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RAGE 2, la recensione

A otto anni di distanza dall'uscita dell'episodio originale, id Software e Avalanche Studios ci riportano nella Zona Devastata per una vera esperienza open world: ecco la nostra recensione di RAGE 2.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   13/05/2019
RAGE 2
RAGE 2
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RAGE 2 è una girandola di emozioni contrastanti, come cercheremo di spiegarvi in questa recensione: un mix che dopotutto era lecito attendersi visto che a sviluppare il gioco sono stati due differenti team, id Software e Avalanche Studios. Gli autori di DOOM si sono limitati a supervisionare il progetto, eppure è evidente la loro influenza positiva nell'ottica dell'azione sparatutto, che propone sequenze altamente spettacolari, armi cariche di personalità, abilità speciali e il dinamismo tipico della loro scuola. Quello che però sta intorno all'eccellente gunplay del titolo prodotto da Bethesda, lo diciamo subito, lascia l'amaro in bocca. L'approccio open world adottato rappresenta una clamorosa occasione mancata per tutta una serie di motivi, e quella che doveva essere una mappa magari non enorme ma densa di contenuti si è rivelata in realtà molto meno entusiasmante di quanto sperassimo. Potete inoltre immaginare la nostra sorpresa quando abbiamo completato l'ultima missione della campagna e l'interfaccia di Steam non contava che dieci ore scarse di gioco, lasciandoci in balia di un endgame fondamentalmente di risulta, con poco da offrire al di là di qualche postazione ancora da conquistare e di qualche convoglio da eliminare. Cos'è andato storto? Cerchiamo di capirlo.

Storia e personaggi

Le sequenze iniziali di RAGE 2 zoppicano vistosamente sotto il profilo della direzione e della narrazione, e sebbene non sia quello il focus del gioco è anche vero che una trama pur banale può essere raccontata con un minimo di impegno. L'impatto è francamente bruttino e lascia perplessi circa la qualità generale della produzione, complice anche qualche glitch legato ai dialoghi dei comprimari; ma per fortuna le cose migliorano abbastanza in fretta. Come già riportato, la storia è ambientata trent'anni dopo gli eventi dell'originale RAGE ed è possibile scegliere in partenza il sesso del protagonista, Walker, per essere poi catapultati in un improvviso attacco da parte della rediviva Autorità alla città di Vineland. Il nostro personaggio si impossessa della corazza dell'ultimo Ranger della Zona Devastata quando quest'ultimo viene fatto a pezzi nello scontro con un enorme mutante, ma a un certo punto finisce fuori combattimento e assiste suo malgrado all'uccisione di Prowley, l'anziana comandante che lo ha cresciuto, per mano del malvagio generale cyborg Martin Cross.

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Determinato a vendicarsi e a distruggere l'Autorità una volta per tutte, Walker va alla ricerca di tre figure che possano supportarlo in questa difficile missione: John Marshall, che torna dal primo episodio invecchiato ma ancora combattivo, forte di una rete di spie che lo rendono un'importante risorsa; Loosum Hagar, abile lanciatrice di Wingstick ma soprattutto sindaco di Wellspring, al corrente di alcuni contatti fra l'Autorità e un suo rivale politico; e infine il dottor Anton Kvasir, scienziato che in passato si è ribellato al generale Cross e ha contribuito a fondare l'ordine dei Ranger. La trama non è niente di rivoluzionario, come da premesse, ma il anche doppiaggio in italiano ha le sue colpe: molto probabilmente le incisioni sono state realizzate "al buio", ovverosia gli attori non hanno potuto vedere il contesto dei dialoghi, e questo ha ulteriormente affossato la resa di determinati momenti. L'interpretazione del protagonista ci è sembrata spesso fuori luogo e gli scambi appaiono confusionari, ma quando si passa ai monologhi le cose migliorano in maniera sostanziale e viene fuori la qualità del cast di doppiatori selezionato per l'occasione.

