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Resident Evil

Gente! Il film di “Resident Evil” vi ha fatto venire voglia di sterminare intere fazioni di zombies? Eccovi accontentati, anche se dopo una lunga e sofferta attesa. Solo un appunto: only for Gamecube!

RECENSIONE di La Redazione   —   14/10/2002
Resident Evil
Resident Evil

A volte ritornano

Avidamente inserisco il primo dischetto nel piccolo e plasticoso GC ma, prima di pigiare il pulsante d’accensione, ricreo l’atmosfera giusta per il gioco “di paura”: solo nella mia camera a porta chiusa con luce spenta e buio totale. Ora si che posso iniziare l’esperienza sperando di provare le stesse sensazioni che l’omonimo titolo mi regalò anni fa sulla PSX. Soddisfatto? Con calma ragazzi. Ci arriviamo pian pianino. Parto col “New Game”, imposto il livello difficile scegliendo Chris (il maschietto) e inizio la mia avventura (o il mio “incubo” come mi suggeriscono i sottotitoli in italiano). Sono dentro. Una presentazione in FMV, che definire di alta fattura sembra riduttivo, spiega la trama che ormai solo tre o quattro al mondo non conoscono: ci troviamo a Raccoon City, cittadina in cui si celano alcuni laboratori di ricerca scientifica e biotecnologica appartenenti ad una società segreta (la Umbrella Inc.). Quest’ultima periodicamente invia i propri rapporti alle autorità ma questi col passare del tempo diventano sempre più vaghi e rari fino alla totale assenza. Ecco che per motivi di ricognizione viene inviata sul posto una squadra speciale di soccorso (S.T.A.R.S. Bravo Team) composta da due uomini che scompaiono misteriosamente nello stesso luogo. Qui entra in gioco un’altra squadra (l’Alpha) che, trovandosi in difficoltà nella Raccoon Forrest contro alcuni dobermann inferociti, riesce fortunatamente a ripararsi in una magione abbandonata (anche se con un uomo in meno: Joseph). I sopravvissuti, ovvero Chris, Jill e Wesker (Berry non si trova), si metteranno poi d’accordo sul da farsi per cercare sia altri sopravvissuti che una via di scampo da quel terrore che mai si sarebbero aspettati. Dopo questa bellissima intro ha inizio il gioco vero e proprio. Un horror/adventure che ha tutta l’aria di essere un’esperienza che lascia il segno (non delle ferite procurate dagli zombies, tranquilli NdJ).

Resident Evil
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Una magione da brivido!

