Dopo una panoramica sui mouse, la nostra Guida PC si concentra sulle tastiere, periferiche assai più ingombranti ma altrettanto necessarie quando si parla di gaming. Negli ultimi anni, il grande argomento legato alle tastiere è stato il passaggio dalla tecnologia a membrana a quella meccanica che garantisce tempi di risposta ridotti all'osso e una migliore gestione dei singoli tasti. Se, come abbiamo visto nell'ultimo episodio, per i mouse l'arrivo della tecnologia laser non ha per forza di cose scalzato la già affermata ottica, in questo caso, l'avrete già capito, la situazione è diametralmente opposta con la tecnologia meccanica che vince sotto ogni punto di vista migliorando sostanzialmente la periferica. A remargli contro, senza neanche troppe sorprese, troviamo il prezzo molto più elevato rispetto a quello dei vecchi modelli, ma si possono trovare delle tastiere meccaniche di buon livello senza dover spendere per forza un occhio della testa. Inoltre, l'introduzione di switch legati ai singoli tasti ha permesso un sostanzioso passo in avanti per quanto riguarda la retroilluminazione, adesso più facile da gestire e con i modelli di fascia alta capaci di assegnare una colorazione diversa ad ogni tasto, offrendo una moltitudine di possibilità in termini di personalizzazione solo fino a qualche anno fa impensabile. Chiaramente parliamo di aspetti puramente estetici che spesso, come detto, difficilmente giustificano il prezzo a cui sono venduti.
Dopo i mouse, la Guida PC di Multiplayer.it si concentra sulle tastiere: a membrana o meccanica?
Meccanica migliore
Quando si preme un tasto, questo trasmette alla tastiera l'impulso di inviare un'istruzione al computer che in una frazione di secondo viene tradotto, nella più semplice delle ipotesi, in una lettera visualizzata su schermo. Nelle tastiere a membrana il tutto funziona in maniera piuttosto semplice, grazie alla presenza di un'unica membrana flessibile infarcita di contatti elettrici disposta al di sotto dei tasti. Nella parte superiore, vi è una cupola in gomma molto flessibile che al centro presenta un disco conduttivo che si abbassa una volta pigiato il tasto; il contatto quindi non risulta incorporato nei tasti, ma nella membrana stessa adagiata sulla circuiteria.
Nelle tastiere meccaniche, invece, il funzionamento è radicalmente diverso. Ogni tasto ha il suo specifico switch che può richiedere una maggiore o minore pressione per essere attivato in base al tipo di meccanismo. Questo è un tratto caratteristico più importante, perché a differenza delle tastiere a membrana in questo caso il tasto non necessita di essere premuto fino a fine corsa per essere attivato risultando quindi molto più reattivo e immediato nell'utilizzo. In base al tipo di switch la forza per attivare il tasto può richiedere una maggiore o minore pressione e può emettere un "click" oppure rimanere silenzioso. La maggior parte della produzione è gestita dalla ZF Electronics, azienda della Baviera specializzata nella produzione di questo componente e che detiene il marchio Cherry utilizzato per catalogare le varie tipologie di switch. Tuttavia negli ultimi anni, dopo aver inizialmente utilizzato i componenti dell'azienda tedesca per i primi modelli commercializzati, alcuni tra i produttori più famosi come Razer e SteelSeries hanno deciso di sviluppare internamente anche questi meccanismi, proponendo tastiere progettate in proprio a trecentosessanta gradi. Essendocene di molteplici tipi ci si riferisce agli switch in base al loro colore che ne denota alcune caratteristiche peculiari tra le quali la più importante è sicuramente la forza necessaria per attivare il tasto che viene espressa in centi-Newton (cN) o in grammi (gr). Il Cherry MX Black è stato il primo tipo di switch introdotto nel 1984 e richiedono una forza di attivazione di circa 60 grammi. Sono i più vecchi, ma a livello gaming si possono ritrovare in tastiere utilizzate soprattutto negli RTS, dove la necessità di una pressione maggiore può prevenire di premere accidentalmente un tasto al posto di un altro. I più diffusi invece sono i Cherry MX Red, introdotti nel 2008 e che hanno segnato la rivoluzione nel mondo delle periferiche. Necessitano soltanto di 45 grammi per essere attivati permettendo ai giocatori di avere una risposta ai comandi pressoché istantanea. Sono attualmente i più diffusi nelle tastiere meccaniche dedicate al gaming e hanno contribuito alla maggiore diffusione di questa tecnologia, inventata dall'azienda tedesca già nel 1985 ma utilizzata a lungo solamente da una nicchia piuttosto limitata di utenti.
