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Star Ocean 3: Till the End of Time, recensione

Torna la saga fantascientifica più amata dai giocatori di RPG di tutto il mondo: preparatevi a un nuovo tuffo nell'Oceano Stellare.

RECENSIONE di Christian Colli   —   13/10/2004

Apnea nello Spazio

Gli intrecci narrativi non sono mai stati il punto forte della saga di Star Ocean, e ben lo ricorderanno i giocatori del confuso e pur tuttavia appassionante Star Ocean: the Second Story, ma bisogna dire che questo terzo episodio riesce nell'impresa di appassionare e catturare il giocatore, dopo un inizio abbastanza lento, in una spirale di colpi di scena, misteri e rivelazioni. Anche in Star Ocean 3 sono presenti riferimenti ai prequel, benchè in quantità minima, per cui non aver giocato al resto della trilogia non comprometterà la comprensione delle vicende, che finiranno con il ricollegarsi a un'altra famosa quanto impensabile produzione Enix, che non citeremo per non rovinarvi la sorpresa. La storia di Star Ocean 3 ha per protagonista il combattivo e svogliato diciannovenne Fayt Leingod, che all'inizio troveremo in vacanza sull'esotico pianeta Hyda IV con i suoi genitori, rinomati scienziati, e l'amica del cuore Sophia Esteed; tutto fila liscio, finchè il complesso in cui si sta svolgendo la vacanza non viene attaccato da una misteriosa flotta militare, che sembra non avere nulla a che fare con l'Impero, tenace avversario della Federazione Pangalattica. Nella fuga, Fayt si separa prima dai suoi genitori e poi da Sophia, ritrovandosi dopo alcuni giorni disperso su un pianeta sconosciuto, con la volontà di riunirsi ai suoi genitori e all'amica. Ma sembra che il suo ruolo nella grande storia che sta per cominciare non sarà solo quello di un ragazzo sperduto...

Star Ocean 3: Till the End of Time, recensione
Star Ocean 3: Till the End of Time, recensione

Il miglior RPG di questa generazione?

La prima impressione che da Star Ocean 3 è di essere un gioco tutto sommato semplice. Il sistema di combattimento, così come viene presentato all'inizio, non è poi niente di così sorprendente o innovativo: nessun incontro casuale, libertà di movimento totale sul campo di battaglia, scontri in real time basati sulla pressione di vari tasti per il lancio di attacchi normali e speciali che variano a seconda della distanza dal nemico, tre personaggi di cui uno utilizzato direttamente dal giocatore e gli altri due dall'IA della PlayStation 2. Ma ci vogliono soltanto poche ore per capire che il tutto è molto più profondo di quanto si pensi, anzi basta soltanto aprire il menù principale e dare un'occhiata alle varie opzioni per rendersi conto che tutto è destinato a complicarsi. Tornando ai combattimenti, essi diventano più complessi e strategici man mano che al giocatore vengono offerte nuove abilità, attacchi speciali, magie e opzioni: un sistema simile alla morra cinese costringerà il giocatore a selezionare con tempismo l'attacco giusto da sferrare e combinare ad altri per l'esecuzione di devastanti combo di magie e colpi speciali, il tutto mentre si impartiscono semplici ordini agli altri due personaggi del party, passando magari a controllarne uno direttamente con la semplice pressione di un tasto. Con un po' di pratica, si finisce con il ritrovarsi di fronte a una sorta di picchiaduro innestato in un RPG (non a caso è possibile giocare una sorta di "Versus Mode") che fa a gara con il combat system di Tales of Symphonia per il migliore visto da qualche anno a questa parte. E come nel titolo Namco, i combattimenti vengono influenzati anche da opzioni esterne che incidono sulle performance degli eroi coinvolti: spendendo dei particolari Skill Point guadagnati in battaglia, è possibile abbinare ad ogni personaggio una serie di abilità aggiuntive di vario genere, per migliorarne o variarne le prestazioni belliche. Questi Skill Point, peraltro, si renderanno utili per il potenziamento delle statistiche, diventando un po' il fulcro di un sistema di "customizzazione" dei character davvero vario, profondo e ben realizzato, che comprende perfino la possibilità di creare oggetti, armi e armature. Altre chicche caratterizzano Star Ocean 3, come il Trophies System, che assegna dei "trofei" a seconda delle performance in combattimento (sbloccando segreti e bonus), o le ricompense per l'esplorazione completa delle mappe di gioco: elementi tutto sommato di secondo piano, ma che permettono di gustare al massimo un titolo ricco di elementi ludici di tutto rispetto.

Star Ocean 3: Till the End of Time, recensione
Star Ocean 3: Till the End of Time, recensione

Tecnicamente Stellare?

