Nirvana, at last...?
Digital Devil Saga 2 ci immerge immediatamente nella storia, riprendendola esattamente dove si era concluso il prequel, lasciando i nuovi giocatori decisamente spaesati: Serph e i suoi compagni del clan Embryon hanno finalmente raggiunto il Nirvana, dopo aver contrastato la misteriosa Karma Association nel loro vecchio mondo sotterraneo, chiamato Junkyard, nel quale erano stati costretti da un cataclisma che aveva reso mortali i raggi solari. Tuttavia, la "Terra Promessa" non sembra affatto come se l'erano immaginata: è decisamente simile al loro guerrigliero e vecchio mondo, e in breve scopriremo che in realtà la Junkyard non era altro che una sorta di programma d'addestramento bellico virtuale, una simulazione insomma in cui Serph, Argilla e tutti gli altri compagni e nemici non erano che dati informatici, adesso trasformati in esseri reali "ascendendo" a questo fantomatico Nirvana tramite l'appoggio della misteriosa ragazza di nome Sera. Da questo momento in poi, Digital Devil Saga 2 diventa un incredibile baraonda di colpi di scena e rivelazioni, in cui quasi niente è ciò che sembra: soltanto la vera identità dei protagonisti lascerà spiazzati i giocatori, e l'incalzante narrazione, cruda e adulta, soddisferà anche i palati più fini. La caratterizzazione dei vari personaggi è eccellente, nonostante il design davvero inquietante e grottesco con il quale sono stati realizzati che è davvero uno scoglio difficile da superare: ma oltre la superfice grezza di questi demoniaci guerriglieri, c'è una psicologia profonda e un mix di tematiche religiose e scientifiche che rende davvero speciale questo atto finale della saga.
Mantra et cetera
Ma come accennato nell'incipit di questa stessa recensione, aldilà degli svolti narrativi imprevisti e sconvolgenti, Digital Devil Saga 2 non presenta particolari novità a livello ludico e tecnico che possano distinguerlo davvero dal prequel. Graficamente i due titoli sono praticamente identici: il cel-shading utilizzato è notevolmente curato e la scelta cromatica davvero perfetta in ogni contesto, i grafici sapevano davvero il fatto loro visto che ogni location o creatura si integrano perfettamente con la complessa e inquietante trama, in una girandola di suggestioni visive che si manifestano non solo nelle cutscene dal taglio cinematografico, ma anche nei combattimenti, dove la sobrietà delle varie "magie" e degli attacchi speciali si inserisce perfettamente nel contesto serio e decisamente crudo del plot. Anche il comparto sonoro si dimostra d'atmosfera, mixando temi musicali dal tono mistico e solenne con altri rockettari e pop, sempre adatti all'azione che si verifica sul nostro schermo: non è certamente una delle soundtrack più memorabili che abbiamo ascoltato, ma è adatta al tipo di gioco senza particolari sbavature. Il discreto doppiaggio in inglese completa un quadro decisamente positivo.
