Ultimo appuntamento dell'anno. Che dodici mesi sono stati per chi gioca su PC? Ne parleremo all'interno di uno speciale di prossima pubblicazione dedicato alle migliori uscite, ma già qui possiamo iniziare a riflettere su un'annata buona ma non certo indimenticabile. Il problema è che tra le così dette produzioni tripla A sono mancate grosse sorprese o apici produttivi, chiedendo di accontentarci, si fa per dire, di un ottimo livello medio. Per fortuna tra qualche gustosa esclusiva e tantissimi indie, anche il 2012 ci ha quantomeno messo al cospetto di una scelta sterminata e tante piccole o grandi chicche. Senza esagerare, vi consigliamo giusto un paio di panoramiche. Quella di Gamasutra, prima di tutto, che raccoglie "Il meglio di..." all'interno di un lungo e corposo articolo ideale per avere una figura d'insieme. E poi la consueta classifica di ModDB e IndieDB che hanno chiesto ai loro utenti di votare le aggiunte e i titoli indipendenti più importanti e di esprimere anche quali attendono con maggior ansia nel 2013. Divertente, infine, la carrellata di GamesRadar sui fenomeni "internettiani" più idioti e strani, sempre restando in ambito videoludico, degli ultimi tempi. Cambiamento completamente argomento, IGN si è interrogata all'interno di un approfondimento sui sistemi di combattimento all'arma bianca: meccaniche utilizzate da decine di giochi ogni anno ma che si rinnovano troppo di rado ed evidenziano una certa difficoltà quando viene loro chiesto di fare un passo o due nella direzione di un maggior realismo. Un lavoro mastodontico e, uno volta stampato, il regalo perfetto per qualche amico in questo periodo di feste, il poster che raccoglie tutti gli sviluppatori più noti e mostra come questi siano connessi tra loro. In che modo chiusure, passaggi di personale, diaspore e simili eventi mettano in comune le radici di un numero impressionante di team. Se poi il 31 sera foste rimasti soli senza nulla da fare, sappiate che da qualche giorno è online una versione di Dune II giocabile direttamente all'interno del browser. E' il padre degli strategici in tempo reale moderni e da molti viene considerato uno dei titoli più importanti mai realizzati su PC. Insomma merita anche solo di essere lanciato una volta. Auguri!
Componente |
Caratteristiche |
Prezzo |
---|---|---|
Processore | Intel Pentium G840 | € 60.00 |
Scheda madre | ASUS P8H61-M | € 40.00 |
Scheda Video | Nvidia GeForce GTX 650 | € 100.00 |
RAM | KINGSTON - Memoria Dimm HyperX Blu 4Gb ddr3 1333MHz | € 20.00 |
Alimentatore | Cooler Master 400 Watt | € 35.00 |
Disco fisso | Hard Disk Seagate - Barracuda 500 GB SATA-II 3.5LP 12.4MS 7200RP | € 50.00 |
Configurazione Computer Budget |
€ 305 .00 |
Laser Squad
Laser Squad è il grande precursore dell'immortale UFO: Enemy Unknown. Entrambi i titoli sono stati sviluppati da Julian Gollop e, siccome due mesi fa è uscito X-COM: Enemy Unknown, ci è sembrato giusto rendergli omaggio ricordando il suo primo capolavoro, un gioco che ancora oggi fa scuola per completezza e varietà. A essere onesti il gioco nasce su ZX Spectrum, ecco perché abbiamo inserito un'immagine che mostra tutto lo splendore dei suoi 8-bit, ma voi potete tranquillamente godervi la versione PC, con molti più colori e una risoluzione maggiore.