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Tanta personalizzazione
Ci sono poi altri due tipi di switch, i Brown e i Blue. I primi richiedono una forza di attivazione pari ai Red, ma rappresentano la tipologia più silenziosa in assoluto per un'utilizzo che si pone a metà tra il gaming e le attività lavorative o di scrittura. I Blue, di contro sono i più rumorosi, con ogni pigiata caratterizzata da un nitido "click" che non mancherà di far storcere il naso agli amanti della tranquillità.
Per via della pressione di 60 gr richiesta, non sono i più indicati per il gaming, ma sono perfetti per un'attività di scrittura al netto del fastidioso rumore che si dovranno sorbire i vostri colleghi di ufficio. Sebbene quindi a una prima occhiata possano sembrare molto simili tra di loro, questi quattro tipi di switch hanno ognuno un impiego specifico e rappresentano tutti un'opzione preferibile della tastiera a membrana. Ma concentriamoci sul più diffuso in ambito gaming: il Cherry MX Red, sensibilissimo e immediato nell'utilizzo, grazie alla reattività nominale di un millisecondo. La scelta di utilizzare uno switch con queste caratteristiche porta con sé indubbi vantaggi, ma d'altro canto pone l'accentro su uno dei maggiori problemi che deve affrontare chi non è abituato alle tastiere meccaniche ma ha deciso di fare il salto dopo anni di utilizzo di una tastiera tradizionale, ovvero la sensibilità dell'input. Basta infatti una pressione molto lieve per attivare i tasti, e una piccola distrazione può avere conseguenza inaspettate soprattutto in ambito gaming. Un dito appoggiato distrattamente può causare problemi cambiando arma in un momento inopportuno, selezionare una struttura al posto di un'altra in uno strategico in tempo reale, cancellare una pagina di word o attivare il caps lock, tutte cose decisamente fastidiose. I neofiti, in sostanza, devono avvicinarsi a questo tipo di tecnologia armati di pazienza in modo da trasformare i difetti in pregi attraverso l'allenamento. Una volta dominato il mezzo diventa possibile inviare un impulso quasi istantaneamente e questo fattore, unito alla bassa latenza degli input, è una manna per il gaming agonistico che spesso si gioca sul filo del millisecondo. L'introduzione degli switch meccanici ha quindi dato il via a una sorta di rivoluzione nel mondo delle tastiere, che di pari passo hanno compiuto passi in avanti importanti anche sul fronte della personalizzazione. La possibilità per i produttori di piazzare un led luminoso sotto ogni tasto con maggiore facilità di quanto fatto in precedenza, ha permesso l'illuminazione totale della tastiera lasciando ai giocatori la libertà di sbizzarrirsi con creazioni virtualmente infinite, forti anche dei software di gestione delle periferiche che permettono di regolare intensità e giochi di luce che coinvolgono tutti i tasti. Avere la tastiera illuminata di sera è sempre un grande vantaggio. A questo seguono la presenza di un numero più o meno ampio di tasti macro da programmare a piacimento, utili soprattutto negli MMO, e alcuni funzioni importantissime come l'anti-ghosting che riduce al minimo il rischio di perdita di input.
Primi della classe
Tra i produttori maggiori, si annoverano Logitech, Razer, Steelseries, Corsair e Cooler Master con all'attivo diversi modelli di tastiere sia a membrana che meccaniche per un range di prezzi che va dalle soluzioni budget a quelle da qualche centinaio di euro.