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Open world e veicoli

L'esplorazione della mappa di RAGE 2 è completamente libera fin da principio, senza limiti o barriere. Dopo l'incipit si sale a bordo del veicolo di default del protagonista, un blindato chiamato Phoenix e dotato di una ammiccante intelligenza artificiale ("sono troppo calda!", esclama quando facciamo surriscaldare la mitragliatrice). È l'unico mezzo potenziabile fra i sedici che è possibile sbloccare, trovandoli in giro per gli scenari e conducendoli almeno una volta in un porto sicuro, per poi richiamarli all'occorrenza tramite la spesa di pochi dollari. L'open world è diviso in sei zone che possono presentare paesaggi completamente diversi: nella maggior parte dei casi si tratta di lande desolate con qualche insediamento di tanto in tanto, ma sono presenti anche montagne, paludi, foreste e terre abbandonate della precedente civilizzazione. Ci sono due città visitabili e alcune location minori, e in tale frangente torna in mente l'hub del primo RAGE, con la bacheca delle taglie ma anche diversi personaggi con cui parlare per sbloccare nuove missioni.

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Un sistema GPS ci guida in maniera ben leggibile verso l'obiettivo che abbiamo fissato, ma lungo la strada possono succedere diverse cose: capita di imbattersi in posti di blocco improvvisati che bisogna aprire dopo aver eliminato i nemici che li presidiano, basi e stazioni di servizio da liberare, scontri tra fazioni in cui possiamo intervenire, piloti che ci sfidano in una gara di velocità e convogli che trasportano risorse. Il Phoenix si comporta discretamente bene in tutte le situazioni, specie quando si sblocca qualche arma extra (ci sono ad esempio le torrette potenziate o i missili a ricerca) utilizzando il loot raccolto, ma lo stesso non si può dire degli altri veicoli: le moto hanno una maneggevolezza che lascia molto a desiderare, le auto pensate per le gare non possiedono armi e i mezzi dotati di cannoni sono mortalmente lenti. Insomma, alla fine dei giochi l'atto di trovare una vettura e condurla in città per sbloccarla nel menu si rivela fine a sé stesso, una pura questione di collezionismo che però non viene richiamata più di tanto dal gameplay né prevede ricompense tali da giustificare l'impegno.

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Per strada si percepisce chiaramente la vicinanza alle situazioni di Mad Max, bullet time compresi, ma pensavamo francamente a qualcosa di meglio. L'assalto ai convogli rimane l'incarico più interessante quando ci si trova in giro, e la cosa non depone a favore di RAGE 2. Se infatti Tim Willits aveva garantito che la mappa sarebbe stata densa di cose da fare, nella realtà dei fatti non si va oltre quelle tre o quattro tipologie in parte già citate: posti di blocco, basi, convogli, le fastidiose Torri dell'Autorità e le Arche, postazioni presidiate presso cui ottenere abilità speciali e armi derivanti dalle tecnologie arcaiche. A pensarci, manca una barriera che delimiti ciò che possiamo o non possiamo fare, una progressione in stile RPG che detti delle regole e impedisca di banalizzare quella che è l'offerta contenutistica del gioco. Del resto, non appena si entra in possesso del girocottero Icarus è facile cedere alla tentazione di spiccare il volo e velocizzare gli spostamenti da un punto all'altro: un'ulteriore conferma di quanto sia poco focalizzata questa parte dell'esperienza.