Su Laser Squad non c'è molta filosofia da fare: bisogna entrare nelle sue meccaniche e pensare che uscì per la prima volta nel 1988. Solo così si comprende quanto fosse pieno di idee efficaci e tuttora ampiamente sfruttate nei videogiochi. Nella versione PC che vi proponiamo ci sono cinque scenari al posto dei setti originali, perché gli ultimi due erano disponibili solo come espansioni ordinabili per posta (che tempi!) ma questi bastano e avanzano, come capiremo meglio tra poco. Ce n'è per tutti i gusti, a partire dal primo, The Assassins, nel quale dobbiamo guidare un manipolo di ex impiegati di una corporazione decisi a uccidere il loro boss per il modo in cui sfrutta la manodopera, passando poi per Moon Base Assault, che ci vede impegnati a distruggere dati compromettenti, fino a The Cyber Hordes, una difesa disperata dei Ribelli contro l'assalto dell'Impero. L'aspetto più interessante sono le condizioni di vittoria. Nella prima missione per esempio dobbiamo uccidere il nostro bersaglio, mentre questi ha il compito di farci fuori tutti, ma nella seconda tutto cambia, perché abbiamo solo trenta turni per accumulare un centinaio di punti vittoria evitando di farci sterminare. La contrapposizione tra i nostri obiettivi e quelli del nemico diventa importante soprattutto nelle partite per due giocatori, durante le quali uno veste i panni dei Ribelli e l'altro quelle del nemico. Ogni missione ci mette quindi di fronte a uno scenario completamente diverso rispetto agli altri e questo influenza le nostre decisioni strategiche, a partire dalla fase di preparazione.
Prima di scendere in campo dobbiamo spendere i crediti a nostra disposizione per acquistare armi e corazze per i nostri soldati. Tenete conto che questo è un gioco a turni dove ogni personaggio ha un certo numero di punti azione da spendere. Corazze pesanti riducono il numero di punti, così come camminare all'indietro, o prendere la mira piuttosto che sparare d'istinto. Inoltre ci sono armi come il mitra che sparano raffiche di colpi ma di certo non abbattono un blindato, mentre altre come il lanciamissili che invece sventrano un muro. A seconda del livello di difficoltà che abbiamo scelto varia il numero di crediti a disposizione così come l'intelligenza artificiale del nemico. Ai livelli più alti gli infami droidi della corporazione sfrutteranno i ripari a loro disposizione e ci tenderanno infide imboscate. La microgestione delle unità è l'elemento chiave del gioco e anche il più appassionante. Pensate che è stato previsto perfino il parametro del morale: riportare ferite abbassa il numero di punti azione disponibili di un soldato mentre assistere alla morte dei propri compagni lo getta nel panico, facendogli mollare l'arma e correre via come un pazzo. Mettiamoci inoltre che prima di ogni missione dobbiamo scegliere come e dove disporre le nostre unità e ci renderemo subito conto delle mille possibilità che offre questo gioco; tutte idee potenti che UFO: Enemy Unknown ha sviluppato all'ennesima potenza, ma senza per questo sminuire il suo predecessore, che vanta una personalità inossidabile.
Tra i giochi che sono stati influenzati da Laser Squad è facile citare lo splendido Jagged Alliance, ma ce n'è anche uno più recente che ha lo stesso debito importante nei confronti di Julian Gollop, ed è il raffinato Frozen Synapse. Comunque prima di chiudere facciamo un altro tuffo nel passato per segnalarvi che due anni dopo l'uscita di Laser Squad, l'infaticabile Julian Gollop insieme al fratello Nick Gollop crearono Lords of Chaos, uno strategico a turni di ambientazione fantasy nel quale dobbiamo creare il nostro stregone e condurlo sano e salvo verso un portale che compare sulla mappa in un punto a caso dopo un certo periodo di tempo. Ma questa è un'altra storia.
di Andrea Rubbini
Titolo: Laser Squad.
Sviluppatore: Julian Gollop (Target Games).
Anno di pubblicazione: 1992 (1988 su ZX Spectrum e Commodore 64).
Come reperirlo: Laser Squad è un software abbandonato, perciò è disponibile per essere scaricato gratuitamente. Lo trovate qui e qui, mentre questa è una guida da seguire per farlo funzionare sui moderni sistemi operativi. Nulla di complicato: grazie alle semplici istruzioni della guida siamo riusciti a giocare a Laser Squad con Windows 7.
Perché giocarlo oggi: perché se solo avesse la terza dimensione sarebbe oggi in vetrina su Steam.
