Forse non tutti si ricordano di Drakengard, Drag-On Dragoon in patria, e di quello che rappresentò, seppur a posteriori, per il mercato videoludico all'inizio del 2000.
Nato da una costola della società appena formatasi nella fusione di SquareSoft e Enix, Drakengard era il figlio di quella volontà di sperimentare che da lì poco sarebbe stata stritolata dalla necessità di guadagni facili e sicuri e dalla sicurezza dei brand famosi e della sequelizzazione. Non aiutava certo il fatto che Drakengard, e poi il suo seguito Drakengard 2, fossero giochi abbastanza mediocri, spinti unicamente dal medesimo e intrigante leitmotiv: un eroe accompagnato da un drago in lotta contro un impero di malvagi. Ciò nonostante, riuscirono a ritagliarsi una fetta di utenti affezionati, più che altro grazie alle scelte coraggiose in termini di narrativa che rendevano le loro trame tra le più adulte e sorprendenti sul mercato. Una tradizione continuata poi da NieR, che nel 2010 si fece dei proseliti per la sua trama sconvolgente: è curioso il fatto che NieR, in effetti, sarebbe dovuto essere Drakengard 3 e che oggi il suo producer e quello dei primi due Drakengard stiano lavorando insieme a questo nuovo progetto.
Drakengard 3 potrebbe essere il ritorno di Square Enix al coraggio che la contraddistingueva anni fa
Il sequel che non è un sequel
Drakengard 3, oltretutto, non è un vero e proprio sequel, ma un prequel del primo Drakengard in quanto è ambientato in un'epoca imprecisata antecedente all'avventura di Caim e del suo drago Angelus. Il modo in cui si intrecciano le storie dei due - ora tre - Drakengard e di NieR è sempre stato abbastanza confuso: non per Drakengard 2, in effetti, che si svolgeva vent'anni dopo Drakengard, mentre le basi per NieR erano state gettate da uno dei finali alternativi di Drakengard.
Da questo punto di vista, forse sarebbe stato saggio approfittarne per concepire un altro spin-off e scrollarsi di dosso ogni responsabilità; tuttavia, non è così che funziona il mercato oggigiorno. "Il fatto che i giocatori conoscano un certo titolo per noi è un grande vantaggio", spiega però il producer Takamasa Shiba. "Quando si sviluppa una nuova proprietà intellettuale, bisogna introdurla ai giocatori. Ma quando si lavora a un sequel, ci si può concentrare sulle aspettative dei fan del gioco precedente e tradirle un pochettino... e il signor Yoko sa bene come tradire le aspettative dei giocatori". Taro Yoko è il direttore creativo di Drakengard 3 e l'ex producer di NieR: lui e Shiba stanno lavorando insieme, ma non perdono occasione per punzecchiarsi amichevolmente a vicenda. Dopo tutto, li unisce l'aver creato insieme un vero e proprio universo. "Il punto è che stiamo sviluppando il nuovo Drakengard chiedendoci cosa ne pensino i fan dell'originale e cosa sia Drakengard per loro", chiarisce Shiba. "Speriamo che non vedano l'ora di scoprire com'è Drakengard per noi oggi, a dieci anni di distanza dal primo". I fan di cui parla Shiba non temano, perché Drakengard 3 a quanto pare non si discosterà poi così tanto dalla formula originale, riproponendo il binomio formato dal drago e dal suo cavaliere che si oppone da solo a interi eserciti nemici.
Nei Drakengard originali il gameplay si suddivideva essenzialmente in due fasi, una a piedi e una in volo. All'epoca, il team di sviluppo Cavia si era fortemente ispirato ai Musou di Tecmo Koei: sembrava una buona idea, non potevano certo immaginare che nei dieci anni successivi avrebbero generato cloni a bizzeffe. L'idea funzionava, ma Cavia non era riuscita a tradurla bene in termini di gameplay, col risultato che le due fasi di gioco non apparivano coese come avrebbero dovuto. "Per Drakengard 3 ci siamo concentrati molto sul combattimento aereo. Nei giochi precedenti non si poteva neppure cavalcare il drago mentre si era a terra: quando si saliva in groppa si spiccava il volo e si attaccava dall'alto", spiega Shiba. "Questa volta invece si può cavalcare il drago anche a terra, ma non solo: si può anche combattere a piedi mentre il drago ci segue e combatte insieme a noi. Si può fare molto altro". E poi, ovviamente, con Yoko al timone non bisogna sottovalutare l'influenza di NieR. "In Drakengard 3 si può cambiare arma al volo. Noi chiamiamo questo sistema 'storia delle armi', perché ogni arma racconta una storia diversa e più si potenzia e più si scopre la sua storia". Una spiegazione un po' criptica, bisogna ammettere: per saperne di più probabilmente dovremo giocarci.
