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Rayman Revolution

Si sentiva la mancanza di Rayman su una nuova piattaforma, così la Ubisoft ci ha prontamente accontentati. Per chi negli ultimi anni avesse abitato su Marte è d’obbligo aggiungere che il franchise Rayman è stato uno dei più venduti degli ultimi anni (si parla di milioni di copie), e stranamente, accanto ad un eccezionale riscontro economico non è mai venuta meno la qualità.

RECENSIONE di La Redazione   —   25/01/2001
Rayman Revolution
Rayman Revolution
Rayman Revolution

Uno sguardo alla tecnica

Dopo questa doverosa precisazione , vado ad esaminare aspetti più propriamente tecnici, quali grafica e sonoro, e qui si è ad alti livelli. Gli ambienti, estremamente vari e dal design curatissimo e folle sono di una bellezza incredibile. La palette grafica delle Ps2 è sfruttata sino all’osso: una miriade di colori investe il giocatore e non di rado si rimarrà a bocca aperta sconcertati non tanto dal numero di poligoni mappati, quanto dalle sfumature e dall’accostamento cromatico di essi. In più gli effetti di luce sono curatissimi; di conseguenza il quadro generale non può non essere che positivo. C’è sempre però dietro l’angolo una magagna. Il precedentemente descritto effetto tunnel comporta una serie di inestetismi, che per fortuna solo un occhio molto attento può scorgere: quando si è troppo vicini ad un muro, o ad qualsiasi fondale che delimita i confini del gioco, se questo è ricco di particolari, vedremo la definizione delle textures andare a farsi benedire. Si avrà come una sensazione di appiattimento dei colori e dei soggetti rappresentati. Ripeto, non è un difetto che mina irreparabilmente la fruizione del titolo, ma dopo tanta bellezza e opulenza qualunque piccola cosa non all’altezza sembra stonare eccessivamente. I modelli poligonali dei personaggi sono deliziosi: in un gioco che fa del carino e del simpatico la sua ragion d’essere, mai aggettivo sembra più azzeccato. Il pirata più lercio o il missile più bastardo puntato su di voi, non vi metteranno mai in condizione di sobbalzare sulla sedia. Questo è un bene in quanto il look dei personaggi è buffissimo e profondamente grottesco (vedere lo stesso Rayman, melanzana ambulante o il pirata con le rotaie in bocca), ma è anche un male in quanto il fattore immedesimazione scompare all’istante. Il sonoro fa più che bene il suo mestiere; le musiche pur non essendo particolarmente ispirate, hanno sicuramente il pregio di non annoiare dopo cinque minuti. Molto divertente è il doppiaggio dei personaggi. Non importa se è un trucco per risparmiare sulla localizzazione o precisa scelta di regia, sentire due tipi strambi che bofonchiano qualcosa di incomprensibile, ma è perfettamente a tono col registro della conversazione e fa sinceramente sbellicare dalle risate.

Smetto o continuo? Fra due minuti smetto... anzi continuo... anzi smetto...

La giocabilità è il vero punto interrogativo del titolo. La cosa più strana del tutto è che contemporaneamente Rayman ti invoglia ad andare avanti per scoprire nuove locazioni, ma nello stesso tempo come ho gia detto prima, ti rinchiude in una gabbia, dorata, ma pur sempre gabbia. Non che il gioco sia noioso e ripetitivo, ma il fattore sfida non è molto alto, e vedere così tante belle cose su schermo per ammirarle poi solo da lontano non è certamente il massimo. Per carità il gioco propone una serie di azioni da performare estremamente varie, tipo cavalcare serpenti e missili, che esulano dal copione classico dei platform game, ma l’impressione è che siano un po’ fini a se stesse, messe lì per variare un qualcosa di un tutto uguale. Un plauso va fatto al sistema di controllo, facile da gestire e soprattutto al grado di semplicità dell’interazione Rayman-mondo esterno, cosicché il titolo non sarà mai frustrante e non si verrà mai colpiti dalla sindrome da salto millimetrico tanto cara agli estimatori di Tomb Raider. Questo non significa che non bisogna essere precisi, ma basterà fare attenzione a dove si mettono i piedi e il gioco è fatto. Interessanti sono i Magic Well: tramite questi sarà possibile acquisire nuove abilità, tipo radar e spari vari, che aggiungono un pizzico di strategia ad un contesto un po’ piatto. Ho trovato molto piacevoli i sottogiochi: sembra che ultimamente se ci si vuol divertire con generi dimenticati tipo spara e fuggi a scorrimento orizzontale, l’unico modo sia quello di darci sotto con gli emulatori, oppure affidarci ai minigiochi inseriti nei titoli veri e propri. Rayman è forse l’esempio più lampante. Vista l’impossibilità di confrontarsi con le proprie origini (un platform 2D oggi?!?), la cosa migliore è quella di cannibalizzare il passato per riproporlo come piccolo souvenir dei bei tempi andati, e contemporaneamente nello stesso tempo azzerare ogni minima possibilità di paragone col presente.

Che altro aggiungere?

Tirando le somme, Rayman Revolution è un gioco sicuramente piacevole, scorrevole, decisamente affascinante, ma certamente non verrà ricordato a lungo, ne preso come pietra di paragone per i prodotti prossimi venturi. Graficamente è bellissimo, i personaggi sono curati e animati alla perfezione, ma andando a stringere non si discosta dalla normalità o dalla massa dei platform 3D. Piacerà sicuramente a molti, ma chi cerca un prodotto di un certo carisma, è meglio che si rivolga altrove. Non è il gioco della vita, ma un piacevole passatempo, tra una partita a Super Mario e una a Castlevania…..

...eh ancora Rayman

Si sentiva la mancanza di Rayman su una nuova piattaforma, così la Ubisoft ci ha prontamente accontentati. Per chi negli ultimi anni avesse abitato su Marte è d’obbligo aggiungere che il franchise Rayman è stato uno dei più venduti degli ultimi anni ( si parla di milioni di copie ), e stranamente, accanto ad un eccezionale riscontro economico non è mai venuta meno la qualità. È così anche per questa nuova versione che però, dopo un primo impatto assolutamente senza compromessi, mostra alcuni difetti che inficiano in parte un giudizio globalmente positivo. Il titolo dell’onnipotente Ubi non si discosta molto dallo schema inaugurato da Super Mario 64: dietro una finta visuale 3D si cela un impostazione rigidamente 2D. Succede quello che capitava nel mai troppo poco osannato Pandemonium per Psone: il giocatore corre, salta, spara, aziona leve come se agisse in un tunnel, che non permette molti altri movimenti. Certo la telecamera può mostrarci l’azione dagli angoli più disparati, ma lo spazio a nostra disposizione rimarrà sempre quello. Quindi chi si aspettava un mondo complesso da esplorare è avvertito.