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San Francisco si tinge di ID@Xbox

Un'occasione in cui scoprire i migliori indie in uscita su Xbox One da qui al prossimo anno

SPECIALE di Antonio Jodice e Umberto Moioli   —   06/03/2015

Anche quest'anno, subito prima dell'inizio delle conferenze più importanti, Microsoft ha organizzato un incontro alla GDC per presentare i titoli più importanti nei prossimi mesi del programma ID@Xbox. Alcuni titoli già li conoscevamo, altri sono stati vere e proprie sorprese e, se è vero che i più importanti come Cuphead e Game 4 li abbiamo trattati a parte, abbiamo deciso di raccogliere in uno speciale tutti quelli, tra gli oltre 20 presenti, che ci sembrava giusto dovervi segnalare. La qualità media di questi titoli nel giro di un anno è salita vertiginosamente e alcuni di questi sono autentiche sorprese. Buona lettura!

Beyond Eyes

Il titolo più insolito tra tutti quelli proposti senza dubbio. Beyond Eyes è frutto del lavoro di una sola ragazza che per due anni e mezzo ha fatto di tutto dal codice base di Unity, alla grafica, il sonoro e al gameplay. Un anno fa è riuscita a proporre il suo gioco a Team 17 che hanno accettato di aiutarla a chiudere il progetto e a pubblicarlo in digital delivery entro il 2015 su PC e Xbox One. La storia è quella di una bambina cieca, anche se non dalla nascita, che vive per anni in una casa al sicuro da qualsiasi pericolo in compagnia di un gatto che all'improvviso sparisce senza lasciare traccia.

San Francisco si tinge di ID@Xbox

La ragazza, a quel punto, esce di casa alla ricerca dell'animale e il gioco è il racconto della sua scoperta del mondo e del raggiungimento della sua maturità attraverso la paura e il buio, che però è rappresentato da un'unica immensa macchia bianca che si colora via via che la ragazza lo attraversa e si avvicina alle cose e agli animali che lo popolano. Non si muore in Beyond Eyes, al massimo ci si spaventa e la ragazza si stringe tremante tra le braccia camminando più lentamente e desaturando la visione del mondo tutto intorno. Ci sono scelte davvero brillanti di design nel gioco se è vero che il mondo intorno alla bimba è un continuo sovrapporsi tra le figure che associa ai rumori tutto intorno, figure che risalgono a quei pochi anni in cui ancora era in grado di vedere. Ecco quindi che il ticchettio che associa al picchio che popolava il giardino di casa sua quando era piccola, si trasforma appena si avvicina nel segnale per non vedenti di un semaforo su una strada affollata ed è qui che la piccola si stringe al lampione del semaforo impaurita e incapace di avanzare. È così che il fruscio di una serie di panni tesi al vento, si trasforma in realtà negli stracci di uno spaventapasseri, circondato da corvi, che la ragazza non conosce, e che cominciano a strillare impaurendola e costringendola a evitarli per riuscire a proseguire nella sua esplorazione. Un titolo creativo nel significato più puro del termine che durerà non più di tre ore ma che senz'aoltro merita approfondire.

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Alla GDC 2015 Microsoft ha presentato tutti i giochi indie più interessanti in uscita per Xbox One

Earthlock: Festival of Magic

Sviluppato nel corso degli ultimi tre anni da un team di otto persone, Earthlock uscirà il prossimo autunno su PC e Xbox One usando Unity come base tecnologica. Il gioco racconta la storia di un pianeta che smette di ruotare e che finisce per essere diviso in due: un emisfero sempre alla luce del giorno, mentre l'altro resta condannato a una notte eterna. I protagonisti dovranno scoprire cosa sia successo ed eventualmente metterci una pezza.