World of Warcraft
Sembra che il 2013 inizierà con un rombo di tuono, a Pandaria: Blizzard ha infatti annunciato i contenuti della nuova patch, la 5.2, intitolata per l'appunto Il Re del Tuono. L'endgame è l'assoluto protagonista con un nuovo raid/incursione, tanto per cominciare, e ben tredici boss inediti, uno dei quali affrontabile solo in modalità Eroica;
poi vari Scenari nuovi di zecca, compreso quello che a quanto pare permetterà ai Warlock/Stregoni di sbloccare il famigerato effetto di fuoco verde per i loro incantesimi. Il Principe Nero, Wrathion/Iration, offrirà una nuova missione leggendaria per chi ha completato le precedenti, con un incanto per l'elmo in ricompensa. Naturalmente tutto questo si traduce in una tonnellata di nuovi oggetti ed equipaggiamenti, comprese le armature tier15 e quelle PvP. Gli sviluppatori hanno deciso, comunque, di strizzare un po' l'occhio anche ai giocatori casual, con due interessanti meccaniche inedite: una riguarda la famigerata fattoria, che potrà essere interamente acquistata per usufruire di vari benefici; l'altra ha a che fare con i nuovi due boss all'aperto, che elargiranno il loro bottino anche a chi non fa parte del gruppo che li sta affrontando, purché appartenga alla stessa fazione. La ciliegina sulla torta è l'ennesima zona di missioni giornaliere legate alle due nuove fazioni capitanate da Jaina per l'Alleanza e Lor'themar per l'Orda: l'Isola del Re del Tuono si svilupperà man mano che i giocatori completeranno i vari obiettivi di settimana in settimana, offrendo sempre più ricompense e servizi. Gran parte della patch è già giocabile sui Public Test Realm e la release è prevista per metà gennaio.
Diablo III
Restiamo a casa Blizzard, perché Jay Wilson, il direttore di Diablo III, ha sferrato una mazzata non indifferente alla community del chiacchieratissimo hack'n'slash. Ricordate il famigerato sistema PvP a deathmatch annunciato fin da prima dell'uscita, poi rimandato di qualche mese e infine a data da destinarsi? Ebbene, non trattenete il respiro: secondo Wilson gli sviluppatori si sono resi definitivamente conto che quelle meccaniche mal si adattano al gameplay di Diablo III, probabilmente a causa dell'eccessivo equilibrio tra le classi necessario per far funzionare il tutto senza tradire le aspettative dei giocatori. Questi ultimi inoltre non si sono mostrati abbastanza convinti e secondo il team si sarebbe trattato di una meccanica destinata a essere giocata qualche volta e poi mai più. Dunque, niente PvP per Diablo III, non per adesso almeno: Wilson assicura che i suoi ragazzi stanno ancora studiando un sistema soddisfacente per integrare il combattimento tra giocatori e il primo esperimento sarà la possibilità di duellare uno contro uno, implementata probabilmente in una delle prossime patch. In seguito, dovrebbe fare capolino una modalità di gioco che permetterà ai giocatori di combattersi a vicenda e di guadagnare, così, delle succose ricompense meglio integrate nella struttura profondamente PvE del titolo.
Final Fantasy XI Online e Final Fantasy XIV
Queste sono settimane davvero impegnative per Square Enix, impegnata su due fronti contemporaneamente per fare contenti i fan di Final Fantasy e riscattarsi dal disastroso lancio del quattordicesimo episodio. Pochi giorni fa si è concluso il test alfa di Final Fantasy X|V: A Realm Reborn, il reboot/sequel/remake che in molti guardano con estrema, comprensibile diffidenza, ma che secondo noi merita davvero di essere tenuto d'occhio, se non altro per gli sforzi sovrumani del team di sviluppo.
Il buon Naoki Yoshida ha quindi rilasciato una "road map" che descrive l'ideale evoluzione del test beta che dovrebbe iniziare a metà febbraio: presto sarà attivo un sito web ufficiale per registrarsi, nel caso non si possieda un account Legacy (in quel caso, l'accesso è assicurato). Il test beta sarà diviso in quattro fasi intervallate da un paio di settimane di debug e proporrà sempre più contenuti in vista dell'ultima fase di open beta che precederà la release. Ci vorrà qualche mese, comunque, e noi vi terremo aggiornati. Square Enix comunque non si è dimenticata di Final Fantasy XI, che anzi festeggerà a fine marzo l'uscita della quinta espansione, Seekers of Adoulin: gli avventurieri della cara, vecchia Vana'diel potranno esplorare un continente nuovo di zecca, affrontare nemici inediti e intraprendere due nuovi Job, Rune Fencer e Geomancer, che i fan del franchise (e degli episodi Tactics, specialmente) ricorderanno bene.
