Un paio di anni fa, quando abbiamo giocato Animal Crossing: New Leaf, la prima iterazione del famoso franchise per Nintendo 3DS, ci siamo fatti coinvolgere così tanto da scrivere un provato a mo' di diario, raccontando la nostra prima settimana da sindaci dell'amabile paesino di Everwood. Seppur abbiamo smesso di visitarlo da parecchio tempo, forse anche per paura di vederlo troppo cambiato - e chi ha già dedicato un po' di tempo agli Animal Crossing conoscerà bene questa sensazione - il nostro paesino di New Leaf ci è rimasto nel cuore, e quando abbiamo cominciato la nostra nuova vita in questo Happy Home Designer abbiamo quasi pensato di ripetere l'esperimento con un nuovo diario. Poi, nel giro di poche ore, il nostro entusiasmo è sprofondato, e abbiamo optato per un articolo molto più tradizionale, anche perché a questo punto siamo sicuri che il nuovo Animal Crossing spaccherà in due la sua affezionata fanbase.
Il nuovo Animal Crossing: Happy Home Designer ci sta lasciando un po' perplessi...
Siamo tutti arredatori
Happy Home Designer inizia in maniera abbastanza tradizionale, con Tom Nook che rilegge il curriculum del suo nuovo impiegato, permettendoci di definirne le caratteristiche: il nome, il sesso, il viso, il taglio dei capelli... ovviamente, il suo nuovo impiegato siamo proprio noi e, dopo un rapidissimo giro di presentazioni, ci ritroveremo a cominciare subito il nostro primo giorno lavorativo alla ImmoNook. In Happy Home Designer, infatti, non siamo i soliti cittadini che hanno appena traslocato, ma i nuovi dipendenti di quell'adorabile furbacchione di Tom Nook, e il nostro compito sarà aiutare lui e i suoi colleghi a soddisfare le richieste degli abitanti del vicino villaggio senza nome.
Fin dai primissimi minuti, Happy Home Designer si rivela esattamente per quello che è: un simulatore di arredamento. In fondo si tratta di una caratteristica peculiare e storica nei vari Animal Crossing, perciò non vi è da stupirsi se Nintendo ha voluto approfondire il concept. Il problema, semmai, non è che tutto il gioco ruota intorno ad esso, ma che lo fa in modo abbastanza superficiale, cosa che peraltro è un controsenso. Il nostro primissimo incarico, ad esempio, è stato quello di arredare la casetta di un'abitante che voleva "cuori ovunque", e che ci ha fornito tre mobili, ovviamente rosa e a forma di cuore, con cui arredare il suo pied-à-terre. Contemporaneamente, la nostra collega Casimira ci fornirà un catalogo di accessori e mobili a cui attingere per perfezionare la nostra creazione. I vecchi giocatori di Animal Crossing scopriranno, deliziati, che è possibile spostare e collocare ogni mobile - e persino il nostro alter ego, se per questo - trascinandolo sul touch screen: in questo senso, l'interfaccia è stata drasticamente migliorata, ed è semplicissimo aprire il catalogo, scorrere i vari oggetti o magari cercarli scrivendone il nome, e poi sceglierne uno e collocarlo correttamente sul pavimento o sui mobili. È inoltre possibile tenere premuto i dorsali L oppure R e toccare un oggetto per duplicarlo più e più volte, e poi addirittura selezionare più oggetti col pennino e trascinarli tutti insieme invece che uno ad uno. Tutte queste novità semplificano enormemente la fase di arredamento, ed è un bene perché... praticamente c'è da fare solo quello. I clienti verranno a cercarci o dovremo andarli a cercare noi nella piccola piazza del comune, ma poi il gioco ci condurrà automaticamente nella loro abitazione, all'interno o all'esterno, e ci fornirà tutti i materiali per arredarla. E qui abbiamo cominciato ad aggrottare la fronte.
Poche pretese
Il catalogo si fa ben presto sconfinato, ricco di mobili per ogni gusto e stile, ma le richieste dei clienti, almeno inizialmente, sono molto semplici. Una cliente voleva una casa piena di cuoricini, e noi abbiamo scelto una bella carta da parati rosa, una morbida moquette su cui abbiamo steso un tappeto a forma di cuore, e abbiamo arredato il tutto con un letto, qualche mobile e delle sedie a forma di cuore. Il risultato è stato di suo gradimento, abbiamo sbloccato una nuova animazione e siamo tornati alla ImmoNook: a scanso di equivoci, in Happy Home Designer non ci si sposta fisicamente da un luogo all'altro, e al massimo si guarda una breve schermata di caricamento. Ogni cliente ci occupa per una giornata, e a quel punto viene il momento di salvare la partita e chiudere il software o continuare a giocare: sorpresa, sorpresa, nel secondo caso Happy Home Designer molto semplicemente forza lo scorrere del tempo, e ci si ritrova al mattino successivo in un batter d'occhio, pronti a soddisfare un nuovo cliente.
L'eliminazione del ciclo giorno/notte realistico - e del passare delle stagioni, se per questo, che sono invece fisse per i vari lotti di terra che compongono il paese - sarà un vero e proprio pugno allo stomaco per i fan di Animal Crossing, e sembra pensato per i giocatori compulsivi che molto probabilmente non hanno compreso la natura tranquilla e rilassante del franchise. Ad ogni modo, una nuova giornata lavorativa ci ha portato un nuovo cliente che voleva una casa "in bianco e nero". Questa volta abbiamo fatto un esperimento e scoperto, nostro malgrado, che basta semplicemente spacchettare i mobili proposti dal cliente senza neppure spostarli di un millimetro per soddisfare la sua richiesta. La rivelazione ci ha lasciati a bocca aperta, specie se si considerano i salti mortali che, nei precedenti Animal Crossing, bisognava fare per ricevere una valutazione positiva da parte dell'Accademia delle Belle Case. Dopo aver completato qualche incarico senza neppure muovere un dito, abbiamo ricevuto la visita di Fuffi: la nostra segretaria di New Leaf, a quanto pare, dirige i lavori di ristrutturazione del comune, e per prima cosa ci ha affidato l'arredamento della nuova scuola. In questo frangente, Happy Home Designer ci è parso promettere qualcosa di più, dato che ci ha permesso di scegliere anche l'aspetto esterno dell'edificio e ci ha obbligato a cercare nel catalogo le lavagne, i banchi e le sedie richieste per soddisfare i requisiti dell'incarico. L'arrivo di Fuffi segna un piccolo giro di boa, perché a quel punto abbiamo cominciato ad assegnare i lotti di terra e ad arredare anche i giardini dei clienti, ma sempre soddisfacendo quei due o tre criteri che bastano a rendere felice il cliente di turno. Non vi è alcuna sfida, insomma, e non ha molto senso se si considera la struttura praticamente "a missioni" di questo nuovo Animal Crossing: da questo punto di vista, i più grandi fan potrebbero restare enormemente delusi da questo spin-off, che garantisce la solita, sconfinata personalizzazione, ma incentiva ben poco a fare veramente gli arredatori. In ogni caso, dobbiamo ancora scoprire in che modo si evolverà il comune, e se i prossimi incarichi richiederanno un po' più di cura, ma per ora dobbiamo ammettere di essere rimasti davvero perplessi... per non dire delusi.
CERTEZZE
- Allegro e spensierato come ogni Animal Crossing
- Catalogo di oggetti per l'arredamento immenso
DUBBI
- Come reagiranno i fan alla nuova formula?
- Esisterà un sistema di valutazione degli arredamenti?