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Socom II: U.S. Navy SEALs

Recensione: Il miglior titolo online per Ps2 lascia finalmente il posto al suo seguito... ma sarà davvero un passo in avanti? Scopritelo nella nostra recensione!

RECENSIONE di La Redazione   —   19/03/2004
Socom II: U.S. Navy SEALs
Socom II: U.S. Navy SEALs

Infiltrazione che passione

Chi ha già avuto modo di giocare al primo episodio di quella che, probabilmente, diventerà una lunga serie, sarà sicuramente in grado di entrare immediatamente nei meccanismi di questo Socom II. Zipper Interactive ha infatti giustamente preferito effettuare un lavoro di fioretto, correggendo i difetti segnalati dagli utenti e tentando così di portare la propria creatura su un livello superiore. Le missioni, tutte piuttosto diversificate tra loro tanto nell’ambientazione quanto negli obiettivi, impongono come già detto al giocatore il controllo di un gruppo di 4 militari, vere e proprie macchine da guerra capaci di avere la meglio su intere schiere di terroristi armati fino ai denti. Ma al contrario di molti altri titoli di questo genere, in Socom II è fondamentale misurare e valutare ogni azione ed ogni reazione, nascondersi nell’ombra o tra la vegetazione, aggirare i terroristi per colpirli alle spalle nascondendone i corpi per non destare l’attenzione dei compagni, e via dicendo. La gestione del team può avvenire sia via menù che, molto più esaltante, via comandi vocali attraverso il microfono; il controllo dei propri compagni non è solamente un aspetto accessorio o di poco conto, ma rappresenta al contrario una componente fondamentale all’interno dell’economia delle missioni per riuscire a completare tutti gli obiettivi proposti. E una volta presa confidenza con il sistema appena descritto, la gratificazione dei risultati è in grado di regalare momenti di autentica esaltazione agli amanti di questo genere. Farsi coprire da un compagno, mandarne due in avanscoperta per prendere dai lati un gruppo di terroristi, o ancora far fare irruzione al proprio team all’interno di una stanza, o far piazzare una bomba in un edificio per vederlo poi saltare in aria sono solo alcuni delle possibilità offerte dal duttile ed appagante impianto di gioco ideato da Zipper Interactive. Nonostante i progressi e le correzioni apportate dai programmatori rispetto al primo capitolo, sono rimasti però alcuni problemi relativi all’intelligenza artificiale dei propri compagni. Si tratta perlopiù di limiti, che fanno parte in maniera inscindibile di personaggi che agiscono non sulla base di ragionamenti ma di pattern prefissati. Può capitare, per esempio, di chiedere al proprio gruppo di radunarsi in una posizione raggiunta precedentemente in solitaria, e vedere i compagni muoversi in linea retta facendosi individuare dai nemici. Fattore questo che, unito alla necessità di ripetere in toto una missione se questa viene compromessa irrimediabilmente durante il suo svolgimento, può creare frustrazione ed irritare anche il giocatore più paziente. Ed è senza dubbio questo l’elemento più discutibile della modalità offline di Socom II; la mancanza assoluta di checkpoint, se da un lato tiene alta la tensione e impone di affrontare il gioco con calma e soppesando ogni azione, dall’altra parte può venire mal tollerata da una larga fetta di utenza, ed obbligare nella maggior parte dei casi a noiose sessioni di “trial and error”.

