Il “tiger effect” permette di tornare indietro per una manciata di secondi
Butterfly effect
La possibilità di riavvolgere il tempo è ideale visto il comportamento dell’IA durante le fasi più concitate. Gli avversari si dimostrano inizialmente competitivi, arrivando addirittura a tagliare sui cordoli pur di superarvi, ma dopo lo stacco iniziale, saranno uno o due che cercheranno di starvi dietro. Ogni tanto poi il computer fa manovre azzardate o esce fuori pista causando incidenti clamorosi. Di certo non sono comportamenti monotoni, soprattutto in funzione del fattore KO: quando un avversario scarica la barra inizia a sbandare e si fa superare bellamente. Il problema è che il tasto “tiger effect” serve si a correggere i vostri errori ma il più delle volte sarà perché urterete gli avversari inavvertitamente (se andate addosso ad uno di loro preparatevi al peggio) o a causa dei vari momenti di perdita di controllo del mezzo. Migliorando l’esperienza si noteranno dei progressi ma questo penalizza il realismo. Le auto si differenziano abbastanza tra loro come guidabilità (la Giulia non è come il GT) ma purtroppo non sono molte. La cosa più seccante è dover correre le non poche gare iniziali con le stesse vetture, magari solo con la cilindrata più potente (e nella modalità dinastia non potete neppure scegliere il colore!). Infatti le auto e le piste bisogna guadagnarsele pian piano. Queste ultime saranno nell’80 per cento ambientate su strade italiane, dalla Toscana alla Sicilia, da Milano a Firenze, passando per i soliti circuiti come Laguna Seca e Hokeneim. Tutti i circuiti sono in versione breve o lunga, e non brillano per il numero nè per le inesistenti condizioni climatiche. Si corre solo di giorno: niente sera, niente pioggia.
Milano, Firenze, Salerno…
La grafica del gioco è stata fonte di attente considerazioni. Il gioco si dimostra graficamente un po’ inferiore a Racing Evoluzione degli stessi Milestone, uscito più di un anno fa su Xbox.
Di buono vi è la totale assenza di clipping, che permette di vedere l’orizzonte lontanissimo; la realizzazione delle vetture si attesta su livelli più che discreti ma si notano diverse scelte inspiegabili che portano il titolo piuttosto indietro rispetto a Gran Turismo 4. Ad esempio le auto riflettono l’ambiente circostante ma stranamente utilizzando la visuale dal cofano si vede solo quest’ultimo in monocolore, regalandoci la nostalgia delle prime texture piatte (eppure su Racing Evoluzione il cofano era spettacolare da vedere). I danni visibili sulle macchine si limitano ai parabrezza incrinati e ai due paraurti che si staccano solo in parte; la fanaleria che si rompe poi lascia posto ad una texture grigia che simula la rottura. Evidentemente l’Alfa ha voluto così ma almeno dei danni alle carrozzerie si potevano fare (Project Gotham 2 docet). Come da tradizione Milestone, la grafica fa uso di una palette di colori molto variegata regalando ambienti coloratissimi ma in certi casi piuttosto spigolosi e dotati delle medesime texture. Esempio su tutti Milano, che vanta gli stessi due negozi ad ogni angolo di strada! Se poi confrontate Firenze con quella di Project Gotham vedrete delle differenze abissali… Fatto ben più grave l’assenza di specchietto retrovisore (userete la scomoda visuale anteriore per guardare indietro) e la difficoltà di giocare usando la prima visuale esterna (quella posteriore all’auto) che è troppo ribassata e non permette di osservare bene la strada. Nessun effetto di ultima generazione è stato implementato, nemmeno il bump mapping sull’asfalto. Questo permette a chi ha computer non proprio recenti di godersi il gioco al massimo dettaglio senza problemi.
Fumati 'sto scarico!
