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Avventura per soli uomini

Scopriamo una delle avventure più discusse della storia dei videogiochi, definita dallo stesso autore come la più gay di sempre

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   20/11/2013

Per scrivere questa recensione eravamo partiti da un concetto molto semplice e facilmente condivisibile: My Ex-Boyfriend The Space Tyrant raccoglie moltissimi stereotipi della cultura gay, al punto da non fare un grosso servizio alla stessa, proponendoli in modo didascalico e, in un certo senso, macchiettistico.

Avventura per soli uomini

Poi, parlandone con una ragazza bisessuale, l'intero castello critico, invero piuttosto fragile, è crollato. Ci è stato fatto notare che l'abuso di stereotipi è tipico del mondo dei videogiochi. I Call of Duty e i Battlefield non fanno ampiamente uso degli stereotipi del mondo militare? Oppure qualcuno potrebbe pensare che siano dei simulatori di ciò che la guerra è in realtà con tutte le sue sfaccettature, anche le più drammatiche? E i The Witcher non stereotipizzano le donne fino al punto da renderle dei puri oggetti sessuali? Eppure nessuno se n'è lamentato più di tanto e, anzi, molti hanno esaltato in più modi il lato godereccio del buon Geralt di Rivia, anche se a volte le sue avventure più che epiche sembrano essere uscite da un film pecoreccio. Insomma, perché gli stereotipi gay di My Ex-Boyfriend The Space Tyrant dovrebbero essere considerati un punto negativo mentre quelli virili di un God of War qualsiasi vengono di fatto esaltati senza comportare nulla a livello di giudizio? E il gioco dell'anno, Grand Theft Auto V, non è il più grande contenitore di stereotipi machisti della storia dei videogiochi? Il nodo della questione è tutto qui: perché abbiamo notato e siamo stati colpiti dagli stereotipi gay di My Ex-Boyfriend The Space Tyrant, mentre giornalmente fruiamo di videogiochi (e non solo) pieni di stereotipi spesso ben più palesi e banali che non ci fanno né caldo né freddo? Perché è impossibile restare indifferenti davanti all'abbigliamento succinto dei protagonisti maschili del titolo di Up Multimedia, mentre ogni momento ci passano sotto gli occhi eroine svestite e non diamo minimamente peso alla cosa, se non quando ci viene fatto notare in tono polemico da qualcuno esterno al settore?

Scopriamo My Ex-Boyfriend the Space Tyrant, l'avventura grafica più gay della storia

Il gioco

My Ex-Boyfriend The Space Tyrant è un'avventura mediocre. Su questo c'è poco da discutere. Gli enigmi non sono granché e sono davvero facili da risolvere, mentre aspetti come animazioni e colonna sonora sono di bassa qualità, probabilmente anche per via dei valori produttivi non proprio alle stelle. I disegni dei personaggi non sono malvagi, ma la stessa qualità, garantita da un disegnatore gay abbastanza apprezzato, non è stata mantenuta per tutti gli elementi.

Avventura per soli uomini

Anzi, in alcuni casi ci troviamo di fronte a del materiale rozzo e malformato che si fa notare in negativo, soprattutto nelle decorazioni. Dal punto di vista stilistico che dire? Basta tornare mentalmente al paragrafo precedente e raccontare che sullo schermo si alterneranno tanti Shepard in abiti succinti, ossia uomini di bell'aspetto dal fisico pronunciato, ma sessualizzati per piacere al pubblico gay, per rendere chiaro il concetto di fondo che lo regge. Sull'interfaccia c'è poco da dire, soprattutto se avete già giocato a un'avventura grafica negli ultimi dieci anni. In breve, puntato un hot-spot, con il tasto sinistro del mouse ci si interagisce, mentre con il destro lo si esamina. Alcuni oggetti possono essere raccolti e richiamati dall'inventario per essere usati su altri. Ovviamente non mancano lunghi dialoghi con i numerosi personaggi (più di quaranta in totale) non giocanti sparsi per le schermate. I testi sono spesso basati sui doppi sensi e su ammiccamenti al tema portante di tutta l'avventura: il sesso. Insomma, non fosse stato per i contenuti e, soprattutto, per l'ignoranza dimostrata da molti videogiocatori, è probabile che My Ex-Boyfriend The Space Tyrant sarebbe passato inosservato come videogioco in sé. Ma questo è uno di quei casi in cui è proprio il gioco in sé a essere messo in secondo piano dal contesto che ne ha generato la fama.

