Versione testata: Xbox 360
Diciamo subito che The Saboteur è un action game che non vuole avere nessuna finalità storica nè attinenza a fatti avvenuti realmente ma vuole solamente divertire il giocatore. Se per farlo dovrà riportare l'orologio indietro nel tempo fino al periodo dell'occupazione nazista di Parigi durante la Seconda Guerra Mondiale ben venga, ma solo perché è un periodo ideale per ambientare una storia di questo tipo. Per chi non lo sapesse The Saboteur racconta la storia di Sean Devlin, un pilota professionista di auto di origini irlandesi che si trasforma in un sabotatore amico della resistenza dopo che i nazisti uccidono il suo migliore amico e collega. Il personaggio è stato creato ispirandosi alla vita di William Grover-Williams, un corridore professionista che collaborò con i servizi segreti alleati durante la resistenza francese.
Sean però non combatte per un ideale ma per soddisfare la propria sete di vendetta. Anche la guerra è vista in modo differente rispetto alla maggior parte dei titoli ambientati in questo periodo storico ed è trattata come un personaggio con cui interagire piuttosto che come uno sfondo alle azioni del protagonista. Questo si nota soprattutto nell'interazione del personaggio con la città e con i suoi abitanti. Mano a mano che Sean riuscirà a ispirare con le sue gesta gli abitanti di Parigi infatti, questi ricominceranno a girare per la città e a resistere all'occupazione. Graficamente il tutto viene espresso utilizzando il colore in un modo molto particolare. Inizialmente infatti, il gioco è tutto in bianco e nero ad eccezione di alcuni sprazzi di colore offerti dalle bandiere naziste, dal fuoco di alcune torce, dalle vampate delle armi e da qualche solitaria finestra che sfida il coprifuoco imposto dagli occupanti. Solo con le sue azioni Sean riuscirà a portare speranza nei parigini riportando al contempo il colore nella grigia vita degli occupati.
The escape
Durante l'evento organizzato a Parigi da Electronic Arts per presentare ufficialmente The Saboteur abbiamo avuto modo di provare con mano tre livelli di gioco e vederne giocati altri due riportando un'ottima impressione generale del gioco. Dopo la presentazione del nuovo trailer, pad alla mano, ci siamo lasciati trasportare tra il 1940 e il 1944 immergendoci in un mondo unico e coinvolgente che inizia con uno dei primi livelli che si incontreranno nella versione definitiva: The Escape.
Qui il nostro eroe deve scappare da una base nazista dove è stato portato per raggiungere una delle case sicure della resistenza nei dintorni di Parigi e salvare Véronique, una delle varie presenze femminili del gioco, dalla fucilazione. Dopo essersi liberato Sean dovrà farsi largo tra i nemici senza farsi scoprire, attaccandoli alle spalle e trovando un'arma con cui sperare di sopravvivere. Inizialmente il livello si sviluppa all'interno della base e Sean affronterà i propri nemici combattendo scala per scala, in un ambiente claustrofobico e davvero opprimente. Giunto sul tetto dovrà sconfiggere ancora un paio di avversari prima di calarsi all'esterno e impadronirsi della vettura con cui dovrà farsi largo tra le pattuglie avversarie. In questa fase di gioco, decisamente di apprendimento, si possono apprezzare le capacità stealth di un titolo come The Saboteur. Il personaggio infatti, si muove molto bene tra i vari ripari e dispone di un paio di mosse ideali per eliminare un avversario senza far rumore e far scattare l'allarme. Sempre qui si apprendono i rudimenti del combattimento a mani nude e dobbiamo ammettere che i comandi sono relativamente semplici ed efficaci, anche se richiedono un breve tempo di apprendimento. Sempre in questo livello si imparano a gestire le armi e le visuali.
Zeppelin
Dopo aver salvato Véronique da morte certa è stato il momento di provare il secondo livello disponibile. Questo si posiziona temporalmente a metà gioco e vede Sean impegnato nell'infiltrazione in una base di lancio per dirigibili Zeppelin arroccata in un vecchio castello. La presenza nazista è forte, ma si nota una certa libertà degli abitanti del villaggio sottostante che, nonostante l'azione avvenga a notte fonda, è stranamente vivace. Per strada si incontra qualche passante e le finestre accese sono molte. Impossessatosi di un camion tedesco Sean si avvicinerà all'ingresso della base. Qui dovrà essere molto veloce nell'eliminare una guardia e prenderne i vestiti così da passare inosservato per più tempo possibile.
