Una storia antica come il futuro...
Il contributo diretto dello stesso Signor Lucas si vede, si sente e si tocca. Essendo le circostanze narrate antecedenti migliaia di anni quelle emerse dalla duplice trilogia cinematografica, si è potuto godere di pregevole libertà creativa, andando ad emanciparsi del tutto dal "noto", plasmando una vicenda incredibilmente solida, appassionante nonché perfettamente collocata in odor di Star Wars senza vincolanti cordoni ombelicali. L'ordine dei Sith è all'apice dello splendore, il suo esercito (cloni docet) una vera chicca del tutto inedita, i suoi adepti decaduti quanto di più carismatico ci sia da prendere a mazzolate nei denti, e non da meno è la Repubblica coi suoi consigli di jedi sparsi in ogni dove nell'infinito cosmico. Non vi annoierò con l'antefatto da cui prende le mosse la vicenda vera e propria: veder dipanarsi la storia di Revan e Darth Malak sarà un po' come sedersi al cinema coi pop-corn tanta è l'assoluta qualità della sceneggiatura, in un crescendo vorticoso che non solo non conosce flessioni o passaggi scontati, ma che sorprendentemente sarà persino plasmabile e modellabile attorno al nostro personaggio. In effetti uno dei motivi per cui KOTOR lascia al palo tutti i cuginetti (ultima incarnazione di Jedi Knight permettendo) è la peculiarità sua propria di garantirci piena autonomia comportamentale, in ogni istante, in qualsiasi dialogo, in tutte le situazioni pratiche e speculative in cui verremo a trovarci. E lo storyline si plasmerà senza che ve ne accorgiate attorno al vostro alter ego digitale, libero di seguire ciecamente gli ordini del consiglio, di dissentire spesso pur restando indissolubilmente legato al bene (Qui-Gon Jinn rulez), o ancora di arrivare a cedere completamente al lato oscuro della forza in puro stile Anakin/Darth Vader. Detto così suonerà strano. Non c'è trucco e non c'è inganno: incontrate per strada un tizio in difficoltà? Potete tirar dritto, goderci, soffermarvi solo per uno scambio di battute, fermarvi per aiutarlo o addirittura aiutarlo solo per chiedergli Crediti (dineros) come contropartita: o la borsa o la vita, insomma. Zac! Ma dove lo trovate, mi chiedo, un gioco in cui si può addirittura mentire spudoratamente ai propri compagni d'avventura? E non dimenticate mai che i jedi del consiglio osservano tutto dalla loro comoda poltrona! Tutto ciò si tradurrà numericamente in freddi "punti lato oscuro o chiaro" (visibili in un'apposita schermata) che andrete a guadagnare o meno influenzando sia direttamente la storyline che incidentalmente il gameplay. Se a questo sommiamo il fatto che sarà possibile selezionare un tipo di personaggio fra Soldato, Esploratore e Avventuriero, nonché un'ulteriore e ancor più radicale scelta obbligata fra uomo o donna, capite voi stesso in che misura la rigiocabilità del titolo vada a gonfiare in modo spropositato una longevità già di per sé opulenta. La scuola di Dungeons & Dragons frequentata da BioWare si ripresenta quindi con modalità grossomodo invariate in questa futuribile riproposizione del trittico guerriero/esploratore/ladro. L'inventario è pressoché infinito e passerete ore a vestire e rivestire i vostri 9 characters (solo 3 alla volta saranno comunque utilizzabili) come fossero Barbie e ad armarli di tutto punto, sempre con l'intento di ottimizzare al meglio il vostro potenziale offensivo/difensivo. E poi c'è la Forza che, ammesso che anche in voi scorra fluente come in me, vi porterà a padroneggiare ben 13 poteri di base ai quali si sommeranno 14 poteri aggiuntivi del lato chiaro o 14 diversi del lato oscuro in base alle vostre inclinazioni etiche ed alla vostra capacità o meno di riuscire a domarli tutti.
Spade laser e bagliori di gameplay
Addentrandoci nel gameplay vero e proprio c'è subito da dire che sia nelle fasi di esplorazione/spostamento che in quelle di lotta vere e proprie i 3 characters ai nostri comandi (la scelta di essi fra la rosa di 9 è assolutamente libera) saranno sempre presenti on screen e potremo skippare dall'uno all'altro a piacimento con la semplice pressione di un tasto. I comandi sono notevolmente intuitivi, il che non guasta mai vista la mole di cose che sarete chiamati costantemente a monitorare sia su schermo che nei vari menu e relativi sottomenu. I combattimenti, ovvero il nocciolo di un prodotto di questa tipologia, sono interamente in real time, snodati su turni privi di pause, e cosa quantomeno necessaria, sono dannatamente divertenti da orchestrare, lodevolmente pretattici nonché davvero spettacolari a livello coreografico sopratutto quando coinvolgono due o più cavalieri jedi. E' vero che verso le ultime battute sarete una vera e propria furia della natura, ma un jedi che domina pienamente i poteri della Forza non è propriamente il soggetto davanti al quale sia consigliabile gonfiare troppo il petto. Sarete inoltre chiamati a partecipare a gare di swoop in puro stile F-Zero, a sedervi ai laser di torrette astronavali, ad imparare le regole del gioco di carte Pazaak ed a godere di un vero e proprio FPS spaziale di cui non vi svelo nulla, come se il piatto principale non fosse parso di per sé già abbastanza ricco.
