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Divinity: Original Sin 2 punta al cielo

Perché quello di Larian Studios è uno dei giochi di ruolo più promettenti dell'anno

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   26/06/2017

Torniamo a parlare di Divinity: Original Sin 2, titolo da qualche tempo disponibile nell'Accesso Anticipato di Steam, che promette di essere uno dei giochi di ruolo più belli del 2017. Per l'uscita della versione finale non manca molto, visto che si parla del 14 settembre, ma nel frattempo sono state introdotte tante novità e il gameplay appare oggi molto più completo rispetto a quando lo provammo qualche mese fa. Dal punto di vista dell'affidabilità, Larian Studios si è dimostrato uno studio impeccabile e ha aggiornato costantemente Divinity: Original Sin 2, fissandone l'uscita in tempi ragionevoli rispetto all'approdo nell'Accesso Anticipato. Ci sembra giusto sottolinearlo perché i fallimenti di alcuni titoli lanciati troppo prematuramente, e i lunghissimi tempi di permanenza in beta di altri, che evidentemente gli sviluppatori non hanno alcuna convenienza a chiudere, hanno gettato parecchie ombre su operazioni simili. Insomma, il nostro scopo è far comprendere che l'Accesso Anticipato non è necessariamente un male e che alcuni studi meritano la fiducia degli acquirenti, vuoi per la loro storia e vuoi perché hanno già dimostrato di sapere come sfruttare questi nuovi modelli distributivi senza abusare della loro pazienza (anche il primo Divinity: Original Sin è stato per un periodo in Accesso Anticipato) . Ma ora bando alle ciance e cerchiamo di scoprire qualcosa in più sul gioco.

Come nasce una cavaliera

Iniziamo dalla creazione del personaggio, una delle parti fondamentali di ogni gioco di ruolo che si rispetti. In questo Divinity: Original Sin 2 richiama fortemente i classici del genere (e il suo predecessore), dando la possibilità di personalizzare in modo profondo il proprio avatar, senza però sfociare negli eccessi di certi titoli che dietro un'apparente maggiore libertà, nascondono solo la voglia di vendere skin e altri oggetti inutili. Come scopriremo giocando, le scelte fatte riguardo la razza (ce ne sono otto in totale) e la classe (ce ne sono quattordici in totale, ma sono modificabili) e le origini, influenzeranno lo svolgimento dell'avventura dandoci scelte di dialogo differenti a seconda della situazione. Comunque, in questa fase scegliamo di disinteressarci della pianificazione per creare un personaggio che ci piaccia davvero. Insomma, non vogliamo stare troppo a pensare alle conseguenze in gioco.

Divinity: Original Sin 2 punta al cielo

Nasce così una cavaliera dai capelli rossi abile nella contrattazione e letale con un'arma a due mani in pugno. In realtà siamo agli inizi della sua carriera ed è ancora una scartina, ma non diciamoglielo troppo ad alta voce che sennò ci rimane male. Dopo aver revisionato le sue caratteristiche e i suoi talenti, e aver deciso di renderla una suonatrice di Oud, avviamo infine la partita.

La barca affonda!

Quando provammo il gioco qualche mese fa ancora non era stata implementata la lunga sequenza introduttiva che fa da preambolo all'avventura. All'epoca il nostro personaggio si risvegliava sulle coste di un'isola di cui non sapevamo nulla, chiamata Fort Joy, con solo un testo introduttivo a tentare di spiegarci cos'era accaduto. Un po' poco per dare un senso ad alcuni dei fatti che capitavano esplorando l'area iniziale. Fortunatamente ora non è più così e la trama di Divinity: Original Sin 2 appare più completa: ci risvegliamo prigionieri su una nave che ci sta portando verso la già citata colonia penale di Fort Joy. Non sappiamo quali siano le nostre colpe, se non avere un potere innato che terrorizza l'ordine dei Magister of the Divine, represso da un collare magico cui siamo vincolati. I Magister sembrano volerci curare a tutti i costi ma, neanche a dirlo, hanno degli obiettivi segreti da perseguire. I nostri carcerieri ci trattano da cani, arrivando a infliggerci sofferenze inutili per farci stare al nostro posto. Sin dal primissimo dialogo possiamo verificare la versatilità del sistema di gioco, che ci offre delle opzioni extra legate ad alcune scelte fatte in fase di creazione del personaggio.

