Terzo capitolo della fortunata saga ideata da Rocksteady, Batman: Arkham Origins rappresenta senza dubbio un punto di rottura rispetto ai precedenti due episodi: non solo perché si tratta di un prequel che va ad occuparsi di un uomo pipistrello nei primi anni della sua carriera da supereroe, ma soprattutto perché è in fase di sviluppo non presso il team originale (impegnato in un nuovo progetto) bensì negli studios di Warner Bros. Montreal. Approfittando della sua presenza in pompa magna all'E3 di Los Angeles, abbiamo dunque dato un'occhiata al titolo per vedere se il cambio di gestione può comunque far dormire sonni tranquilli agli appassionati della serie.
Tutti contro uno
Come annunciato in apertura, gli eventi di Batman: Arkham Origins hanno luogo nei primi anni di attività del cavaliere oscuro: il suo operato sta cominciando a dare seriamente fastidio ai criminali di Gotham City, e per questo motivo Black Mask mette una taglia sulla sua testa, la quale ovviamente diventa ben presto ambita da tutti i cattivi del circondario.
Batman si ritroverà così a lottare da solo contro tutti, una situazione già vista nei precedenti capitoli e che va di pari passo la scelta di non stravolgere il gameplay vincente di Arkham City, qui fedelmente riproposto da Warner Bros. Montreal con alcune meritevoli aggiunte e variazioni. La mappa di gioco vanterà una maggiore estensione grazie all'inserimento di una nuova area urbana, ma la navigazione dello scenario avviene con le stesse modalità viste nel prequel: Batman si muove dunque agilmente fra i tetti di Gotham planando con il suo mantello ed agganciandosi alle sporgenze con il rampino, decidendo liberamente se dedicarsi alle missioni principali o se girare la città alla ricerca di attività criminali minori da sventare. Sotto questo profilo, gli sviluppatori hanno voluto aggiungere più carne al fuoco, aumentando il numero di eventi casuali che avvengono fra le vie di Gotham e differenziandone la gravità: Batman può dunque imbattersi nelle richieste di soccorso più variegate, che vanno dalle aggressioni personali alle rapine in banca, con conseguenti modifiche sulla difficoltà dell'intervento e sulla relativa ricompensa in termini di punti d'esperienza.
Anche fra le tipologie di nemici c'è qualche nuova entrata, e nella demo che abbiamo giocato all'interno dello spazio privato dello stand Warner ci siamo imbattuti in due nuovi scagnozzi: un energumeno dotato di armatura che andava dapprima stordito e poi riempito di pugni ed un esperto di arti marziali capace di replicare con rapide contromosse agli attacchi di Batman. I sistemi di controllo e di combattimento ci sono apparsi sostanzialmente invariati rispetto ad Arkham City, ma questo è tutto tranne che un elemento negativo; qualche novità comincia invece a trapelare per ciò che riguarda i gadget, e nella demo era possibile usare un artiglio attivabile a distanza che poteva essere sfruttato nei modi più disparati, sia per far scontrare due elementi fra di loro (siano essi due avversari, oppure un nemico ed un barile esplosivo e così via) sia per tendere delle funi sulle quali Batman poteva poi camminare. Continuando sul fronte delle aggiunte, Batman: Arkham Origins potrà vantare una modalità detective resa significativamente più profonda, della quale abbiamo avuto palpabile testimonianza nel corso della demo. Dovendo analizzare la scena dello schianto di un elicottero, il cavaliere oscuro ha inviato i dati al Bat-computer che ha realizzato in pochi attimi una simulazione virtuale dell'incidente:
analizzandola da diverse angolazioni, siamo stati in grado di individuare tutta una serie di indizi che ci hanno portato a capire i motivi del disastro, in un processo decisamente più stimolante e spettacolare rispetto alle soluzioni più semplici adottate nei precedenti episodi. Nonostante le piacevoli novità emerse nel corso della nostra sessione di gioco, è evidente come Batman: Arkham Origins non punti ad offrire un'esperienza ludica troppo distante dai lavori di Rocksteady: una conferma in tal senso arriva anche dalla presenza delle missioni secondarie di Anarky, personaggio che di fatto va a prendere il posto che fu dell'Enigmista in Arkham City. Qualche nota finale sulla realizzazione tecnica, anch'essa evidentemente non troppo distante dai parametri registrati dal prequel: animazioni e modelli poligonali si confermano eccellenti, così come la rappresentazione di Gotham, mentre le sequenze d'intermezzo hanno dato sfoggio di un taglio marcatamente più cinematografico che non può che far piacere.
CERTEZZE
- Gameplay roccioso
- Qualche gradevole aggiunta
- Taglio più cinematografico
DUBBI
- Non sembra cambiare molto da Arkham City
- Qualità della trama ancora tutta da scoprire