36

Parasite Eve - Monografie

Vent'anni fa cominciava la trilogia di Parasite Eve: vi raccontiamo la storia di questo bizzarro franchise

RUBRICA di Christian Colli   —   04/04/2018

Monografie è una rubrica aperiodica che racconta i momenti essenziali nella storia di alcune società, franchise o personaggi di spicco che hanno lasciato il segno nel mercato videoludico.

Pochi sanno che lo scorso 29 marzo ha compiuto vent'anni Parasite Eve, forse perché ormai sono in pochi a conoscere questo franchise firmato Square Enix, cominciato nel 1998 con un titolo per la prima console PlayStation che in Europa non è mai arrivato ufficialmente. La serie è proseguita immediatamente l'anno successivo con un sequel, quindi... è sparite nell'ombra per ben dieci anni, tornando su PSP con una specie di spin-off che ha diviso un fandom in trepidante attesa. Nelle prossime righe vi racconteremo - o ricorderemo - che cos'è Parasite Eve, come ha esordito e che fine ha fatto questo brand interessante che forse non è mai stato sfruttato a dovere.

Il romanzo

Può darsi che vi sorprenderà sapere che Parasite Eve nasce, effettivamente, sotto forma di romanzo. A scriverlo è stato un biologo, Hideaki Sena, e a pubblicarlo è stato Kadokawa nel 1995. Sena lavorava alla sperimentazione di alcuni farmaci sui mitocondri - organelli addetti alla respirazione cellulare presente negli eucarioti - e si ispirò a un documentario che aveva visto in televisione per raccontare una storia horror in cui una forma di vita antichissima, soprannominata Eve, esiste come coscienza alveare nei mitocondri degli esseri viventi. Nel romanzo, Eve attende il momento in cui si verificheranno le condizioni necessarie a esprimere il potere nascosto delle cellule mitocondriali: solo allora potrà dare vita a un organismo vivente di ordine superiore, capace di controllare il proprio codice genetico. Eve individua le condizioni perfette nella giapponese Kiyomi Nagashima e, dopo averla fatta schiantare in un incidente d'auto, orchestra un piano diabolico controllando i mitocondri di alcuni esseri umani, compreso il marito di Kiyomi. Parasite Eve ha vinto numerosi premi in patria ed è stato adattato sotto forma di manga e di film, prima di essere notato da Square e trasformato in un videogioco. Sena curò marginalmente lo sviluppo della trasposizione, affidata a una collaborazione tra la software nipponica e la casa editrice che aveva stampato il romanzo: nonostante ciò, una volta letta la trama, si definì soddisfatto da come Square aveva prolungato la storia.

Parasite Eve - Monografie

Parasite Eve

Hironobu Sakaguchi aveva letto il romanzo di Sena e si era subito appassionato: in quel periodo stava proprio cercando l'ispirazione di cui aveva bisogno per creare un nuovo gioco che, a differenza dei precedenti sviluppati da Square, doveva proporre atmosfere cupe e dinamiche più adulte. Parasite Eve per PlayStation, in effetti, fu il primo titolo firmato Square a essere classificato Mature dall'ESRB: lo diresse Takashi Tokita, che per Square aveva già diretto, insieme a Yoshinori Kitase e Akihiko Matsui, il famoso Chrono Trigger per SNES. Tokita scrisse anche la sceneggiatura di Parasite Eve, ma val la pena ricordare che il character design fu affidato a Tetsuya Nomura e la colonna sonora alla celebre Yoko Shimomura: questi nomi, ai tempi, non erano famosi come oggi, e Parasite Eve fu sicuramente uno dei giochi a dar loro maggior risonanza. Tokita scrisse la trama come un sequel, pur cambiando alcune importanti caratteristiche dell'opera originale. Il gioco, per esempio, si svolge tutto a New York, e infatti Square assemblò un team misto per riprodurre nel modo più fedele possibile gli aspetti più occidentali del titolo.

Parasite Eve - Monografie

La protagonista si chiama Aya Brea, una poliziotta che, la vigilia di Natale del 1997, sopravvive a un incidente misterioso: improvvisamente tutti i presenti nella Carnegie Hall di Manhattan prendono fuoco, eccezion fatta per lei e per una cantante sul palco, Melissa Pierce. Quest'ultima avverte Aya che i suoi mitocondri non sono ancora pronti, quindi si tramuta in un mostro orribile e, dopo aver dichiarato di essere diventata Eve, fugge nelle fogne. La storia si intreccia col romanzo originale quando uno scienziato giapponese, Kunihiko Maeda, racconta ad Aya la vicenda dei coniugi Nagashima e teorizza la possibilità che Eve stia scegliendo un ospite perfetto in cui manifestarsi. Aya, essendo immune al controllo cellulare di Eve, diventa quindi l'unica in grado di fermarla. Parasite Eve faceva parte di un trittico di titoli sperimentali, insieme a Vagrant Story e Brave Fencer Musashi, con cui Square intendeva sondare un pubblico potenzialmente diverso da quello abituato ai suoi soliti Final Fantasy. Parasite Eve, nella fattispecie, esordì come "cinematic RPG".