“RE” è un’avventura di stampo horror ideata sia sulla falsariga del primo “Alone in the dark” che sul film di George A. Romero “La notte dei morti viventi”. Anche Shinji Mikami, producer di Capcom, lo ha ammesso. Comunque nel gioco si guida un personaggio (nella fattispecie Chris o Jill) all’interno di varie locazioni condite da una dose massiccia di zombies, cani “rabbiosi”, mostri ed enigmi. Il tutto viene visto dagli occhi del giocatore attraverso una visuale in terza persona che segue l’azione come fosse una telecamera cinematografica. Proprio in questi elementi si trova la struttura portante dell’intero prodotto. Infatti si procede lungo il tragitto alla scoperta di numerosi enigmi da risolvere, bestie da “fraggare” fino al consueto scontro con il mostrone finale. Ma tutto ciò non basta a descrivere la particolarità di quest’esperienza. Infatti bisogna tenere in considerazione anche un altro elemento a dir poco fondamentale: l’atmosfera. Questa, come ben sappiamo, non può mancare in un horror game e con “RE” state certi che non mancheranno le accelerazioni improvvise dei vostri battiti cardiaci… Il joypad del GC ben si presta a comandare l’azione grazie alla sua particolare anatomia. Innanzitutto per la deambulazione del personaggio potete usare sia la levetta analogica che la croce direzionale (anche se è preferibile la prima), mentre i tasti utilizzati in azione sono solamente tre; un quarto ed un quinto servono ad accedere allo status ed alla mappa (che vi dovrete guadagnare). Il controllo dell’ego virtuale con riguardo agli spostamenti è rimasto invariato rispetto alla versione Pso; quindi per camminare in avanti è necessario premere “su” qualunque sia la vostra posizione su schermo. Chi non ha mai giocato alla serie Capcom avrà qualche lieve difficoltà ma solo per i primi cinque/dieci minuti di gioco. Come ben sapete e come in ogni episodio di “RE” che si rispetti, anche qui il salto è un tabù (tranne in qualche piccolo caso) così come anche pugni, calci e roba del genere. L’unico modo di sbarazzarci delle creature vaganti per la casa (zombie ad es.) è quello di spararli alla testa (in un solo colpo) oppure al corpo (ma si spreca mezzo caricatore di pistola per ognuna) oppure usare l’arma bianca, ovvero un misero pugnale che non sembra avere alcun effetto sulla salute degli zombies. Una novità è l’inserimento di alcune armi da difesa che possono essere utilizzate durante l’attacco degli “abitanti” della casa. Queste sono ad es. dei pugnali che possono essere infilzati nel cranio di un non-morto, granate ecc. a seconda se si gioca col maschio o con la femminuccia. Risulta doveroso anche ricordare l’arsenale di armi che vi ritroverete a manipolare il quale comprende pugnale, Beretta 92 FS, Python, lancia fiamme, lancia granate ecc. con qualche piccola sorpresa che si renderà disponibile solo dopo aver completato il gioco in un determinato modo. Ma questa è un’altra storia. L’unica cosa che avrebbero potuto evitare i programmatori Capcom è il solito e “grande” ritorno dei tanto odiati bauli che servono a riporre gli oggetti del personaggio. Infatti quest’ultimo ha uno spazio limitato nello zainetto in groppa (sei spazi per Chris in modalità difficile e otto per Jill) rendendosi necessario andare avanti e indietro per la casa alla ricerca dei succitati contenitori per lasciare alcuni oggetti al momento inservienti e recuperarne degli altri. Ma questo fa parte del gioco (anche se nel prossimo “Bio Hazard 0” saranno eliminati).

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E’ un incubo!

Il lavoro tecnico svolto da Capcom si attesta su altissimi livelli qualitativi. Vedere “RE” è come assistere ad un film. L’unica differenza è che qui c’è il “sacro potere” del joypad che vi farà immedesimare fin da subito nel terribile incubo di Raccoon City. Come in tutti gli episodi (tranne in “Code: Veronica”) troviamo fondali pre-renderizzati che si sposano con personaggi poligonali. Però qui la situazione è diversa: mentre sulla Psx la differenza tra modelli in tempo reale e quelli pre-calcolati è troppo marcata sul Gamecube la miscela di queste due soluzioni grafiche risulta felice e gustosa ai nostri occhi. Insomma la console Nintendo voleva tirar fuori i denti e ci è riuscita dimostrando la sua potenza al mondo intero. I personaggi sono dotati di un elevatissimo numero di poligoni che permette di distinguerne non solo i battiti di ciglio ma anche le diverse espressioni facciali. Anche le pieghe dei vestiti non sono state lasciate al caso e menzione particolare meritano le textures (che presentano una nitidezza fuori dal comune e dei colori azzeccatissimi). E che dire dei giochi di luce ed ombra? Assolutamente realistici! Soprattutto in alcune stanze (in cui la luce è dinamica grazie a tuoni, lampade in movimento ecc.) è notevolissima la perfetta distorsione o variazione dell’ombra dei personaggi. Anche le movenze sono realistiche e mai legnose. Finalmente eliminato l’effetto pattinamento su terreno che si rende ben visibile sui vecchi capitoli nel momento in cui si effettuano cambi di direzione con arma puntata. Ed i fondali? Chiedete voi (giustamente). Questi appaiono i più realistici mai visti in un videogioco (tranne in rarissimi casi). Cupi, lugubri, segnati dalla sofferenza, dallo spargimento di sangue, intrisi di dolore e mistero. Bellissimi! Sono talmente “veri” che sembrano vivi e riescono a trascinarvi interamente nell’azione di gioco. Vi assicuro che staccare le mani dal joypad Nintendo durante una partita a “RE” risulta appannaggio di pochi eletti… L’unico piccolo difettuccio lo si riscontra su alcune collisioni tra poligoni o tra personaggio e fondale, le quali presentano alcune sbavature (ma è poca roba). Ma vogliamo parlare di sonoro? Certo. Le musiche, cambiate rispetto al primo capitolo, sono poche ma eccelse e contribuiscono ottimamente a creare l’atmosfera che permea l’universo dell’orrore. Gli effetti sonori come spari, passi, muggiti, grida ecc. sono di ottima fattura (a volte rumori misteriosi fanno venire piccoli “infarti”); ed anche il doppiaggio (in inglese con sottotitoli in italiano) risulta abbastanza curato. Ma Captive Communications non ci ha mai deluso sotto questo punto di vista meritandosi un altro applauso come software house di qualità (e quantità anche).

