La prima stagione di Tomb Raider: La Leggenda di Lara Croft ha rappresentato una graditissima sorpresa per tutti gli amanti delle gesta della mitica esploratrice inglese, ma anche per chi semplicemente cercava una serie animata ad alto coefficiente di avventura e reliquie dimenticate.
E così, detto fatto, lo show ideato da Tasha Huo raddoppia con una seconda - e ultima - infornata di 8 episodi disponibili su Netflix dall'11 dicembre; una nuova missione che prosegue ancora sul sentiero narrativo tracciato dalla trilogia videoludica Survivor pubblicata tra il 2013 e il 2018.
Replicare l'ottimo risultato ottenuto dalla prima stagione era un'impresa ardua, non c'è che dire, ma senz'altro abbordabile per Miss Croft, che anche stavolta ha portato a casa la pellaccia e la nostra recensione.
In giro per il mondo
In perfetta continuità con le vicende raccontate nella passata stagione, la storia prende il via subito dopo gli eventi che avevano chiuso le ultime peripezie televisive di Lara datate ottobre 2024. Come forse ricorderete, sul finire dei primi 8 episodi la protagonista scopre infatti che la sua amica Sam Nishimura si trova in pericolo mentre è sulle tracce di alcuni razziatori di tombe e decide così di accorrere in suo aiuto.
Ed è proprio durante questa spedizione di salvataggio che reincontriamo quella Lara che, sul fronte videoludico, abbiamo lasciato con Shadow of the Tomb Raider ben 7 anni fa, ma che ritroveremo comunque presto dopo i succosi annunci diramati nel corso della cerimonia dei The Game Awards.
Ad ogni modo, il tempo trascorso dalla sua ultima sortita virtuale e dalla prima stagione della serie TV non sembra averla arrugginita, anzi: se possibile, la nostra avventuriera preferita ora sembra essere più tosta che mai, forse pure troppo; un mix tra Sam Fisher, Ezio Auditore e il Batman di Rocksteady che quando si tratta di menare le mani farebbe inorgoglire persino Bruce Lee.
Detto ciò, proprio come in Shadow of the Tomb Raider, è un tragico errore commesso da Lara a innescare l'avventura: avvicinata dalla responsabile dell'azienda Pithos, la filantropa Mila, Miss Croft consegna infatti a quest'ultima una preziosa maschera Orisha originaria dell'Africa occidentale, che, come avrete già capito, finirà per essere utilizzata per scopi tutt'altro che umanitari.
È così che si mette in moto una rocambolesca caccia al manufatto che rispetta a dovere le caratteristiche e lo spirito della serie, che condurrà Lara e Sam ai quattro angoli del globo alla ricerca di altre maschere, prima che a metterci le mani sopra siano Mila e, soprattutto, il suo braccio destro: la tenace Fig.
Una vicenda principalmente al femminile, insomma, che si articola, come detto, lungo 8 puntate della ormai canonica durata approssimativa di 25 minuti e tra le cui pieghe spicca senz'altro il testa a testa che vede fronteggiarsi Lara e Fig, appunto, scagnozza decisamente riuscita e dotata di grande personalità.
In questo consueto viaggio intorno al mondo - che tocca luoghi come il Sudamerica, Cuba e i ghiacciai polari - c'è però un ritaglio di spazio anche per l'allegra banda di Lara, che rientra in gioco per supportare la nostra eroina in un episodio in cui i cinefili più allenati non faticheranno a scovare qualche simpatico omaggio cinematografico.
Nel gruppo ritroviamo ovviamente vecchie conoscenze come Jonah, Camilla e il discutibile umorismo di Zip, che tuttavia stavolta deve vedersela con il funambolico atteggiamento di Eshu per il primato del fastidio provocato allo spettatore.
Quest'ultimo ha comunque il merito di rivelarsi un personaggio insospettabilmente profondo e con un passato così sfaccettato da consentirgli di attirare su di sé le luci del palcoscenico nella porzione conclusiva della storia. Questo a discapito addirittura della stessa Lara.
L'anima del franchise
Sulla falsariga della stagione che l'ha preceduta, anche questa nuova avventura fa del sovrannaturale il perno attorno a cui ruota la narrazione; un elemento, questo, che contribuisce a valorizzare alla grande un comparto visivo di livello, e che dà il meglio di sé nelle sequenze dai colori più accesi e vivaci.
In tal senso, anche le animazioni - ancora una volta curate da Powerhouse Animation Studios - si confermano di grande qualità, al netto di qualche movimento forse un po' troppo legnoso affibbiato ai personaggi di passaggio e a qualche figura di secondo piano.
