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Recensione The Punisher Xbox PS2

Uno dei personaggi culto della Marvel arriva in un action game dissacratore e violento. L'abbiamo affrontato per voi...

RECENSIONE di Mattia Armani   —   06/04/2005

Il vero Punitore

Il titolo attinge a piene mani dalla leggendaria cattiveria del Punitore, senza ammorbidire distorcendo come la pellicola, ma attenendosi allo spietato personaggio protagonista del fumetto Marvel. Il punitore, dopo una breve introduzione orientata a mostrare la sua nuova personalità, si trova in manette obbligato a rispondere di numerosi reati compiuti nel nome della giustizia sommaria che ha deciso di attuare. Le missioni sono quindi flashback dell’interrogatorio che raccontano, punizione dopo punizione, i cruenti successi di Frank Castle e i metodi poco ortodossi utilizzati per ottenerli. Si parte ovviamente dai pesci piccoli per poi raggiungere le vette dell’organizzazione criminale con lo scopo di annichilirla completamente, ma la punizione è equa e definitiva per tutti, galoppini o padroni che siano. La trama del Punitore è al contempo la più banale ed efficace premessa per una storia di vendetta, tanto da ispirare fumetti, film e videogiochi per anni fino ad arrivare al recente Max Payne che attinge a piene mani dalle vicende di Frank Castle. THQ ha saggiamente evitato di riproporre per l’ennesima volta un action-shooter basato sul bullet time, elemento che compare saltuariamente e automaticamente in alcune scene, e ha trovato un espediente per donare un tocco di originalità al suo titolo.

Recensione The Punisher Xbox PS2
Recensione The Punisher Xbox PS2
Recensione The Punisher Xbox PS2

Mille vie, un solo scopo: la punizione

Come dicevamo il punto di forza di questo titolo è la sua capacita di proporre un Punitore fedele all’originale, e ci riesce sia negli intermezzi, caratterizzati da dialoghi ottimi, sia nel gioco, con entrate in scena spettacolari e massacri di proporzioni titaniche. Purtroppo le meccaniche di gioco sono tutte già viste, partendo dalla possibilità di usare due armi contemporaneamente, a quella permettere al giocatore di comprare oggetti e potenziamenti grazie ai punti accumulati giocando. Persino la possibilità di usare i nemici come scudi umani non è nuova, ma un fattore innovativo prende proprio forma partendo da questo elemento. Una volta bloccato un nemico, finchè questo è in vita, è possibile in ogni momento passare dalla modalità scudo alla modalità interrogatorio, la quale prevede trattamenti poco ortodossi al fine di ottenere risposte sincere. Le raffinate tecniche di interrogazione comprendono lo strangolamento, la classica percossione a pugni chiusi, l’efficacissima pistola puntata alla tempia e, come ciliegina sulla torta, la proiezione della testa del malcapitato contro il duro cemento.

il punto di forza di questo titolo è la sua capacita di proporre un Punitore fedele all’originale, e ci riesce sia negli intermezzi, caratterizzati da dialoghi ottimi, sia nel gioco, con entrate in scena spettacolari e massacri di proporzioni titaniche

Mille vie, un solo scopo: la punizione

La modalità interrogatorio, in determinate occasioni, produce risposte utili, ma un interrogatorio andato a buon fine ci permette anche di recuperare una buona dose di energia vitale, fattore che spesso tramuta l’operazione in un indispensabile e soddisfacente pratica sadica. Inutile dire che un interrogatorio andato a buon fine, nella definizione del Punitore, comprende la morte violenta del soggetto. Ma la possibilità di dispensare sofferenza gratuita non si ferma alla modalità interrogatorio. Il titolo infatti, pur restando un classico action-shooter, inserisce dei punti speciali piazzati qua e la nelle mappe, ma sempre in corrispondenza di oggetti particolari o precipizi. Questi punti, contraddistinti da un segnale luminoso, permettono a Frank Castle di riservare un trattamento particolare ai criminali catturati e trasportati a forza nel luogo indicato. La figura del Punitore emerge completamente in queste occasioni che fortunatamente si presentano copiose durante il gioco e, devo ammettere, in alcuni casi sono decisamente fantasiose e appaganti. Ci viene quindi data la possibilità di schiacciare, strozzare, impiccare, devastare, stracciare e torturare i poveri malcapitati in decine di modi diversi, ispirati da film, libri e fumetti di ogni sorta, e in quel momento, spesso e volentieri, la sensazione di trovarsi nei panni di Frank Castle è decisamente intensa. Un'altra piccola aggiunta riguarda la possibilità di entrare in Massacro, ovvero di abbandonarsi per alcuni secondi alla furia assoluta, la quale ci permette di attaccare solamente con i coltelli e ci limita ad una pasticciata visione in bianco e nero ma, nello stesso tempo, ci rende estremamente veloci e forti e in grado di rigenerare un buon quantitativo di energia vitale. Purtroppo la struttura di gioco, nonostante le aggiunte, non solo è quella di un banale action in terza persona, ma ci presenta un personaggio inamidato dai movimenti meccanici e capace di una sola mossa di disimpegno, anch’essa rigida e scarsamente utile. Per di più l’intelligenza artificiale di alleati e nemici è povera e li porta spesso e volentieri a compiere traiettorie assurde e sconsiderati attacchi suicida. Per dir la verità i nemici rispondono verosimilmente ai rumori permettendoci persino di distrarli per poi aggirarli, ma sono spesso talmente confusi e addormentati da rendere questa possibilità superflua nella maggiorparte dei casi.