Parasite Eve - Monografie

Nel gioco si controlla Aya come in una tipica avventura in terza persona, esplorando alcuni scenari in cerca di indizi e punti di interazione, ma quando un nemico assale Aya, a mo' di scontro casuale, il combattimento si svolge a turni. Un indicatore che ricorda l'Active Time Battle di Final Fantasy scandisce la battaglia, determinando il momento in cui Aya può agire: se il giocatore decide di attaccare con l'arma equipaggiata oppure di impiegare i poteri di Aya, spendendo i punti chiamati Parasite Energy, sullo schermo appare un reticolo che indica l'area in cui la protagonista può colpire e gli eventuali bersagli compresi dentro di essa. Una volta compiuta l'azione, bisogna attendere che l'ATB si ricarichi, ma nel mentre si può spostare Aya in tempo reale per evitare gli attacchi dei nemici. Parasite Eve, insomma, è una specie di gioco di ruolo ibrido, tant'è che Aya guadagna punti esperienza, il giocatore distribuisce i punti che migliorano le sue capacità e può finanche potenziare le sue armi, combinandole con vari accessori. Square ricorse a frequenti scene d'intermezzo in computer grafica e a uno stile adulto e realistico proprio perché voleva creare una sorta di film interattivo molto più coinvolgente dei suoi soliti titoli: purtroppo ci riuscì solo a metà, perché Parasite Eve era un titolo breve e lineare che faticava ad assumere un'identità propria. Riscosse comunque un buon successo che gli garantì un sequel già l'anno successivo.

Parasite Eve - Monografie

Parasite Eve II

Il poco tempo trascorso tra la pubblicazione di Parasite Eve e quella del suo sequel, Parasite Eve II, si spiega facilmente, ma rimarca la "confusione" che cominciò a regnare nello sviluppo del franchise e che, in ultima analisi, probabilmente è stata anche la sua fine prematura. Parasite Eve II, infatti, avrebbe dovuto essere uno spin-off con un investigatore per protagonista, Kyle Madigan, ma il successo riscosso dal personaggio di Aya Brea convinse Square a cambiare le carte in tavola praticamente all'ultimo momento. Kyle assunse un ruolo secondario e anche un po' forzato, mentre Aya diventò di nuovo l'eroina. Per l'occasione, Square decise che avrebbe dovuto avere un look più deciso e maturo, ma il nuovo character designer mollò il progetto a metà e Tetsuya Nomura, subentrando al suo posto, si limitò a riconfermare i tratti caratteristici del personaggio che aveva creato tempo prima. Il problema principale di Parasite Eve II, tuttavia, era il gameplay.

Parasite Eve - Monografie

Questo spin-off al maschile era stato pensato come un survival horror nello stile di Resident Evil e così il nuovo producer e il nuovo director, rispettivamente Yusuke Hirata e Kenichi Iwao, avevano rimosso tutte le meccaniche che avevano caratterizzato il primo Parasite Eve. Via il sistema di combattimento a turni, via gli scontri casuali, via il reticolo di mira: restava in effetti un titolo che assomigliava davvero tantissimo ai survival horror di Capcom, al punto da sembrare un vero e proprio clone. I combattimenti si svolgono in tempo reale contro i nemici collocati nei punti specifici delle varie ambientazioni, ma fortunatamente Aya possiede ancora i suoi poteri paranormali, divisi adesso in quattro categorie elementali. La progressione si svolge tra cinematiche ed esplorazione, con una forte enfasi sulla risoluzione di rompicapi ambientali e sulla microgestione dell'inventario, poiché munizioni e oggetti curativi scarseggiano. Pur conseguendo valutazioni soddisfacenti, le nuove dinamiche entusiasmarono poco critica e pubblico - il gioco uscì anche in Europa nel 2000 - e anche la trama, scritta da Iwao, mancava di quel guizzo di originalità presente nel titolo originale.

Parasite Eve - Monografie

Nel gioco è passato qualche tempo dalla crisi di New York, e Aya è diventata un'agente di una divisione del FBI specializzata nell'affrontare i cosiddetti Neo-Mithochondrial Creature. La scoperta di un nuovo tipo di NMC artificiale costringe Aya a indagare su una nuova minaccia e le sue ricerche la conducono nella sperduta cittadina di Dryfield, dove la giovane incontra l'investigatore Kyle Madigan. Insieme, i due scoprono l'esistenza di un laboratorio segreto dove Aya apprende un segreto sconvolgente: gli NMC sono basati sul suo DNA e rappresentano il primo passo nello sviluppo di una nuova forma di vita dominante. Nel tentativo di distruggere il laboratorio, Aya si imbatte anche in una bambina dotata di poteri psichici che è, in effetti, un suo clone. Il gioco ha vari finali che cambiano a seconda delle scelte compiute in alcuni momenti dell'avventura: in uno di essi, Aya salva la bambina - Eve - e la adotta, cominciando una relazione sentimentale con Kyle.

