La storia, innanzitutto
Il segreto di questa collezione di strategici, ed in particolar modo di questo ultimo capitolo è sicuramente la cura con la quale sono state riprodotte non solo le unità, gli armamenti e la dotazione degli eserciti del tempo, ma anche la maniacale attenzione con cui si è tentato di riportare in vita quella battaglie che furono cruciali per lo sviluppo e la risoluzione del fronte europeo. Dedicatisi innanzitutto ad una seria ricostruzione storica basata sull’analisi di mappe dell’epoca, materiale d’archivio di ogni genere e documentazione proveniente proprio dai campi di battaglia, gli sviluppatori sono riusciti per ben tre volte a produrre titoli per veri fanatici di questo periodo storico, ottenendo gradualmente un prodotto sempre più specifico e curato nei particolari. Fatto l’engine, si sa, lo scoglio più grosso è superato, e così, nonostante i piccoli e doverosi ritocchi, l’attenzione si è concentrata sull’aspetto qualitativo della riproduzione delle specifiche situazioni storiche. Quale occasione migliore di un nuovo titolo dedicato alle concitate fasi finali della guerra per presentare tutta una serie di nuovi mezzi ed unità che proprio in quel periodo caratterizzarono gli scontri sugli innumerevoli e mutevoli fronti del conflitto. Il giocatore potrà scegliere sotto quale bandiera combattere, giostrandosi fra le forze alleate e quelle dell’asse nazi-fascista. Già dalle prime missioni sarà possibile fare la conoscenza delle nuove unità messe in campo dai due schieramenti. Si comincia infatti ad assaporare l’azione dalle prime fasi di gioco dove gli Alleati si scontrano con la dura realtà, più tragica del previsto, scontrandosi con i Jagdpanthers presso Chaumont, una delle occasioni più eclatanti in cui si prese atto del fatto che la liberazione dell’Europa occupata avrebbe richiesto un prezzo più alto di quello preventivato. Dopo gli avvenimenti narrati e rivissuti con D-Day, il giocatore è chiamato a rivivere le intense fasi che caratterizzarono l’inverno del 1944.
Tattica e strategia sul campo di battaglia.
Per chi non avesse avuto occasione di testare le proprie abilità di stratega con i titoli precedenti vale la pena di riprendere i punti di forza di questa collana, che trova a nostro parere in 1944: Battle of the Bulge la sua massima espressione. L’impostazione tipica dell’RTS tattico convive perfettamente con un’impostazione al limite dello strategico a turni. La possibilità di bloccare in ogni attimo l’azione richiamando la pausa è fondamentale per la risoluzione delle fasi più concitate di gioco. Infatti non si tratta di una pausa statica, in quanto offre la possibilità di continuare ad interagire con le unità impartendo ordini e comandi per ottimizzarne le prestazioni in campo e dislocarle avendo una visione d’insieme del gioco. Questa modalità permette quindi di vivere appieno l’esperienza tattica e strategica offerta dal titolo. Infatti ogni unità possiede determinate caratteristiche che devono essere sfruttate con estrema cura al fine di ottenere il migliore risultato contro il nemico; sarebbe molto complicato gestire la totalità dell’azione in real time, data la complessità delle azioni disponibili e la gamma di specializzazioni presente. Le caratteristiche degli armamenti e dei veicoli rendono ancora più complessa la stesura di una strategia efficace in quanto devono essere prese in considerazione tutte le variabili ambientali e l’efficacia degli armamenti a propria disposizione. Lo scenario, con le sue barriere architettoniche e naturali, ha un ruolo determinante nella stesura del piano di attacco o di difesa; la conquista di un altura può risultare fondamentale per i controllo di una determinata area della mappa, così come può tornare utile nascondersi nella vegetazione per confondere il nemico e diminuire la visibilità delle unità ostili. L’elevato numero di armi messe a disposizione, così come l’attenta e fedele ricostruzione storica che è stata eseguita non mancheranno di stupire i più preparati su questo affascinante periodo storico. Le mappe presenti, quasi esclusivamente caratterizzate dalla presenza di neve e ghiaccio e da scenari prettamente invernali, conferiscono al titolo un look decisamente differente dai predecessori, creando ottimi diversivi anche dal punto di vista estetico.
1944: Battle of the Bulge è un titolo strettamente legato ai suoi predecessori, dei quali mantiene l’aspetto grafico, l’impostazione del gameplay e lo stile che permea ogni missione. Il motore grafico mantiene l’appeal realistico dei predecessori, molto curato nei particolari e nella gestione delle esplosioni e dei danni (notevole l’effetto dei pali del telegrafo divelti, con i cavi che cadono a terra in maniera dinamica, seguendo la fisica del palo). Pur essendo un titolo stand-alone le analogie con i due titoli precedenti obbligano a considerarlo quasi come un’espansione. Ciò nonostante il numero di missioni presenti e la possibilità maggiorata di giocare partite in multiplayer su 10 mappe inedite rendono accattivante l’offerta, dato anche il costo contenuto con il quale questo gioco verrà lanciato sul mercato.
Stiamo per giungere al terzo capitolo della saga prodotta da Monte Cristo Games che, passando per Desert Rats VS Africa Korps e D-day, andrà a completare la WWII Battle Collection. Digital Jesters già da tempo sta lavorando a questo nuovo RTS che sfrutta il già apprezzato motore di sviluppo conosciuto con i due titoli precedenti. E’ ormai indubbio il livello di affezione di questa divisione di Monte Cristo Games per quanto riguarda il Secondo Conflitto è ormai arrivato alla saturazione, ciò nonostante il prodotto degli sforzi fatti per la realizzazione del motore che portò alla nascita di DR vs AK sembra dare ancora buoni frutti.