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Quando mi risveglierò?

Spesso il punto debole di questo genere di produzioni si trova nella scarsa durata dell’esperienza. Questo “RE” presenta solo in piccola parte questo problema in quanto per completare il gioco con un solo personaggio si impiegano dalle sei alle otto ore e mezzo (dipende da chi si sceglie). Se poi si considerano due finali alternativi per Chris ed altrettanti per Jill facendo i calcoli abbiamo circa venticinque ore di spassionato divertimento. Ogni dubbio deve essere eliminato circa l’eguaglianza tra questo episodio e quello per Psx. Infatti sul GC sembra di trovarsi di fronte ad un nuovo gioco per la quantità di novità incluse sia riguardo al numero di stanze che per alcuni accorgimenti che mutano, anche se leggermente, la struttura di gioco. Quindi anche chi ha consumato il vecchio primo capitolo troverà estremamente coinvolgente questa nuova versione anche perché dotata di una difficoltà mooolto più elevata. Provare per credere. L’unico punto che collega il vecchio prodotto per Psx con lo stesso su GC sembra essere la magione e la trama. Il resto lo scoprirete da soli… In conclusione questo “Resident Evil” rivisitato ed elevato al cubo stupisce chiunque sia tecnicamente che per alcune chicche aggiuntive. E’ un acquisto obbligato per chiunque possieda il cubo Nintendo che abbia o meno giocato il classico episodio. Questa, ragazzi, è più un’esperienza che un semplice prodotto ludico che vi prenderà violentemente nella sua morsa per rilasciarvi solo all’improvviso risveglio. Un “must-buy”.

    Pro:
  • Tecnicamente eccelso.
  • Atmosfera da brivido.
  • Dopo l’attesa finalmente nelle nostre case.
    Contro:
  • Finirlo quattro volte può essere monotono.
  • Purtroppo ha una fine.

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L’attesa è finita

Ci sono voluti sei mesi per localizzare la versione giapponese di “Resident Evil” per Gamecube nel pianeta dell’euro frusciante (dal 22 Marzo al 23 Settembre). E, siccome non ci sono state insurrezioni dei videogiocatori nel suddetto periodo, bisogna ammettere come gli europei siano un popolo paziente. Dopo un breve e dovuto applauso sarebbe meglio iniziare con l’articolo (o qualcuno mi licenzia NdJ). Signori! Abbiamo tra le mani il remake ultrapompato del mitico capolavoro “Resident Evil” uscito diversi anni or sono sulla grigia Psone. E la cosa che più lascia di stucco è il fatto che tutta la serie è ormai un esclusiva Gamecube. Ma addentriamoci nel cuore del gioco per capire meglio cosa si cela nei 2 mini-dvd contenuti nella confezione…