Di curiosità e stramberie varie il mondo videoludico è pieno. E dal momento che siete qui per leggere la recensione di Ninja Five-O, arrivato di recente su Nintendo Switch, PlayStation e PC, eccone una degna di nota: questo titolo, che dal 2003 ad oggi si è guadagnato una nicchia neanche troppo ristretta di cultori, fu sviluppato all'epoca da Hudson Soft, con Konami come editore. Entrambe giapponesi, vero, per un videogioco che nasceva in Giappone e che in Giappone, a senso, avrebbe dovuto trovare la propria naturale collocazione.
Invece venne pubblicato solo in America e in Europa; in quest'ultimo paese cambiò anche nome, diventando Ninja Cop. A inizio anni Duemila vendette poco e niente - erano già gli anni del Nintendo DS - ma una serie di elementi validi, tra i quali un voluto minimalismo, l'equilibrio calcolato al millesimo tra ambienti e gameplay e l'immediatezza che richiamava tanti validissimi arcade da sala giochi convinsero già all'epoca, e pienamente, chi a Ninja Five-O diede fiducia.
A ventidue anni di distanza, forse complici anche i prezzi proibitivi che le cartucce hanno raggiunto ormai da tempo sul mercato collezionistico, si è deciso di riproporlo al pubblico di oggi, con il supporto di Limited Run Games. La formula è rimasta la stessa, ed è una fortuna; ogni singolo altro aspetto del titolo è rimasto parimenti immutato e questo, forse, fa invece un po' storcere il naso.
Una conversione “pulita” (ma anche scarna)
Ninja Five-O si presenta da subito su Nintendo Switch come porting "pulito", il quale mette in chiaro senza perdere tempo cos'ha da offrire al giocatore moderno e in che modo intende offrirlo. Si tratta, fondamentalmente, di un tuffo nel passato, in un periodo storico ben preciso della storia videoludica in cui gli action platform erano intesi secondo determinati parametri, in alcuni casi non solo rigorosi, ma persino rigidi, comunque efficaci. Ad accogliere il nuovo arrivato c'è un trailer iniziale, che strizza l'occhio ai fan di vecchia data e introduce dall'alto (in tutti i sensi, data la presenza dei grattacieli) nel mondo narrativo di Ninja Five-O. Il trailer è anche una delle poche realtà in alta definizione dell'intero pacchetto, a parte pochi menù e la galleria.
Dal menù principale, in effetti, si intuisce anche come Ninja Five-O sia anche un po' scarno. L'offerta complessiva consiste nel logo dei due titoli a disposizione, Ninja Five-O a sinistra e Ninja Cop a destra, che ovviamente permettono di avviare i due giochi. C'è poi un lettore musicale, qualora sentiste il bisogno di riascoltare a oltranza la colonna sonora (parecchio riuscita e molto apprezzata anche all'epoca, va detto) e il museo, con all'interno la digitalizzazione delle confezioni originali (le scatole per Game Boy Advance), i manuali, le illustrazioni ufficiali e il materiale utilizzato per il "nuovo" trailer. Minime le novità degne di nota: ovviamente è stato predisposto un menù "da emulatore", che consente di salvare e caricare la partita in ogni momento (anche quando non sarebbe possibile all'interno del titolo originale), come anche di riavvolgere il tempo un attimo prima da un'azione della quale ci pentiamo; e delle sfide a tempo per i singoli livelli.
Non è molto, è chiaro; forse neanche deve esserlo, dato che in fondo si tratta di una riedizione che punta soprattutto ai nostalgici, i quali acquistano il prodotto, mai come in questo caso, proprio perché già lo conoscono e lo hanno apprezzato all'epoca. Però, considerando il prezzo comunque discreto (venticinque euro), era anche lecito attendersi qualcosa di più che una galleria e delle sfide a tempo.
Soprattutto tenendo conto che i due titoli proposti, Ninja Five-O e Ninja Cop, sono a tutti gli effetti l'unico, medesimo, identico videogioco. Completare l'uno o l'altro è la stessa cosa. In un prodotto come questo, che esige tecnica e precisione, sarebbero state gradite almeno delle classifiche online.