Star Ocean 3 è un titolo di tre anni fa, questo va' ricordato quando si nota la legnosità di alcune animazioni o il dettaglio approssimativo delle espressioni facciali. Come premessa fa pensare al peggio, ma non è così: tutto il resto è eccellente. Non solo il character design, di stampo chiaramente nipponico e accattivante, ma anche e sopratutto la cura riposta nella realizzazione degli ambienti, graficamente strabilianti. Un'altra menzione d'onore meritano gli effetti speciali che inondano le battaglie di scie luminose, lens flare, distorsioni ed elementi visivi spettacolarizzanti che mettono in imbarazzo le formule esoteriche luminose di XenoSaga Episode I. Se quindi graficamente ci troviamo di fronte a un prodotto che controbilancia qualche difetto con numerosissimi pregi, pur non raggiungendo le vette artistiche di Final Fantasy X (diciamo che Star Ocean 3 si colloca fra la decima Fantasia Finale e il terzo Suikoden), sul versante sonoro si rimane seriamente interdetti dal doppiaggio mediocre e approssimativo: in Giappone doppiati da voci famose nel campo dell'animazione giapponese, i personaggi di Star Ocean 3 nella versione occidentale si presentano con voci poco adatte e svogliate, malamente sincronizzate al movimento labiale. D'altra parte, la colonna sonora è splendida: composta da Motoi Sakuraba, già autrice delle soundtrack di Valkyrie Profile e Star Ocean: the Second Story, essa presenta una gran varietà di temi sempre adatti al momento in cui si ascoltano, che sia un combattimento, una sequenza drammatica o una più buffa.

Star Ocean 3: Till the End of Time, recensione
Star Ocean 3: Till the End of Time, recensione

Era ormai un po' di tempo che i possessori di PlayStation 2 non riuscivano a trovare sugli scaffali un RPG degno di questo nome: Star Ocean 3, per fortuna, anche se un po' in ritardo, colma questa lacuna meravigliosamente. Degno erede dei suoi leggendari prequel, la nuova fatica tri-Ace è indubbiamente uno dei prodotti più complessi e profondi mai realizzati nel campo dei J-RPG, grazie a un sistema di combattimento divertentissimo e alle grandi possibilità di personalizzazione che offrono opzioni, abilità, oggetti e molto altro. Insieme a una trama non intricatissima ma affascinante e coinvolgente, che si dipana attraverso 2 DVD per circa 40 ore, e alla moltitudine di quest segrete e opzionali, troviamo un comparto tecnico altalenante, che si divide fra scelte audiovisive discutibili e altre eccellenti, senza comunque minare la qualità generale del prodotto. Tutti gli appassionati preparino il portafoglio, gli altri diano una chance a Star Ocean: Till the End of Time per cominciare ad amare il genere, perchè la merita senza dubbio.

    Pro:
  • Sistema di combattimento eccellente
  • Ambientazioni sbalorditive e ottima colonna sonora
  • Complesso, profondo e longevo
    Contro:
  • Alcune scelte grafiche dimostrano il peso degli anni
  • Doppiaggio mediocre

C'erano una volta due software house giapponesi, Enix e Squaresoft. Le due compagnie si contendevano il titolo della migliore produttrice di J-RPG per console, ed era dura lotta tra la saga di Final Fantasy e quella di Dragon Quest. Un bel giorno, le due compagnie si resero conto che non potevano continuare a vivere di rendita sugli infiniti sequel dei loro franchise più famosi e così, considerando che tutte e due economicamente non se la passavano bene, decisero di fondersi in unica softco dall'originalissimo nome di Square Enix. Questo accadeva nel 2002. La fusione di Square e Enix sarà ricordata come uno dei momenti cruciali della storia del mercato videoludico, indubbiamente, anche perchè comportò conseguenze mica da ridere: una di queste riguardò il terzo episodio di una delle saghe più apprezzate e famose di Enix e della sviluppatrice tri-Ace, ovvero Star Ocean, nata su SNES e proseguita su PSOne. Annunciato con grande sorpresa e felicità degli appassionati nel 1999, Star Ocean 3 subì ritardi spaventosi a causa dei problemi che Enix stava attraversando prima e dopo il matrimonio con Squaresoft, e quando si affacciò sul mercato nel 2002 fece un botto disastroso, a causa degli innumerevoli bachi che affliggevano l'intera programmazione. Tuttavia (Square) Enix credeva in Star Ocean 3, e lo stesso valeva per tutti i fan, che un anno dopo videro fare capolino sugli scaffali lo sfavillante Star Ocean 3 Director's Cut, sostanzialmente lo stesso gioco con una marea di elementi in più (dungeon, personaggi giocabili, quest) e sopratutto privato dai bug che ne avevano minato la reputazione. Dunque, a un anno di distanza, noi occidentali ci ritroviamo tra le mani uno splendido package (l'edizione americana presenta una doppia confezione) che include due DVD contenti proprio la versione Director's Cut, in lingua inglese. In un periodo in cui gli RPG abbondano sul mercato delle console, tra Tales of Symphonia e Phantom Brave, X-Men Legends e Megaman X Command Mission, c'è da chiedersi se l'attesa è stata ripagata.