Star Wars: The Old Republic
A quanto pare il modello free-to-play ha giovato alla community della Vecchia Repubblica online, altrimenti il team non avrebbe improvvisamente annunciato la prima espansione ufficiale di The Old Republic. Disponibile per il digital download, e accessibile con cinque giorni di anticipo per chi prenota,
Rise of the Hutt Cartel uscirà a marzo e aggiungerà tutta una serie di nuovi contenuti, tra i quali l'inedito pianeta Makeb sul quale si svolgerà una lunga storia che gira attorno agli antenati del buon vecchio e sudicio e non ancora nato Jabba. La nuova zona permetterà ai giocatori di raggiungere il livello 55 e sbloccare nuove abilità. Gli sviluppatori hanno anche approfondito la faccenda sui forum ufficiali, rivelando alcuni dettagli molto interessanti. Secondo Allison Berryman, coordinatrice della community, il nuovo pianeta sarà grande quanto Alderaan e ricco di zone diverse. Inoltre, i giocatori non dovranno buttare subito il loro attuale equipaggiamento di massimo livello, il quale sarà rimpiazzato molto più lentamente; semmai, dovranno imparare a utilizzare almeno una nuova abilità per classe e una serie di nuovi talenti che espanderanno i rami delle specializzazioni.
di Christian La Via Colli
Settimana parca di notizie indie quella che ci fa salutare l'anno vecchio. Seguendo il trend del periodo le release di livello sono poche (quasi nulle) e gli annunci scarseggiano. Insomma, visto che non abbiamo niente da presentarvi torniamo a sfondarci di pandori e torroni come se non ci fosse un domani e vi salutiamo qui,
lasciandovi con l'immagine del Rubbini protagonista del presepe vivente del club sadomaso di Bologna (mo vieni qui, mio bell'asinello che ti frusto le natiche). Pulitevi la bocca dal vomito e non scappate, perché in realtà qualcosa di interessante da giocare c'è (poco eh, non vi fate troppe illusioni).
Cominciamo con un titolo a tema natalizio, ossia il folle browser game Christmas Shotgun Defense. Josif Stalin e Karel Marx sono una coppia gay che partorisce un bambino dentro una capanna posta sul ciglio di un'autostrada. Josif dovrà proteggerlo dalle minacce esterne usando varie armi da fuoco. Chi sono i nemici? Pecore, militari, gente social e... Star Wars. Perché questa gente ce l'ha con il loro bambino? Giocate e lo scoprirete nello spassossimo finale a sorpresa (non vi preoccupate: Christmas Shotgun Defense dura cinque minuti).
Il secondo gioco è un altro browser game: Kroc Le Vilain, in cui vengono narrate le gesta di un boss di fine gioco, il Kroc del titolo, che decide di aiutare un eroe squallidissimo e molto debole a raggiungerlo, distraendo i suoi stessi servitori, per ucciderlo regalandogli un momento di gloria e facendogli compiere il suo destino. Anche qui potete dedicargli il poco tempo che dura, oppure potete solo provarlo e farvi giusto quattro risate.
Ma ora veniamo alla novità più interessante della settimana, ovvero il rilascio delle versioni Windows e Mac di Knytt Underground dello svedese Nifflas, perla uscita anche su PSN che merita di essere comprata e giocata e alla quale probabilmente dedicheremo un articolo più corposo. Nonostante la fama dei suoi titoli precedenti e nonostante Nifflas abbia già pubblicato altri giochi su Steam, Knytt Underground non ha potuto accedere direttamente al negozio virtuale di Valve e ora si trova nella bolgia di Greenlight. Aiutatelo a trovare una distribuzione migliore dell'attuale, visto che ormai i giocatori PC comprano solo su Steam e se non finisci lì muori povero.
Per il resto non abbiamo molto altro da segnalarvi, se non il primo trailer di Slender: The Arrival, horror in uscita su PC a inizio 2013, che vi proponiamo da qualche parte qui in giro. Sembra ben fatto, anche se è presto per dare giudizi. Torniamo a frustare il Rubbini.
