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Un'avventura grafica risplende all'orizzonte

Lost Horizon potrebbe sfruttare al meglio i tempi lenti delle avventure grafiche per approfondire la trama. Lo abbiamo provato per voi.

PROVATO di Andrea Rubbini   —   08/12/2009

Il successo di Secret Files si è rivelato un trampolino di lancio per Animation Arts, che ora vuole sfidare il mercato con Lost Horizon. Fin dai primi minuti di gioco si intuisce qual è l'intenzione degli sviluppatori: quella commistione tra cinema e videogioco che in tanti hanno inseguito negli anni senza mai raggiungere risultati pieni. Forse Heavy Rain riuscirà nell'intento, ma probabilmente dipende tutto da quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere. In questo caso abbiamo capito che lo scopo era quello di creare un'avventura grafica con un ampio respiro narrativo, ricca di sequenze animate e descrizioni dettagliate. Aspettiamo di scoprire se riusciranno a rendere fluido il passaggio dell'utente dal ruolo di spettatore a quello di giocatore, e se il gameplay ne uscirà integro, ma già la mancanza di sequenze arcade è un buon punto di partenza.

Un'avventura grafica risplende all'orizzonte

Anzi: a giudicare dallo scorcio che ci hanno concesso in fase di anteprima, il risultato finale potrebbe rilanciare le avventure grafiche e imporre definitivamente il nome dello studio. L'ambientazione è stata volutamente ricalcata dalle pellicole di Indiana Jones, forse per potersi garantire un'ambientazione familiare al grande pubblico. Siamo quindi negli anni '30, ci sono i nazi e i misteriosi artefatti nascosti in località esotiche - o almeno per quell'epoca. Ci aspettano viaggi tra Asia e Europa, ma nella versione di prova abbiamo potuto solo giocare il prologo e il primo capitolo ambientato a Hong Kong. Il gioco ci proietta subito nel cuore dell'azione e del mistero: quindi non si tratterà di svelare un giallo, quanto piuttosto di godere di un viaggio immenso, ricco di imprevisti e di colpi di scena. In effetti già nel primo capitolo succede di tutto, a conferma di quanto Lost Horizon giochi sull'incedere veloce dell'azione.

Protagonisti o spettatori?

A Hong Kong vestiamo i panni di Fenton Paddock, ex militare britannico ora dedito all'alcolismo e al contrabbando. Un eroe involontario come Indiana Jones: positivo ma non immacolato. Purtroppo per lui alla Triade non piace che faccia affari nel suo territorio e per questo lo inchioda in una cassa e lo butta in mare. L'attrito tra la sadica descrizione della morte che lo attende in quella cassa e l'aspetto fumettistico del gioco crea il primo contrasto interessante. Poco dopo veniamo a sapere anche che Fenton venne coinvolto in una rivolta di lavoratori cinesi repressa poi con le armi dai colonialisti inglesi. I richiami a eventi storici delicati e tristi come quelli dell'epoca coloniale ci fanno sperare che Lost Horizon sappia alternare lo scherzo liberatorio alla serietà degli approfondimenti. Intanto della storia siamo venuti a sapere poco: il gioco ci spinge a partire per il Tibet, alla ricerca di un amico scomparso durante una spedizione. A quanto pare verrà con noi anche Kim, una vecchia conoscenza di Paddock.

Un'avventura grafica risplende all'orizzonte

L'ultima sequenza del primo capitolo la dice invece lunga sulla strada che intendono percorrere gli sviluppatori: mentre Kim guida un camion, Paddock è seduto su una specie di slitta legata al retro con una corda, mentre un veicolo della Triade li insegue. Anche se sullo schermo tutto scorre, in termini di gameplay l'azione è ferma. Per uscire da questa situazione dobbiamo collaborare con Kim, attraverso le voci di dialogo e il passaggio di oggetti da un personaggio all'altro. Si tratta di una piccola evoluzione del sistema cooperativo già visto in Secret Files 2. Per quanto riguarda gli enigmi, anche i dialoghi diventeranno dei puzzle da risolvere, sebbene non sappiamo quanto saranno difficili. La curva di apprendimento è molto dolce, ma è probabile che gli enigmi si facciano sempre più ostici, fino a soddisfare i giocatori più esperti. L'ultima nota positiva riguarda l'aspetto visivo, impreziosito dai fondali disegnati a mano, dagli effetti di luce, dall'acqua in movimento e dalla neve che cade sullo sfondo. A chiudere il commento non poteva che esserci la colonna sonora, evocativa come quella di Secret Files 2.

CERTEZZE

  • Un vero approfondimento psicologico dei personaggi
  • Dialoghi da risolvere come puzzle
  • Nuove modalità di cooperazione

DUBBI

  • Troppe sequenze animate possono spazientire
  • Ci hanno già provato in tanti a fondere cinema e gameplay