Divinity: Original Sin 2 punta al cielo

Comunque, a parte parlare con i vari personaggi non giocanti che incontriamo, per ora non possiamo fare molto. Apprendiamo però preziose informazioni sui nostri compagni di viaggio, alcuni dei quali entreranno in pianta stabile nel party. Approfittiamo dell'occasione anche per testare alcuni dei sistemi di gioco, aiutati da un poco ingombrante tutorial testuale. Per ora possediamo solo degli stracci e siamo quasi completamente indifesi, ma in giro possiamo raccogliere dei secchi, utilizzabili come elmi, e del cibo, che ci ridà un po' di energia. Niente di che, ma è sempre meglio che girare con l'inventario vuoto. Visto che ci siamo, intaschiamo anche qualche suppellettile e altri oggetti di consumo. Mentre compiamo queste semplici operazioni e prendiamo confidenza con l'interfaccia, scopriamo che sulla nave è stato commesso un omicidio. Chi sarà stato? Parlandone in giro non scopriamo molto, ma facciamo arrabbiare un paio di Magister, facendo scendere lo loro stima nei nostri confronti. Poco male. La situazione precipita completamente quando ci rechiamo dal capo dei Magister per registrarci. Lo troviamo alle prese con dei loschi figuri che in quattro e quattrotto danno fuoco alla nave rendendo la situazione bollente. Scopriamo anche che sono loro gli assassini che tutti cercavano, un'informazione che in questa fase è abbastanza inutile: la barca sta affondando e dobbiamo metterci in salvo! Il caos causato dall'attacco ci permette di esplorare il resto della nostra prigione galleggiante.

Divinity: Original Sin 2 punta al cielo

Rubiamo altra roba e troviamo alcuni oggetti nascosti che migliorano un po' il nostro equipaggiamento. Siamo anche costretti ad affrontare un paio di Magister feriti e, arrivati sul ponte superiore, a scontrarci con delle strane creature. Scopriamo con sommo raccapriccio che la nave non sta affondando solo per via delle fiamme, ma anche a opera di un gigantesco mostro marino che la vuole trasformare quanto prima in un relitto. L'intera sequenza è ben costruita e decisamente emozionante. Oltre a sopravvivere, siamo chiamati anche a prendere alcune decisioni che avranno ripercussioni in eventi successivi, come scegliere se salvare o meno un certo personaggio o se, in generale, mostrare maggiore o minore egoismo verso i nostri compagni di sventura.

Qualche nota generale

Dopo l'introduzione ci ritroviamo naufraghi sulle coste di Fort Joy e dà lì riprendiamo un'avventura in parte già vissuta con il provato precedente, e in parte nuova perché scopriamo molte più rifiniture, sia dal punto di vista grafico che da quello del gameplay. Niente di rivoluzionario, ma si vede che nel corso dei mesi il lavoro per migliorare il gioco è stato massiccio. Le impressioni di allora sono valide anche oggi: in giro per l'isola troviamo alcuni compagni di naufragio che si uniscono al party. Con più personaggi da gestire verifichiamo di nuovo le potenzialità del sistema di combattimento a turni, più completo rispetto a quello del primo episodio, grazie a una gestione più intelligente dei movimenti e dei punti azione.

Divinity: Original Sin 2 punta al cielo

Lì dove in passato ci si limitava a posizionarsi e combattere, con la fase di pianificazione che era essenziale per sfruttare alcune caratteristiche dello scenario, ora è possibile ripensare alcune tattiche durante il combattimento, grazie alla possibilità di spostamenti più lunghi e di utilizzare altri accorgimenti che rendono alcuni scontri davvero appassionanti. Il gameplay di suo è formato da tutte quelle meccaniche tanto amate dagli appassionati del genere. La maggior parte del tempo la si passa quindi a esplorare e cercare segreti, battendo le mappe palmo a palmo. A volte si incappa in nemici particolarmente potenti, che vanno affrontati quando si è più forti (ricevere mazzate fa parte del gioco), ma in generale si trae una grossa soddisfazione dal mondo circostante, curato sia visivamente che narrativamente (il titolo sembra essere molto più ricco da questo punto di vista rispetto al suo predecessore, ma vi sapremo ridire con la versione finale). Volendo si può anche correre per seguire la trama principale, ma non ha molto senso e si finisce per perdersi per strada una gran quantità di finezze e aree nascoste, oltre che tante ore di gioco. Insomma, con la seconda prova Divinity: Original Sin 2 ci ha convinti ancora di più che con la prima e non vediamo l'ora di poter giocare con la versione finale, che potrebbe rivelarsi davvero entusiasmante. In chiusura segnaliamo anche che il gioco appare molto pulito, ossia non presenta grossi bug e non si è mai bloccato. Non male per un titolo in Accesso Anticipato.

CERTEZZE

  • Gioco di ruolo ai massimi livelli
  • Trama più articolata del predecessore
  • Tecnicamente migliorato
  • Nuove dinamiche dei combattimenti interessanti

DUBBI

  • Dubbi davvero pochi