La parte audio è anch’essa vittima di alti e bassi: i rumori delle vetture fanno il loro lavoro, con staccate di cambio e sgommate al posto giusto (e diversificazione per tutte le auto), decenti anche gli incidenti. L'accompagnamento musicale è totalmente assente in gara (c’è chi preferisce così) ma ci si aspettava un’autoradio virtuale (ricordate Screamer?). Le musiche dei menù e nei replay restano anonime e dimenticabili.
Viaggia insieme a me…
Sfortunatamente il multiplayer non permette altro che l’ottimo split-screen, ideale se siete con il solito amico che vi guarda giocare. E’ possibile affrontarlo in una gara classica, in modalità inseguimento (in cui bisogna raggiungere e superare l’avversario) o con guida pulita, dove non bisogna danneggiare la macchina. Nonostante vi sia la voce “online” questa si appoggia al solito Gamespy solo per scaricare le auto fantasma degli altri utenti, con i quali non è possibile gareggiare. Speriamo in una patch che lo permetta.
Commento
Se da un lato SCAR introduce un paio di novità piuttosto inusuali in un gioco di guida, è anche vero che le innovazioni possono essere viste come una mancanza di realismo, dopotutto le movenze delle vetture di certo non sono arcade. La Milestone, da sempre abituata ad offrire giochi di un certo livello, se ne esce con un titolo sottotono, inferiore al suo precedente e alla concorrenza. Tecnicamente si sarebbe potuto fare di più. Consigliato ai fan dell’Alfa Romeo (anche se non avranno tutte le vetture) e a chi vuole sperimentare qualcosa di nuovo. I giocatori hardcore potrebbero non apprezzare il sistema rpg e il viaggiare nel tempo…
- Pro:
- Innovativo sistema di esperienza del pilota
- Una serie di piste quasi tutte italiane
- 25 vetture dell’Alfa Romeo
- Contro:
- Grafica inferiore alla concorrenza
- Innovazioni poco realistiche
- Qualche tracciato e auto in più ci potevano stare
Tuta, scarpe, casco...
Procedendo nel gioco è possibile anche vincere degli oggetti che miglioreranno le condizioni del nostro pilota virtuale. All'inizio si riceveranno cianfrusaglie delle marche peggiori, in seguito, con l'aumento dell'esperienza e delle vittorie, riceveremo premi di maggior valore che contribuiranno non poco a rendere il nostro alter-ego un pilota quasi infallibile.
S.C.A.R.: Sono Corse Abbastanza Rigide
Fondamentalmente SCAR propone le classiche modalità di un gioco di guida, ma la principale, ovvero la “Dinastia”, prevede il superamento di competizioni, tornei, prove speciali a tempo e in cui sono richieste particolari abilità (es: segui il tracciato ideale, mantieni una certa velocità, ecc.). Il tutto offre una certa varietà e anche la longevità si dimostra prolungata. Caratteristica innovativa per un simulatore è l’inserimento di un sistema a punti tipo Rpg, dove, in base al superamento di determinate prove, si potranno migliorare le abilità della propria controparte virtuale, aumentandone fattori tipo la resistenza, la guidabilità, la capacità di accelerare eccetera. Importantissimo è quello inerente all’intimidazione, ovvero alla bravura nello “spaventare” gli avversari. I piloti del gioco hanno due barre visibili poste sopra le vetture, una per i danni e una che indica il fattore KO: quando quest’ultima raggiunge lo zero il guidatore tende a sbagliare e nel caso del giocatore, a vedere tutto offuscato ed ascoltare il battito del vostro cuore. L’introduzione del sistema esperienza è sì innovativa, ma potrebbe far storcere il naso ai puristi che da un gioco di guida vogliono solo correre tra settaggi e fedeltà simulativa. Qui abbiamo un graduale aumento della bravura che all’inizio è piuttosto frustrante: ogni tanto si perde il controllo del mezzo e bisogna ricorrere all’altra innovazione (già vista in Prince of Persia): il riavvolgimento del tempo. Il “tiger effect” permette di tornare indietro per una manciata di secondi e correggere così una manovra brusca o un incidente. Di molto aiuto ma assolutamente irrealistico.