Tra i modelli top per funzioni e personalizzazione c'è sicuramente la Razer Black Widow Chroma, una tastiera meccanica dal prezzo tutt'altro che invitante. Sono necessari quasi duecento euro per portarsi a casa tale portento tecnologico, caratterizzato da una retroilluminazione per ogni tasto a 16,8 milioni di colori, per una personalizzazione virtualmente infinita. La conseguenza più immediata è quella di illuminare solamente i tasti interessati in base al gioco che andremo a giocare, in modo tale da avere subito sotto mano i tasti colorati più utili, e disattivare l'illuminazione di quelli inutilizzati. Come accennavamo in precedenza, Razer è una di quelle società che ha scelto di produrre internamente i propri switch, sviluppandone uno pensato appositamente per il gaming che ha una dimensione più compatta di quello standard, una durabilità dichiarata dal produttore di 60 milioni di pressioni, ma richiede una pressione di attivazione leggermente superiore: si parla di 50gr in confronto ai 45 richiesti dai Cherry MX Red. Per evitare il problema dalla rumorosità, la Black Widow è disponibile in due varianti, quella classica e la variante silenziosa Stealth ed entrambe sono provviste di jack da 3,5 pollici per cuffie e microfono oltre a cinque tasti macro personalizzabili. In tal senso, per chi è amante degli MMO e preferisce avere più tasti sulla tastiera piuttosto che sul mouse, la scelta migliore è la Corsair Vengeance K95 RGB, che di tasti programmabili ne ha addirittura 18 che possono essere programmati e memorizzati direttamente sulla memoria interna della periferica in modo da averla sempre pronta all'uso anche fuori casa in caso di sostituzione del PC. A differenza della precedente, Corsair si affida i collaudati Cherry MX Red per tutti i tasti e punta moltissimo sul design e sulla scelta dei materiali: la tastiera è compatta, piuttosto leggera e dalle linee semplici e squadrate, impreziosita dall'utilizzo di uno chassis in alluminio anodizzato nero e spazzolato. Sul fronte Logitech, l'ultima arrivata è la G910 Orion Spark dotata di switch Romer-G sviluppato internamente con un punto di azionamento a 1,5 mm e una forza di attivazione di 45 gr. Come le precedenti anche questa ha una retroilluminazione led dedicata per ogni singolo tasto personalizzabile con oltre 16.8 milioni di colori, numerosi tasti funzione per l'utilizzo multimediale e nove tasti G personalizzabili. La maggiore caratteristica rimane la compatibilità con il software Arx Control che consente di monitorare e gestire le periferiche Logitech G senza dover lasciare il gioco, richiamando ad esempio un elenco di macro dei tasti G come riferimento rapido direttamente sul tuo smartphone o tablet e andando di fatto a sostituire con un app lo schermino integrato nella precedente G510s.
Per tutte le tasche
Se vogliamo stare in una range di prezzo intorno agli ottanta euro, abbiamo diverse possibilità, tra cui la CM Storm Quick Fire XT, probabilmente la migliore tastiera meccanica per rapporto qualità/prezzo sebbene questo possa sembrare comunque eccessivo per alcuni.
Cooler Master dà la possibilità ai suoi acquirenti di scegliere quale switch montare sulla tastiera scegliendo tra Brown, Blue e Red, tutti disponibili a catalogo per questo modelli di tastiera. L'unico inconveniente rimane la disponibilità in suolo nazionale, viste le dimensioni tradizionalmente ristrette di questo mercato. A prescindere dagli switch da scegliere in base alle proprie esigenze, la Quick Fire XT rimane una tastiera davvero ottima, che non si perde in fronzoli eccessivi offrendo null'altro che l'essenziale per un utilizzo intensivo in qualsiasi circostanza. La retroilluminazione è presente in tre modalità con cinque livelli di intensità, con la possibilità di evidenziare specifici gruppi di tasti in base al titolo a cui stiamo giocando. In definitiva è una soluzione compatta ed essenziale, che però si porta dietro tutte i vantaggi dei tasti meccanici da scegliere tra le tre varianti disponibili. Se invece la scelta meccanica non vi ha ancora convinto del tutto e preferite rimanere sulla tradizionale tastiera a membrana, la Logitech G105 è una delle alternative più valide. Con un costo di circa sessanta euro, questo modello del produttore svizzero offre sei tasti programmabili e retroilluminazione led blu con tre livelli di intensità. L'anti-ghosting sopporta la pressione di sei tasti contemporaneamente per evitare di fallire nel bel mezzo delle azioni più complesse. A livello estetico interessante poter colorare di grigio le frecce direzionale e il gruppo WASD per renderli entrambi riconoscibili con un colpo d'occhio. Se invece puntate a una soluzione budget, attualmente le migliori proposte sono quella di Cooler Master che ha da qualche mese commercializzato un bundle con mouse e tastiera dal prezzo non superiore ai trenta euro. La qualità dei prodotti dell'azienda taiwanese è ben nota, e anche queste periferiche di fascia bassa non fanno eccezione. Il Devastetor Kit è essenziale, composto da un mouse, una tastiera a membrana retroilluminata con led monocolore e l'assenza di qualsivoglia tipo di personalizzazione: non ci sono tasti funzione da programmare con le macro, non ci sono giochi di luci, ma si può scegliere solamente se accendere o spegnere i led. Insomma una soluzione ridotta all'osso, che però accontenterà chi va cercando una tastiera semplice da utilizzare tutti i giorni in qualsiasi circostanza senza spendere troppo. Considerando che con trenta euro vi danno anche il mouse, se non avere grosse pretesa questa è sicuramente un'opzione da prendere in considerazione.