Mantra et cetera
Per quanto riguarda il gameplay, Digital Devil Saga 2 presenta dei leggerissimi perfezionamenti rispetto al precedente capitolo della bilogia, relativi in special modo al Mantra System: abbandonato il meccanismo precedente, adesso il System si presenta come la Sphere Grid di Final Fantasy X o la License Board di Final Fantasy XII, con una tabella di abilità e magie che tutti i personaggi possono apprendere consumando i punti guadagnati in combattimento. Avanzando nella tabella e imparando le varie abilità se ne sbloccheranno altre, e naturalmente per apprendere le più potenti sarà necessario ottenere tutte quelle che le circondano: il nuovo sistema incita a un "grind" sfrenato dei punti Mantra necessari ad imparare tutte le abilità per tutti i personaggi, non è necessario farlo per completare il gioco ma la possibilità di personalizzare ampiamente i vari protagonisti stimola il giocatore a conquistare il più possibile della griglia, inutile dire che gli utenti più voraci e perfezionisti dedicheranno molte ore al potenziamento e all'ampliamento del proprio party preferito. Che poi è in combattimento che il Mantra System si sviluppa davvero, naturalmente, e in questo caso Atlus non ha apportato praticamente alcuna modifica: utilizzando sempre tre personaggi per volta si darà battaglia alle orde di mostri e demoni che ci attaccheranno casualmente nei corridoi delle varie location da esplorare, con una frequenza a tratti irritante. Strategico quanto basta, il battle-system presenta un'impostazione classica a turni con una notevole variante: utilizzando le abilità giuste, infatti, il nostro party guadagnerà un turno in più rispetto ai nemici. Questo significa che per esempio lanciare una "magia" di ghiaccio su un demone debole a questo elemento ci permetterà di attaccare una volta in più prima che siano i nemici a farlo, ovviamente con un pizzico di tattica è possibile obliterare un'intera squadra avversaria senza darle la possibilità di controbattere, ma è vero anche il contrario e un errore da parte nostra permetterà ai nemici di sbarazzarsi di noi in pochi turni, impedendoci magari di curare o proteggerci da un altro attacco: la difficoltà di Digital Devil Saga 2 è notevole, ma non per un bilanciamento erroneo da parte dei programmatori, quanto per la necessità che i giocatori affrontino ogni nuovo scontro casuale con una certa inventiva e strategia, e se da una parte è un elemento positivo che costringe il giocatore a stare all'erta, dall'altra la frequenza dei combattimenti e l'impegno necessario a vincerli rendono il progredire nel gioco più faticoso di quanto debba essere.
Commento
La bilogia di Atlus è un altro tassello dell'enorme mosaico di Shin Megami Tensei, e passerà in sordina per via della concorrenza (Final Fantasy XII e Rogue Galaxy in primis), ma è un progetto di alta qualità che soddisferà i giocatori incalliti di RPG, nonostante lo stile piuttosto grottesco che potrebbe non piacere. Tuttavia, la sceneggiatura è una delle migliori scritte per un JRPG, profonda e riflessiva senza scadere nel ridicolo ed estremamente adulta, coadiuvata da una realizzazione tecnica davvero molto buona. Il gameplay è il lato più interessante, con una combinazione di elementi old-school e innovativi che lo rendono piacevole ma sopratutto impegnativo: il sistema di combattimento è ingegnoso e le possibilità di upgrading dei personaggi notevoli, ma la frequenza dei combattimenti casuali, unita all'ampiezza dei vari dungeon e alla difficoltà generale del prodotto rendono Digital Devil Saga 2 un po' fuori dalla portata dell'utente occasionale. Gli appassionati del genere, invece, non demordano: questa bilogia è senz'altro una delle migliori produzioni del genere su PlayStation 2.
Pro:
- Trama eccellente
- Tecnicamente buono
- Battle-system soddisfacente
- Combattimenti casuali troppo frequenti
- Decisamente difficile
- Lo stile può non piacere a tutti
La lunghissima serie Shin Megami Tensei continua con il secondo capitolo della bilogia Digital Devil Saga, che ha saputo sorprendere i videogiocatori non solo con un gameplay semplice ma ben congegnato, ma anche con una trama adulta, piena di colpi di scena e davvero ben raccontata. In una delle sue pochissime conversioni per il territorio europeo, il primo episodio di Digital Devil Saga ha riscosso un buon successo, grazie ai giudizi positivi della critica, nonostante qualche pecca marginale, come la frequenza eccessiva dei combattimenti: un difetto, se così si può chiamare, arginato dalla qualità globale del prodotto e ormai talmente comune nel campo degli JRPG che quasi si può definire una loro caratteristica. Digital Devil Saga 2 si offre come una vera e propria seconda parte di un gioco così ideato fin dall'inizio, a differenza di altre mini-saghe come XenoSaga, infatti, non presenta sostanziali cambiamenti dal titolo precedente: i fan si sentiranno a casa, i neofiti non impiegheranno molto ad immergersi nell'oscuro mondo di Serph e dei suoi alleati.