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Nei labirinti della mente

La materia grigia di Jane Jensen torna a spremersi per una nuova avventura che promette di sondare i misteri della mente tra noir, horror, amore, e ironia

ANTEPRIMA di Andrea Rubbini   —   23/08/2010

Reclamate più volte sul tavolo autoptico per la dissezione finale, le avventure grafiche si sono rifiutate di morire. E si riproducono più di una comunità hippie californiana. Anche se talvolta il concepimento è lungo e faticoso, come nel caso di Gray Matter, che ha impiegato sette anni a trovare un produttore premuroso deciso a darle i natali. Tuttavia la madre naturale di questo punta e clicca resta Jane Jensen, talentuosa scrittrice che firmò la splendida saga di Gabriel Knight, più di dieci anni fa. Adesso Jane è pronta a raccontarci una storia di magia, amore e poteri della mente. Al centro della vicenda c'è Samantha Everett, una maga di strada alla ricerca di una società segreta di magia conosciuta come Daedalus.

Nei labirinti della mente

Nel corso della sua indagine, Samantha si ritrova a lavorare come assistente del Dr David Styles, un neurobiologo che vive nei pressi di Oxford. Da quando il dottore ha perso la moglie anni prima, si è chiuso in se stesso e nelle sue ricerche, guadagnandosi la fama di persona sinistra e misteriosa. Fino a quando non arriva Samantha al Centro di Ricerca per le Anomalie Cognitive, ridando linfa con la sua presenza agli studi di Styles. Senza perdere tempo, il dottor incarica Samantha di trovare dodici volontari tra gli studenti della prestigiosa Università di Oxford per un esperimento che progettava di condurre da tempo...

A me gli occhi

David Styles però non è un comprimario, bensì il secondo personaggio giocabile della storia. Storia che non tradisce le aspettative dei fan di Jane Jensen, mescolando ironia, tinte forti e drammatiche escursioni negli anfratti più cupi della natura umana. Sebbene l'impostazione di gioco sia quella classica dei punta e clicca, con enigmi basati sulla manipolazione di oggetti e interazione con gli hot-spot della schermata, qualche spiraglio di novità filtra dalle persiane chiuse del passato. È infatti presente un sistema che tiene traccia dei nostri progressi all'interno del capitolo in cui ci troviamo, così da conoscere il numero degli enigmi facoltativi risolti. Questi indovinelli sono lasciati alla buona volontà del giocatore, e premiano i più cocciuti con informazioni e oggetti extra da raccogliere. L'idea funziona molto bene con gli Obiettivi di Xbox 360, che riescono inspiegabilmente a sedurre anche i giocatori meno compulsivi.

Nei labirinti della mente

Lo straordinario lavoro di ricerca svolto da Jane Jensen si riflette in ogni aspetto del gioco. Dall'ambientazione oxoniense, fedele alla realtà, ai numeri di prestidigitazione di Samantha. La giovane infatti si porta sempre dietro un libro con i trucchi imparati negli anni di studio. Trucchi che sono indispensabili per continuare l'avventura. Quando Samantha deve ricorrere a uno dei suoi numeri di magia, compare un'interfaccia che spiega in dettaglio quali sono sono le azioni da compiere e gli oggetti necessari. Rispetto alle meccaniche classiche è una bella variante. Per chi teme che nella versione Xbox venga fatto scempio dei controlli, Gray Matter sembra avere la risposta pronta. Con una levetta si muove il personaggio principale in lungo e in largo nelle schermate di gioco, mentre una ruota simile a quella vista nei titoli Bioware ci permette di interagire con tutti gli oggetti presenti nell'area. Resta solo da vedere se il gioco sarà all'altezza delle aspettative che, quando c'è di mezzo Jane Jensen, sono molto alte.

CERTEZZE

  • Storia all'altezza di Jane Jensen
  • Il nuovo sistema di prestidigitazione
  • Rompicapo facoltativi

DUBBI

  • Troppe concessioni ai giocatori più pigri
  • Gameplay del secolo scorso