La partnership tra Trion e SyFy ispira naturalmente interesse. La prima, con Rift, ha sfidato sua maestà World of Warcraft riuscendo nell'impresa di resistere più di un anno e mezzo senza abbracciare la formula free to play, arrivando addirittura alla prima espansione ufficiale. La seconda è un unicum nel panorama televisivo yankee, una fucina di idee (non sempre stellari) incentrate sul mondo della fantascienza che resterà negli annali per il risultato ottenuto dando nuova vita a Battlestar Galactica. Defiance nasce dalla volontà di unire due media, creando un prodotto che mescoli videogioco e piccolo schermo in maniera naturale, senza che uno o l'altro si declinino in tie in successivi quasi sempre fallimentari.
Le notevoli difficoltà che un simile tentativo comporta, sia da un punto di vista produttivo che concettuale, rendono il progetto un azzardo per entrambe le compagnie ma unire le forze e tentare imprese innovative potrebbe essere l'unica soluzione per continuare ad operare nei rispettivi business. La strada per non rimanere schiacciati tra i giganti dell'industry. Il risultato finale non lo conosceremo fino alla prossima primavera ma, intanto, siamo volati a Londra per provare una versione pre-alpha del gioco e apprendere nuovi dettagli sul progetto.
Scontro tra mondi
Defiance, la proprietà intellettuale, racconta una Terra dove umani e Votan convivono faticosamente, impegnati a sopravvivere su un pianeta divenuto inospitale e quasi irriconoscibile. Sono passati anni dall'arrivo della civiltà aliena, i tentativi di una convivenza pacifica si sono esauriti e la guerra che ne è seguita si è essa stessa conclusa. Come sappiamo da mille altri libri, film, giochi e serie televisive un mondo dove vige la legge del più forte è lo scenario perfetto per storie avventurose, quindi una simile premessa è un canovaccio ideale da utilizzare come punto di partenza. Nonostante rischi di essere anche un po' generico. Per lo show SyFy ha creato un set all'aperto di dimensioni enormi, uno scenario versatile dove raccontare le vicende dell'ex marine Grant Bowler e dei personaggi che gli ruoteranno attorno. Nel gioco, uno sparatutto in terza persona all'interno di un mondo persistente, la componente narrativa sarà prevedibilmente meno sviluppata e per questo l'ambientazione si sposta nei pressi di San Francisco, sfruttando la verde California (quello che ne resta) per disegnare il classico sand box colmo di quest, nemici e libertà d'esplorazione.
Gioco e serie si muoveranno parallelamente, condividendo personaggi e storie pur senza dare a chi fruirà uno e l'altra alcun modo di influenzarne gli eventi. Se non forse a cavallo tra una stagione e l'altra, ma ancora si tratta unicamente di speculazioni. L'idea è che quotidianamente si combatta su PC, PlayStation 3 e Xbox 360 per poi sedersi in poltrona con il telecomando in mano, una volta a settimana, e scoprire che magari quel nemico sfuggitoci durante una missione ha finito per rifugiarsi nella città che farà da epicentro ai tredici episodi della serie TV. In termini puramente ludici uno sparatutto persistente, con centinaia di giocatori all'interno della stessa mappa e meccaniche skill based che non utilizzano in alcun modo i dadi virtuali, è già di per sé piuttosto ambizioso. Figurarsi quando è previsto il gioco cross platform così da creare una sola piattaforma per tutta la base utenti. Su console potrebbe rivelarsi una prima volta assoluta e per questo ci siamo avvicinati con una certa curiosità alla postazione PlayStation 3 che ci era stata riservata.
La fase di creazione del personaggio è standard, con un editor e alcune scelte preliminari tra cui quella della classe: a seconda del ruolo si dispone di una diversa abilità speciale, come un potenziamento dei danni inferti o la facoltà di avvalersi di un clone che per alcuni secondi distrae i nemici, ma il sistema di livellamento permette di tornare sulle proprie scelte anche successivamente.
Accumulando punti esperienze si accede infatti al solito albero delle abilità, dove ottenere bonus passivi e sbloccare i poteri speciali nativi delle altre professioni. La componente di crescita del personaggio è insomma superficiale e, nelle poche ore di gioco provate, non certo interessante come quella di Borderlands o Planetside 2. L'alternanza di quest principali e secondarie è altrettanto classica, con aree da ripulire o difendere e divertissement come gare a bordo del quad messoci a disposizione o sfide che ci chiedono di uccidere entro un certo lasso di tempo un tot di nemici. Il problema di una componente player versus environment così strutturata è che, nonostante la frenesia delle meccaniche da sparatutto, risulta molto meno elaborata di quella sperimentata nelle ultime espansioni di WoW e in Guild Wars 2; rischia insomma di venir percepita come un passo indietro rispetto alle ultime tendenze in fatto di MMO. A rinvigorire la situazione ci sono i world event: un po' nello stile di Rift, enormi nemici e gruppi di boss compaiono sulla mappa di tanto in tanto richiamando l'attenzione generale con la promessa di ricompense che valgano lo sforzo di collaborare con decine, possibilmente centinaia di persone.