Il caso

Come ha scritto un utente su un forum, acquistare My Ex-Boyfriend The Space Tyrant non è una mera scelta videoludica, ma una presa di posizione sulla realtà e sulla cultura imperante, soprattutto dopo le folli reazioni che hanno accolto non tanto il prodotto finito, quanto l'idea che potesse essere realizzato un gioco gay. Sin dal momento della comparsa su Kickstarter è iniziato un vero e proprio fuoco di sbarramento contro il titolo di Up Multimedia. Ovviamente non è possibile riportare la mole di commenti omofobi che sono stati lasciati in ogni luogo virtuale dove ha fatto la sua comparsa, Steam Greenlight compreso.

Avventura per soli uomini

Addirittura sono stati intrapresi veri e propri appelli a Valve per impedirne la pubblicazione sulla sua piattaforma di digital delivery e per chiederne la cacciata da Greenlight stesso (e qui ci sarebbe piaciuto che Valve avesse acceso automaticamente la luce verde a My Ex-Boyfriend The Space Tyrant, proprio in risposta a queste persone, visto che è evidente come da solo non riuscirà mai a farcela per colpa del boicottaggio ancora in corso). Insomma, la maggior parte delle critiche non si sono impegnate ad attaccarlo per il suo gameplay, o per le sue meccaniche, ma si sono limitate a metterne in discussione l'esistenza stessa per la cultura che vuole scientemente rappresentare. In un certo senso siamo di fronte più a un caso sociale, discusso anche al di fuori dell'industria, che a uno meramente videoludico, in cui a essere oggetto di dibattito è la possibilità che anche altre culture portino nel mondo dei videogiochi i loro stereotipi senza essere discriminate e senza vedere iniziare crociate assurde. Invece pare che per molti l'unica cultura che debba essere rappresentata è quella super eroico machista di massa, appartenente alla sfera eterosessuale. Tutto il resto deve essere normalizzato e letto da quella prospettiva, con i gay ridotti, quando va bene, a simpatiche macchiette da usare per arricchire il cast di qualche picchiaduro a incontri o per caratterizzare, dandogli tratti femminili, personaggi comunque ameni rispetto agli standard. Quando invece un'avventura come My Ex-Boyfriend The Space Tyrant vuole prendere sul serio e rappresentare la cultura gay con un immaginario che gli sia più vicino e attinente, allora molti si stracciano le vesti scandalizzati, dimostrando nei fatti una debolezza di carattere estrema e la necessità di affermare la propria identità sessuale in modo plateale, proprio lì dove probabilmente l'inconscio spinge nella direzione contraria.

E il voto?

Avventura per soli uomini

Come giudicare My Ex-Boyfriend The Space Tyrant? Come avventura grafica? Allora la stroncatura sarebbe certa. Come prodotto coraggioso di rottura rispetto alla cultura imperante? Allora dovremmo considerarlo come un prodotto importante e dargli il rilievo che merita. Come un caso sociale che ha messo in luce alcuni punti oscuri della cultura videoludica tout court? Allora non avrebbe senso valutarlo con un voto, ma avrebbe molto senso parlarne e parlarne ancora. Ci rendiamo conto che il nostro è un punto di vista parziale e discutibile e che, probabilmente, se l'oggetto della recensione fosse stato un film o un romanzo sarebbe stato pesantemente stroncato dalla comunità gay stessa per i suoi contenuti fin troppo stereotipati. Ma qui il punto è un altro, e proprio tenendo in considerazione tutte le questioni che un prodotto videoludico del genere è in grado di sollevare, abbiamo preferito abdicare e non assegnare un voto alla fine della recensione.