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Top Spin 3 - Recensione

Gli amanti del Tennis possono gioire! Top Spin 3 è qui tra noi, ed è la simulazione all'ennesima potenza!

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   02/07/2008

Commento

Ci sono pochi dubbi nell'assegnare a Top Spin 3 la palma di gioco di tennis simulativo per eccellenza, alla luce di una meccanica di gioco profonda e con una curva di apprendimento lunga e graduale, che porta ad un livello di realismo mai raggiunto in precedenza da nessun altra trasposizione videoludica di questo sport. Peccato per un contorno in fatto di opzioni, modalità e tennisti presenti non proprio all'altezza, che in parte ne limita la fruizione in singolo e stona con la riproduzione praticamente perfetta di una partita di tennis. La bellezza del titolo di 2K Sports è focalizzata infatti unicamente sul gameplay puro (cosa mica da poco...), profondo, ricco e che regala una moltitudine di sensazioni positive una volta padroneggiato, esplodendo in modalità multigiocatore tra amici e online, dove è presente un ottimo sistema che invoglia a potenziare il proprio personaggio e a confrontarsi contro altre persone fino a cercare di raggiungere la vetta. Consigliatissimo, tenendo ben presente a mente che il gioco è tutto fuorchè semplice e immediato.

Pro

  • Profondo, vario, appagante
  • Ottimo Online
  • Animazioni e trasposizione della partita perfette
Contro
  • Carriera poco stimolante
  • Poche licenze per tennisti e campi
  • Non facilissimo da padroneggiare

Ad accogliere il giocatore c'è una colonna sonora di tutto rispetto, che annovera tra le proprie file artisti quali Jamiroquai, Calvin Harris e The Stone Roses, e che fa da accompagnamento nella scelta delle opzioni, modalità e nella creazione del proprio giocatore, anche in questo terzo capitolo quantomai completa e appagante. L'editor permette infatti di intervenire su una pletora di informazioni e caratteristiche, che raggiungono un livello di dettaglio in taluni casi superiore alla creazione di un equivalente personaggio per un gioco di ruolo, andando a toccare anche aspetti quali peluria piuttosto che inarcamento delle sopracciglia, tipo di tatuaggio o modalità di esultanza, per concludersi con l'assegnazione del nome, cognome e residenza del giocatore virtuale.
Il proprio alter ego si lega a doppio filo alla modalità Carriera offline e al World Tour online, essendo intercambiabile e sviluppabile in entrambe le maniere. Nel primo caso si parte con caratteristiche atletiche di basso profilo e bisogna affrontare una sequenza di incontri (inizialmente composti solo da tie break) allo scopo di ottenere accesso prima alla carriera dilettantistica, poi junior e così via, fino a diventare il numero uno al mondo nella classifica generale. Ad ogni incontro portato a termine con successo si ottengono due tipologie di punti, con i primi che possono essere utilizzati per potenziare i vari parametri atletici del tennista, quali dritto, rovescio, potenza, velocità e così via, e con i secondi che assurgono a capitale economico per il proprio vestiario e look, che comprende scarpe (anche di diverse marche famose), racchette, pantaloncini, capelli e altro, reperibili nel centro commerciale virtuale adibito a tal proposito.
E così che quindi si devono affrontare avversari sempre più forti e famosi, cavalcare campi di periferia fino a raggiungere i tornei del Grande Slam, in una modalità che però dal nostro punto di vista non è strutturata in una maniera tale da invogliare più di tanto il giocatore al suo completamento visto che, a parte alcune statistiche interessanti di contorno, si riduce ad una sequela infinita di partite, con poche diversificazioni (niente allenamenti ne minigiochi ad esempio) e un livello di difficoltà non proprio calibrato alla perfezione, che parte dal molto facile per arrivare ad improvvisi picchi di difficoltà, colmabili solo dopo parecchie partite o magari potenziando il proprio giocatore più del dovuto e del normale fluire degli eventi.

In tal senso è da preferire nettamente la modalità online denominata World Tour, tra le altre cose l'unica classificata, che permette innanzitutto di mettere in gioco la propria creazione anche online, giocando una partita veloce oppure partecipando alla serie di tornei ciclici che 2K Sports mette a disposizione, riproponendo il tutto ogni 14 giorni, e con una serie completa di statistiche sul proprio posizionamento in classifica attuale e nei World Tour precedenti. Ad ogni sessione è possibile prendere parte solo una volta ad ogni torneo, con quelli di più basso profilo che hanno durata pari ad un match di tre set e tre game, per passare a quelli ATP (due incontri) e finire ai quattro del Grande Slam, composti ognuno da quarti di finale, semi finale e finale.
A fare l'assegnazione degli incontri ci penserà il matchmaking interno al gioco, e ad ogni vittoria si otterranno ugualmente i punti per potenziare il proprio tennista, maniera che diventa di gran lunga quella preferibile per crescere e scalare la classifica online, per una modalità decisamente più appagante e che a nostro modo di vedere rappresenta il vero fattore di longevità del gioco, a scapito di tutto il resto.

