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Speciale: Il signore degli Anelli - Tolkien - Il Gioco

RECENSIONE di La Redazione   —   05/03/2003

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Un Anello per domarli tutti

Di certo non potevo risparmiarmi la citazione dal libro per presentarvi ed introdurvi al mondo del Signore degli Anelli. Per una volta un gioco fantasy gode di una trama e di un background da paura, e quindi, finalmente, non ci troveremo con la solita trama “salva il mondo, armatevi e partite!!”.
Ed invece no! Ebbene sì, perché al contrario di quanto si possa pensare, la trama del SdA non è poi così innovativa. O meglio, poteva esserlo negli anni ‘50, quando è uscito il primo libro. In effetti il SdA non è altro che un’immensa parabola sulla questione bene-male, con un mondo da salvare (La Terra di Mezzo) dalle grinfie del solito Signore del Male (Sauron) che si è risvegliato dopo essere stato sconfitto millenni prima.
La storia ruota attorno al famigerato Anello del Potere, forgiato dallo stesso Sauron per ottenere il predominio su tutti i popoli della Terra di Mezzo, al quale Sauron aveva donato dei finti Anelli del Potere, con lo scopo di soggiogarli a sé grazie al potere dell’unico anello. Qualcosa va storto, e lo stesso Sauron viene sconfitto in battaglia, ed il suo Anello viene smarrito per millenni. Al suo risveglio, Sauron si accorge che senza il suo gingillo non potrà mettere in atto il suo piano, e si mette alla ricerca dell’Anello del Potere, e per farsi aiutare, usa un ex mago buono, Saruman, che si metterà al servizio dell’oscuro Malvagio.
Sauron capisce che l’Anello nel frattempo è stato trovato da un tale Bilbo Baggins, esponente di punta del popolo più sornione, pacifico ed ingenuo di tutta la Terra di Mezzo, gli Hobbit, una sorta di simpatici e buffi piccoli uomini, amanti del cibo e dell’ozio. Bilbo, però, ha la fortuna di avere per amico Gandalf il Grigio, uno stregone potentissimo e buono, che si accorge giusto in tempo della presenza dell’Anello, ed allerta Bilbo dell’esigenza di distruggerlo.
L’ingrato compito spetterà al nipote di Bilbo, Frodo, un ragazzotto Hobbit, che si farà carico del pesante fardello: portare l’Anello in un luogo sicuro e distruggerlo. Ho riassunto in maniera ignobile l’introduzione alla storia, che ovviamente nel libro di Tolkien trasuda di migliaia di dettagli che hanno poi dato al libro tutto lo spessore culturale che merita.
La prima parte della storia, la Compagnia dell’Anello, narra oltre alle vicende introduttive, l’avventura iniziale di Frodo e dei suoi tre amici Hobbit che decidono di accompagnarlo nell’avventura. Man mano il gruppo aumenterà di numero, fino all’arrivo a Gran Burrone, la dimora degli Elfi di Re Halrond, dove un Gran Consiglio di tutti i popoli della Terra di Mezzo deciderà di portare l’Anello lì dove è stato forgiato, per essere distrutto.
Il luogo è nientemeno che la “casa” di Sauron, e la difficoltà dell’impresa convince il Consiglio a dare a Frodo una mano, con ogni esponente dei popoli della Terra di Mezzo ad accompagnare il giovane Hobbit.
Un nano, Gimli, un elfo, Legolas, un umano, Boromir, e il mitico Aragorn faranno compagnia a Frodo, i suoi amici Sam, Pipino e Marry ed al mago Gandalf.
Siete pronti a partire?