Tecnicamente

Per quanto concerne il lato tecnico il Punitore, tirate le somme, è un titolo nella media, con un picco positivo per quanto riguarda la realizzazione dei volti ed uno negativo per i movimenti di Frank Castle, troppo rigido e innaturale, fattore che si ripercuote anche sulla maneggevolezza dei controlli.

Punitore, tirate le somme, è un titolo nella media, con un picco positivo per quanto riguarda la realizzazione dei volti ed uno negativo per i movimenti di Frank Castle

Tecnicamente

Anche il design di mappe e ambienti alterna locazioni ispirate, ricche di dettagli e oggetti, a luoghi spogli e corridoi anonimi e le textures sono decisamente grossolane e ripetitive e questo vale sia per la versione PS2 sia per quella Xbox. Non mancano effetti visivi, esplosioni e spruzzi di sangue ma anche in questo caso la qualità non è delle migliori, mentre l'assenza di un motore in grado di replicare la fisica degli oggetti è una mancanza tangibile, considerando che parliamo di una feature ormai implementata dalla stragrande maggioranza dei titoli d'azione. I dialoghi sono invece estremamente curati, gli intermezzi regalano un intrattenimento di buon livello e alcune battute di chiusura del Punitore possono tranquillamente far parte di un albo di frasi famose. I brani musicali sono vari e di buona qualità, dal ritmo sommesso e battente, e indiscutibilmente adatti ad un titolo come il Punitore.

Recensione The Punisher Xbox PS2
Recensione The Punisher Xbox PS2
Recensione The Punisher Xbox PS2

Commento

Il Punitore è un action shooter in terza persona senza infamia né lode, che spicca esclusivamente per la caratterizzazione del protagonista. A garantire una certà longevità al titolo interviene il punteggio delle missioni, il quale permette di sbloccare segreti, acquistare oggetti e potenziamenti in modo da dare una marcia in più al punitore. Purtroppo le innovazioni sono limitate e non tangono direttamente l'esperienza di gioco, limitandosi ad arricchirne il contorno, ma innegabilmente le numerose scenette, i dialoghi e la trama non possono che divertire gli amanti del personaggio e chi cerca qualche ora di sano sfogo.

Pro:

  • il viso dei personaggi è ben caratterizzato
  • dialoghi in tono e musiche d'atmosfera
  • decine di scenette spassosamente violente
Contro:
  • motore di gioco grossolano
  • animazioni non sempre credibili
  • intelligenza artificiale spartana e imperfetta

In uscita per PC, PS2, Xbox.

Nell’anno 2005 d.C. anche il Punitore, antieroe per eccellenza, spicca il salto dalle pagine bidimensionali della storia Capcom verso le tre dimensioni, grazie a THQ e soprattutto grazie alla ritrovata fama garantita dalla recente pellicola cinematografica. Indossiamo quindi i panni di Frank “The Punisher” Castle, addestrato per uccidere ma felicemente accasato con una splendida e invidiabile famiglia, ben lontano dai comuni problemi di convivenza domestica. Ma un triste giorno la rara fortuna della famiglia Castle finisce in un bagno di sangue, causato dalle lorde mani della criminalità organizzata. Un vuoto incolmabile è l’unica eredità che il mondo ha lasciato a Frank, il quale esce di scena sconfitto scomparendo dalla faccia della terra. Trascorsi alcuni anni una figura scura emerge dalle nebbie del passato, una figura che ha trovato il modo di riempire il proprio abisso esistenziale in modo poco originale ma decisamente efficace, con la vendetta. La vendetta è un’arma sporca e Frank Castle, ora a tutti gli effetti il Punitore con tanto di teschio bianco dipinto sulla T-Shirt da macho, non ha alcuna intenzione di renderla più pulita o accettabile.