Prince of... Persia?!?
Nella precedente avventura avevamo lasciato il buon principe apparentemente al sicuro da ogni ulteriore complicazione con la sabbia del tempo, tuttavia si trattava solo di una vana illusione. Come ad ogni persona che fa infatti uso del potere di controllare il tempo, una feroce maledizione si è abbattuta contro di lui, scatenandogli il demone Dahaka alle calcagna e costringendolo così ad un’esistenza insopportabile, fatta di paura e di continue fughe per la sopravvivenza. L’unica soluzione è quella di recarsi nel luogo in cui la sabbia è stata creata, viaggiando nel tempo per impedire che tale maledetto artefatto veda la luce, in modo da porre definitivamente fine a tutti i guai. Ed indovinate un po’ a chi toccherà accompagnare il principe in questo pericoloso viaggio?
Ubisoft sembra aver tenuto molto in considerazione le (poche) critiche mosse da pubblico e stampa al precedente episodio, proponendo in questo seguito una meccanica di gioco leggermente ritoccata, soprattutto per quel che riguarda il sistema di combattimento. Con l’intenzione di renderlo più vario e coinvolgente, sono state infatti introdotte tutta una serie di novità e migliorie, aumentando il numero di mosse ed introducendo un particolare sistema “a combo” per concatenarle, in grado di regalare sequenze di attacchi estremamente letali e spettacolari. L’inedita possibilità di impugnare due armi contemporaneamente (con la seconda però soggetta ad un rapido deterioramento con l’uso, in modo da costringere il giocatore ad un oculato utilizzo, sebbene i rimpiazzi siano abbondanti in caso di rottura), insieme ai rinnovati poteri di manipolazione del tempo, aumentano ulteriormente le combinazioni a disposizione, regalando al giocatore una notevole libertà nella gestione dei combattimenti. A questo va sommata l‘introduzione di una nuova e più variegata gamma di nemici da affrontare, ora decisamente più intraprendenti ed organizzati, tra cui figurano anche i graditissimi boss di fine livello, che, seppur non brillando per originalità, si rivelano dei piacevoli diversivi, a tutto vantaggio della varietà di gioco. Tutto questo ha però un costo, e la maggiore attenzione rivolta dagli sviluppatori verso il sistema di combattimento si paga con una diversa impostazione dell’esperienza, ora molto più “action oriented” e meno legata all’esplorazione (e questa, per chi vi scrive, non è proprio una buona notizia), proponendo di conseguenza un’ambientazione che è passata dai toni fiabeschi ed arabeggianti del precedente episodio (e di tutta la serie in generale) a quelli più cupi e sanguinolenti di questo nuovo capitolo. La progressione dell’avventura ora è impostata in maniera decisamente più aperta che in passato, permettendoci una certa libertà di movimento all’interno del mondo che fa da sfondo alle vicende, che ora è possibile esplorare anche in due diverse collocazioni temporali, introducendo così un’ulteriore variabile da considerare nell’affrontare gli enigmi (ad esempio, se in una particolare stanza non potrete proseguire perché un elemento vi blocca il passaggio, è possibile che viaggiando nel futuro questo ostacolo non vi sia più). Non è comunque lasciata totale libertà al giocatore di passare da un’epoca all’altra, limitando tale possibilità solo in determinate locazioni della mappa, limitando parte dell’esperienza ad un semplice backtracking all’interno dell’area di gioco, che aiuta a regalare qualche ora in più di longevità, ma finisce inevitabilmente con l’annoiare il giocatore.
Il principe sul piede di guerra
I puristi della serie non abbiano comunque troppi timori: sebbene la componente esplorativa sia stata ridotta a discapito dei combattimenti, essa rappresenta in ogni caso un’importante fetta del pacchetto ludico offerto da questo Prince of Persia: Spirito Guerriero. Ci ritroveremo quindi a dover nuovamente trovare una via di fuga da enormi stanze ricche di piattaforme, appigli ed infernali macchinari, articolate con la stessa classe nel level designing che ha caratterizzato il precedente episodio. Non possono inoltre mancare i poteri per il controllo del tempo conferiti dalla sabbia, che ci permettono di riavvolgere o rallentare il flusso temporale in modo da guadagnare una seconda chance dopo qualche mossa azzardata, oppure per facilitarci la strada attraverso passaggio esageratamente veloce o complicato.