Socom II: U.S. Navy SEALs
Socom II: U.S. Navy SEALs

Apri, flashbang ed entra

Ovviamente però, è nella componente online che la produzione Sony trova la sua realizzazione ideale. I programmatori statunitensi hanno conservato modalità di gioco e alcune mappe del precedente capitolo, inserendone di nuove ed aumentando così drasticamente il ventaglio di possibilità di scelta offerte all’utente. Per quanto riguarda la tipologia di missioni presenti, queste si suddividono in 5 modalità: suppression è il classico team deathmatch, demolition richiede di utilizzare una bomba per distruggere la base nemica, extraction impone di salvare un gruppo di ostaggi e scortarli alla zona di estrazione. Breach è una variazione di demolition, con un team che tenta di piazzare la bomba mentre l’altro si sforza di difendere la propria base, mentre escort è simile a extraction, con la differenza che i personaggi sono già sotto il controllo dei militari che devono salvarli dagli avversari. Passando alle mappe invece, il numero complessivo è ora di 22 unità, differenti tra loro per ambientazioni, ampiezza e strutturazione, ma in linea di massima tutte estremamente bilanciate e valide. Ma la bontà del titolo Zipper Interactive, e la cura con cui è stato realizzato non fanno altro che venire confermate dall’impianto grafico, davvero di ottimo livello sotto ogni punto di vista. I livelli, dislocati in zone come Albania, Brasile e Russia, sono riprodotti in maniera estremamente credibile, con una grande attenzione al dettaglio che denuncia una elevata conoscenza dell’architettura dell’Emotion Engine. La pulizia e la varietà delle texture è davvero sorprendente così come la qualità di effetti grafici, soprattutto quelli legati all’illuminazione di ambienti e personaggi. Quest’ultimi sono inoltre modellati decisamente bene, con movimenti subordinati ad animazioni solo raramente discutibili. I rari cali nel frame rate si verificano unicamente in condizioni estremamente concitate, e comunque non si manifestano in maniera tale da condizionare lo svolgimento l’azione. Decisamente meritevole di menzione anche la componente sonora: il doppiaggio in italiano, non impeccabile ma sicuramente superiore alla media, è l’unico aspetto che non raggiunge i livelli di eccellenza di musiche ed effetti. I brani infatti, ricchissimi di pathos e smaccatamente cinematografici, si inseriscono alla perfezione nelle fasi di gioco, mentre gli effetti si rivelano in grado di riprodurre praticamente ogni situazione attesa senza denotare mai cadute qualitative.

Socom II: U.S. Navy SEALs
Socom II: U.S. Navy SEALs
Socom II: U.S. Navy SEALs
Socom II: U.S. Navy SEALs

Commento

Socom II è esattamente quello che un seguito dovrebbe essere: rispetto al primo capitolo infatti, praticamente ogni aspetto criticato o messo in discussione è stato corretto, con un conseguente innalzamento del valore globale della fatica Zipper Interactive. Certo, la modalità in single player offline non è perfetta, con la sua alta dose di frustrazione e la necessità di dover ripetere numerose volte gli stessi passaggi. E la componente online, ricchissima e estremamente duttile, potrebbe mettere in imbarazzo un giocatore alle prime armi, con la sua grande mole di elementi da tenere conto e con l’elevata profondità della struttura di gioco. Ma si tratta del prezzo da pagare per poter godere di un titolo destinato ad accompagnare le proprie giornate per molti, molti mesi, rivelando sé stesso poco alla volta e appagando il giocatore come pochi altre produzioni per Ps2.

    Pro:
  • Modalità di gioco numerose ed estremamente varie
  • Offline intrigante, online eccezionale
  • Tecnicamente su ottimi livelli
    Contro:
  • Offline frustrante e discutibile sotto alcuni aspetti
  • Intelligenza artificiale dei compagni ancora imperfetta
  • Per molti, ma non per tutti

Benchè sia presente sul mercato oramai da alcuni mesi, il network adapter di Ps2 ha finora faticato a trovare titoli capaci di giustificarne l’acquisto, in grado cioè di offrire una componente online solida, accattivante e stimolante. Tra la ristretta cerchia di “eccezioni alla regola” brilla senza dubbio Socom, titolo di Zipper Interactive nel quale, al comando di un gruppo di militari altamente specializzati, si è chiamati ad affrontare missioni di infiltrazione con larghe dosi di stealth e strategia. Estremamente apprezzabile, oltre che fondamentale al successo in rete del titolo in questione, è stato il supporto per l’headset cuffia + microfono: se le funzioni di riconoscimento vocale donavano infatti maggiore realismo durante le fasi offline, era proprio nell’online che la facoltà di interloquire coi componenti umani del proprio team esaltava enormemente un gioco di tale stampo. Come facilmente prevedibile, il seguito non ha tardato ad essere annunciato, fino a raggiungere la via degli scaffali prima negli Stati Uniti ed ora, finalmente, in Europa.