Electronic Arts ha finalmente deciso di rinnovare NBA Live per non soccombere di fronte alla supremazia di NBA 2k che presto, oltre al nome e al motore grafico, avrà come testimonial un tizio di nome Michael Jordan. Serviranno quindi razzi e cannoni per vincere questa battaglia, ma se c'è qualcuno che può imbastire un arsenale del genere questo qualcuno è sicuramente EA Sports.
NBA Elite
Una delle serie più controverse e problematiche di EA compie una decisa svolta a partire dall'intero sistema di controllo. Il cuore di NBA Elite risiede quasi esclusivamente nei due stick. Lo stick sinistro serve per spostare il giocatore mentre lo stick destro si occupa di attacco e difesa. Per tirare basta puntare lo stick verso il canestro e rilasciarlo quando l'indicatore arriva nel punto giusto della barra posta in alto a sinistra.
Inoltre basta un colpetto all'indietro per le intercettazioni aeree e sono sufficienti semplici combinazioni per cambiare la mano che palleggia, coprire la palla, fintare e via dicendo. Insomma ci siamo trovati di fronte a un sistema di controllo estremamente semplice ma che, di contro, richiede una reattività elevatissima sia da parte del giocatore che da parte del motore di gioco. Per il giocatore sarà probabilmente una questione di pratica, per il gioco invece è servito qualcosa in più. Ed è così che anche l'NBA di Electronic Arts ha abbandonato le animazioni precalcolate e si è affidato ad un nuovo motore fisico che, oltre alla maggiore reattività, porta con sè una nuova gestione di collisioni e movimenti.
In punta di pollice
Purtroppo non abbiamo potuto provare a fondo il titolo, non tanto a causa del tempo quanto per il materiale che abbiamo avuto a disposizione. La versione che abbiamo giocato era infatti ridotta all'osso con l'obiettivo di puntare i riflettori sul sistema di controllo e ci ha offerto solo due giocatori, un canestro e uno sfondo semi deserto. Il feeling alla Michael Jordan in Flight non ha comunque inficiato la risposta dei controlli i cui miglioramenti sono evidenti e percebili.
Efficace anche la gestione della palla rispetto al corpo del giocatore che ci ha permesso di compiere facilmente alcune manovre nel tentativo di arrivare a canestro. Le schiacciate automatiche puntando a canestro incrementano la sensazione di potenza e dover controllare solo l'inerzia per i tiri al tabellone aggiunge parecchio all'immedesimazione nell'azione di gioco. Si è invece dimostrato meno intuitivo il blocco aereo da effettuare tirando indietro lo stick. In questi casi l'istinto resta quello di puntare verso il giocatore che ha la palla mentre puntare lo stick verso un'altra direzione, anche se non si tratta della levetta destinata ai movimenti dei piedi, risulta poco naturale. Nonostante ciò le potenzialità di NBA Elite sono evidenti ed è lecito attendere una versione più completa prima di giudicarne i difetti.
In definitiva
Qualche problema anche per le movenze dei giocatori, mal interlacciate tra loro e piene di buchi. Inoltre ci è parso troppo magnetizzato il rimbalzo della palla rispetto alla mano del giocatore. La sfera sembrava curvare innaturalmente durante i palleggi per poi filare dritta nel caso di tiri o rimbalzi. Ma questi difetti dipendono quasi certamente dallo stadio di lavorazione arretrato e da animazioni adattate in corsa al nuovo motore fisico. Insomma se dal punto di vista dei controlli possiamo comunque esultare per il cambiamento, non possiamo però esprimerci per quanto riguarda il motore fisico che non può essere valutato senza un comparto grafico completo. Restano quindi l'importanza di un cambio di direzione, ormai inevitabile, e la speranza che le nuove frontiere della fisica ci regalino non solo pantaloncini svolazzanti ma anche quei miglioramenti che aspettiamo da tempo anche nel basket.
CERTEZZE
- Nuova grafica e nuova fisica
- Controlli semplificati al massimo
DUBBI
- Sistema di controllo ancora da perfezionare
- Versione troppo arretrata per valutare la qualità effettiva