Stava diventando buona norma di questo spazio iniziare citando un'intervista o un articolo di particolare interesse. Qualcosa capace di elevare gli animi verso uno stato superiore della coscienza, già alla prima lettura. Beh, questa volta il processo verrà interrotto a metà visto che se è vero che chi scrive vuole sottoporre a chi legge uno scritto - l'intervista di Bit-Tech.Net a Matt Playhar, presidente della PC Gaming Alliance - va sottolineato come il fine ultimo di questa citazione non sia certo la volontà di tesserne le lodi. Il problema, prima ancora che la discussione di quanto sia stato o non sia stato fatto dall'alleanza, è che il PC come piattaforma da gioco non si presta a simili iniziative e il buon Matt non riesce a sua volta a spiegare quali vantaggi possa davvero portare. Sony DADC, a cui si deve il SecuRom, non potrà mai stare al tavolo assieme a CD Project, che i DRM nemmeno li utilizza. E infatti non ci stanno, con solo la prima che rientra nell'etichetta nonostante la seconda sia molto più influente nella community PC. Capcom ed Epic hanno versato i loro 30'000 dollari di iscrizione premium, ma l'impegno nei confronti della piattaforma è a corrente alterna, come i risultati qualitativi delle conversioni.
Altri esempi? L'intero panorama dei giochi indipendenti non fa parte della PC Gaming Alliance e gli alti costi anche solo per diventarne "Contributor", 5'000 dollari, non sono certamente un invito a farvi parte. Blizzard, che su PC è quella che meglio sa come fare soldi, non ne fa più parte assieme a tutta Activision, così come non si registra la presenza di aziende troppo importanti per il panorama videoludico, come EA o THQ, oppure per quello PC nello specifico, come Paradox, 1C Company e mille altre etichette che sviluppano e pubblicano in esclusiva o quasi. Insomma è bello sapere che dal 2008 AMD, Intel, Microsoft, Epic, Capcom, Razer e qualcun'altra si incontrano qualche volta all'anno ma, messe da parte tutte le belle parole, troppi protagonisti troppo importanti non fanno parte della partita per darle maggiore importanza di una semplice amichevole.
Passando invece a un'iniziativa interessante in prospettiva, avete presente KickStarter?
E' un sito - qui la sottosezione Games - alla ribalta negli ultimi mesi dove è possibile sottoporre un'idea e chiedere che vengano donati dei soldi: raggiunta la cifra prefissata, il promotore si impegna a mettersi al lavoro per realizzarla. Un modo di raccogliere fondi che ultimamente ha garantito ai giocatori PC una conversione di Cthulhu Saves The World, ma che da poco ha un'alternativa interamente dedicata agli indipendenti: si chiama 8-bit Funding, al momento è un po' acerbo ma se ben supportato potrebbe dare qualche soddisfazione tanto a chi lo ha ideato, quanto a coloro vi sottoporranno i progetti. Il Premio Stima della settimana, invece, non può che essere dato a Paul Mason. Editor specializzato nei temi dell'economia moderna per la BBC e appassionato dilettante di storia, specialmente quella della Seconda Guerra Mondiale, Paul ha raccontato sul suo blog l'esperimento di prendere uno strategico come Hearts of Iron III e utilizzarlo per provare a ripercorrere alcuni scenari plausibili ma alternativi a quelli realmente accaduti. Se volete scoprire com'è andato il tentativo di bloccare il Terzo Reich già durante le tensioni con la Cecoslovacchia del 1938 e tutto ciò che ne è seguito - male, in una sola parola - il lungo post è piuttosto interessante. Interessante lo è pure il tentativo che Direct2Drive sta facendo per sdoganare il concetto di noleggio in digital delivery anche nell'ambito dei videogame: per cinque dollari è possibile scaricare e giocare le prime cinque ore di un titolo, poi scalati dal prezzo di copertina qualora si decidesse di comprarlo.
Ad oggi sono solo una manciata e solo per i giocatori US i giochi coinvolti da un'iniziativa che comunque ha degli spunti da approfondire, una sorta di grossa demo a pagamento che potrebbe solo scontrarsi con la longevità di alcuni sparatutto... per il nuovo CoD o MoH - tanto per non fare nomi - ci si potrebbe organizzare diversamente, 5$ per cinque minuti, la suggestione funzionerebbe ugualmente. Chiudiamo con due video, uno più geniale dell'altro: il primo rientra nell'oramai inflazionata galleria degli esperimenti effettuati su PC grazie agli hack per Kinect, con addirittura un tentativo piuttosto riuscito di giocare a Rome: Total War con tanto di comandi vocali e gesture, mentre il secondo vede i ragazzi di Rooster Teeth testare in uno scenario reale - quasi - la classica situazione di assedio inserita in ogni gioco con nemici gli zombie.
di Umberto Moioli
Minestuff
Visto che se ne parla sempre, per una volta è interessante leggere anche quello che ha da dire Marcus Personn, ideatore di Minecraft: l'intervista redatta da Gamasutra non rivela nessun dettaglio davvero inedito ma raccoglie qualche dichiarazione interessante. A febbraio, addirittura, verrà invece rilasciato un documentario dedicato allo stesso e realizzato da 2 Player Productions, società di produzione specializzata di cui sarà interessante osservare quest'ultima opera.
