Lo abbiamo dovuto tenere in saccoccia per un po', ma alla Paradox Con di Stoccolma abbiamo visto anche un altro gioco oltre a quelli di cui vi abbiamo già parlato, che ha tutte le carte in regola per essere il progetto più interessante dell'intero evento. Il suo nome è Battletech, e se avete una discreta passione per i robottoni probabilmente saprete che si tratta di un marchio con oltre 30 anni di storia alle spalle, partito da un gioco da tavolo e responsabile della nascita di titoli iconici come MechWarrior e MechCommander. La visione originale del prodotto non veniva però traslata su computer da tempo immemore, ed è ricaduto sulle spalle di Harebrained Schemes (già noti per il buon Shadowrun Returns) l'onere di mettere una pezza alla situazione, dopo un Kickstarter di successo. Anche coi soldi dei backer, ad ogni modo, un progetto ambizioso come questo richiedeva aiuto per avere la certezza di raggiungere una grossa fetta di pubblico, pertanto Paradox non ci ha pensato due volte a farsi sotto, accogliendo nella sua grande famiglia il team e il creatore del gioco originale, Jordan Weisman.
Guerra di periferia
Il Battletech di Harebrained è un titolo che ben si sposa col resto della lineup del publisher svedese: si tratta di uno strategico a turni nel quale si prende il controllo di una compagnia di mercenari in una zona chiamata "la periferia" che rappresenta all'incirca il 15% dell'intero mondo di gioco. Ed è un mondo in guerra costante quello del marchio, dove cinque case nobili combattono allo scopo di ridare lustro al loro nome e ripristinare il glorioso impero da cui derivano. Voi però vi butterete tra il sangue e le lamiere per una motivazione più contenuta di questo conflitto totale; sarete infatti al servizio di una nobile deposta dal suo subdolo zio, e dovrete aiutarla a recuperare il potere in una sorta di guerra civile di resistenza (per certi versi una premessa che ricorda la serie Gundam: Iron Blooded Orphans). La campagna sarà pertanto divisa in contratti e gestita dall'interno di una enorme reliquia del passato (molta della tecnologia del mondo deriva da ere la cui sapienza è ormai perduta) che altro non è se non una grossa astronave da combattimento con la funzione di quartier generale.
Prevedibilmente, trattandosi di uno strategico basato su un nome di questa importanza, Battletech offrirà un gran numero di personalizzazioni, e qualche interessante elemento gestionale. Non abbiamo potuto esplorare molto le opzioni, poiché abbiamo testato solo la beta che sarà disponibile da oggi per tutti i giocatori, ma siamo comunque riusciti a dare un'occhiata alle tante possibilità di modifica dei vari mech, che vanno dalle armi per braccio ai singoli pezzi di armatura metallica, e offrono abilità aggiuntive importanti in battaglia. Nel gioco finale ci sarà anche la possibilità di investire in soldati esperti e ingegneri pare, con un plausibile aumento di efficacia e potenza dei propri bestioni meccanici mentre si avanza di missione in missione.
Sul campo
Questa varietà tattica la si nota anche una volta entrati sul campo di battaglia. Battletech offre infatti mech di vario tipo per affrontare gli scontri, che vanno selezionati sulla base di un limite di punti massimo - o tutti selezionerebbero solo le unità più devastanti - e vantano mobilità e resistenza variabili. I mech leggeri e da ricognizione sono ad esempio estremamente mobili, dotati di reattori che gli permettono di raggiungere rapidamente zone sopraelevate e di armi leggere utili per la "toccata e fuga", laddove i mech pesanti sono macchine di morte difficilissime da buttare giù, si muovono lentamente e sono pericolosissime una volta raggiunta la giusta distanza. Che sian grandi o piccini però, i mech condividono tutti due caratteristiche principali: il surriscaldamento e la stabilità. Infatti nel sistema a turni del gioco ogni azione compiuta porta all'aumento di una specifica barra della temperatura, che una volta arrivata al massimo renderà inattivi e vulnerabili i vostri singoli robottoni per un turno.
Impossibile dunque attaccare a raffica, o si rischia un contrattacco brutale dei nemici; nelle battaglie di Battletech è fondamentale sfruttare attentamente il terreno (offre notevoli vantaggi di copertura) mettersi in posizione di difesa per raffreddare le unità al momento giusto, ed evitare di esporre eccessivamente i propri mech da ricognizione (che vengono eliminati molto velocemente se entrano nel campo visivo nemico). La stabilità è un elemento forse ancora più importante: se i vostri mech ricevono troppi colpi in serie rischiano di cadere a terra, e a quel punto l'avversario ha la possibilità di mirare le singole parti dell'unità, divise chiaramente in braccia, gambe, busto e testa.
Normalmente non si potrebbe mirare, o tutti punterebbero subito alla testa allo scopo di uccidere i piloti; gli attacchi di norma arrivano al mech in punti casuali, tuttavia è possibile calcolare una serie di attacchi per buttare a terra i mech più pesanti, in modo da eliminarli brutalmente sfruttando la loro caduta. Aggiungete a tutto questo effetti variabili in base al tipo di arma utilizzato - con tanto di possibilità di sparare solo con determinate bocche da fuoco per non esagerare con il surriscaldamento - l'importanza del cono visivo dei mech (colpibili anche alle spalle) e la presenza di attacchi in corpo a corpo che danno bordate importanti alla stabilità dei nemici, e otterrete un titolo molto intelligente, con tutte le possibilità per spiccare all'interno del genere. Ora resta solo da vedere se gli Harebrained riusciranno a creare un'intelligenza artificiale all'altezza delle basi che hanno messo in campo, perché durante la nostra prova non abbiamo avuto grandi difficoltà a sbaragliare le truppe nemiche, fin troppo stupidamente aggressive. Attendiamo speranzosi insomma: il potenziale c'è, la passione pure, e i mech hanno sempre il loro fascino. Voi intanto godetevi la beta.
CERTEZZE
- Gameplay tattico e ragionato, ricco di potenziale
- Molte opzioni di personalizzazione dei mech
- Si basa su una licenza dal grande fascino
DUBBI
- Intelligenza artificiale ancora abbastanza rozza
- Validità della campagna tutta da dimostrare