Una sfida impegnativa e sempre affascinante
Chi apprezzò Ninja Five-O all'epoca sarà contento di sapere che quest'ultimo è invecchiato benissimo, al pari dei classici veri e propri del genere. La trama in sé non è importante: fornisce semplicemente il pretesto narrativo alle scelte di gameplay. In una certa città giapponese, Zipang, a proteggere i civili dal crimine c'è il detective-poliziotto-ninja Osugi, il quale deve vedersela con un'organizzazione criminale pronta a tutto pur di prendere il controllo di tre zone specifiche della metropoli (le quali costituiscono anche i tre "mondi" principali del titolo, organizzati poi in diverse missioni via via più complesse).
Niente pistola per il protagonista, bensì katana, shuriken e, perché no, "poteri magici" a base di tecniche ninjutsu; la magia non può essere utilizzata però in modo avventato, dato che consuma un'apposita barra del mana, per ricaricare la quale sarà necessario raccogliere specifiche unità contraddistinte dall'icona di un fulmine. La semplicità della progressione e le dimensioni contenute dei livelli sono così ampiamente compensate dalla varietà di approcci possibili per termine i livelli stessi: mera forza bruta, calcolo approssimativo, strategia per ponderata o stealth più tradizionale.
Non solo le abilità del protagonista, ma anche il level design incentivano la sperimentazione, soprattutto considerando che Osugi ha a disposizione un rampino con il quale raggiungere le piattaforme più elevate (che spesso ospitano porte per altre zone, nemici o casse con potenziamenti) o colpire i nemici stessi. Inoltre, le azioni da portare a termine per completare un livello variano costantemente. Si va dalla "semplice" progressione dal punto A a quello B eliminando i nemici presenti, all'ottenimento di una specifica chiave nascosta per sbloccare la porta di uscita, e ancora al salvataggio degli ostaggi catturati dalla malavita (in questo caso non basterà eliminare i nemici, ma bisognerà fare attenzione a non ferire i civili, compito tutt'altro che semplice). Il gameplay è chiaramente ispirato a Shinobi e Bionic Commando, solo per citare gli antecedenti (all'epoca del 2003, è ovvio) più famosi.
La formula di Ninja Five-O, vale la pena ribadirlo una volta di più, funziona ancora egregiamente. Il colpo d'occhio generale, quello sì, avrebbe avuto bisogno forse di qualche intervento che non compromettesse la direzione artistica. Non pensate neppure lontanamente, ad esempio, di attivare la visione a schermo intero in modalità portatile su Nintendo Switch, e men che meno a giocare sul televisore di casa. Lo "schermo" deve restare il più possibile ancorato alle dimensioni del Game Boy Advance, nel quale già all'epoca si notavano piccole sbavature, ma anche un fascino tutto particolare, e legato per forza di cose a un intero periodo storico.
Conclusioni
Ninja Five-O non è una remaster e neppure un remake: è un porting, una "semplice" conversione per console di attuale generazione (e PC) di un videogioco ormai irreperibile in altri modi. Il pacchetto vi permette di godere sia di Ninja Five-O che di Ninja Cop, che però sono lo stesso titolo, e dunque il videogioco alla fine dei conti è uno solo, quello di allora. Di nuovo ci sono alcuni elementi, tra i quali la modalità rewind, i salvataggi istantanei, la galleria e le sfide a tempo, che tuttavia nel complesso non sembrano giustificare un prezzo comunque tutt'altro che irrisorio. Si sarebbe potuto fare, insomma, di più; va pure detto che probabilmente chi acquisterà la riedizione saprà benissimo i limiti della stessa e se ne infischierà, perché alla fine dei conti ciò che conta è giocare. E con Ninja Five-O si giocava, si gioca e si giocherà sempre con estremo piacere.
PRO
- Immediato, divertente e tecnico come nel 2003
- Ora con le sfide a tempo e una galleria di immagini
- Salvataggi istantanei e possibilità di riavvolgere il tempo
CONTRO
- Nessuna miglioria o contenuto inedito davvero degni di nota
- Ninja Five-O e Ninja Cop sono lo stesso gioco
- Piccolissimi rallentamenti all'interno dei menù