La recensione della settimana
Locomalito si è fatto un nome nella scena indipendente per diversi motivi. Appassionato di giochi classici degli anni '80, gli unici che ritiene in grado di dargli la sfida che cerca, ha basato la sua produzione, rigorosamente freeware, proprio sull'idea di riproporre il gameplay di quegli anni attraverso giochi completamente nuovi, riprendendone anche lo stile visivo.
Da qui non è derivata una serie di produzioni di altissimo livello come l'eccezionale Hydorah, forse il miglior tributo agli sparatutto Konami degli anni 80 che sia mai stato prodotto, oppure l'Abbaye des Morts, arcade adventure che riprende le meccaniche di alcuni classici per computer a 8-bit. Se volessimo trovare due caratteristiche ricorrenti in tutti i suoi titoli, anche quelli molto diversi tra loro, sicuramente indicheremmo la cura certosina per ogni aspetto del gameplay e la romantica voglia di creare videogiochi che piacciano a lui stesso, prima che agli altri.
Maldita Castilla è il miglior clone di Ghosts'n Goblins che sia stato prodotto negli ultimi anni, superiore anche ai vari seguiti ufficiali pubblicati da Capcom su piattaforme mobile e console portatili varie. Il livello del gioco è talmente alto da essere degno della sua fonte d'ispirazione primaria. Sicuramente la sua grafica in pixel art non avrebbe sfigurato in una sala giochi. Per la perfezione assoluta mancano solo le mutande di Sir Arthur. Lo scopo del gioco è avanzare lungo gli insidiosi livelli uccidendo creature varie, combattendo contro i boss di metà e di fine livello e raccogliendo armi e oggetti speciali. I segreti non mancano, così come non manca la varietà tipica della serie Capcom, con mappe tutte diverse tra loro per ambientazione e situazioni. Dal canto nostro non possiamo che consigliarvi di giocarci, perché ne vale davvero la pena. Probabilmente uno dei migliori giochi indipendenti del 2012.
di Simone Tagliaferri
Titolo: Maldita Castilla
Sviluppatore: Locomalito
Distribuzione: Freeware
Sito di riferimento: Link
Download: Link
Da sapere per giocare al meglio: Dal sito ufficiale del gioco, di cui trovate un link poco sopra, è possibile scaricare del materiale extra come il manuale, la cover per DVD e alcuni poster. Volendo è possibile fare una donazione all'autore per ottenere ancora altri extra come screenshot esclusivi o la colonna sonora, oppure prenotare una copia fisica di questo e di altri titoli di Locomalito.
Nuovi punti vendita per Microsoft
Nel 2013 Microsoft ha intenzione di continuare a percorrere la "Apple way" aprendo sei nuovi negozi negli Stati Uniti. Il gigante di Redmond comincia ad avere tablet e telefonini da affiancare alle console nelle proprie vetrine e probabilmente presto vedremo aumentare ulteriormente la presenza di prodotti brandizzati Microsoft, tanto più che servono parecchi gadget per giustificare il mantenimento di una catena di ampi e lussuosi punti vendita. Apple i gadget li ha, e costano parecchio, ma la creatura di Bill Gates può contare anche su periferiche di altre compagnie che potrebbero confluire sotto l'icona di Windows 8.
D'altronde il sistema operativo è la bandiera della nuova Microsoft che punta a integrare console e PC con il goloso mercato dei prodotti di lusso. Ma non è detto che entrare nel terreno dominato da Apple sia la scelta vincente. Microsoft deve la propria posizione dominante al boom di Windows che deve ovviamente il proprio successo alla semplicità di utilizzo e alle strategie iniziali che hanno permesso una diffusione capillare del sistema operativo. Ma è stata la natura sufficientemente aperta del sistema operativo che ha arginato Linux nel corso degli anni. Chiudersi in un ecosistema blindato, eventualità temuta anche da diversi sviluppatori, potrebbe alterare la percezione del sistema Windows, rendendolo vulnerabile a una concorrenza, come Linux, che negli ultimi anni ha compiuto passi da gigante in relazione alla facilità di utilizzo. Ma in campo mobile Microsoft si è già trovata presa in contropiede da Android, con il sistema operativo di Google che ha superato iOS grazie a un ambiente aperto e installabile liberamente su centinaia di dispositivi. Eppure la compagnia di Redmond continua ad avere un vantaggio in questo territorio, non numerico ma tecnologico, grazie proprio all'integrazione di più sistemi che, se rimanesse aperta, consentirebbe a tablet e telefonini di sfruttare un database di applicazioni e videogiochi praticamente illimitato. In ogni caso gli store Microsoft sono ormai una realtà consolidata e presto, anche se una data non è ancora nota, dovrebbe sorgere anche un punto vendita inglese che aprirebbe la via alla colonizzazione dell'Europa. Resta da vedere se questi saranno la nuova versione dei vecchi negozi per PC o resteranno showcase per prodotti di lusso con qualche console a fare da arredamento.