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La Compagnia passa da nove a tre

Con il titoletto sopra ho cercato di riassumere la drastica opera di snellimento che i Surreal hanno dovuto/voluto dare al Signore degli Anelli.
Sappiamo che era difficile trasformare questo libro di 1200 pagine in un eseguibile, però la sensazione iniziale è che più che una conversione dall’opera di Tolkien, il titolo Vivendi sia un “bignami” del Signore degli Anelli. I Surreal non sono nuovi a presentare titoli ispirati al mondo Fantasy, e l’ottimo Drakan, uscito qualche annetto fa ne è testimonianza.
A conferma della familiarità con la struttura degli arcade/adventure in tre dimensioni, i Surreal hanno riproposto questo schema anche per La Compagnia dell’Anello. Ovviamente anche io sono rimasto male, perché con una licenza simile creare un crpg con i controfiocchi era d’obbligo, eppure la scelta è stata diversa. L’assetto visivo viene dato da un motore 3D, che ricrea in maniera abbastanza credibile il mondo della Terra di Mezzo.
Durante il gioco, percorreremo a grosse linee la vicenda narrata nel libro, alternando il controllo di tre personaggi chiave della storia: Frodo, Gandalf e Aragorn (o Grampasso, almeno in La Compagnia dell’Anello). Questa scelta lascia molto interdetti, perché un gioco che si chiama La Compagnia dell’Anello, doveva quanto meno dare la possibilità di controllare tutti i personaggi che compongono la Compagnia. Insomma, Legolas, Gimli e Boromir sono personaggi non giocanti, il che inasprisce il carisma di questo titolo. In ogni caso, La Compagnia dell’Anello è un arcade adventure in 3D di stampo classico, nel quale dovremo innanzitutto esplorare, poi raccogliere oggetti e sbrigare missioni e qualche non troppo impegnativo enigma, oltre a menare le mani.
Il tutto intervallato dai filmati (in computer grafica e col motore del gioco) che narrano man mano la vicenda. Lo schema scelto dai Surreal è devastante per chi per anni e anni aveva atteso il “gioco del Signore degli Anelli”, magari immaginando una trasposizione del vecchio gioco di ruolo cartaceo. Infatti esso non è altro che il solito arcade adventure in 3D, con la piacevole aggiunta dell’ambientazione creata dal professor Tolkien, e scusate se è poco…

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Gioco di ruolo o gioco action? Nessuno dei due…

Ho letto quasi tutte le recensioni di La Compagnia dell'Anello nel web, ad opera di siti che come il nostro, si occupano prevalentemente di crpg. Ebbene, le critiche al lavoro Vivendi sono state molto aspre e severe, anche in maniera più poderosa rispetto ad altri titoli dello stesso filone. Ciò che si rinfaccia a questo gioco, secondo la maggioranza delle opinioni, è di non essere né carne né pesce. LCdA non può essere definito un crpg perché semplicemente non lo è. Non è un arcade (non è stata fatta la scelta di EA), ma non si tratta nemmeno di un’avventura.
Insomma, credo che nelle intenzioni dei Surreal Studios ci sia stata la volontà di creare un arcade adventure immersivo ed immediato, con una ricca ambientazione e tanta atmosfera.
Tralascio le disquisizioni su questa scelta, che sarebbe anche potuto essere vincente, ma alla fine dei conti non lo è stata. Purtroppo la CdA risulta una sorta di minestrina riscaldata, ricavata da altri titoli di ben altro spessore. Il fenomenale potenziale è stato utilizzato in maniera sorprendentemente superficiale, facendo sembrare questo titolo, piuttosto che il gioco del Signore degli Anelli, la sua parodia. Lo schema utilizzato (che a mio avviso è inappropriato con la storia) contrasta col tono epico dell’opera, ed a questo punto condivido la scelta di EA di focalizzare il proprio lavoro soltanto sulle sezioni di combattimento del film.
Quello che voglio dire è che lCdA è un’aventurozza scialba, dove si ha la sensazione che il tutto si sia stato pensato senza né capo né coda. Durante il gioco saremo chiamati a condurre per sommi capi la storia del primo libro della trilogia di Tolkien, attraverso delle missioncine, che a volte ci vedranno impegnati in un raggiungimento di qualche luogo, a volte nel raccoglimento e consegna di qualcosa a qualcuno, ed altre nella lotta contro qualche nemico.
Ad intervallare l’azione della quest principale ci sono delle missioncine insopportabilmente inutili, che allontanano anni luce il giocatore dall’atmosfera che con fatica i Surreal hanno provato a riprodurre. Ciò che sconforta è che i potenziali punti di forza del gioco vengono meno spesso e volentieri, rendendo lo svolgimento dell’avventura macchinoso e poco seducente nei confronti del giocatore.
Il gameplay è macchinoso, scontato, ed anche il sistema di controllo non aiuta. Solo una volta assorbiti questi letali difetti, ci si potrà accomodare nella Terra di Mezzo…

