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L'evoluzione della nuova Lara Croft

In quel di Londra abbiamo messo mano a una versione quasi definitiva del nuovo Tomb Raider

PROVATO di Mattia Armani   —   24/09/2015

Qualche giorno fa abbiamo affrontato la scrosciante pioggia londinese per provare Rise of the Tomb Raider, l'importante esclusiva temporale per Xbox One che a partire dal nome promette di portare a maturazione la nuova serie di titoli dedicata a Lara. Una volta superata l'introduzione, che ci ha presentato una protagonista più consapevole e decisa a seguire le orme del padre, ci siamo trovati ad affrontare le montagne innevate già viste nel lungo video mostrato in occasione dell'E3. Con l'obiettivo di ritrovare la città perduta di Kitezh siamo partiti con l'ingrato compito di scalare una temibile montagna siberiana, dovendo affrontare non solo il clima ostile ma diversi quick time event che ci hanno permesso di avanzare faticosamente tra crolli improvvisi, scivolate drammatiche e scorci mozzafiato.

Siamo tornati al fianco di Lara in occasione di un lungo provato di Rise of the Tomb Raider

Viaggio di formazione

Lo spettacolare panorama, movimentato da una devastante tempesta, ci ha ricordato l'importante ruolo delle forze della natura nell'avventurosa vita della nuova Lara Croft. La neve deformata al passaggio della nostra eroina e i capelli al vento, resi realistici dalla nuova versione della tecnologia TressFX, ci hanno invece messo davanti a un quadro tecnico decisamente valido. E la consapevolezza che crolli e slavine fossero precalcolati, non ha diminuito l'impatto di un titolo che si propone in modo ancora più potente del suo predecessore. A tutto questo dobbiamo inoltre aggiungere luci suggestive e credibili, modelli dettagliati, particelle in quantità e transizioni istantanee tra computer grafica, cutscene realizzate con il motore di gioco e gameplay. Il risultato, pur non stravolgendoci, ci ha colpito e ha continuato a farlo anche quando il mondo è tornato ad aprirsi sotto ai nostri piedi tra boschi, installazioni militari e vallate, recuperando l'anima free roaming che fa da spina dorsale della nuova serie.

L'evoluzione della nuova Lara Croft
L'evoluzione della nuova Lara Croft

Ma prima di immergerci nella natura selvaggia della Siberia abbiamo affrontato il deserto siriano e una prima tomba, già mostrata in passato, messa lì dagli sviluppatori con il chiaro intento di dirci che lo stile di gioco dei classici Tomb Raider è un tassello molto importante di questo nuovo capitolo. La piacevole conferma l'abbiamo avuta nella seconda tomba, nella quale abbiamo affrontato uno spettacolare enigma basato sull'acqua e sullo spostamento di piattaforme di legno. Dietro le quinte di questa nuova avventura si muove il misterioso ordine Trinity, il cui obiettivo finale è quello di controllare il destino del mondo. Ma l'operato della potente organizzazione, che grazie a una forte influenza sui mezzi di comunicazione ha coperto quanto accaduto nell'isola di Yamatai, ha alimentato la fiamma nel cuore di una Lara decisa a portare a galla la verità. Non possiamo e non vogliamo rivelare i dettagli salienti di quanto accade, ma possiamo affermare con tranquillità che la trama va più sul personale, lascia spazio alla dimensione archeologica, torna a scavare nel passato di Lara attraverso la figura di un padre visionario preso per pazzo che, volente o nolente, ha lasciato all'avventurosa figlia il compito di sbrogliare una matassa quantomai intricata. Lara ha deciso di affrontare questo suo destino con maggiore consapevolezza ma, pur essendo maturata, mantiene un'evidente fragilità, quel senso di vulnerabilità che fa anche parte del suo appeal. Spesso ferita, zoppa e affaticata, Lara non è di certo indistruttibile ma acquisendo nuove capacità grazie ai tre alberi delle abilità, quasi tutti incentrati sulla dimensione survival, ci ha permesso di affrontare senza troppi problemi giganteschi orsi a mani nude e di debellare intere squadre di soldati armati fino ai denti. Nulla, però, può preparare la nostra eroina a fronteggiare tutti i classici super cattivi di turno, che non mancano nemmeno in questo Rise of the Tomb Raider. Come anticipato non possiamo rivelare alcuni dettagli, e non lo faremmo comunque per non rovinare la sorpresa con spoiler inopportuni, ma possiamo dire che durante il provato abbiamo incontrato il classico mercenario con pochi scrupoli e una sorta di versione più adulta e indurita della stessa Lara.

