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I 5 videogiochi più anti-sportivi della storia

Sembrerebbe impossibile anche solo da pensare, ma in molti videogiochi sportivi sono inserite delle particolari azioni proibite e fortemente immorali!

SPECIALE di Claudio Camboni   —   06/10/2018

Abbiamo speso fiumi di parole cercando di far capire ai detrattori dei videogiochi quanto questi ultimi siano, in fin dei conti, degli ottimi "educatori" e un buon veicolo di valori positivi. Pazienza, tenacia, intelligenza e tanti altri aggettivi si sono sprecati per definire in modo positivo il nostro hobby preferito. Ma mai a nessuno è venuto in mente di definirli... anti-sportivi! In una epoca dove il politically correct e il rispetto delle regole sembrano governare la civiltà, non crediamo esista uno sviluppatore che pensi anche lontanamente di prendersi la responsabilità di inserire dei comportamenti palesemente contro ogni morale sportiva. Eppure esistono dei giochi dove è stato prevista, nemmeno in modo tanto velato, la possibilità di compiere "atti illeciti" all'interno della prestazione sportiva, seppur virtuale. Si tratta infatti di giochi di parecchi anni fa, quando ancora si fumava nei bar, non ci si metteva il casco in motorino e la scorrettezza era un po' all'ordine del giorno. Scopriamo insieme cinque insospettabili videogiochi all'interno dei quali possiamo eludere le più elementari regole sportive!

Mario Kart

Partiamo dal presupposto che Mario Kart non sia un titolo che possiamo definire pienamente sportivo, date le sue origini fortemente arcade. Pur con questa premessa, il concetto alla base del suo gameplay è la corsa dei kart e la competitività in multiplayer. Nintendo ebbe la buona idea di rendere una "banale" competizione di kart un po' più frizzantina mediante l'introduzione dei famosi oggetti in gara. Mario Kart è un gioco che si basa, fondamentalmente, proprio sulla scorrettezza e sul costante attacco deliberato dell'avversario, con azioni più o meno geniali e sottili. Una delle più belle rimane, ovviamente, il lancio del guscio mentre lo sfidante sta saltando nel vuoto, così da farlo cadere. Da non replicare nella vità reale del traffico cittadino!

Perfect Striker

Alla fine degli anni '90 in Giappone, Konami era lo sviluppatore che aveva conquistato il mondo con i suoi pazzeschi giochi di calcio: Winning Eleven e Perfect Striker su tutti. Proprio in quest'ultimo titolo, nato dal lavoro dello studio di Osaka KCEO, era presente già all'epoca il famoso "diving" ovvero la simulazione di fallo e addirittura la trattenuta per la maglia (con tanto di incredibile animazione della divisa che si allungava). Tale feature (la simulazione) è stata poi inserita anche in alcuni capitoli di PES e FIFA (mediante pressione di una combinazione di tasti) finché su internet si è scatenata una feroce critica verso il publisher con tanto di petizione ufficiale per far correggere il gioco e ritirare questa particolare azione.

NHL

Se all'epoca i giapponesi avevano il predominio sui giochi calcistici, gli americani di Electronic Arts dominavano le vendite negli Stati Uniti con le loro simulazioni di hockey su ghiaccio, football e pallacanestro. Il campionato NHL non è mai stato considerato un fulgido esempio di correttezza e sportività, visto l'alto numero di risse e scazzottate che si verificano sui campi ghiacciati, e proprio per questo EA ebbe la geniale intuizione di inserire in modo plateale (e a tutti gli effetti all'interno del suo gameplay) i combattimenti in-game come una sorta di Street Fighter con tanto di barra di energia sopra il giocatore e caduta sul terreno dell'avversario sconfitto. Siamo d'accordo che le scazzottate fanno parte in modo intrinseco dell'hockey, ma forse EA esagerò un tantino, creando uno dei titoli più anti-sportivi di sempre.

FIFA 98

Abbiamo in precedenza citato FIFA per alcune feature, ma vogliamo inserire il capitolo del 1998 come uno dei giochi più anti-sportivi della storia videoludica. Erano infatti presenti numerose chicche che ne hanno decretato il successo, in tutti i sensi. Forse non esiste un appassionato dell'epoca che non ricordi la micidiale combo dei tasti "Q" ed "E". Il primo, che ancora oggi ci provoca malinconia, serviva a compiere un fallo violento sull'avversario più vicino: ed era subito bagarre. Gomitate in volto, calci sulle ginocchia ed entrate sulle caviglie come se giocassimo a wrestling, con il mitico Bulgarelli che esclamava "questo è un fallo da macellaio!" e successivo cartellino rosso garantito. Il secondo comando serviva invece invece per rotolarsi in terra che Neymar scansati e Pippo Inzaghi impara da noi. Con il tasto "E" abbiamo preso tanti di quei rigori e cartellini gialli da falsare un campionato intero. La natura delinquenziale di FIFA 98 lo fa quindi stare sul podio dei giochi più anti-sportivi di sempre.

Brutal Football

Basterebbe leggere il titolo in copertina per capire qual è il gioco più anti-sportivo della storia delle competizioni virtuali. Laddove Perfect Striker e FIFA inserivano delle feature proibite, in questo gioco per Amiga del lontano 1993 l'atto illecito era invece doveroso e dovuto, facendo parte del gameplay stesso. Si trattava di una variante del football americano, con la simpatica aggiunta del massacro degli avversari durante la partita. Oltre a dover insaccare la palla nella meta quindi, era possibile decapitare i "nemici", prenderli a mazzate, ucciderli e lanciarli. Esisteva anche la carinissima e tenera idea di sostituire la palla con la testa di un avversario, e ovviamente portarla in meta ci regalava un punto. Brutal Football si conquista così il podio assoluto di gioco più anti-sportivo di sempre. Ma questo primato non lo rendeva affatto meno divertente, anzi!