Certo, l'espressività di alcuni comprimari non ha fatto grossi passi avanti rispetto a quella della prima stagione, in compenso però le sequenze d'azione ribadiscono quanto di buono era stato seminato nelle scorse puntate, e questo tanto sul fronte del ritmo quanto su quello della fluidità generale.
Lara è infatti protagonista di scontri spettacolari e ricercati dal punto di vista coreografico (che tuttavia a volte si fanno prendere un po' la mano), tra immersioni subacquee e inseguimenti al cardiopalma. Un aspetto che viene inoltre supportato da scenari suggestivi e capaci di riprodurre fedelmente l'anima videoludica del marchio, con la scenografia del forte vichingo che appare nel quarto episodio che sembra essere uscita direttamente da Rise of the Tomb Raider, tanto per fare un esempio.
Starring: Lara Croft?
A proporre qualcosa di differente rispetto alle puntate del 2024 è piuttosto la narrazione, ora più diretta e dunque meno intenzionata a scendere nelle profondità del personaggio Lara Croft.
L'indagine sul passato e sui fantasmi che accompagnano l'esploratrice dall'inizio della trilogia reboot rimane quindi più in superficie, e l'introspezione che si era dimostrata un gustoso ingrediente nelle puntate precedenti ora lascia spazio alla missione da portare a compimento e a Eshu, che, come anticipato, guadagna progressivamente spazio. Molto spazio.
Si tratta di una scelta di scrittura alquanto temeraria, c'è da ammetterlo, specie se si considera che a farne le spese è una superstar del calibro della signorina Croft; un'autentica calamita carica di personalità in grado di sostenere qualsiasi prodotto d'intrattenimento solo con la propria figura e il proprio carisma.
C'è tuttavia da considerare che gli eventi della prima stagione avevano scalfito e sondato a sufficienza lo spirito dell'avventuriera più amata dai videogiocatori, ed è dunque condivisibile che i nuovi episodi propongano una protagonista ormai rotonda e compiuta, e che sembra aver compreso fino in fondo l'importanza di fare un passo indietro e chiedere aiuto agli altri.
Ciononostante, stiamo pur sempre parlando di Lara Croft, una delle icone più riconoscibili della storia dei videogiochi, un'eroina da 100 milioni di copie vendute in tutto il mondo nel corso della sua carriera; una figura trasversale, apparsa persino sulla copertina di riviste che nulla hanno a che fare col nostro passatempo preferito.
Capirete bene, quindi, che una decisione narrativa simile da parte degli sceneggiatori espone lo show a un paio di conseguenze che generano un impatto potenzialmente importante sullo spettatore: nel segmento finale della storia, infatti, Lara non sparisce, sia chiaro, ma sembra lavorare da gregaria per un personaggio che si prende via via la scena, relegando così la nostra eroina un po' sullo sfondo del climax.
In secondo luogo, proprio a causa di un meccanismo simile, qualche passaggio di almeno un paio di puntate della seconda metà della storia risulta un po' meno efficace e concitato degli altri sul fronte del ritmo, smorzando un po' la figura di Lara per concentrarsi su altri aspetti. Il modo in cui gli autori hanno trattato la narrazione resta comunque apprezzabile, questo è indubbio, perché restituisce allo spettatore una visione più ampia della protagonista. Una protagonista che sa anche agire da spalla nel momento clou.
Conclusioni
Multiplayer.it
7.5
La seconda stagione di Tomb Raider: La Leggenda di Lara Croft è la degna prosecuzione di una serie animata che, con i suoi primi 8 episodi, aveva abbondantemente dimostrato di essere il miglior adattamento del franchise disponibile sulla piazza. Questa nuova avventura mette in scena tutti gli stilemi tipici del marchio, con un occhio di riguardo verso il sovrannaturale, e conferma tutti i pregi della passata stagione, specie sul versante tecnico. Per ciò che concerne la scrittura, invece, la vicenda che fa da sfondo alle imprese di Miss Croft ha forse meno mordente di quella che l'ha preceduta, senza contare che alcune fasi degli episodi piazzati nella seconda metà dello show calano un po' di intensità.
PRO
- I pregi tecnici della prima stagione sono confermati
- Lo spirito di Tomb Raider è ancora lì
- Fig è un'antagonista davvero riuscita
CONTRO
- La storia è meno intrigante rispetto a quella della prima stagione
- Alcune scene d'azione esagerano un po'
- La seconda metà della vicenda accusa qualche calo di ritmo