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Tim Bombadil è qui, e anche Lungacque

In effetti La Compagnia dell’Anello non si discosta molto da altri action adventure dello stesso tipo, e non a caso, il paragone con Drakan, The order of Flame, è d’obbligo. In questo caso però, il giocatore si aspetterebbe qualcosa di più rispetto ad uno stereotipo così evidente, in quanto il gioco ha una licenza che definire speciale è poco.
In ogni caso, magagne del gameplay a parte, ci troviamo con un titolo dove appare evidente lo sforzo dei Surreal Studios di creare un videogioco che prendesse spunto in maniera “vera” dal libro. A tal fine sono da apprezzare alcune battute prese direttamente dal libro, nomi dei luoghi (prendete gli indirizzi delle case di Hobbivit, per esempio) che sono uguali a quelle trovate su carta stampata.
Anche i personaggi, nell’ambito della grafica in 3D, sono caratterizzati abbastanza bene (anche se Gandalf non mi è piaciuto). Insomma, seppur di modesta entità, per questo gioco è stato fatto un certo lavoro filologico che va apprezzato.
Scontato il paragone con la pellicola di Jackson, da cui il gioco trae spunto, lCdA è una sorta di via di mezzo tra il tie-in e il gioco tratto dal libro. Un esempio simile può essere la famosa trasposizione di qualche anno fa di Blade Runner, tratto dal romanzo di Dick “Ma gli aneroidi sognano pecore elettriche?”. In quel caso il gioco sfruttava la licenza del libro, ma erano evidenti le ispirazioni alla pellicola di Ridley Scott. Ne uscì una sorta di reinvenzione, con un titolo che richiamava il film ma con maggiori spunti dal libro, cosa che fece la felicità degli appassionati di Dick. Si può dire lo stesso per il Signore Degli Anelli di Vivendi.
Infatti, se i fans sfegatati di Tolkien avrebbero preso a schiaffi quel pacioccone di Jackson per aver “tagliato” Lungacque o Tom Bombadil dalla pellicola, gli stessi fans diranno un “bravo” a Vivendi per non aver implementato queste impopolari scelte.
Nel gioco (sotto forma di cut scene) apparirà proprio il simpatico Tom, che adopererà molte frasi usate nel romanzo. La stessa Lungacque sarà teatro di una piccola quest, mentre alte saranno le “chicche” che non sono presenti nel film ed appaiono nel gioco.
Per certi versi, possiamo affermarlo, il gioco, a livello di sviluppo della trama, è più accurato del film di Jackson, e questa è una notizia che farà felici i fan del libro, che pur di vedere Bombadil (sono quasi sicuro) acquisteranno una copia del gioco, quantomeno per togliersi la soddisfazione. Una buona mossa da parte di Vivendi.