Top Spin 3 - Recensione
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PlayStation 3 vs Xbox 360

Le due versioni, dal punto di vista tecnico, non presentano particolari differenze, mentre a favore di Xbox 360 ci sono la possibilità di creare delle stanze private per invitare direttamente gli amici all'interno del gioco e la chat vocale. Su PlayStation 3 c'è invece la presenza esclusiva di Nadal, numero due al mondo, probabilmente per una questione legata a diritti sul giocatore.
Il gameplay è invece identico e quindi la scelta ricade sulla base delle preferenze del pad, abbiamo infine giocato diverse partite online su entrambe le console, riscontrando rarissimi problemi di lag.

Simulazione al massimo!

A scapito di tutto il resto perché la parte dedicata ai campi da gioco e ai tennisti è poco sviluppata, con questi ultimi che sono in totale 40, equamente divisi tra uomini e donne, e che oltre ad alcuni dei più famosi attuali (Federer, Nadal e così via), vedono vecchie glorie quali Boris Becker, Bjorn Borg e Monica Seles, ma il loro numero appare inadeguato a fronte dei numerosi tennisti famosi che popolano il circuito ATP.
I campi invece sono buoni in numero (circa 40) ma poveri in licenze ufficiali, e così quello di Roma del Foro Italico diventa il torneo di Alessandria (anche se la rappresentazione grafica è vicina a quello reale) e quello di Wimbledon assume un nome improbabile, fattori che stonano decisamente con le velleità realistiche e simulative del titolo, e che minano un po' l'immedesimazione. Senza contare che, online, le partite tra tennisti reali e in stanze private non prevedono alcun tipo di classifica o punteggio, e quindi inducono poco ad essere prese in considerazione. Nonostante tutte queste mancanze e premesse non proprio positive, il cuore di Top Spin 3 batte più che mai e vede nel gameplay vero e proprio il suo punto di forza, raggiungendo vette simulative davvero elevate a attualmente ineguagliate.

Top Spin 3 - Recensione
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Simulazione al massimo!

Nella produzione di 2K Sports, più che da altre parti, sono fondamentali fattori quali il posizionamento del giocatore rispetto alla palla e il tempismo con la quale viene impattata, senza contare la varietà dei colpi che è possibile effettuare. Il tiro, innanzitutto, va caricato in potenza preventivamente mediante la pressione del tasto apposito, e rilasciato al momento giusto per effettuare un colpo preciso e che supera la rete, laddove in altri altri giochi il tasto andava premuto unicamente nel momento dell'impatto stesso. In combinazione con i tasti dorsali sinistro e destro è possibile effettuare rispettivamente dei colpi più precisi (che coprono meglio il campo, rendendo più difficile il recupero dell'avversario) e più potenti ma che richiedono un tempismo perfetto oltre il fatto che il tennista arrivi sulla palla con un discreto anticipo, pena uno sbaglio quasi certo.
Anche la tipologia di colpi è molto elevata, con quello pieno mediante tasto X (A per il pad 360), tagliato col quadrato (X), liftato con cerchio (B) e con il triangolo (Y) demandato ai pallonetti e alle palle corte vicino alla rete. Anche se inizialmente molto ostico (soprattutto se si proviene da un titolo come Virtua Tennis), il sistema di controllo regala man mano enormi soddisfazioni e permette un realismo ed una varietà di situazioni incredibile, con partite nelle quali conta davvero pensare al colpo da eseguire, dove i tennisti non sono superuomini che possono recuperare qualsiasi palla e dove rischiare quando il colpo lo permette significa portare a casa il punto o fare un bruttissimo errore.
In tal senso anche le animazioni dei tennisti sono realizzate in maniera molto convincente, così come le loro fattezze, con tanto di sudore su corpo e magliette, e le collisioni con la palla, supportate dall'uso del motore fisico Havok. Ottima anche la realizzazione dei campi e delle superfici, sotto la media invece quella del pubblico, che ancora una volta stona con il resto e pare un elemento a se stante. Buona infine la colonna sonora, della quale abbiamo accennato qualche paragrafo più su, mentre durante la partita non esiste, volutamente, alcuna musica, ma l'atmosfera è demandata unicamente al rumore dei colpi, dei tennisti e del pubblico, che reagisce con esclamazioni più o meno convinte a seconda del fendente eseguito, per esaltarsi in seguito ad un esecuzione al limite o ad un colpo di prestigio come il tiro con la racchetta tra le gambe.

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