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Intervista a Shinji Mikami

Ma neanche un ombrellino piccolo piccolo...

RUBRICA di Paolo Simonazzi   —   05/05/2013

La serie Resident Evil è un brand di cui, nel bene e nel male, si è perso il controllo. Questo ovviamente non significa che non sia uno dei pilastri del Survival Horror, ma che in lui si intrecciano infiniti altri rimandi e sottintesi, stratificati da uno sfruttamento (al limite della prostituzione) molto allegro di vari media.
Quando vediamo il trailer di The Evil Within invece vediamo esattamente il cuore del manuale del survival horror: la casa spettrale, la gente fuori di testa, i demoni che si muovono come in brutto stop motion (che fa paura e nessuno sa perché). E' tutto by the book.
Ed era quello che volevamo?
Non lo so. La potenza di Resident Evil era che, a un certo punto, ti trovavi piombato in una specie di film di fantascienza in cui fare il tamarro. Non che gli zombie smettessero di fare paura, ma eri in una specie di universo parallelo che faceva storia a sé. Devo ancora trovare quel quid in più in The Evil Within.

Venite alla tana, sbaviamo e ci muoviamo trascinandoci. Tutte le mattine.

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Clicc...alle spalle! Alle spalle!
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