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Che bocca grande che hai!

Finanziato con successo su Kickstarter, Woolfe: The Red Hood Diaries reinterpreta la fiaba di Cappuccetto Rosso

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   01/09/2014

La moda di ridisegnare i contorni di una fiaba utilizzando elementi dark non è nuova, specie in ambito cinematografico; ma sul fronte videoludico è stato probabilmente American McGee's Alice a inaugurare questo genere di produzioni, nello specifico reinventando la storia di "Alice nel Paese delle Meraviglie" e trasformandone i personaggi in qualcosa di profondamente diverso rispetto alle intenzioni di Lewis Carrol.

Che bocca grande che hai!

Gli sviluppatori di GRIN Gamestudio, team belga che nulla ha a che fare con l'omonima - e defunta - software house svedese, hanno pensato bene di portare su Kickstarter il progetto di un action platform in cui vestiamo i panni di... Cappuccetto Rosso. Non quella delle fiabe, chiaramente, ma una sua versione adulta e speculare, che si muove all'interno di un contesto techno-fantasy ed è determinata a vendicare la morte di suo padre, un ingegnere delle Woolfe Industries scomparso in seguito a quello che l'azienda ha definito uno sfortunato incidente. Red Hood viene però a sapere che le cose sono andate diversamente, che suo padre aveva scoperto qualcosa di losco nelle operazioni della corporazione di proprietà di B.B. Woolfe, e così decide di addentrarsi in una serie di insidiosi scenari per ottenere giustizia. Una premessa stuzzicante, a maggior ragione dopo aver dato un'occhiata agli artwork che hanno accompagnato la campagna per il finanziamento del gioco e che hanno senza dubbio contribuito in modo sostanziale alla raccolta fondi, che come da previsioni ha superato il traguardo dei 50.000 dollari con un discreto margine. Ebbene, abbiamo avuto modo di provare la versione alpha di Woolfe: The Red Hood Diaries, ed ecco le nostre sensazioni.

Abbiamo provato Woolfe: The Red Hood Diaries, affascinante reinterpretazione di Cappuccetto Rosso

Lupo ululà, castello ululì

Realizzata in occasione della GamesCom di Colonia, la demo messa a punto dagli sviluppatori di GRIN Gamestudio mostra tre differenti scenari che saranno presenti nel gioco e ci introduce alle meccaniche che caratterizzeranno il gameplay, fatte di sezioni platform, enigmi ambientali e combattimenti.

Che bocca grande che hai!

La protagonista dell'avventura, Red Hood, imbraccia una scure e non si fa alcun problema a utilizzarla, che si tratti di spaccare delle casse o il cranio dei suoi nemici; per lo più di natura artificiale, come i soldati-robot presenti in uno degli stage. Il primo livello della versione dimostrativa è ambientato in un'area sotterranea delle Woolfe Industries, priva di avversari da contrastare ma con una serie di meccanismi potenzialmente letali che avremo il compito di disattivare: getti di vapore incandescente, scarichi di terriccio e melma, pannelli elettrificati e vasche piene di liquami tossici. Il movimento del personaggio è libero da vincoli, in teoria, ma in realtà si percorrono spesso e volentieri tratti in orizzontale e in "profondità" che consentono di raggiungere gli interruttori predisposti al blocco delle trappole. Gli enigmi ambientali che abbiamo sperimentato in questo livello ci sono sembrati in verità debolucci e terra-terra, dunque speriamo che nella versione finale del gioco ci si possa imbattere in qualcosa di più elaborato e significativo. A preoccupare, però, è soprattutto la mancanza di "peso" di Red Hood, che spicca ampi balzi (anche in corsa, laddove possa servire) senza però restituire la sensazione di fisicità propria dei platform di qualità. E così tutto sembra un po' troppo "etereo"...

Cala la scure

Gli stessi problemi riscontrati nell'ambito dei movimenti della protagonista affliggono purtroppo anche il sistema di combattimento, che viene accennato in uno dei tre livelli della demo ma, anche qui, senza convincere. Manca una valorizzazione degli impatti, i colpi di scure di Red Hood "scivolano" sui nemici che, dal canto loro, non fanno neppure molta resistenza.

Che bocca grande che hai!

Insomma, stiamo parlando di un'alpha e dunque non è il caso di fasciarsi la testa, ma è chiaro che gli sviluppatori dovranno lavorare da qui all'uscita del gioco per migliorarne la "fisicità". Anche perché, ribadiamo, dal punto di vista artistico Woolfe: The Red Hood Diaries è accattivante, mette in campo un'interpretazione alternativa di Cappuccetto Rosso che colpisce per lo stile e per i colori utilizzati, ma da sola non può bastare a reggere il peso dell'intera esperienza. Esperienza che anche negli altri stage della versione dimostrativa restituisce una sensazione di eccessiva leggerezza, come quando bisogna attraversare alcune zone di una foresta ben poco accogliente oppure quando ci si intrufola nei corridoi delle Woolfe Industries, nello specifico là dove si lavorano i metalli e dunque non mancano liquidi incandescenti e ulteriori insidie a rendere il cammino difficoltoso. In conclusione, confermiamo la bontà del prodotto targato GRIN Gamestudio per quanto concerne il profilo tecnico ed artistico, mentre vogliamo attendere quantomeno una beta per capire se gli sviluppatori riusciranno o meno a valorizzare i movimenti della protagonista e il sistema di combattimento, nonché a costellare la sua affascinante avventura di enigmi ambientali man mano più complessi e impegnativi.

CERTEZZE

  • Artisticamente affascinante
  • Setting dal grande potenziale

DUBBI

  • Gameplay attualmente inconsistente
  • Enigmi della demo piuttosto banali
  • Sistema di combattimento da migliorare