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Earthlock è veramente ben realizzato, da l'impressione di essere una versione occidentale di meccaniche tipicamente nipponiche con un sistema di combattimento mutuato dai Final Fantasy e dai Tactics Ogre per chi se li ricorda, ovvero combattimenti a turni con pattern e abilità da combinare tra i diversi personaggi. Ce ne sono otto e due per volta possono essere portati in battaglia contemporaneamente. C'è una world map interamente poligonale dai toni morbidi che virano all'acquarello e che ricordano, con le dovute ed estreme distanze, quanto visto in titoli come Ni no Kuni. Interessante è anche la struttura a episodi che ne prevede tre da completare, solo per la quest principale, in un tempo che va dalle cinque alle otto ore, mentre per terminare anche tutte le quest secondarie si potrà arrivare anche fino a quaranta ore totali L'altro carattere distintivo è che i tre episodi saranno autoconclusivi e potranno essere giocati in maniera indipendente e a prescindere dall'averli comprati tutti.

Shadowblade Reload

Shadowblade Reload è uno dei giochi più belli presentati all'evento di Microsoft per annunciare questa seconda ondata di giochi in arrivo su Xbox One. Frutto del lavoro di un anno e mezzo di dieci persone è un action platform che è chiaramente un omaggio al primo Shinobi di Sega e ai primi Ninja Gaiden bidimensionali di Tecmo. La grafica è bidimensionale, ma ovviamente realizzata in poligoni gira a 1080p e a 60 fotogrammi al secondo. Morbido e spettacolare nella sua semplicità, ha un combat system piuttosto complesso che alterna mosse in mischia ad armi da lancio come gli shuriken e combinazioni ultra sanguinolente e dinamiche visto che il protagonista, che ricorda molto da vicino Deadpool, può arrampicarsi e saltare su qualsiasi parete, usandola per attaccare i nemici. Ci sono oggetti collezionabili sparsi per ogni livello che servono per realizzare punteggi più alti e per comprare oggetti dei quali, però, sappiamo ancora poco. Ci saranno ben sette livelli con altrettante ambientazioni introdotte da scene di intermezzo realizzate con sequenze di tavole da fumetto realizzate davvero con estrema cura. Il gioco uscirà per PC e dovrebbe essere uno dei primi a passare su Xbox One grazie al programma delle Universal App. L'aspetto più interessante è che ci saranno ben tre livelli di difficoltà che si differenzieranno non solo per l'aggressività dei nemici ma anche per il level design così che per ognuno dei livelli ci saranno 60 diversi layout di piattaforme e corridoi. Uno dei giochi più efficaci in arrivo per gli amanti del pad e dei giochi impegnativi.

Submerged

Submerged dovrebbe uscire entro quattro mesi su PC, Xbox One e PlayStation 4 è un titolo molto interessante sviluppato nel corso dell'ultimo anno da un team di sei sviluppatori utilizzando l'Unreal Engine 4. Ricorda molto da vicino certa letteratura steampunk o romanzi come Il Mondo Sommerso, ma l'idea è nata da una mod di GTA V che portava il livello dell'acqua ben al di sopra del livello del suolo sommergendo strade e palazzi. Quell'immagine è diventata l'ambientazione del gioco in cui un fratello e una sorella arrivano in barca in questa città immaginaria popolata da enormi creature marine mutate geneticamente.

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Il ragazzo si fa male durante il viaggio e ha bisogno di cure: sarà compito della sorella aiutarlo esplorando palazzi e piattaforme emerse alla ricerca di una serie di casse con i medicinali necessari. Nel farlo la ragazza troverà una serie di indizi che racconteranno la storia della città e di cosa sia esattamente accaduto. Alle sezioni esplorativa a bordo della barca si alternano sezioni di platform per arrivare in cima ai grattacieli con buone visuali e scorci popolati di creature ben realizzate e una fitta vegetazione che alterna piante ad alberi di cocco. Non si può morire, non si può cadere dai parapetti su cui bisogna arrampicarsi: Submerged è un titolo tipicamente casual nella difficoltà, ma molto interessante per il racconto. Da tenere d'occhio se titoli come Journey vi hanno interessato.