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Gameplay, armi e nemici

Come scritto in apertura, id Software si è occupata di supervisionare lo sviluppo di RAGE 2, ma immaginiamo che il lavoro del team sia andato ben oltre, a giudicare da come alcune missioni e livelli rievochino in maniera palese il gameplay e lo stile di DOOM. Si spara dannatamente bene, sia giocando con la combo tastiera / mouse che con un controller, senza aver bisogno di aiuti alla mira in quanto il sistema agisce in maniera precisa quando si inquadra un bersaglio e permette virtualmente di eliminare i nemici senza neppure ricorrere all'iron sight. L'arsenale è composto da otto armi, ognuna con le proprie peculiarità, tutte accessibili dalla tradizionale ruota (richiamabile tramite il pulsante Y / Triangolo): sebbene solo due strumenti possano essere alternati "al volo", questa soluzione permette di impugnare qualsiasi fucile nel giro di pochi istanti, visto che il tempo si ferma quando compare la selezione e non c'è il rischio di essere colpiti.

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Il fucile d'assalto da Ranger è strepitoso dalle medie e lunghe distanze, negli scontri ravvicinati il fucile a pompa detta legge e ci sono poi dispositivi più particolari che ben si prestano a specifiche situazioni, come il lanciarazzi a ricerca o il lanciadardi gravitazionale (spara una serie di colpi che si agganciano al bersaglio e lo proiettano con violenza verso una superficie da noi indicata), il revolver Firestorm (con proiettili che possono incendiarsi al comando) o i devastanti cannone a impulsi e ipercannone. A questi strumenti si aggiungono le granate e il Wingstick, l'iconico boomerang di RAGE che può essere potenziato per l'aggancio dei bersagli e che rappresenta un ottimo modo per eliminare silenziosamente un nemico. Effettuando eliminazioni in serie è infine possibile attivare il Sovraccarico, che sblocca ulteriori modalità di fuoco e moltiplica per alcuni secondi la nostra potenza.

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C'è un solo problema: difficilmente vi capiterà di ricorrervi, perché al livello di difficoltà intermedio la sfida risulta talmente poco consistente da consentirvi di abbattere anche gli enormi boss nel giro di una manciata di secondi. Combattere in RAGE 2 è molto bello ed esaltante, si corre come dei treni e si dispensano colpi a destra e a manca, alternando i fucili rapidamente e attivando le quattro abilità speciali sbloccabili presso le Arche per infliggere ulteriori danni: una spinta telecinetica che proietta i malcapitati in aria, un colpo dall'alto che genera un'onda d'urto, una barriera contro i proiettili e infine uno scatto veloce per schivare gli attacchi. Tuttavia, come detto, il bilanciamento della difficoltà lascia davvero perplessi: il nostro suggerimento è senz'altro quello di optare fin da subito per un livello più alto di quello normale, così da rendere le missioni un minimo impegnative.

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Per quanto riguarda i nemici, le diverse fazioni che troveremo ad attenderci vedono la presenza dei folli e violenti Bulli, dei selvaggi Cinghiali, degli inquietanti Sudari Immortali e delle aberrazioni mutanti dell'Autorità. La loro intelligenza artificiale è discreta, si muovono abbastanza e trovano coperture, avanzando con alcune unità corazzate che avremo il compito di "smontare" con i nostri colpi, ma al grado di sfida intermedio non rappresentano una seria minaccia neanche quando sono molto numerosi. Esiste un piccolo problema di varietà visiva, nel senso che molti avversari umani condividono gli stessi modelli poligonali e sarebbe bastato randomizzare alcuni elementi estetici per rimediare, mentre per i boss il guaio è più profondo e radicato: si tratta in pratica sempre delle stesse due creature, agghindate diversamente ma caratterizzate da pattern semplici, che si impiega pochi istanti a imparare.

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Mutant Bash TV e gare di velocità

Esistono alcune attività extra che compaiono verso la metà della campagna di RAGE 2, quando il protagonista ha bisogno di diventare un VIP per poter incontrare un determinato personaggio. La prima e più importante è Mutant Bash TV, il folle show televisivo che fa il proprio ritorno in questo secondo capitolo e che ci vedrà affrontare una serie di nemici all'interno di un'arena in cui sangue e smembramenti rappresentano il piatto forte da dare in pasto agli spettatori. Ci sono poi anche le gare su circuito, con una serie di categorie da scalare per ottenere gloria e denaro, ma una resa poco entusiasmante.