Spade laser e bagliori di gameplay
Insomma di carne al fuoco ce n'è davvero tanta, forse troppa, al punto che l'engine è costretto ogni tanto a qualche colpetto di singhiozzo. Niente di grave sia chiaro, al punto che il controverso fronte tecnico è quello che ho deciso di lasciare per ultimo in questa analisi. Della cosmesi di KOTOR infatti si può dire tutto tranne che non sia altalenante. L'inizio non è affatto dei più incoraggianti visto che l'intero titolo, a conti fatti, offre decisamente il peggio di sé non appena immersi nell'avventura, pianeta Taris in primis (rimas). Le cose migliorano subito notevolmente: le sconfinate distese aperte di Dantooine offrono, senza mezzi termini, un colpo d'occhio da mascella al suolo, gli interni degli edifici si fanno finalmente ricchi di dettagli, il sole offre riverberi ed ombreggiature degne delle console ospitante. Stesso dicasi di una certa complessità poligonale su cui si costruisce il leggendario Tatooine. Sarei quasi tentato di concludere che il primo pianeta sia stato inserito all'ultimo secondo, a tempo di record, visto che tanta pochezza architettonica e stilistica non trova riscontri nel prosieguo dell'avventura, ma certo è che per un solo background a dir poco amorfo e qualche sporadicissimo rallentamento non si possa bocciare l'intero comparto grafico di un titolo capace di vantare vastità e profondità, qualità e quantità tali da mettere in riga l'intera produzione di rpg snocciolata fino ad oggi dalle next generation console. Sul fronte sonoro, per contro, è superfluo sbilanciarsi: a tal proposito consiglio a tutti la visione dell'intro e dei crediti prima della full immersion. Un plauso al doppiaggio: ogni alieno parla la propria lingua in pura tradizione Star Wars (il tutto è ovviamente sottotitolato), cosa che contribuisce non poco ad enfatizzare quel magico mondo così vicino al cuore di tutti coloro che continuano ad amarlo incondizionatamente, me incluso.
Commento
Tirando una riga KOTOR è un titolo solido, profondo, grosso, grossissimo, straripante. La meccanica perfetta evocata dalle ceneri di Baldur's Gate, una sceneggiatura "libera" almeno quanto il gameplay che costruisce l'ossatura portante del prodotto, un sistema di combattimenti dannatamente appagante e mai ripetitivo lo fanno somigliare più ad un cestino di ciliegie dal quale non ti staccheresti mai che ad un gioco per Xbox su licenza Star Wars: una partita tira l'altra e così via fino alla fine, senza fare i conti in tasca ad una rigiocabilità quanto mai doverosa. La cosmesi stile diesel, che parte piano ma riesce a offrire pregevoli prestazioni sulla lunghe distanze e la cura maniacale adoprata dai coders per restituire appieno l'atmosfera di quel magico universo, rappresentano poco più di un corollario per un prodotto ludicamente perfetto, capace di dare seriamente assuefazione. Per i veri amanti di Star Wars siamo davanti ad una nuova ragione di vita. Per dovere di cronaca avverto tutti che alcune versioni sono afflitte da un bug in forza del quale il gioco crasha sulle battute finali: il mio era esente da difetti, ma si sa, la forza scorre fluente in quest'uomo.
- Pro
- Un gioco quasi perfetto
- Grafica evocativa e importante come una storia lontana
- Sintesi perfetta tra complessità e accessibilità
- La longevità è grande
- Completamente tradotto in italiano
- Contro
- Qualche rallentamento dell'engine, ma pienamente giustificato
Odio le recensioni entusiastiche quasi quanto quelle palesemente faziose... Quasi. Eppure sembra ragionevolmente inadatto parlare di KOTOR senza calcare un po' la mano su quello che riesce effettivamente a fare, ovvero a sbatterti in faccia l'intero universo di Star Wars con tutte le sfumature del caso, come nessun tie-in a memoria d'uomo avesse mai fatto, o magari avesse fatto solo in parte che poi non cambia la sostanza del nostro discorso. Il prodotto BioWare è insomma unico, e non è poco se ci riflettete un attimo. Con brutalità dottrinale oltremodo ridondante, il titolo racconta tutti i film e molto più dei film da cui prende vita. E almeno, proiettato oggi, in sovrimpressione a capisaldi come la serie Jedi Knight quella di Rogue Squadron o la più storica X-Wing/Tie Fighter, ci fa notare quanto vecchi e scontati siano i pur fascinosi gioconi che prendono spunto dal medesimo brand. Afilmico, coraggioso nelle piccole libertà che si prende, zeppo di povere sbavature grafiche e trasgressioni tutte affidate al virtuosismo concettuale del grande Baldur's Gate, è un cammeo di maiuscole emancipazioni, se confrontate alla spinte e nascoste trasandatezze dell'intera produzione griffata Star Wars che Lucas Arts munge dalle notte dei tempi. Troppo più profondo di Jedi Knight che per certi versi lo anticipa di secoli, troppo meno pataccone di Rogue Leader che lo seguirà a breve, troppo più completo di un Tie Fighter only shooting, in KOTOR, le navi che si rincorrono per le galassie, le light saber che fiammeggiano, vampe e shock lisergici, sono elementi che solo la struttura dell'rpg si è dimostrata capace di restituirmi per intero. Star Wars è oggi, insomma, un gioco dannatamente maturo, profondo e soprattutto completo come non lo era mai stato, per questo ringraziate tutti Xbox e prima ancora BioWare.