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Resident Evil: The Missions (3D)

Per Jill Valentine le missioni non finiscono mai: dopo aver apprezzato quelle bidimensionali, diamo ora un'occhiata alla controparte 3D di Resident Evil: The Missions, diversa sia per l'utilizzo della grafica poligonale sia soprattutto per un gameplay più vicino agli originali titoli per console.

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   02/08/2007

Come è noto, i videogame per cellulare vengono sempre realizzati in differenti versioni, allo scopo di venire incontro ad un ventaglio di compatibilità quanto più alto possibile: nel caso di Resident Evil: The Missions, però, il discorso non si limita ad una qualità grafica più o meno elaborata a seconda del dispositivo utilizzato. I due titoli realizzati da Capcom sono infatti diversi nella forma e nella sostanza, al punto tale che appare quasi una decisione sconsiderata quella di etichettarli sotto lo stesso nome. Basti sapere che, mentre l'incarnazione bidimensionale (già recensita da Wirelessgaming) si configura come uno shooter in prima persona puro e semplice, il prodotto 3D oggetto di questa recensione è un'avventura più simile ai "veri" Resident Evil, per quanto sempre spezzettata in brevi ma numerose missioni. Le somiglianze cominciano proprio dal comparto cosmetico, come nei primi capitoli della saga contraddistinto da fondali 2D e personaggi poligonali: in questo The Missions il risultato è senz'altro apprezzabile, specialmente per quanto riguarda l'ottima definizione del modello tridimensionale di Jill. L'intera opera Capcom è comunque notevole sotto il profilo tecnico, anche se le limitazioni del supporto mobile si vedono principalmente nella qualità non eccelsa delle immagini che fungono da sfondo e nella realizzazione dei vari nemici, visibilmente meno curati della protagonista.

Fortunatamente, però Resident Evil: The Missions non eredita dai propri illustri antenati il legnoso sistema di controllo, qui decisamente più semplificato ed accessibile: quattro tasti per muoversi in altrettante direzioni, uno per interagire con gli elementi dello scenario, uno per attivare/disattivare la corsa ed uno per entrare in modalità mira. Quest'ultima va ovviamente innescata nei combattimenti, e consente di colpire zombie e affini puntando alla testa, al torso o alle gambe: il meccanismo, per quanto ovviamente limitato, funziona, anche se non può migliorare il ritmo tutt'altro che fulmineo degli scontri a fuoco. Resident Evil: The Missions non è comunque un action game, e infatti le varie missioni spaziano tra gli obiettivi più disparati (come salvare dei civili, raccogliere determinati oggetti o raggiungere un luogo nel minor tempo possibile) senza dimenticare la presenza del cattivissimo Nemesis a ravvivare un po' le cose. Permane inoltre lo schema a piramide e la natura a bivi delle missioni, un elemento capace di fornire una grande spinta alla longevità, ma in fin dei conti, Resident Evil: The Missions è un'esperienza un po' meno eccitante di quel che sembri: va dato merito a Capcom di avere avuto delle ottime intuizioni circa le missioni-pillola e la realizzazione cosmetica del prodotto, ma il ritmo di gioco altalenante fa quasi rimpiangere le sparatorie "ignoranti" della più semplice versione 2D.

Conclusioni

Multiplayer.it
ND
Lettori (3)
7.8
Il tuo voto

Resident Evil: The Missions è un titolo che ha diversi meriti: una buona grafica che riporta alla mente i primi capitoli della serie, una struttura a missioni ben studiata e molto profonda, e un sistema di controllo decisamente user-friendly. Peccato però che al prodotto Capcom manchi un po' di mordente, cosa che invece non si poteva certo recriminare alla controparte 2D del gioco. Quel che è certo è che i fan di Resident Evil possono finalmente sollazzarsi con un mobile game all'altezza del nome che porta.

PRO

CONTRO

PRO

  • Tecnicamente buono
  • Sistema di controllo all'altezza
  • Struttura a micro-missioni azzeccata

CONTRO

  • Manca un po' di mordente
  • Combattimenti piuttosto noiosi