Questo ci ha dato lo spunto per chiedere agli sviluppatori come è nata l'idea che Sean si travestisse e per sapere quanto effettivamente questo travestimento fosse efficace. La risposta ci ha sorpreso. Se potevamo pensare che il travestimento potesse essere normale, il fatto che le taglie dei vestiti non fossero "conformate" sul protagonista è stata una piacevole varietà sul tema. Sean, infatti, è alto, prestante, molto fisicato e non tutti hanno la sua corporatura. Proprio per questo sarà difficile trovare un'uniforme che garantisca una vestibilità totale. Una volta rubata un'uniforme, possibilmente senza macchie di sangue, il trucco reggerà fino a che si starà a una certa distanza dai nemici. A un controllo più attento, infatti, la differenza risulta troppo visibile e fa scattare immediatamente l'allarme. Una volta infiltratosi, Sean dovrà farsi strada su più livelli, scalare mura ed entrare nella pancia dello Zeppelin ancorato al pilone per sfidare il suo acerrimo nemico Kurt Dierker in un infuocato, nel senso letterale del termine, duello mortale. In questo livello abbiamo potuto notare l'alta spettacolarità delle inquadrature e l'enorme libertà d'azione del protagonista che può sempre scegliere come muoversi nel livello. Una tale libertà la si era vista precedentemente solo in alcuni sandbox ma mai in un titolo di questo genere.
Big guns
L'ultimo livello che abbiamo avuto la possibilità di provare è ambientato sui tetti e ci permette di apprezzare appieno la struttura della città che, sebbene in scala, è una riproduzione perfetta di Parigi. I viali, le vie principali, le ampie zone verdi tipiche della capitale sono tutte presenti, così come lo sono i vari monumenti che assumono i connotati di veri e propri punti di riferimento per Sean e per la Resistenza.
In questa missione il protagonista deve distruggere un cannone installato sul tetto di una tipica casa parigina e, per portare a termine la missione, la via migliore è quella che passa dall'alto. Non prima di aver rubato l'auto del proprio rivale per spostarsi da una parte all'altra della città a tutta velocità. I tetti attorno all'obiettivo sono però pesantemente difesi dalle truppe tedesche e Sean dovrà sfruttare al meglio ogni riparo possibile per evitare di finire ucciso dal fuoco incrociato dei cecchini e della fanteria. I ripari diventano così luoghi dove spostarsi di frequente ma consentono al protagonista di impostare l'azione successiva che può prevedere un attacco frontale, un accerchiamento o un semplice tiro al piccione da posizione riparata. La scelta di come affrontare i tetti parigini quindi viene lasciata unicamente al giocatore.
Tre livelli davvero promettenti
Quelli che abbiamo potuto quindi provare a Parigi sono solo tre livelli che mostrano un giocato complessivo di circa 45 minuti (prendendosela molto comoda a imparare comandi, guardare dentro ogni anfratto, cercando di eliminare i nemici senza farsi notare e così via) su 20/25 ore previste dagli sviluppatori che, tuttavia, assicurano il completamento del gioco in 15 ore circa portando semplicemente a termine le missioni principali.
Oltre ai tre livelli provati abbiamo potuto poi assistere al completamento di altre due missioni, ad opera di alcuni sviluppatori, ambientati nelle catacombe parigine e nel cimitero di Pere Lachaise. In questi due livelli abbiamo notato più cose interessanti. Innanzitutto la complessità delle mappe che hanno un'estensione più che soddisfacente e si sviluppano su più piani ricchi di connessioni tra uno e l'altro.
Questo permette al giocatore di sfruttare al meglio le caratteristiche del personaggio e dell'ambiente che lo circonda. Un altro fattore che ci ha sorpreso è la progressiva fiducia in un futuro più roseo che la città e i suoi abitanti dimostrano. Questo non si limita però a un semplice processo di colorazione dell'ambiente ma si riflette anche nel gioco. In un'area a colori, infatti, Sean potrà muoversi più liberamente, indossare la sua divisa da pilota e permettersi comportamenti più azzardati, certo che la popolazione lo supporterà e lo aiuterà a portare a termine la missione. Esattamente l'opposto di quanto farà in una zona controllata dai nemici dove dovrà essere molto circospetto per evitare di essere localizzato.
Il suo voler essere un gioco di azione pura e poco attinente alla realtà si riflette però in una intelligenza artificiale che, confrontata ad altri titoli, risulta poco soddisfacente con avversari che rimangono a fissare il protagonista fino a che questo non si fa notare o gli spara senza accennare un minimo di autonomia. Durante una demo con uno degli sviluppatori siamo riusciti a far cambiare il livello di difficoltà su estremo e solo così abbiamo avuto un minimo di reazione in più. Alle nostre domande relative al perché di tutto ciò lo sviluppatore ci ha poi spiegato che il livello di difficoltà influisce maggiormente su Sean, che risulta quindi più vulnerabile, piuttosto che sui nazisti. Tuttavia lo stesso ha tenuto a precisare che la build da noi provata era ancora priva degli ultimi aggiornamenti relativi all'intelligenza artificiale e che la versione definitiva sarebbe stata ulteriormente migliorata. Nella stessa chiacchierata a lato console poi, abbiamo avuto conferma della mancanza di una sezione multiplayer.
The Saboteur arriverà su PC, PlayStation 3 e Xbox 360 nella prima settimana di dicembre.
CERTEZZE
- Grafica ricercata e molto dettagliata
- Storia appassionate
- Avvincente mix di missioni stealth e d'azione
DUBBI
- Intelligenza artificiale poco convincente