Fortified

Quando il genere dei tower defense ha iniziato a diventare davvero troppo inflazionato, sono contemporaneamente arrivati i primi tentativi di mescolarlo con altre meccaniche e suggestioni provenienti da mondi differenti. Una delle varianti più immediatamente immaginabili è ovviamente quella di permettere al giocatore di interagire con i nemici durante la fase di difesa, mettendolo al controllo di un personaggio armato fino ai denti e intenzionato a supportare le sue torrette. Fortified fa esattamente questo: ci chiede di piazzare sul terreno un gran numero di trappole, quindi di dare il via all'ondata e vedercela con gli avversari che vanno a tutti i costi tenuti lontani dalla base, un po' come se fosse un normale sparatutto in terza persona. La formula ci è sembrata onestamente già vista ma lo stile anni '50, i riferimenti ad un immaginario fantascientifico che ricorda da vicino quello di Mars Attack e alcune opzioni sfiziose, come la doppia modalità di fuoco per ciascuna arma, potrebbero renderlo interessante per tutti coloro non possono assolutamente fare a meno di avere un nuovo tower defense tra le mani.

Goat Simulator

Non c'è molto di nuovo da dire su Goat Simulator rispetto a quanto già sapete: il simulatore di capra di Coffe Stein Studios, qui convertito da un team terzo, è stato protagonista di un successo incredibile, ha venduto centinaia di migliaia di copie su PC e fatto diventare ricchi i suoi sviluppatori. Nei panni di una simpatica capretta vi verrà chiesto di portare lo scompiglio all'interno delle mappe, distruggere e interagire goffamente con un gran numero di elementi che animano la scena. Non c'è molto altro da fare e non c'è molto altro da dire. La fisica folle, la totale assenza di rifiniture e l'approssimazione che permea ogni elemento del gioco aiutano a renderlo una fonte inesauribile di momenti comici oppure di noia. Che pensiate di amarlo o no, probabilmente lo vorrete provare di persona per capire per quale ragione ne hanno parlato tutti al momento del rilascio su PC e ne parleranno tutti anche quando raggiungerà Xbox One.

Bedlam

Titolo particolare che abbiamo apprezzato come idea ma ci lascia un po' perplessi come realizzazione. In estrema sintesi, Badlam è uno sparatutto in prima persona che permuta la sua giocabilità da un classico assoluto come Doom. Un gioco retrò come se ne sono già visti se non fosse che il level design intende spaziare in modo tale da ripercorrere la storia degli FPS: si parte da alcuni schemi ispirati proprio al capolavoro di id Software e ci si fa largo attraverso i nemici fino a raggiungerne altri che intendono ricordare quelli dei Call of Duty ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, di Halo oppure di arena shooter più recenti. Purtroppo replicare oggi la semplice formula in prima persona di allora, anche dal punto di vista tecnico, è molto complesso se si intende contemporaneamente mantenere piacevole la giocabilità. Troppa acqua è passata sotto i ponti e troppi cambiamenti hanno mutato il volto e l'anima degli sparatutto in prima persona. Il confine tra una produzione dal sapore antico e una che puzza di vecchio è molto sottile. Staremo un po' a vedere il codice finale.

Super Dungeon Bros

Ci siamo divertiti a giocare Super Dungeon Bros, che si candida probabilmente ad essere uno dei più carini del lotto. Si tratta di un gioco di ruolo d'azione con elementi roguelike, sperimentabile da soli ma ideato con la cooperativa a quattro in testa. Scelta la propria classe tra gli stereotipi del genere e selezionata l'arma, ci si può avventurare all'interno di dungeon creati proceduralmente di volta in volta. In totale ci sono tre ambientazioni diverse e per vedere il finale andranno portati a termine cinque sotterranei per ciascuna di esse. Il gameplay in sé è piuttosto immediato e decisamente già visto, però alcuni spunti come le mosse cooperative, utili sia nei combattimenti contro i boss sia per superare certi puzzle, sono ugualmente piacevoli. Inoltre la grafica del progetto, colorata e fumettosa, aiuta a rendere più piacevole il rapido avvicendarsi delle stanze e delle decine di mostri che si susseguono sullo schermo.