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Outré Videogames

Playing The Game ci mostra che non si vive di soli titoli mainstream!

SPECIALE di Matteo Santicchia   —   14/12/2014
Outré Videogames

Quando pensiamo ai videogiochi di questi tempi la nostra mente viaggia sin troppo spesso verso nerboruti marine armati fino ai denti, donzelle pettorute che affrontano draghi vestite di striminziti bikini in cotta di maglia, o al massimo baffuti idraulici che saltano in testa a funghi antropomorfi al grido di un italianissimo "mamma mia!" Una visione ristretta e terribilmente stereotipata, che spesso nei rari servizi della TV generalista viene ancora accompagnata dall'onnipresente waka-waka di Pac Man. Ma come gli appassionati sanno, e per appassionati ormai non intendiamo più una ristretta cerchia di "smanettoni", accanto al mercato mainstream c'è un movimento alternativo sempre più florido e soprattutto sempre più visibile, grazie non solo alla storica apertura del mondo PC, ma anche alla svolta dei tre big del mondo console, che negli ultimi anni hanno spesso dato briglia sciolta agli sviluppatori indipendenti, offrendogli "asilo" ma anche spesso generosi finanziamenti. Hanno capito insomma che le migliori menti indipendenti possono essere una vera boccata d'ossigeno (e di fantasia) per un mercato globale troppo timoroso di lanciarsi verso territori inesplorati.

Videogiochi indipendenti parto di menti fantasiose: questo è Outré Videogames

Territori inesplorati

Il 30 novembre a Milano, presso Santeria, Playing The Game, piattaforma interdisciplinare che da anni indaga il rapporto tra videogiochi, arti e culture, ha presentato Outré Videogames, per celebrare proprio queste menti, grazie alle quali il videogioco ha saputo deragliare verso forme e tematiche insolite, poco conosciute dal grande pubblico. Si è spaziato da singolari titoli sviluppati nei decenni precedenti fino agli esperimenti più curiosi appartenenti alla scena indipendente mondiale. Tra i tanti titoli presentati grande spazio è stato dato alla scuola giapponese.

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Tra questi Astro Robo SASA, che nonostante abbia quasi trenta anni riesce ancora a divertire grazie alla sua visione parodistica dell'immaginario tipico dei robot del Sol Levante. Ma non possiamo certamente dimenticare le venti candeline di Deae Tonosama Appare Ichiban, un gioco che definire irriverente ed eccentrico è poco, visto il suo traboccante umorismo, gli elementi omoerotici e i riferimenti al Giappone medievale. Ma forse ancor più strano è il titolo realizzato da Joji Tani, maestro degli effetti speciali con alle spalle collaborazioni del calibro di Predator, Society e Nightmare. A lui dobbiamo Paranoia Scape, che unisce i flipper allo splatter horror. Non male come accostamento. Ma senza dubbio è da intendere come horror, vista la paranoia tutta giapponese per i ritardi dei mezzi pubblici, anche Tokyo Bus Guide, dato che ci dà la possibilità di guidare un autobus stando attenti alle fermate e ai bisogni del passeggeri. Abbandonando l'estremo oriente tra i giochi indipendenti mostrati hanno fatto bella mostra di se anche l'americano Windosill, un'insolita avventura onirica nel mondo dei giocattoli e il francese Even The Stars che quest'anno ci ha mostrato il viaggio senza meta del giocatore verso le profondità dell'universo. Come dire, eccentrici, indipendenti e ricchi di fantasia.

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Inoltre durante la serata è stato presentato il catalogo dell'evento svoltosi lo scorso 23 ottobre negli spazi di Pirelli HangarBicocca in occasione dell'apertura di Milan Games Week 2014. Qui Playing The Game ha proposto una selezione dei migliori giochi d'avanguardia degli ultimi trenta anni. Il catalogo contiene le schede dei giochi indie selezionati, le interviste esclusive ai loro creatori, personaggi del calibro di Alex Kriss (Progression), ceMelusine (ΘRΑΩLE), Davey Wreden (The Stanley Parable), Ed Key (Proteus), Richard E. Flanagan (Fract OSC), Sander van der Vegte (Autopret), Tale of Tales (The Graveyard) e una selezione dei migliori testi critici raccolti attraverso un bando internazionale, con personalità di spicco come Stephanie Vie, Professoressa Associata di Scrittura e Retorica dell'University of Central Florida, Francesco Tenaglia, giornalista e curatore italiano, Michelle E. Ouellette & Marc A. Ouellette, coppia di educatori, già autori del saggio Married, with children and an XBox: Compromise in Video Game Play e Claudio Musso, docente, critico d'arte e curatore indipendente.

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Ma senza dubbio l'aspetto più importante della manifestazione presso Santeria è stata la possibilità da parte dei presenti di provare tutti i giochi presenti nel catalogo, non solo le "stranezze" made in Japan. Tra questi Fract OSC, un'avventura d'esplorazione incentrata sulla musica e sull'ascolto dei suoni e The Stanley Parable, uno dei titoli indipendenti di maggior successo degli ultimi anni che che riflette sulle consuetudini e sulle classiche strutture dei videogiochi, ma anche la storica avventura grafica Myst, il pionieristico Creatures in grado di codificare organismi di vita artificiale tramite una simulazione neurologica dettagliata e il classico dei classici The Secret of Monkey Island. Ma anche l'olandese Autopret, una simulazione di guida presentata da Playing The Game in anteprima esclusiva, dove è il giocatore a stabilire, ehm, le regole del gioco. Anche dalle nostre parti c'è quindi voglia di videogiochi indipendenti, c'è voglia di spaziare con la fantasia e l'immaginazione oltre i confini angusti dell'industry. Outré Videogames di Playing The Game ne è stata quindi la tangibile risposta.

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