Tra gioco e cartoon
La presentazione di Turtles 2: Battle Nexus, come l’aspetto visuale in genere, è molto colorata e dinamica e rispecchia il feeling del cartoon, con voci recitate onnipresenti e musichette elettroniche di discreta fattura che mantengono alto il ritmo durante la navigazione delle opzioni. Lo stile è cartoonesco, in perfetta continuità con i filmati animati e con un cel shading che si sposa a ambientazioni dotate a volte di ottime texture, ma allo stesso tempo estremamente scarne (e senza possibilità di manovrare decentemente la telecamera, cosa che avrebbe giovato all’impatto grafico). Nel complesso, la presentazione estetica è molto spoglia. Le scene animate inframmezzano tutti i livelli, che si diramano in più direzioni sulla mappa di N.Y. City e oltre, presentando al giocatore la scelta dell’ordine delle missioni. Il gioco consiste interamente in una sequela di attacchi ripetuti - ora frenetici, ora più o meno mirati – ai danni delle frotte di nemici robotici e mutanti che si muovono all’assalto delle tartarughe. Proprio quel che si richiede a un genere “classico” delle console a grafica bitmap e che si sta provando a riproporre nell’era dei poligoni solidi, ma nel caso di Battle Nexus gli attacchi, pur discreti nella varietà, sono troppo ripetitivi sul piano del gioco: che si tratti di colpo debole, forte, con salto, speciale, con shuriken o di rapidità, poco cambia sul piano dell’interazione con i nemici. In questo secondo episodio – novità - è possibile cambiare personaggi in tempo reale (pur se la barra energetica rimane in comune), accedendo ad abilità diverse: sollevare oggetti pesanti, sbloccare barriere elettroniche, e così via. Questo presuppone un certo grado di interazione con l’ambiente, che però non va oltre il rapido – e spesso inutile – cambio di personaggio al volo; o, al massimo, l’interazione con qualche elemento dello sfondo. Gli sporadici elementi platform sono il punto più debole dell’interazione: i salti, anche quelli doppi e a muro, sono molto poco precisi e rischiano di rendere odiose le sezioni in cui sono impiegati. Il gioco si presenta così con una sua precisa economia: ammazza tutti e aspetta il nuovo filmato animato. In quanto ad extra, durante i livelli, sconfiggere i nemici porta alla loro inclusione in un database, mentre raccogliere determinati bonus consente di cumulare delle “antichità” per ottenere dei bonus nella sezione della bottega antiquaria. Dal nascondiglio delle tartarughe, localizzato sulla mappa, è possibile accedere a questi bonus e ad altri, come gli artwork – molto scarni e a bassa definizione, nonché in due dimensioni e non ruotabili. Il bonus di maggior rilievo è costituito dalla presenza del classico da sala ispirato alle Turtles, in versione emulata e perfettamente giocabile: il quale non solo costituisce la maggiore spinta a proseguire, ma pur non essendo un gioco perfetto si fa notevolmente rimpiangere quando si torna a quello del 2005.
Battle Nexus è chiaramente un prodotto destinato a un pubblico di giovanissimi, sensibili alla nuova serie animata delle tartarughe ninja: è quindi molto semplice e si fonda interamente sulla “giocabilità” del cartoon, del tutto inframmezzato e fuso col gioco. Vero è che anche i bambini (i quali, per inciso, sono giocatori più abili degli adulti nel novanta per cento dei casi) tendono ad annoiarsi se sottoposti ripetutamente alla solita minestra e con un controllo impreciso, che rischia di annoiare e scoraggiare di fronte a missioni che diventano difficili solo per lacune nel sistema di controllo. Insomma, le tartarughe avranno pure ancora del grosso fascino, ma in Battle Nexus ci si diverte meno che con le action figures, e la maggiore attrattiva rimane l’arcade emulato di fine anni ottanta da sbloccare.
Pro
- Un picchia-picchia adatto a un pubblico di giovanissimi
- Feeling quasi da B-movie del cartoon conserva un suo fascino
- Qualche extra carino, soprattutto l’arcade classico emulato
- Molto ripetitivo, oltre che di una facilità disarmante
- Si tirano sempre gli stessi colpi, si salta male qua e la
- Ogni tanto subentra una frustrazione per il controllo e gli ambienti
- cel shaded va bene, spoglio e vuoto no
Rigorosamente in cel-shading e abbinato alla serie animata, Turtles 2: Battle Nexus è un picchia-picchia in tre dimensioni molto semplice e lineare, senza alcuna grossa pretesa e pensato appositamente per intrattenere un pubblico di videogiocatori giovani e giovanissimi. Questi ultimi saranno più attratti dal fascino dei personaggi che dalle promesse di un gameplay da picchiaduro di razza. E, in effetti, questo secondo capitolo ispirato alle nuove avventure delle tartarughe da baraccone più amate degli anni ottanta è considerabile poco più che un prolungamento interattivo della serie animata. Intermezzi animati e personaggi a parte, la sua formula non va oltre i pochi attacchi a disposizione, elementari interazioni con l’ambiente e una presentazione del tutto fedele del tratto del cartoon. Rispetto al primo episodio, Battle Nexus aggiunge qualche elemento di gameplay, modalità in stile torneo e qualche piacevole aggiunta come la possibilità di rigiocare il classico da sala targato Konami, il celebre picchiaduro 2d a scorrimento della fine degli anni ’80. Con il primo episodio, Battle Nexus continua a condividere limiti nel sistema di controllo e delle interazioni e una forte ripetitività: terminato un fine settimana di prove e le sequenze animate, e a patto di non annoiarsi a causa dei difettucci nel game design, nessun bambino tenderebbe a tenerselo in collezione.