ormai campionature classiche, sono realistici e ben digitalizzati, mentre il tono sound generale è il caro vecchio Hip-Hop. Anche il pubblico è vivace e si fa sentire a seconda della situazione.

NBA 2K6 - Recensione
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La forza del Live su 360.

Le modalità di gioco solo numerose e di natura diversa. Si parte con la classica stagione da 29 giornate fino ad un massimo di 82 turni, passando per "associazione" che è praticamente una versione più manageriale del campionato, poi lo street ball, i sempreverdi tornei, l'allenamento e "la situazione" che ci vede buttati nella mischia di una partita già iniziata la quale dovrà essere vinta a tutti i costi. Ovviamente non poteva mancare il 24/7, ormai opzione fissa nella serie NBA, nella quale ci troveremo a creare un giocatore ed una squadra da zero. Dopo aver plasmato il nostro personaggio inizierà una vera e propria avventura: giocare nei campetti di periferia, contattare manager, entrare in una squadra, allenarsi. Un vero e proprio RPG in chiave sportiva, molto profondo e coinvolgente. Ma la vera e propria manna dal cielo è il Live del 360, dov'è possibile fare una partita veloce, una classificata oppure impostare i parametri a nostro piacimento, ad esempio modificando il ranking dell'avversario ricercato. Il lag dipende dalla connessione, testato con una linea 4MB non ha dato alcun problema di sorta, risultando sepre fluido e veloce.

NBA 2K6 - Recensione
NBA 2K6 - Recensione
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Modifiche al gameplay.

Una piacevole innovazione è stata apportata alla gestione dei tiri e della difesa, si tratta dell'uso dello stick analogico destro. E' possibile utilizzarlo al posto dei classici tasti proprio come avviene nel nuovissimo Tennistavolo della Rockstar. Un solo controller al posto di tutti i tasti in pratica. Durante le fasi d'attacco è possibile eseguire ganci o tiri in elevazione semplicemente indirizzando in modo diverso lo stick. La gestione della difesa è anch'essa cambiata. Se prima potevamo contare solo sul buon vecchio tasto "ruba la palla", adesso possiamo far muovere le braccia e le mani del nostro giocatore nello spazio a 360 gradi: destra, sinistra, in basso, oppure saltare in alto per cercare di stoppare. Alcuni potranno comunque preferire il classico utilizzo dei tasti, che grazie alla forza dell'abitudine risulteranno forse più immediati. L'intelligenza artificiale della CPU è discreta, già a livello normale il livello di sfida è abbastanza elevato e il computer sbaglierà raramente. Con l'aumentare della difficoltà saranno sempre più probabili stoppate o palle rubate. Unico neo, sembra che la routine non sia stata ottimizzata per gestire una partita in risicato svantaggio che sta per volgere al termine: se ad esempio siamo avanti di 3 punti a dieci secondi dalla fine l'avversario non cercherà il tiro dalla distanza ma delle inspiegabili penetrazioni in area. Insomma quello che manca è la capacità di saper interpretare un risultato e saperlo gestire al meglio.

NBA 2K6 - Recensione
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Commento

NBA 2K6 per Xbox360 si basa sul solido gameplay della serie ormai collaudato da anni. Ottima l'introduzione dello stick analogico destro, che apre l'orizzonte a nuovi controlli in un gioco di basket. Tuttavia il pacchetto completo risulta un "more of the same" con poco appeal, dovuto sopratutto ai difetti grafici molto evidenti ed al fatto che sia veramente poco "next gen", sopratutto se confrontato con il rivale NBA Live della Electronic Arts. In definitiva un titolo da tenere sott'occhio se vi siete per la prima volta avvicinati alla serie oppure se siete dei veri appassionati di pallacanestro ed esigete rooster e squadre aggiornate a quest'anno. In tutti gli altri casi, probabilmente sarebbe meglio aspettare NBA 2K7.

Pro

  • Modalità 24/7 profonda e impegnativa
  • Uso dello stick analogico destro
  • Meccanica di gioco collaudata
Contro
  • Quasi invariato dal primo capitolo
  • Comparto grafico
  • Alcuni comportamenti della IA

Gli obiettivi di NBA 2K6.

Gli obiettivi sono in totale 5 per 1000 punti a disposizione, così suddivisi: Ottieni una tripla doppia con qualsiasi giocatore di una qualsiasi squadra, 250 punti. Segna 50 punti in una partita, 150 punti. Segna 140 punti con qualunque squadra, 200 punti. Segna 15 canestri da 3 punti in una partita, 150 punti. Ottieni 20 rimbalzi con un qualunque giocatore, 250 punti.

Gli sviluppatori americani Visual Concepts hanno sempre dato molte grane ai concorrenti (ed ex colleghi) di Electronic Arts. Questo glorioso studio di ex proprietà SEGA, poi ceduto per 24 milioni di dollari a Take2 nel gennaio 2005, ha dominato la scena dei giochi sportivi fin dal primo capitolo di NBA 2K uscito sul leggendario Dreamcast. Fino ad allora NBA Live spadroneggiava su ogni PlayStation di tutti i veri amanti della pallacanestro a stelle e strisce. Le serie sportive di 2K Games, comprese NHL, NCAA ed il Baseball rappresentano, da quando esistono, l'apice della giocabilità e dell'innovazione nel proprio genere. Hanno sempre saputo stupire positivamente. Con Dreamcast grazie all'uso massiccio di poligoni ed ottime animazioni, su Xbox grazie al gioco online sul Live, ma su Xbox360 riusciranno a farci emozionare ancora come ci hanno abituato a fare negli anni?