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The Mark of Kri

La ludoteca Sony non è di certo povera nell’ambito degli actiongame. Riuscirà il titolo SCEA a ritagliarsi un posticino nella bacheca degli utenti Playstation?

RECENSIONE di La Redazione   —   17/04/2003

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Usa la Forza, Rau!

Il gioco inizia nel villaggio di Rau e si avrà modo di conoscerne gli abitanti e, soprattutto, di fare pratica con la gestione dei combattimenti tramite degli allenamenti impartiti dal maestro del guerriero.
Il sistema di controllo si rivela fin da subito piuttosto originale. Con lo stick analogico sinistro si controllano i movimenti del protagonista, mentre con lo stick analogico destro si attiva un raggio che permette di lockare fino ad un massimo, inizialmente, di 3 target contemporaneamente, assegnati ai tasti croce, cerchio e triangolo. Durante le fasi di combattimento, basterà premere il pulsante corrispettivo al nemico e Rau effettuerà un colpo immediato se si trova a distanza ravvicinata od un colpo caricato in caso contrario. Se uno dei tre pulsanti di attacco fosse libero, lo si può utilizzare per formare delle spettacolari combo da alternare ai colpi base. E’ infine possibile disattivare il lock dei nemici mediante la pressione dello stick analogico destro (ovvero il pulsante R3).
Questo sistema si andrà ad integrare nel corso del gioco con la serie di armi che il nostro protagonista acquisirà, come asce, spade e archi, ognuna delle quali destinata a particolari situazioni di gioco. Nel complesso il sistema di controllo, per quanto inizialmente ostico, si rivela decisamente versatile e ben congegnato, nonostante qualche problema nella selezione dell’armamentario, che presenta una certa lentezza.
Uno degli elementi che inizialmente colpisce di più è la violenza e la cruenza che contraddistinguono le sequenze di combattimento, elementi che contrastano con il look cartoonesco adottato dai grafici. Il connubio è però ben congegnato e mai fastidioso.

Il corvo Kuzo sarà fondamentale per perlustrare gli ambienti di gioco, così da permettere al giocatore di elaborare delle strategie di attacco, e per attivare particolari interruttori altrimenti irraggiungibili. Rau può infatti indirizzare il proprio volatile verso determinati punti del paesaggio e studiare la posizione degli avversari tramite gli stessi occhi di Kuzo, grazie ad una visuale in prima persona. Questa strategia è particolarmente utile per aggirarsi indisturbati nelle numerose locazioni e per nascondersi agli occhi dei nemici contraddistinti dal simbolo del corno, che non mancheranno di avvisare i proprio compagni nel caso in cui voi facciate un passo falso. I ragazzi della San Diego Studios hanno infatti scongiurato una possibile ripetitività di gioco inserendo una massiccia componente Stealth, e molto spesso il giocatore verrà spinto a nascondersi piuttosto che ad attaccare disordinatamente chiunque gli si pari di fronte. L’intelligenza artificiale dei nemici si rivela ottima e ben differenziata tra le varie tipologie di avversari.
Per rendere ancora piu varia l'offerta ludica i programmatori hanno inserito diverse sfide da completare durante le missioni vere e proprie, delle specie di quest alternative, che vanno dalla raccolta di item nascosti allo sconfiggere un numero specifico di avversari con particolari tecniche d'attacco (ad esempio, senza venire scoperti).

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In A Beautiful Place Out In The Country

Graficamente il titolo SCEA si difende egregiamente. Le lussureggianti ambientazioni dei sei livelli di gioco sono ben modellate e disegnate, e rivelano una certa varietà compositiva. Rau è composto da un discreto numero di poligoni ed è animato in maniera sublime, tanto da incitare alla concatenazione di combo per ammirarne i sinuosi movimenti. I nemici denotano un minor numero di poligoni ma sono sempre ispirati e diversificati. Vi sono poi dei veri e propri tocchi di classe durante le scene animate e, soprattutto, durante le schermate di preloading. Le illustrazioni degli artisti guidati da Don Bluth si “compongono” a schermo, come disegnate da una mano invisibile, e una volta ultimate, lasciano il posto alla scena vera e propria, modellata in tre dimensioni, che ne mantiene la stessa angolatura e la medesima prospettiva.
Stupiscono anche le routine di collisione, specialmente quando si colpisce con l’arma una parete; infatti, a seconda del materiale di cui questa è composta, la spada può conficcarsi al suo interno (nel caso di travi in legno) o rimbalzare violentemente, facendo perderne temporaneamente il controllo (pareti rocciose).
In generale il design è decisamente azzeccato e coerente per tutto il corso del gioco, e l’unico punto negativo è costituito dalla scadente realizzazione dei liquidi, come cascate o piccoli torrenti, non all’altezza degli splendidi scenari. Da notare qualche incertezza anche nella gestione della telecamera virtuale, che in alcune circostanze impedisce di avere una chiara visione dell’ambiente circostante.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, le musiche si adeguano alle situazioni di gioco e si rivelano quasi sempre adatte alla circostanza, pur non raggiungendo mai vette di eccellenza. Gli effetti sonori sono buoni ed il parlato è totalmente localizzato in italiano, per quanto ci possa essere qualche riserva sulla traduzione di alcuni termini.

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Commento

The Mark of Kri rappresenta un ottimo esemplare di actiongame con caratteristiche prese in prestito da vari generi videoludici. A differenza di molti titoli analoghi, la fusione di questi elementi nel titolo Sony è armoniosa e ben calibrata. L’affascinante comparto grafico, forse non esagerato nel conteggio di poligoni ma sicuramente ricco di scelte stilistiche, contribuisce a donargli carattere e personalità. La longevità non eccessiva rappresenta l’unico neo di un certo peso in una produzione altrimenti ineccepibile, ma nel complesso ci troviamo di fronte ad uno dei migliori giochi d’azione disponibile su Playstation2.

    Pro
  • Sistema di controllo originale e versatile
  • Comparto estetico d’eccezione
  • Situazioni di gioco variegate e sempre divertenti
    Contro
  • Longevità ridotta
  • Qualche incertezza nel sistema di telecamere

L’emblema a cui fa riferimento il titolo del gioco è nientemeno che un potentissimo artefatto in grado di collegare il mondo dei vivi con il mondo delle tenebre. Gli antichi saggi, consci del rischio che questo emblema portava con sè, lo suddivisero in sei distinte parti che affidarono ad altrettante famiglie le quali, di generazione in generazione, tramandarono il compito di custodirle a costo della vita. E’ però nell’indole umana dimenticare i potenziali pericoli per soddisfare le proprie brame di potere, e così qualcuno ha deciso di riunire le sei porzioni dell’artefatto per utilizzarne l’incantesimo. Il giocatore sarà chiamato a controllare il possente Rau, accompagnato dal fedele corvo Kuzo, con lo scopo di sventare questa grave minaccia per l’intera umanità.