Lo strano caso della tecnologia nipponica
La tecnologia è incentrata sulla ricerca della novità e la novità, per definizione, è capace di sorprendere e quindi di ammaliare chi è in cerca di sorprese. Questo fattore ha inevitabilmente creato in seno alla tecnologia un mercato delle sorprese e si tratta di un mercato incredibilmente prolifico che ha la sua sede principale in Giappone. Un paese che ha fatto dell'invenzione la propria bandiera identitaria ed è popolato da esseri umani che bramano la tecnologia in tutte le sue forme, tanto da spingersi spesso verso l'assurdo.
Non a caso nel paese del sol levante la febbre del gadget tecnologico ha prodotto una valanga di stranezze che fanno sembrare un lanciamissili USB come un sobrio arredo da scrivania. Ed è restando in ambito USB che cominciamo questa celebrazione dei gadget nipponici con un favoloso prodotto del 2006 che è ormai reperibile al di sotto dei 10 dollari. Quindi perchè lasciarsi scappare l'Humping Dog? Si tratta di un cagnolino fin troppo desideroso di affetto che non può pulire le vostre prese USB, non può generare nessun ibrido cane-computer e non è in grado di rendere il vostro PC più felice e quindi più efficente. L'humping dog inoltre non è assolutamente in grado di contenere alcun dato e non è un trasmettitore. In pratica è il gadget per eccellenza e per questo decisamente fondamentale. Ma non è certo fondamentale quanto il Kisai Sensai Alloy Led Watch che domina il mercato degli orologi a led e si avvicina alla più totale inutilità partendo dall'oggetto più utile e diffuso dell'era moderna. Tra l'altro questo favoloso orologio a led ha un'estetica assolutamente fuori dal normale ed è incredibilmente massiccio. Roba da agenti segreti nippon style con un tocco di klingon e uno di Predator, per un mix di citazioni esplosivo che è capace di magnificare il suo appeal nerd. Insomma, questo oggettino è assolutamente immancabile nella dotazione del perfetto geek che può usarlo anche per tenere la mente allenata cercando di capire che ora è. I dodici led rossi rappresentano le ore, gli undici verdi indicano ognuno un gruppo di cinque minuti mentre i quattro led gialli indicano i primi quattro minuti di ogni led verde. Il risultato è l'impossibilità di dire a qualcuno l'ora esatta in meno di cinque minuti e questo fantastico potere speciale, comune a tutti gli orologi led ma qui espresso alla massima potenza, è acquistabile per soli 123 euro e 51 centesimi da TokyoFlash.
Atrettanto fondamentale, alle soglie del 2011, è senza dubbio l'HAL. Stiamo parlando di un avanzatissimo esoscheletro capace di potenziare la forza di chi lo indossa. Si parla di un aumento delle prestazioni fisiche che può andare da 2 a 10 volte e può trasformare una persona nella cosa più vicina a un supereroe che si sia mai vista. Purtroppo non vola e probabilmente non regge nemmeno un proiettile, ma questa fantastica armatura ha fini più nobili della mera emulazione di Iron Man. Il sistema HAL viene infatti utilizzato per aiutare i movimenti di chi è indebolito a causa di lesioni, malattie o malformazioni. Ma gli scopi finali, come dichiarato ufficialmente dalla Cyberdyne, vanno ben oltre la "misera" applicazione medica. Non a caso stiamo parlando di scienziati giapponesi che non rinunciano certo a sottolineare le increidibli potenzialità dell'esoscheletro che è già capace di funzionare con la neve e di scalare montagne. Purtroppo però, per arrivare a questo tipo di utilizzi, servirà una batteria migliore visto che quella attuale dura solo 5 ore. E 5 ore sono decisamente poche anche se sono più dei 5 minuti di autonomia di un EVA. Delusi, ci troviamo quindi a dover concludere questa piccola rassegna con l'unico oggetto tecnologico in grado di superare un esoscheletro funzionante. Si tratta senza dubbio del Mimi Switch ovvero dell'applicazione più improbabile per le tecnologie che leggono le espressioni facciali. Il sensore infatti viene utilizzato per controllare un lettore mp3 quando per fare la stessa cosa basterebbe un semplice guanto dotato di ancor più semplici contatti. E comunque, anchse se una piacevole donzella nipponica non infastidirebbe nessuno con le sue smorfie rischiando più che altro di attizzare le fantasie di chi se la trova davanti, provate invece a immaginare che fine farebbe il geek medio occidentale dopo essersi prodotto in una sequela di espressioni improbabili di fronte a un camionista piantato nel traffico del lunedi mattina.