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L’anima del commercio

Ho appena finito di fare i complimenti a Vivendi per alcune scelte, ma qualcosa non mi è chiaro. Il gioco del Signore degli Anelli per PC non è collegato in nessun modo con il famoso film della New Line Cinema, eppure il titolo riadattato direttamente dal titolo, è uscito in scia con la pellicola, una sorta di tien-in non ufficiale agli occhi dei giocatori.
Si ha la sensazione che Vivendi abbia giocato sull’equivoco, sperando di accaparrarsi gli appassionati del film col loro gioco. Ed anche se i Surreal non lo ammetteranno neanche sotto tortura, molte delle ambientazioni (ed il design di alcuni personaggi) sono ispirati al film.
Anche le luci, le atmosfere, ed alcune inquadrature di certe cut scene (specialmente a metà gioco), ricordano alcune scene del film di Jackson (il primo ovviamente). Anche se non è certo, è probabile che i Surreal, prima di lanciare il loro titolo, abbiano dato un’occhiata al film, per poi “modellare” il gioco in maniera tale da non rappresentare un divario troppo netto con chi ha amato la pellicola.
Il risultato è buono, con ambientazioni convincenti, anche se dobbiamo riscontrare un effetto “pezzotto” (l’equivalente di “tarocco” in napoletano) in più di un’occasione, dove certe fasi del gioco (anche il design di Frodo, per dire) sembrano una copia “fac simile” del filmone di Jackson.
Da notare anche che la EA, che detiene i diritti della pellicola, non ha pubblicato la sua versione de “La Compagnia dell’Anello”, passando direttamente a “Le Due Torri”. Che sia una politica del “non pestiamoci i piedi”? Oppure un gran tempismo di Vivendi che ha bruciato la concorrenza? In ogni caso sia EA che Vivendi hanno abbandonato le piste dei crpg, temendo (ingiustamente, a parer mio) che creare un gioco di ruolo avrebbe fatto vendere diverse migliaia di copie in meno.
Bah, intanto anche Vivendi pubblicherà la sua versione de “Le due Torri” (non si sa quando, però), ed a questo punto siamo curiosi di vedere come si comporterà.

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Tecnicamente

Tecnicamente il gioco dei Surreal si difende bene. Anzi, il lato tecnico è il migliore. La grafica, seppur non il plus ultra dei videogame 3D è più che discreta, con delle textures non eccezionali ma un buon numero di poligoni. Anche gli effetti luce e fumo sono belli, mentre manca clamorosamente il pixel shading per l’acqua, che dopo aver visto Morrowind è d’obbligo in ogni titolo in tre dimensioni. Queste scelte fanno sempre discutere, perché un gioco uscito a fine 2002 dovrebbe, come minimo, avere tutte le caratteristiche delle schede video più recenti.
In ogni caso l’assetto grafico e buono. Con una numerosa quantità di dettagli e una convincente scelta dei colori, anche i modelli dei personaggi sono fatti bene e risultano verosimili.
Il sonoro è anch’esso buono, con un bella tema musicale principale e buoni effetti sonori (forse sono pochi). Da segnalare che per giocare ho dovuto upgradare la versione dei miei detonator dalla 20.82 alla 21.41, pena il non caricamento del gioco, o al massimo, le textures visualizzate male. L’azione è intervallata da alcune cut scenes realizzate col motore 3D e da altre realizzate in filmatini in computer grafica di pessima qualità, un problema noto alle piattaforme PC, che a differenza delle console, devono usufruire di filmati compressi che deteriorano la qualità degli stessi.
Del resto, almeno in teoria, il gioco del Signore degli Anelli dovrebbe essere bello massiccio (anche se parliamo solo del primo libro) ed il fatto che è stato messo tutto su un compact disc la dice lunga su cosa è stato sacrificato (i filmati, per l’appunto). Tutto il gioco è tradotto in italiano, con un ottimo doppiaggio.
Da notare la scarsa longevità del titolo, che noiosissime sottoquest a parte, non offre nulla di più della trama principale. Niente personaggi da sbloccare, niente multiplayer, niente di niente. Il gioco è pure corto, e ad allungarne la vita potrebbero esserci le vostre bestemmie, in quanto è facile morire in talune missioni e l’assenza di qualsivoglia autosave costringe a ricaricare dall’ultima posizione salvata “a mano”.