A girl and her dragon
Ricapitolando: Drakengard 3 si svolge prima di Drakengard e da quanto è palesato della trama finora - ben poco, in effetti - i collegamenti con il gioco originale sembrano essere più che altro il mondo e il rapporto che si può instaurare con i draghi. Yoko ha promesso anche dei collegamenti con NieR che chiariranno alcuni punti oscuri di quella trama, ma ha tenuto la bocca ben cucita a riguardo. A sorpresa, la protagonista sarà una donna: si chiamerà Zero e apparterrà a una casta di essere soprannaturali, gli Intoner, che erano scesi dal cielo per sedare le guerre che stavano distruggendo il pianeta.
Oggi Zero sta dando la caccia alle sue cinque sorelle per ragioni che si scopriranno solo giocando, accompagnata da un eterogeneo gruppetto che conta, tra gli altri, un ragazzino ossessionato dalla morte e un vecchio satiro. Vien da pensare che il nuovo team creativo di Access Games ci sia andato giù pesante... "In realtà abbiamo cercato di mantenere un buon equilibrio tra i momenti cupi e quelli comici della storia", rivela Shiba. "L'atmosfera è drammatica, ma non abbiamo voluto scrivere una storia troppo tetra e abbiamo aggiunto molte scene in cui ci sarà da sbellicarsi dalle risate". I creatori di Drakengard e di NieR sono diventati piuttosto famosi per le loro trame adulte e provocatorie che mischiano violenza e sesso: basti pensare al fatto che Furiae, la sorellina di Caim nel primo gioco, fosse innamorata di suo fratello, e i giocatori di NieR rammenteranno Kainé, il personaggio intersessuale. A quanto pare la storia si ripeterà con Drakengard 3 poiché, a quanto pare, sarà proprio il sesso a legare alcuni personaggi. Ultimamente si parla spesso del ruolo della donna nei videogiochi, e quello di Zero sembra proprio un personaggio molto forte sul quale sarà facile polemizzare. "Abbiamo tratteggiato la protagonista con cura, e il sesso sarà discusso più nei dialoghi che con le azioni", anticipa Shiba. Il problema è che Drakengard era stato fortemente censurato in fase di localizzazione per l'Occidente: alcune vicende a dire il vero erano veramente estreme - si pensi al fatto che Leonard era pedofilo e che Arioch divorava i bambini - ma le censure apportate avevano reso incomprensibili alcuni passaggi della trama.
Sono passati tanti anni, ma il timore che la storia si ripeta, insomma, è più che lecito. "Non abbiamo intenzione di apportare alcuna modifica alla nostra storia", afferma Yoko, "ma ci penseremo, nel caso proprio non vada bene per alcuni Paesi". Da questo punto di vista, sembra chiaro che la scelta di dare a Mikhail, il drago di Zero, la voce e la forma di un bambino non sia stata casuale, e getta nuova luce sul tipo di storia che è stata scritta per questa nuova avventura. Sembra proprio di aver fatto un salto nel passato, di essere tornati all'alba della scorsa generazione quando PlayStation 3 e Xbox 360 erano ancora "next gen", quando si sperimentava e si tentavano nuove strade in un media con il quale nessuno pare più voler scommettere. "Ultimamente si fanno sempre meno giochi per l'utenza di una volta. A un certo punto qui in Square Enix ci siamo chiesti: ma che stiamo facendo? Siamo giocatori anche noi, proprio come quelli che ci appoggiano e che comprano i nostri giochi. Loro trascorrono il loro tempo a giocare i nostri titoli; il minimo che possiamo fare è andare contro corrente e fare i giochi che vorrebbero loro. Ecco come abbiamo deciso di fare Drakengard 3".