Alla ricerca della Città Perduta di Kitezh

Lo schema dei controlli, pressoché identico a quello del titolo precedente, ci ha messo subito a nostro agio, forti anche di una sorta di visione speciale che mette in evidenza tutti gli elementi importanti dello scenario. Abbiamo subito chiesto agli sviluppatori se temessero che questa funzione potesse rendere le cose troppo semplici, almeno nel caso delle quest esplorative, ma si sono dimostrati piuttosto tranquilli di fronte a un'opzione accessoria, che può essere semplicemente ignorata. Per il resto non mancano nuovi strumenti di sopravvivenza che vanno ad arricchire un gameplay fedele a quello del reboot del 2013. Utilizzare l'arco nella modalità stealth, che si attiva semplicemente muovendosi con cautela e sfruttando coperture e cespugli, resta l'approccio più efficace ma la componente shooter, in alcuni casi inevitabile, funziona piuttosto bene.

L'evoluzione della nuova Lara Croft
L'evoluzione della nuova Lara Croft

Il sistema di copertura è intuitivo e rapidi cambi di posizione ci permettono di fuggire da nemici che non si fanno scrupoli, tanto più se possono godere di protezioni che li rendono meno vulnerabili e più spavaldi. Il ritmo di gioco, in sostanza, è incalzante. Gli stessi quick time event sono più serrati, includono frangenti in cui è necessario premere velocemente e si incastrano con salti da effettuare con un tempismo perfetto e cadute che spesso ci hanno sbalzato nell'acqua gelata, con pochi secondi a disposizione per raggiungere la superficie senza annegare. E a movimentare ulteriormente la vita di Lara ci sono anche trappole a sorpresa da disattivare sparando con rapidità nel punto giusto, oltre a sequenze di fuga a rotta di collo con nemici che saturano l'aria con tonnellate di piombo. In quest'ultimo caso i proiettili non ci hanno mai colpito e sembrano essere più di contorno che un pericolo effettivo, ma il caos rende più difficile prendere il giusto tempismo. Insomma, tra piattaforme cedevoli, trappole di vario genere e sparatorie, la componente action resta dominante anche se il contorno non è da sottovalutare. Ci sono personaggi che ci chiedono di portare a termine vere e proprie quest secondarie, segreti in abbondanza, forzieri con componenti di armi avanzate e anche diverse abilità legate alla traduzione, che migliorano esaminando nuove scritture. Tra l'altro il primo incontro con questo tipo di abilità ci ha messo di fronte a un piacevole tipo di enigma di tipo esplorativo, che va ad ampliare ulteriormente l'offerta di questo Rise of the Tomb Raider. In definitiva la trama promette varietà e coinvolgimento mentre la miscela di cunicoli, quick time event e puzzle ci è parsa funzionare egregiamente e ci ha lasciato una voglia incredibile di tuffarci nella tomba successiva. Ma non è comunque il caso di trascurare la componente free roaming, che non concede il fianco alla dispersività e può contare su un'ottima cosmesi, sia per quanto riguarda la natura selvaggia sia le installazioni che abbiamo incontrato durante il provato. Picchi, colline, alture, edifici e svariati punti di riferimento caratterizzano bene gli ambienti in cui si muovono modelli qualitativamente molto buoni tra effetti, pioggia, neve e, ovviamente, pericoli di ogni sorta. Insomma, il 13 novembre dovrebbe essere una data segnata con il pennarello rosso sul calendario dei fan degli action adventure.

CERTEZZE

  • Misteri, colpi di scena, enigmi in quantità
  • Tecnicamente pregevole e ancora più coinvolgente del titolo precedente
  • Ottimo bilanciamento tra lo spirito classico della serie e i nuovi elementi introdotti con il reboot

DUBBI

  • Il grado di sfida complessivo è tutto da verificare
  • Mantenere coerente la figura di un'eroina vulnerabile ma capace di affrontare un esercito, non è cosa facile