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Concludendo

Peccato. Peccato perché la Compagnia dell’Anello non è un granché come gioco. Nonostante i miei sforzi, devo dire che non mi è piaciuto neanche un poco.
Comprendo la scelta di non fare un crpg: ebbene, se azione/avventura doveva essere, almeno che sia un’azione/avventura con gli attributi! Ed invece il titolo Vivendi risulta essere un polpettone poco arcade, mediamente avventuroso e per nulla crpg. A questo punto sarebbe stato meglio fare come EA e sfornare un bel picchiaduro, piuttosto che questa imitazione di titoli come Evil Twins o lo stesso Drakan, condita però da un background di tutto rispetto.
A salvare il “Signore degli Anelli” è proprio “Il Signore degli Anelli”, il libro, intendo. Infatti, a spingere il giocatore ad andare avanti, è proprio la curiosità, il “vedere come è”. A tal proposito aiutano alcune felici implementazioni dal libro assenti nel film, e un reparto tecnico tutto sommato convincente.
Peccato per i combattimenti, la pochezza di gioco nel controllare i tre personaggi (Gandalf è ridicolo e mi sono rifiutato di descriverne il sistema a tre magie veramente squallido) e lo sviluppo del gameplay che, a conti fatti, risulta monotono.
Consigliato ai fans di Tolkien per una semplice occhiata, cosa che tra l’altro, avviene con semplicità vista la scarsa longevità. Da apprezzare invece, la cura nella realizzazione, delle citazioni letterarie e della qualità dei dialoghi, del doppiaggio, sintomo di rispetto nei confronti del geniale professore di Oxford. Almeno quello si è salvato.
Cara Vivendi, datti da fare con “Le Due Torri”…

Presentazione: 60
Grafica: 68
Sonoro: 68
Gameplay: 50

Globale: 58

Confezione:
Dvd box in plastica, manuale abbastanza esauriente. Orribili filmati

Stabilità e Prestazioni:
Con schede GeForce 3 e 4 bisogna mettere i detonator 21.41. Per il resto il gioco è stabile e fluido

Qualità della Traduzione:
Eccellente, tutto il gioco è tradotto, anche il parlato, con ottimi risultati

Sistema utilizzato per la prova:
Athlon 1200, 384 Ram, GeForce 4 4200 64mega, Windows Xp Pro, Sound Blaster Live!

Giovanni “Ezechiele 25,17” Scotto

Link utili:
Sito ufficiale: https://www.lotr.com/
Sviluppatore: Surreal Software
Publisher: Vivendi
Scarica il demo: Demo

Metti Tolkien in un CD

Se il caro Peter Jackson ha sudato le proverbiali sette camicie per mettere tutto il Signore degli Anelli su pellicola (e non c’è riuscito, ehehe), i Surreal Software hanno cercato di fare altrettanto “schiaffando” un libricino da nulla come l’opera di Tolkien in (presumiamo) tre dischetti.
Partiamo subito col dire che il gioco ispirato alla Compagnia dell’Anello non ha nulla a che fare con il capolavoro di Jackson, bensì è tratto direttamente dal libro. Spieghiamo subito l’arcano, presentando la furiosa guerra di licenze che si è scatenata dopo l’uscita del primo film di Jackson. Ovviamente diverse case di software si sono scannate a colpi di contratti milionari per godere della licenza del film, e tanto per cambiare l’ha spuntata l’Electronics Arts, vero e proprio gigante del ludo informatico. Non tutto era andato perduto, in quanto il colosso canadese aveva acquisito la licenza della New Line Cinema, mentre i diritti originali, quelli del libro, appartengono all’associazione fondata dalla famiglia di Tolkien.
Il secondo colosso del ludo informatico, Vivendi, ha messo le mani proprio su questa licenza, accaparrandosi i diritti del libro. Ci troviamo così su due binari paralleli, con l’EA che sforna titoli relativi al film (per ora solo su Ps2 e GBA) e la Vivendi che risponde presentando la propria “line up” basata invece sull’opera letteraria (per diverse piattaforme, tra cui il sacrosanto PC). Peccato che le due case abbiano adottato una strategia simile, ed in particolare è stata Vivendi che si è messa nella scia di EA, sviluppando una conversione dal libro che in realtà sembra essere pesantemente ispirata al primo film di Jackson, anche nelle ambientazioni. Boh…
In ogni caso, anche Vivendi seguirà l’iter del film (e se vogliamo del libro) presentando tre titoli diversi, uno per ogni libro del SdA. Si parte naturalmente dalla Compagnia dell’Anello (che abbrevieremo in lCdA), e tra qualche mese uscirà il secondo, e poi il terzo capitolo dell’opera del Maestro di Oxford. Naturalmente non sto a parlare del hype scatenato dalla notizia di una conversione del SdA per PC, hype che ha cominciato a smorzarsi subito dopo l’apertura del sito ufficiale del gioco che vi presentiamo, ma perché poi?? Calma, calma…