Parasite Eve - Monografie

The 3rd Birthday

Parasite Eve tornò solo nel 2011, dopo un silenzio durato ben dieci anni, con uno spin-off intitolato semplicemente The 3rd Birthday. L'idea era quella di riportare Aya in scena, strizzando però l'occhio alle nuove generazioni che non avevano giocato i due precedenti Parasite Eve. Lo sviluppo del gioco, in realtà, fu davvero tortuoso. Tetsuya Nomura aveva voluto profondamente un nuovo Parasite Eve sin dal 2007 e Square Enix aveva acconsentito, purché venisse prodotto a episodi per telefoni cellulari. In seguito, il management si era reso conto che il progetto era troppo ambizioso per le capacità limitate dei sistemi mobile, così decise di spostarlo su PSP, e questo compromise una buona fetta del lavoro già compiuto. Dato che bisognava ricominciare da capo gran parte della progettazione, Nomura insistette perché Square Enix affidasse il progetto a Hajime Tabata, il quale aveva già collaborato con Nomura, aveva diretto i lavori su Crisis Core: Final Fantasy VII - che aveva riscosso un ottimo successo - e soprattutto stava sviluppando un altro gioco passato dai sistemi mobile a PSP, e cioè Final Fantasy Type-0. Quest'ultimo quasi fu cancellato proprio perché Tabata e i suoi si ritrovarono a dover completare The 3rd Birthday.

Parasite Eve - Monografie

Il gioco, nel frattempo, era diventato uno sparatutto in terza persona e il presidente di Square Enix, Yoichi Wada, aveva convinto Tabata ad assumere alcuni programmatori ex Capcom che avevano programmato Lost Planet: Extreme Condition e che avevano fondato una nuova compagnia chiamata HexaDrive. Alla storia pensarono Toshimitsu Takeuchi e Motomu Toriyama: i due scrittori si assicurarono di rievocare il ritmo serrato delle serie televisive americane, puntando molto - forse troppo - su colpi di scena inverosimili e contorti. Il risultato è una trama che ancora oggi si fatica a comprendere ma che soprattutto, nonostante le premesse, è profondamente legata alle precedenti avventure di Aya Brea. Quest'ultima ricompare infatti nel ruolo della protagonista, impegnata a combattere una nuova forma di vita chiamata Twisted che ha invaso New York. Aya ha perso la memoria ma ha anche acquisito il potere di trasferire la sua coscienza negli altri esseri umani, assumendo il controllo dei loro corpi: questa capacità non è soltanto una meccanica essenziale del gameplay, ma la chiave per comprendere il complicato intreccio narrativo.

Parasite Eve - Monografie

The 3rd Birthday ricorda a più riprese proprio Crisis Core, nel senso che l'esperienza si struttura in missioni ripetibili, alla fine delle quali si ottiene persino una valutazione che incide sulle ricompense. Se Aya muore, torna automaticamente in un hub centrale che funge da punto di salvataggio e che permette di modificare l'attrezzatura della protagonista, armi comprese. Gli stage sono costituiti da una serie di stanze collegate in cui si nascondono i nemici. Aya combatte in tempo reale e può sfruttare i ripari per nascondersi e ripristinare l'energia vitale; durante lo scontro si carica anche un indicatore che, una volta riempito, consente l'uso di un power-up che aumenta la velocità di movimento della protagonista. L'abilità fondamentale di Aya si chiama tuttavia Overdrive e le permette di possedere gli NPC che la accompagnano nelle missioni: così facendo, Aya può letteralmente spostarsi da un punto all'altro dell'area, salvandosi all'ultimo momento se la sua energia vitale è molto bassa. L'Overdrive è quindi anche un elemento strategico che bisogna imparare a padroneggiare perfettamente per ottenere le valutazioni migliori.

Parasite Eve - Monografie

Il sistema Overdrive è sicuramente l'aspetto più convincente di The 3rd Birthday, un titolo che, ancora una volta, soffre di una specie di crisi di identità: intrappolato in un limbo tra il desiderio di innovare a tutti i costi, senza però spogliarsi di insopportabili stereotipi. Il terzo Parasite Eve - perché, come abbiamo detto, di Parasite Eve si tratta, anche se Square Enix gli ha cambiato il titolo per venderlo anche a chi non conosceva la serie - ha segnato la fine del brand: vendette meno copie di quanto la società giapponese aveva sperato, senza riscuotere i consensi unanimi desiderati. A quel punto, inoltre, i creatori della serie erano già impelagati in mille altri progetti - Final Fantasy XV e Kingdom Hearts III, per citarne giusto un paio - e nessuno di loro, al momento, sembrerebbe interessato a ritornare sulle disavventure di Aya Brea. Non per ora, almeno, ma la speranza è l'ultima a morire e la prossima settimana vi spiegheremo come ci piacerebbe vedere un nuovo Parasite Eve.