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Maledetto il giorno che ti ho scalato

Dopo varie presentazioni nel corso delle più importanti fiere del settore, Cursed Mountain si lascia finalmente giocare in una versione pressoché definitiva

PROVATO di Fabio Palmisano   —   20/07/2009
Maledetto il giorno che ti ho scalato

Protagonista delle vacanze estive di molte famiglie italiane, la montagna torna in prima pagina anche per quanto riguarda il panorama videoludico Wii, che a Settembre si arricchirà dell'uscita di Cursed Mountain, survival horror da tempo annunciato e nel quale sono riposte le speranze degli utenti più "maturi" della console Nintendo. Se le premesse del titolo sono apparse convincenti sin dalle sue prime uscite pubbliche, andiamo ora a vedere quali sono le impressioni lasciate dall'opera Deep Silver dopo un'intensa sessione di gioco con un preview copy.

Cime tempestose

La storia alla base di Cursed Mountain vede il protagonista Eric impegnato nella ricerca del fratello, scomparso sul monte Chomolonzo nel corso di una spedizione il cui obiettivo era il ritrovamento di un misterioso artefatto. E proprio "mistero" sembra la parola d'ordine della produzione Deep Silver per quanto riguarda la trattazione della trama, visto che il background inizialmente fornito al giocatore è praticamente nullo: elemento questo che contribuisce in maniera convincente a quella sensazione di abbandono e spaesamento che è tipica dei migliori esponenti del genere. Va detto che, di converso, Cursed Mountain sembra addirittura eccedere nel minimalismo narrativo, limitandosi a cutscenes composte da immagini statiche e da dialoghi talmente ridotti all'osso da risultare quasi decontestualizzati. Qualche ingenuità sembra essere stata commessa anche per quel che riguarda i testi che Eric raccoglierà nel corso della sua avventura: anziché dare all'utente la

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possibilità di leggerli nel momento stesso in cui vengono ritrovati, il gioco costringe ad aprire l'inventario e raggiungere l'apposita sezione, una forzatura inutile che disincentiva la lettura stessa dei manoscritti. Tornando ad un discorso più globale, Cursed Mountain sembra vantare numerosi spunti interessanti ed originali, che però talvolta trovano sfogo in forzature invero eccessive: il nostro playtest ha evidenziato personaggi ed oggetti giustapposti in situazioni talvolta irrazionali, al solo scopo di garantire una coesione fra trama e gameplay. Si tratta comunque di aspetti non cruciali, sui quali non si dovrebbe faticare a chiudere un occhio, specialmente considerando le frecce all'arco del titolo Deep Silver: lo scenario è affascinante, l'atmosfera regala i giusti momenti di angoscia e le disavventure di Eric -sebbene a volte con ritmi un po' troppo lenti- procedono in maniera fluida e piacevole.

Fantasmi di montagna

Diversamente dal trend action-oriented che da qualche anno ha coinvolto il genere dei survival horror, Cursed Mountain si presenta come un esponente decisamente classico della propria categoria di appartenenza, andando ad ispirarsi ai primi episodi delle saghe di Resident Evil e Silent Hill. Il risultato farà indubbiamente felici i più accesi sostenitori della old-school, ma porta anche a galla qualche anacronismo tecnico difficile da digerire nel 2009. La struttura ludica verte dunque in maniera preponderante sull'esplorazione, con Eric che si troverà a ripercorrere il cammino del fratello passando attraverso una varietà di ambientazioni, da uno sperduto villaggio nepalese fino ad arrivare alla vetta dello stesso Chomolonzo. Il cammino del nostro protagonista sarà punteggiato da indizi ed oggetti da raccogliere, enigmi da risolvere ed ovviamente nemici da affrontare. In questo caso si tratta di entità impalpabili quali i fantasmi, quindi il sistema di combattimento è sostanzialmente diverso da quanto visto in prodotti analoghi: premendo il tasto dedicato, Eric è in grado di sfruttare il suo "terzo occhio" per individuare gli spettri, che vanno scacciati eseguendo determinate movenze con il Remote. L'idea è quella di riprodurre i gesti di un cerimoniale buddista, anche se a volte il tutto si dimostra un po' macchinoso, senza contare che alcuni elementi (vedi delle sottospecie di proiettili mistici che Eric può usare come arma a lungo raggio) stridono notevolmente con l'impegno degli sviluppatori nell'infondere il prodotto di tradizioni e simbologie realmente tratte dal folklore nepalese. Ciò detto, affrontare i fantasmi può portare a genuini brividi lungo la schiena, una caratteristica indubbiamente vincente per un survival horror. Di converso, duole notare come i movimenti di Eric siano tanto legnosi quanto quelli di un Chris Redfield del primissimo Resident Evil uscito su PSX: si poteva fare certamente di meglio. Difficile poter dire invece altrettanto nei confronti della realizzazione tecnica, che sembra mettere decisamente a frutto le limitate potenzialità di Wii: nonostante una palette di colori talvolta discutibile, delle animazioni non sempre

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eccelse, e quella scarsa definizione delle texture che è un trademark della console Nintendo, Cursed Mountain offre un impianto visivo pregevole e non privo di tocchi di classe, come ad esempio l'effetto grafico che sottolinea l'utilizzo del terzo occhio. Azzeccato anche l'accompagnamento sonoro, volutamente scarno per massimizzare la sensazione di estrema solitudine che si vuole far percepire all'utente. Insomma, Cursed Mountain probabilmente non sarà un nuovo Silent Hill, ma gli ingredienti per un buon survival horror vecchio stampo sembrano esserci tutti: non resta che attendere la versione finale per valutare come l'opera Deep Silver si comporterà sul lungo periodo.

CERTEZZE

  • Trama e atmosfera promettono bene
  • Il setting è originale ed accattivante

DUBBI

  • Potrebbe essere troppo facile e lineare
  • Alcune forzature mettono a rischio l'esperienza