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Stuntman

Il cinema sbarca su PlayStation 2 con uno dei titoli più attesi degli ultimi mesi. Siete pronti a cataputarvi sul set cinematografico di un entusiasmante film d'azione?

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   18/09/2002
Stuntman
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Il gioco sta tutto qui: si inizia uno stunt, si sbaglia, si inizia di nuovo (dopo un lungo e fastidioso caricamento ), si supera il primo ostacolo, lo si supera , altro ostacolo, si sbaglia (caricamento,daccapo), lo si impara , lo si evita, e così fino alla fine dello stunt , praticamente se il gioco si chiamasse Dragon’s Lair e al posto delle auto avessimo a che fare con castelli trappole e draghi, e se soprattutto fossimo a metà degli anni 80 e non nel 2002, avremo di fronte un capolavoro di giocabilità, bello e innovativo. E invece Stuntman è solo un gioco riuscito a metà, sulle prime sembra essere molto divertente,le prime missioni, o per meglio dire riprese, si presentano indubbiamente bene, una serie di corse contromano tra i docks di Londra, a bordo di macchine inequivocabilmente anni settanta, ma purtroppo dopo un po’ l’esaltazione e il divertimento lasciano il posto alla noia, e ad una sensazione generale di amaro in bocca. Capisco che l’ambientazione cinematografica impone certi ritmi e certe ripetizioni, ma sappiamo tutti che Gran Turismo non si basa solo sull’acquisizione delle patenti. Manca qualcosa e purtroppo in questo caso è il gioco in se per se. È tutto di una piattezza sconcertante, per assurdo si potrebbe terminare il titolo anche a occhi chiusi , basterebbe cronometrare i secondi tra una sterzata e l’altra e il gioco è fatto. Graficamente poi il titolo non è certamente un capolavoro, a tratti ben fatto con numerosi tocchi di classe, bisogna dirlo, ma più in generale si naviga in un contesto senza infamia e senza lode. Molto belli sono i danni che vengono inflitti alle macchine, in parole povere si spacca praticamente tutto, e soprattutto il comportamento delle vetture viene pesantemente influenzato dalle condizioni della vettura. Le vetture stesse sono realizzate più che decentemente: non raggiungono la magnificenza del capolavoro Poliphony, ma sono bene realizzate, ben modellate e discretamente dettagliate. Si è detto dei numerosi tocchi di classe, innanzitutto tutto quello che si può rompere sembra vivere realisticamente di vita proprio dopo l’impatto: birilli, casse, bidoni rotolano e vengono sbalzati in giro per lo schermo con una naturalezza raramente vista ultimamente. Praticamente la famigerata interattività con i fondali è qui espressa ai massimi livelli. Stessa cosa si può dire per le comparse del film presenti sulla scena, che scappano fuggendo in preda a d attacchi isterici quando ci troviamo con il paraurti troppo vicino alle loro bambine. Esilarante in questo caso una squadra di muratori che una volta devastato il loro ponteggio a norma di legge, scappano verso la salvezza in preda a crisi isterica, correndo come forsennati su quel che resta delle impalcature.

Discontinuo il livello qualitativo dei fondali: bisogna prima di tutto dire che essi abbondano in quanto a oggetti e particolari sullo schermo, visto che l’obbiettivo del comparto grafico era quello di raggiungere una sorta di fotorealismo, che ci permettesse di cogliere chiaramente il luogo di svolgimento del film. Tutto questo ha di sicuro condizionato la resa globale delle immagini con textures, talvolta ben dettagliate e talvolta piatte e scialbe in special modo su tutto quello che resta in secondo piano; inoltre Stuntman nelle fasi più concitate dell’azione è qualche volte preda di rallentamenti e scattosità varie. Il comparto audio si attesta anch’esso su livelli altissimi: innanzitutto il titolo è tutto in italiano, e cosa poco usuale, la recitazione dei doppiatori e di ottimo livello.

Cosa dire allora del titolo Reflections? All’ottimo spunto iniziale non è seguita un altrettanto valida costruzione del gioco, che più che un titolo vero e proprio da l’impressione di essere una demo dilatata all’infinito, poca varia e sorretta da un impianto di gioco che francamente è poco stimolante e divertente.

    Pro:
  • molte vetture
  • fisica dei mezzi
    Contro:
  • poco divertente
  • noioso
  • laser game mascherato

Stuntman
Stuntman
Stuntman
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Il cinema per voi

Come da tradizione i Reflections, gia noti al grande pubblico per la serie Driver e Destruction Derby, riscrivono in maniera poco ortodossa l’ormai inflazionatissimo genere del racing game. E lo fanno ora ribaltando l’approccio della gia citata serie Driver: se prima il gioco era di chiara ispirazione cinematografica o paratelevisiva, adesso invece la questione è spostata non sul cinema, ma su come si fa il cinema. Stuntman infatti ci permette di realizzare tutta una serie di stunts tipici di un certo cinema e di certi videogiochi( Driver e Gta ), con la sola differenza che sbandare nel punto sbagliato nel nuovo titolo Reflections, vuol dire sentirli urlare “taglia!!” dal regista, e iniziare la scena tutta da capo. La modalità di gioco principale è quella classica denominata carriera, in cui il nostro alter ego ha il non facile compito di portare a termine delle scene rispettando parametri quali percorso, tempo a disposizione e oggetti da abbattere. Se si sbaglia nel guidare, come gia ho detto prima si ricomincia tutto da capo. Le scene appartengono a sei action movies altamente adrenalici ambientati in giro per il mondo : Egitto, Londra, Bangkok, la Louisiana, Montecarlo e le Alpi faranno da sfondo a sgommate, salti e sbandate che non hanno nulla da invidiare a film come Bullit e Ronin. Oltre alla modalità principale ce ne sono altre, che ci permettono di realizzare stunts da noi appositamente creati tramite la vincita di pezzi di scenario, come barili, salti casse e via dicendo (Stunt Editor), o di cercare di performare perfette prove di precisione, velocità e stunt (Prove di stunt). Questo è il gioco Reflections, un insieme di prove sempre più difficili, immersi in ambienti poligonali discretamente realizzati e realistici. Torniamo ora a parlare della modalità Carriera: ho detto che bisogna rispettare alcuni parametri, tempo, percorsi e oggetti da abbattere, ma il vero ostacolo che ci si pone davanti è la memorizzazione di ciò che incontreremo nella scena da interpretare. Questo è il segreto del gioco: come in un moderno laser game ricordarsi l’esatto posizionamento degli ostacoli è fondamentale, pena il rifacimento della scena. Se la scena è corta si riesce a superarla subito, altrimenti la si impara pezzo per pezzo, per poi eseguirla tutta correttamente a memoria. Questo è quanto, chiaramente le situazioni sono abbastanza varie, così come la fisica delle molte vetture a nostra disposizione che rispondono alla perfezione alle torture a cui sono sottoposte. La concentrazione più che l’abilità diventa fondamentale per eseguire correttamente gli stunt, non basta essere solamente svelti col pad, bisogna avere buona memoria fotografica e nervi saldi.