ARK: Survival Evolved è uno di quei casi rari di titoli in Accesso Anticipato che sono riusciti a vendere milioni di copie anche quando erano in uno stato, diciamo così, embrionale. Le lamentele sulla cattiva ottimizzazione e sul gameplay acerbo non sono mai mancate, ma il supporto del team di sviluppo è stato sempre incredibilmente presente, facendo chiudere più di un occhio sui numerosi problemi del gioco. Anche i più pazienti non hanno però preso bene il lancio di ARK: Survival Of The Fittest, un MOSA (Multiplayer Online Survival Arena) staccato dal gioco base e distribuito a parte come free-to-play, attualmente anch'esso in Accesso Anticipato. La domanda che molti si sono posti è se il team di sviluppo riuscirà a portare avanti due progetti contemporaneamente. Difficile dirlo, visto che non conosciamo con precisione la composizione interna dello studio o, meglio, degli studi, visto che del brand ARK attualmente se ne stanno occupando più realtà ( Studio Wildcard, Instinct Games, Efecto Studios e Virtual Basement LLC). Ciò che importa è capire se questa divisione abbia un senso, ossia se Survival Of The Fittest valga la classica candela e possa evolversi autonomamente, pur rimanendo in armonia con il suo ben più famoso genitore.
ARK: Survival Of The Fittest vale le lunghe attese che richiede per iniziare a giocare?
Attendere prego
L'inizio è davvero scoraggiante. In questo paragrafo avremmo voluto raccontarvi che cos'è il gioco, mentre purtroppo vi dobbiamo fare attendere ancora un po'. Ecco,attualmente 'attendere' è la parola chiave di ogni partita a Survival Of The Fittest. Avviato un match e dopo aver creato un personaggio con lo stesso editor di Survival Evolved, che permette di modificare praticamente ogni aspetto del nostro alter ego (occhi, bocca, capelli, muscolatura, colore della pelle e così via), si entra in una lobby, dove, insieme agli altri giocatori, bisogna aspettare l'inizio del match.
Peccato che prima di poter combattere occorra che il server sia quasi pieno e si siano formate il giusto numero di tribù. Ora, è vero che alcuni server non ufficiali hanno ridotto il numero di giocatori (di base sono 72) così da entrare subito, o quasi, in azione, ma sinceramente giocare in pochi non è molto appagante, dato che questa modalità è pensata proprio per far confrontare un gran numero di giocatori (alcuni server, sempre non ufficiali, ne prevedono fino a 200). Il risultato sono lunghi minuti di attesa prima di ogni partita, che possono allungarsi a dismisura (in un occasione abbiamo atteso quasi un'ora) in caso di defezioni dalle lobby o per la presenza di troppi giocatori novizi che non sanno che fare. Già, purtroppo non basta entrare in una lobby per giocare, ma nessun tutorial, a parte gli altri giocatori spazientiti, vi spiegherà mai che prima di poter iniziare, bisogna creare il giusto numero di tribù, formate da un minimo di due a un massimo di sei giocatori (dipende dal server). Ci sono anche i server free-fo-all, in cui il vincolo delle tribù è stato rimosso, ma mancano un po' dello spirito del gioco. Insomma, la sopravvivenza dei più forti non è solo il titolo del gioco, ma anche la pazienza necessaria per non disinstallarlo immediatamente. Pazienza da allenare anche per i primi tentativi di combinare qualcosa di decente.
Hunger Games
Prima di continuare a lanciare strali contro ARK: Survival of the Fittest, cerchiamo di capire di che cosa stiamo parlando. Avete presente The Hunger Games? Ecco, Studio Wildcard ha voluto seguire esattamente quel filone, molto di moda negli ultimi mesi. All'inizio di ogni partita tutti i giocatori iniziano su una piattaforma al centro di una lussureggiante isola, che chi ha giocato a Survival Evolved non faticherà a riconoscere. Le possibilità sono due: correre a prendere le risorse al centro della piattaforma, con il rischio di essere subito attaccati dagli altri, oppure entrare nella foresta e mettersi a raccogliere materie prime, per costruire oggetti che permettano di difendersi e, soprattutto, offendere. Lo scopo è, ovviamente, sopravvivere il più a lungo possibile eliminando tutti gli avversari entro il tempo stabilito.
Vista la dimensione della mappa, sarebbe davvero facile nascondersi fino allo scadere del conto alla rovescia, se non fosse che piano a piano l'area di sopravvivenza viene ristretta da delle barriere che chiudono verso il centro dell'isola, così da costringere i sopravvissuti a confrontarsi. Una volta morti, i giocatori non ritornano in vita fino al match successivo e possono scegliere se guardare gli altri giocare o se uscire dal server. Le meccaniche di gioco, ossia la raccolta dei materiali e la creazione degli oggetti, sono identiche a quelle di Survival Evolved, soltanto accelerate in modo da consentire uno sviluppo più rapido dell'equipaggiamento. Anche il sistema di combattimento è identico in tutto e per tutto: si comincia nudi e armati solo dei propri pugni, ma non ci vuole molto per creare armi più efficaci, come le lance, (sempre che non le si raccolga dalla piattaforma centrale) o armature più resistenti. Per chi se lo stesse chiedendo, ci sono anche i dinosauri, ma sono più deboli rispetto a Survival Evolved, così da non essere determinanti per gli esiti delle partite (anche se addomesticarli è sempre utile). Ad aggiungere un po' di varietà ci pensano gli eventi, ossia degli avvenimenti casuali di vario genere. Ad esempio può scendere un freddo incredibile che costringe a creare vestiti più caldi, oppure possono aumentare gli insetti nocivi, o ancora possono essere introdotti dei pericolosi predatori. Oltre a quelli casuali, ci sono anche degli eventi fissi, come le colonne di luce che ogni notte a mezzanotte indicano la posizione dei giocatori, così da costringerli a spostarsi.
Pazienza, ci vuole pazienza
Ora che abbiamo chiarito di cosa stiamo parlando, torniamo alle attese e alla mancanza di un qualsivoglia tutorial, che finiscono per rovinare completamente il gioco. Il primo approccio con ARK: Survival Of The Fittest è terribile, per non dire drammatico. Se non avessimo dovuto scrivere questo articolo, lo avremmo mollato dopo la terza partita, anche perché la maggior parte del tempo all'inizio lo si passa ad attendere e a cercare di capire cosa bisogna fare. Ci voleva tanto a inserire delle schermate di testo consultabili con descritte le basi del gioco? O anche un tutorial con bot? Attualmente un match funziona in questo modo: si entra in un server, si passa il tempo a spiegare ai novizi come creare le tribù per far iniziare la partita, quindi si entra in azione e già sulla piattaforma si assiste al dramma degli stessi che, non sapendo che fare, vengono falcidiati in pochi secondi dai giocatori più esperti. Accumulando un po' di morti e di esperienza, ossia diverse ore di gioco, lo svolgimento dei match migliora, ma le attese per iniziare rimangono le stesse. Se condiamo il tutto con alcuni problemi tecnici davvero fastidiosi, come il lag in corrispondenza degli eventi e la scarsa fluidità generale, capirete perché per ora vi consigliamo di stare lontani da ARK: Survival of the Fittest, anche se l'accesso è gratuito.
Conclusioni
PRO
- A pieno regime non è male
CONTRO
- Attese snervanti nelle lobby
- I novizi sono lasciati a loro stessi
- Problemi tecnici assortiti