L'unico evento di questo topo attivo nella demo testata era contro un enorme insetto capace di vomitare, letteralmente, suoi simili di dimensioni più contenute. Purtroppo i momenti di maggior concitazione hanno segnato un deciso calo delle immagini al secondo e questo nonostante su PlayStation 3 il gioco non incanti con meraviglie visive. In effetti osservando la versione PC, un deciso passo in avanti non solo in termini di risoluzione ma anche di ricchezza dell'immagine, viene da domandarsi se sugli attuali hardware da salotto un progetto simile sia realizzabile senza un lavoro di ottimizzazione davvero mastodontico. Da qui all'uscita andranno risolti problemi di caricamento delle superfici e dei poligoni ma anche quelli delle collisioni, che per ora rendono l'esperienza meno godibile di quello che potrebbe essere.
Guerra fantasma
Accanto ad un PvE che offre dal dungeon istanziato per piccoli gruppi fino a world event per decine e decine di giocatori, Trion ha prevedibilmente intenzione di sviluppare la componente competitiva. Una metà dell'offerta PvP avverrà sotto forma di Shadow Wars, all'interno della mappa stessa di gioco: in qualsiasi momento sarà possibile chiedere al matchmaking di trovarci una squadra e, una volta assegnataci, iniziare a combattere per la presa dei punti controllo nella classica modalità Conquista. Le porzioni di open world coinvolte da queste sfide saranno comunque accessibili a chi vorrà farsi i fatti propri, visto che non si verrà in alcun modo disturbati dallo svolgersi delle battaglie.
Le Shadow Wars sono state uno degli aspetti del gioco che più ci hanno convinto: l'uso di un ambientazione estesa permetterà di avere grande varietà di obiettivi e libertà d'azione, sfruttando in modo parzialmente originale la commistione tra sparatutto in terza persona ed MMO. L'altro volto della luna sono i match a squadre da sei all'interno di mappe chiuse. Noi abbiamo provato un deathmatch ma dovrebbero venir implementate altre modalità, delle quali però non abbiamo dettagli. Con titoli fortemente specializzati in questo tipo d'esperienza, su tutti i vari Call of Duty, Team Fortress 2 e Battlefield, per Defiance non sarà semplice dire qualcosa di significativo e ciò nonostante anche in questo contesto sia stata implementata la crescita del personaggio, il supporto a diversi loadout e tutto sommato ci siano sufficienti variabili per creare scontri imprevedibili. E' troppo presto per parlare di bilanciamento e profondità delle meccaniche, la sensazione comunque è che il player versus player non potrà che rimanere una contorno all'interno di un gioco che dovrà innanzitutto sfruttare il lavoro sul lore e la narrazione per dire qualcosa di innovativo.
Ambizioni e realismo
Per capire in che modo Defiance si giocherà le proprie possibilità di successo è innanzitutto necessario riflettere su quale utenza cercherà di fare propria. Su PC, dove è più sviluppato il modello free to play che supponiamo possa venir scelto per il gioco, il pubblico di soli giocatori non sarà semplice da attrarre visto che di esperienze persistenti con meccaniche da sparatutto ne sono già disponibili alcune.
Su tutte l'ottimo Planetside 2 e il prossimo FireFall. Su console la situazione è diversa e parecchi potrebbero venir incuriositi dal fascino di un massive multiplayer online game unito all'immediatezza di uno shooter. Ciò, però, a patto che i limiti tecnici e ludici ancora presenti vengano risolti da qui ai prossimi sei mesi. La Terra disegnata dagli artisti dello sviluppatore di San Diego è popolata da creature e piante con un design originale, si percepisce a monte un lavoro più sofisticato e complesso della media dei videogiochi di fantascienza in circolazione. Lo stesso si può dire dei personaggi e delle storie raccontate, disponibili in quantità potendo attingere a quanto scritto per la serie. Nella pratica manca però ancora un appeal che faccia scattare la scintilla dell'interesse e, a parte alcuni scorci riusciti, la mappa rischia di essere un po' generica.
C'è da dire che nella nostra prova non era possibile spingersi nella porzione di open world occupata da San Francisco, che dovrebbe mettere in scena panorami urbani più riconoscibili nonostante le cicatrici causate dalle battaglie che hanno coinvolto il pianeta. Come dicevamo in apertura le ambizioni abbondano e, con uno show che fornirà mesi e mesi di pubblicità, il gioco godrà di un battage mediatico non indifferente. D'altra parte la prima impressione, specialmente quando ci si rivolge ad un'utenza più distratta, è quella che conta e sarà necessario arrivare al primo appuntamento in forma per non giocarsi subito tutte le possibilità di successo. Non ci sono certezze né tantomeno date per l'Italia, vi terremo aggiornati non appena avremo delle novità.
CERTEZZE
- Originale commistione tra diversi media
- Tanto lavoro alle spalle della storia, dei personaggi e delle ambientazioni
- Promette di avere qualcosa per tutti
DUBBI
- Tecnicamente ancora piuttosto indietro
- Dovrà trovare spunti ludici in grado di distinguerlo
- Non sarà semplice inserirsi nel mercato degli shooter