L'invasione degli ultraneologismi
Anche per questa seconda notizia non ci riferiamo esclusivamente al mondo del PC. Ma d'altra parte oggi è sempre più difficile farlo se non si parla di schede video di punta. In ogni caso l'argomento, tirato in ballo da Gizmodo, coinvolge anche il buon vecchio computer e ci regala una bella classifica per concludere degnamente il 2012. Il fulcro del discorso è la cosiddetta bomba, conosciuta anche come sparata e cavolata galattica, che dovrebbe appartenere solo ai bambini ma che invece, come abbiamo scoperto dolorosamente crescendo, viene praticata quotidianamente anche dagli adulti. Quei cosiddetti grandi che, ci dicevano in gioventù, dovrebbero essere maturi, responsabili e onesti ma che, nelle vesti di presidenti e portavoce, cercano quotidianamento di intortarci con neologismi e tecnicismi usati a mo' di slogan. Per fortuna nell'universo della tecnologia i toni sono più leggeri di quelli dell'ambito economico, anche se ridere dell'ignoranza non è mai saggio.
Dunque ci limiteremo a sorridere di quelle che, secondo Gizmodo, sono le sparate, tutte accompagnate da una parola identificativa, più eclatanti del 2012. Si parte con il designer Apple Sir Jonathan Paul "Jony" Ive secondo cui gli iPhone 5 sarebbero prodotti con cura maniacale e sarebbero praticamente identici l'uno all'altro se non fosse per una manciata di micron. Ovviamente l'infinitesima piccolezza del micron rende implausibile un'affermazione del genere ma l'effetto pubblicità è garantito. Un qualcosa di simile, anche se in questo caso l'apparato percettivo umano è ancora in grado di rilevare le differenze, accade in relazione alla densità dei pixel degli schermi che secondo diversi produttori sarebbe un elemento rilevante per cambiare dispositivo portatile. Eppure l'ambito quotidiano ci mostra che una densità di punti decisamente inferiore a quella proposta negli attuali prodotti mobile è più che sufficiente per godere dei Blue Ray, per giocare in alta risoluzione e per lavorare sulla grafica. Fini pubblicitari li ha indubbiamente anche l'orribile neologismo phablet che tenta di dare un'identità a parte ai dispositivi da 5 pollici finendo per renderli ridicoli. La deriva generalista ha poi generato parole come hacktivist, un termine che è proliferato negli articoli informatici anche se la parola hacker, inizialmente relegata agli smanettoni, comprende già decine di definizioni tra le quali prevale proprio quella legata all'attivismo. Gizmodo condanna poi il brutto gusto del neologismo sext, ovvero text più sex, e la tendenza di appiccicare la parola cyber a qualsiasi argomento per renderlo più accattivante. Si va dal Cyber-attacco, che si rivela essere una semplice sbirciata di mail, per arrivare alle cyber-armi che, presumiamo, dovrebbero essere le applicazioni usate dai cyber-soldati per cyber-combattere la cyber-guerra dal cyber-pc. Ancora cyber-frastornati, trascuriamo volutamente la parola crowdfunding, visto che Gizmodo sembra voler attaccare più Kickstarter che il termine, mentre siamo indubbiamente d'accordo sull'assurdità del neologismo brogrammer (brother programmer) che dubitiamo venga usato correntemente. A quanto pare il grottesco termine dovrebbe descrivere i nuovi programmatori meno seri e più sociali, dinamici e allegri, ma è difficile che esseri umani tanto progrediti cedano a una classificazione quasi certamente imposta dai media o da qualche dirigente in vena di sparate.
di Mattia Armani