Dal punto di vista grafico, questo nuovo capitolo della saga si dimostra, ancora una volta, eccellente. Le differenze tra le varie versioni sono limitate (si veda a tal proposito il box dedicato), ed il motore riesce a muovere ambienti dal dettaglio sempre elevatissimo, sia per quanto riguarda il numero dei poligoni che per la qualità delle texture, proponendoci stanze e paesaggi in grado di lasciare davvero a bocca aperta. Una nota particolare va fatta anche alle animazioni, come da tradizione numerosissime e splendidamente realizzate. L’unico appunto che ci sentiamo davvero di muovergli è per la scelta stilistica dell’ambientazione, davvero troppo dark e cupa, a nostro avviso meno affascinante e consona ai canoni della serie di quella vista nel precedente episodio.
Lo stesso entusiasmo non può, purtroppo, ripersi per quel che concerne il comparto sonoro, caratterizzato da un accompagnamento musicale esageratamente “rockeggiante” rispetto quello, splendido, sentito in Le Sabbie del Tempo, e da un doppiaggio che, pur vantando la partecipazione di Gabriel Garko come voce del principe, delude sia come interpretazione (in particolare le orribili voci dei nemici) che per i contenuti, proponendoci uscite del protagonista spesso banali e poco adatte alla sua caratterizzazione.
Commento
Prince of Persia: Spirito Guerriero si dimostra certamente un seguito all’altezza del nome che porta, macchiato però da alcune leggerezze che gli impediscono di superare il suo predecessore e lo relegano, inevitabilmente, un gradino più in basso. Ubisoft, nel pregevole tentativo di migliorare il sistema di combattimento, ha finito per concedergli troppo spazio a discapito della componente esplorativa, storicamente il fulcro del gioco, snaturando anche l’ambientazione che, da sempre fiabesca ed onirica, si ritrova molto più dark e sanguinolenta. Intendiamoci, questo seguito rimane un titolo molto valido e meritevole di essere inserito nella softeca di ogni videogiocatore che si rispetti, tuttavia ha perso un po’ di quella magia che aveva reso Le Sabbie del Tempo, ed in generale tutta la serie, così speciale.
- Pro:
- Ottimo graficamente
- Sistema di combattimento migliorato
- Level design eccellente
- Contro:
- Sonoro mediocre
- Ambientazione meno affascinante
- I combattimenti hanno rubato spazio all'eplorazione
L'angolo del multipiattaforma
Le varie versioni di PoP: Spirito Guerriero non si differenziano tecnicamente in maniera sostanziale: su PS2 il gioco appare ulteriormente più cupo e soffre di un frame rate un po’ traballante, che si traduce in qualche scattuccio nelle situazioni più concitate, mentre su Xbox e GC è praticamente identico. La versione Xbox si mette tuttavia in evidenza per la presenza di 2 modalità di gioco aggiuntive: Gara Contro il Tempo ed Arena. Nella prima dovremo attraversare percorsi costruiti ad hoc entro un limite di tempo prestabilito, mentre nella seconda dovremo sconfiggere, all’interno di un’arena, tre ondate di nemici dalla crescente difficoltà entro lo scadere del tempo. Per tali modalità è prevista la possibilità di pubblicare online i propri record, insieme alla presenza di futuri contenuti scaricabili.
Il precedente capitolo è stato uno dei migliori titoli dello scorso anno, e la saga è una delle più famose e longeve dell’intero universo videoludico. Ubisoft non poteva certo trascurare un franchise di tale importanza, e quindi eccoci qui con in mano il nuovo episodio della saga di Prince of Persia, sottotitolato questa volta Spirito Guerriero. E voi, siete pronti a trascorrere nuovamente il Natale in compagnia del principe?