Nell'accogliente hotel di Arvidsjaur (in Lapponia) in cui Namco ci ha gentilmente ospitato per il Winter Level Up erano molti i titoli giocabili degni d'interesse. Uno su tutti però spuntava dalla massa, se non altro per il suo notevole comparto artistico e l'atmosfera a dir poco angosciante: Little Nightmares. Il titolo di Tarsier Studios è in realtà un ritorno alle origini del team - dopo anni di lavoro su videogame zeppi di gioia come Little Big Planet e Tearaway - e appare evidente da subito quanto gli sviluppatori siano a proprio agio nel loro (oscuro) elemento naturale. Il bello è che la software house non ha nemmeno dovuto inventarsi chissà quale strana ibridazione di generi o trovata geniale per far saltare all'occhio il loro ultimo nato: è un platform con enigmi basilari e un motore fisico piuttosto realistico, che fa della direzione artistica e dell'intuitività i suoi punti di forza. Il colosso nipponico avrà puntato su un cavallo vincente?
Quali misteri nasconde l'angosciante Little Nightmares? Lo abbiamo provato!
Mostri umani
Difficile capire da una semplice prova quale sia la premessa di Little Nightmares, ma il titolo era pur sempre conosciuto con il nome di "Hunger" prima che alcune problematiche di natura legale costringessero i Tarsier a un cambio di nome, ed è apparso evidente anche dalla nostra demo.
La piccola protagonista armata di impermeabile giallo appartiene a un mondo dove i bambini indifesi come lei soffrono i morsi della fame, sotto la costante minaccia di enormi mostruosità le cui fattezze e i cui comportamenti ricordano versioni quasi caricaturali di quelli degli uomini adulti. Nascosti tra i livelli, minacciosi bassorilievi a forma di occhio nascondono pargoli catturati per chissà quale scopo, che vanno ad aggiungersi ai poveri piccoli in gabbia che appaiono durante il normale avanzamento. Per quanto suggestiva e atipica sia l'ambientazione, tuttavia, il gameplay attorno a cui è costruita l'esperienza è piuttosto semplice. L'eroina del gioco può correre o muoversi quatta quatta, saltare e aggrapparsi alle superfici con una certa agilità; manovre basilari, che acquistano tutto un altro significato se applicate alle mappe interattive e variegate del titolo. Tolte zone "tranquille" dove si può esplorare, infatti, la stragrande maggioranza dei livelli sembra gestita attorno a una specifica figura mostruosa, una sorta di boss che insegue la piccola di stanza in stanza e la minaccia in vari modi. Specificamente, nella demo da noi provata, l'avversario era un vegliardo bendato dalle braccia oblunghe, con la spiacevole tendenza a smanacciare in ogni dove come un ossesso.
Buio e silenzio
Essendo cieco, il boss poteva venir aggirato osservando attentamente l'ambiente circostante ed evitando di fare troppo rumore. Little Nightmares infatti ha delle meccaniche stealth piuttosto funzionali, che chiedono al giocatore di camminare in zone specifiche (pavimenti di legno scricchiolano e portano i mostri a sentire la bambina, con conseguenze spesso letali) o semplicemente di sfruttare ombre e coperture per non essere notato.
Di norma però gli enigmi riguardano la navigazione delle mappe - piene di oggetti enormi per la protagonista - che vanno spesso sfruttati per arrampicarsi, o spostati furbescamente per raggiungere zone sopraelevate normalmente troppo lontane. Come detto prima, niente di rivoluzionario, ma ogni cosa si incastra a meraviglia, e il tutto risulta estremamente affascinante per via dell'ottima direzione artistica. Le mappe, al di fuori delle abitazioni dei boss, sono oscure e inospitali: i corridoi e le aperture vanno spesso illuminati con il piccolo acciarino della protagonista per potersi orientare, e le deformità geometriche di mobili e oggetti non fanno che aumentare il senso di inquietudine. Morti violente alla Limbo e l'innocenza della piccola eroina sono solo ulteriori ciliegine su questa torta fatta di ansia e tensione. L'audio infine non è da meno: zero melodie nella demo da noi provata e suoni secchi, ma spesso a malapena percettibili. Rumori forti sono di norma sintomo di gravi errori da parte del giocatore; se tutto va bene, in Little Nightmares, è il silenzio ad accompagnare la bambina dall'impermeabile giallo. Insomma, le nostre impressioni sono state indubbiamente positive, restano da definire l'effettiva varietà della campagna, e la longevità finale. Le basi per un ottima sorpresa, comunque, sembrano esserci tutte.
CERTEZZE
- Oscuro, inquietante e dotato di un'art direction notevole
- Enigmi intuitivi ma funzionali
- Ricco di personalità
DUBBI
- Longevità e varietà complessiva sono ancora in dubbio