Assembla che ti Passa #24

Assembla che ti Passa è una rubrica settimanale che raccoglie le principali novità legate all'hardware da gioco PC e propone tre configurazioni, divise per fasce di prezzo, pensate per chi desidera assemblare o aggiornare la propria macchina. Come al solito i suggerimenti e le correzioni sono ben accette a patto che i toni siano adeguati. Un ulteriore consiglio è quello di leggere i paragrafi che presentano le configurazioni prima di dare battaglia nei commenti.

Il mistero dei processori Skylake deformati non è ancora stato risolto in via definitiva ma diverse compagnie come Cooler Master, Corsair, Cryorig, NZXT e EK Water Blocks hanno affermato che non hanno rilevato problemi con i loro dissipatori. A quanto pare gli unici prodotti soggetti a deformazione in caso di trasporto dovrebbero essere quelli targati Scythe e l'ovvia speranza è che la compagnia nipponica corra ai ripari rapidamente. In ogni caso i processori Skylake sono effettivamente più sottili delle precedenti serie di CPU Intel e MSI ha già una risposta in serbo per chi vuole evitare preoccupazioni di sorta. Parliamo del CPU Guard 1151, una specie di tutore pensato per i processori delidded ma utilizzabile anche con quelli standard. MSI non ha parlato dell'eventuale compatibilità con motherboard di altre compagnie e probabilmente dovremo aspettare almeno l'annuncio di prezzo e data di lancio per scoprirlo. Nel frattempo restiamo nel campo degli annunci ma passiamo a parlare di memoria con una possibile alternativa alle HBM 2.0 per la prossima generazione.

Stiamo parlando dei rumor relativi alle GDDR6 che potrebbero essere un rebrand della tecnologia GDDR5X attualmente in sviluppo. Il salto delle GDDR5X rispetto alla generazione precedente è netto, con il doppio dei dati per accesso e ulteriori possibilità di evoluzione, ma non è paragonabile a quello delle memorie HBM 2.0 e, come abbiamo detto in passato, è possibile che i rumor relativi all'adozione delle nuove memorie GDDR da parte di AMD e NVIDIA siano relativi a schede di prossima generazione di fascia media e bassa. L'utilizzo nei prodotti di memorie economiche ma molto più veloci delle normali GDDR5 potrebbe rappresentare un ulteriore indizio di un salto prestazionale netto per la prossima generazione di schede video che dovrà confrontarsi con il tentativo di imporre il 4K come nuovo standard e con le necessità hardware della realtà virtuale. Perché tecnologie di questo tipo riescano a sfondare è fondamentale che siano accessibili anche per l'utente medio e per farlo è necessario mettere in campo schede di fascia media decisamente più potenti di quelle odierne. Le prospettive, insomma, sono rosee anche se il passaggio sarà graduale in accordo con le necessità di un mercato che dovrà continuare a vendere anche i prodotti della generazione a 28 nanometri che potrebbe presto includere soluzioni dual GPU e continua ad accogliere nuovi prodotti. Uno di questi è la Sapphire Radeon R9 Fury Nitro il cui obiettivo dovrebbe essere quello di aumentare in modo sensibile le performance di una scheda che pur accontentandosi di soli 4GB di memoria video ha banda passante da sfruttare in abbondanza.

Gli indizi che ci portano a pensare a una Nitro particolarmente spinta riguardano il PCB custom che porterà la scheda a superare i 30cm e a occupare ben 2.5 slot contro i più generosi 2.2 del modello Tri-X. Il clock di base è quello della Fury X, ovvero 1050 MHz, ma per il resto le specifiche sono quelle di una normale Fury con 275W di consumo stimato e doppio connettore da 8 pin per l'alimentazione ausiliaria incluso. Il vantaggio della R9 Fury rispetto alla Fury X è il prezzo inferiore con performance non molto distanti da quelle dell'ammiraglia AMD e questa versione Nitro potrebbe risultare particolarmente interessante avvicinandosi alle performance di una R9 Fury X reference. Ma prima di lasciarsi andare a facili entusiasmi è meglio aspettare di conoscere il prezzo ufficiale che sarà inevitabilmente più alto di quello della versione Tri-X. E la stessa cautela è consigliabile parlando della realtà virtuale sospesa tra i proclami di un successo immediato e le previsioni più caute che parlano di almeno quattro anni di attesa perché i visori prendano effettivamente piede. Nel frattempo alcuni big hanno iniziato a saggiare il terreno in vista di un possibile boom ma sarà comunque necessario attendere il lancio dei pezzi da novanta come Oculus Rift e HTC Vive per avere un'idea di quello che ci aspetta. Non ha invece perso tempo Virtuix, compagnia di cui abbiamo parlato a più riprese grazie al sistema Omni che permette di camminare e correre sul posto combinando un box e un tapis roulant avveniristico. La prima unità è stata da poco consegnata a uno dei primi backer della campagna Kickstarter che però non ha molte opzioni per entrare nell'universo virtuale. L'unico visore ufficialmente supportato e già in commercio è il Samsung Gear VR il cui parco titoli offre ben poche occasioni di sfruttare una tecnologia di questo tipo.

Il nuovo Assembla che ti Passa parla di promesse e di scommesse senza dimenticare un pizzico di Natale

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