Realizzazione tecnica

La grafica di RAGE 2 si esalta nell'uso di un'abbondante effettistica, vera e propria protagonista durante gli scontri a fuoco: l'Apex Engine riesce a rendere in maniera eccellente le esplosioni e i particellari, restituendo grande soddisfazione visiva quando facciamo saltare degli avversari con una granata o con il lanciamissili. La cosa interessante è che tutto questo casino non sembra mettere più di tanto in difficoltà il motore, che non è vittima di cali improvvisi di frame rate bensì si mantiene consistente anche nelle situazioni più concitate, con decine di nemici e fiamme tutto intorno. Gli unici svarioni, a conti fatti, si verificano quando sorvoliamo la mappa a bordo dell'Icarus, assistendo a frequenti effetti di pop-up sugli shader. Il level design delle basi è convincente e richiama tanto lo stile del già citato DOOM quanto quello dell'originale RAGE, ma quando si esce dai luoghi circoscritti e ci si spinge nell'open world si moltiplicano le soluzioni più generiche, con palesi ripetizioni di strutture e paesaggi che non depongono a favore della varietà del mondo di gioco.

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I comprimari e i nemici risultano ben fatti anche se, come detto, i secondi avrebbero beneficiato di qualche accortezza ulteriore per quanto concerne le tipologie, ridotte di numero e dunque propense a ripresentarsi di frequente: nel caso dei mutanti e degli immortali la cosa passa inosservata perché parliamo di avversari dotati del medesimo aspetto, ma con gli umani sarebbe servita maggiore attenzione. Su PC è possibile godere di un gran numero di regolazioni che consentono di scalare l'esperienza in base alla configurazione, ma stavolta non ci siamo fatti troppi problemi e abbiamo attivato lo scaler automatico per mantenere l'input costante a 2160p e i 60 frame al secondo stabili pur mantenendo tutti gli effetti al massimo. A un'ulteriore verifica possiamo dire che con una GTX 1080 Ti è possibile giocare alla risoluzione reale di 1440p con tutto su "ultra" senza incorrere mai in un problema, mentre intestardendosi sui 4K fissi e non dinamici bisogna accontentarsi dei 30 fps, che però non rendono giustizia all'ottimo gunplay di RAGE 2.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 6600K @ 4 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080 Ti
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i5 3570, AMD Ryzen 3 1300X
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 780, AMD Radeon R9 280
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Hard disk: 50 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10 a 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i7 4770, AMD Ryzen 5 1600X
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1070, AMD Vega 56
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Hard disk: 50 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10 a 64 bit

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (62)
7.1
Il tuo voto

RAGE 2 offre un'esperienza esaltante quando c'è da sparare, riproponendo e per molti versi migliorando le meccaniche sparatutto dell'episodio originale grazie a un buon arsenale, a un gunplay solidissimo e a uno spettacolare set di abilità speciali da utilizzare a proprio vantaggio. Le città e gli insediamenti si pongono come un'evoluzione del singolo hub di RAGE e permettono di interagire con una serie di comprimari al fine di sbloccare nuove missioni, ma nei fatti l'open world proposto da Avalanche Studios non offre contenuti innovativi e le poche missioni della campagna, viziate da un bilanciamento della difficoltà molto discutibile e orientato verso il basso, si completano nel giro di dieci ore scarse. Statistiche difficili da giustificare per un prodotto del genere, a maggior ragione considerando che l'esplorazione della mappa a bordo dei veicoli non risulta piacevole e coinvolgente come speravamo.

PRO

  • Gunplay fenomenale
  • Armi e abilità indovinate
  • Tecnicamente ottimo

CONTRO

  • Troppo breve, troppo facile al livello intermedio
  • L'open world non offre molto
  • Impiego dei veicoli poco interessante