Stai scrivendo un'e-mail o sei solo contento di vedermi?
Per bilanciare con lo speciale della settimana iniziamo la rubrica con un'invenzione tutta europea che mescola moda e tecnologia. Stiamo parlando di The Beauty and the Geek, un pantalone che integra altoparlanti, mouse wireless e tastiera in un capo di alta moda. Insomma, questo paio di jeans, partorito dall'incommensurabile genio di Erik De Nijs, è un oggetto capace di interiorizzare un quantitativo immenso di cafonaggine oltre a risultare di una bruttezza inquietante. Utile giusto per tendere turpi trappole sessuali alla segretaria, il pantalone dedicato ai geek meno riuscito della storia è anche uno dei pochi oggetti capaci di materializzare un doppio senso. Ci troviamo infatti a guardare sia una tastiera da pacco, sia un pacco di tastiera.
AMD - svelata la Radeon HD 6990
Svelata in quel di Singapore durante una presentazione AMD, la Radeon HD 6990 è una scheda lunga come un avambraccio, misurato dal gomito al polso, e sfoggia un connettore ausiliaro da 6 pin e uno da 8.
Dunque, nonostante le immani dimensioni, si presume che consumi leggermente meno della futura dual GPU Nvidia che è stata intravista al CES con2 prese da 8 connettori in bella mostra. Si sa ancora poco della nuova ammiraglia della serie Radeon anche se qualche notizia non ufficiale è trapelata. Si parla di 3840 stream processors per le GPU e per quanto riguarda la RAM le voci menzionano l'insano quantitativo di 4GB di GDDR5 sparati a 4.80GHz.
Apple multi-touchscreen mouse
Secondo quanto riporta TechRadar, Apple ha depositato un brevetto che concerne un mouse multi-touch capace di funzionare anche come display. Un deriva delle possibilità del 3DS e delle nuove tastiere programmabili ma tutti i comandi in questo caso sono alla portata di una singola mano. Un mouse del genere può quindi essere al contempo un controller touch programmabile, un telecomando di nuova generazione o addirittura un piccolo schermo secondario per controllare le email o quant'altro senza dover accendere il monitor o senza dover mettere in finestra il film che stiamo guardando.
Mouse da soggiorno
Un altro mouse fa capolino dalla tana e questa volta porta il marchio Logitech.
Si tratta di un mouse wireless normalissimo, almeno alla vista, ma secondo quanto dichiarato è capace di funzionare sulle superfici tipiche di ogni soggiorno. Il Logitech Wireless Mouse M515 promette infatti di rilevare con precisione il movimento sul divano, sulle coperte e persino sui cuscini. Il tentativo è ovviamente quello di avvicinare PC e divano e probabilmente mira più ad affiancare l'uso di un portatile vista l'impossibilità di navigare o leggere un'email restando distanti dal monitor. Il Logitech Wireless Mouse M51 incorpora anche un sensore che rileva la presenza della mano e si attiva solo quando viene impugnato.
Quella sporca decina
L'estetica ha una sua importanza anche nel campo dei PC. Soprattutto quando un PC non è solo uno strumento di lavoro ma è l'amico di tutti i giorni la cui potenza ci fa andare a letto con il sorriso. Ma la corsa al PC appariscente ha prodotto anche diversi mostri che Bigruin.com ha raccolto in una peculiare classifica. Si parte con un autobus assolutamente inguardabile, si passa da un'inquietante semaforo e si arriva a una scultura post moderna. Tra l'altro alcune forme, oltre a toccare rari picchi di bruttezza, sembrano disegnate apposta per raccogliere polvere o, come il case a base quadrata, per essere mostruosamente ingombranti.
AMD e OpenGL 4.1 I driver ATI FirePro and ATI FireGL 8.801 e i driver Catalyst 10.1 sono pienamente compatibili con le OpenGL 4.1.
E lo sono sia su Windows che su Linux, a patto ovviamente di avere una scheda che appartenga delle seguenti serie AMD: ATI FirePro™ V3800, ATI FirePro™ V4800, ATI FirePro™ V5800, ATI FirePro™ V7800, ATI FirePro™ V8800 and ATI FirePro™ V9800, AMD Radeon™ HD 6900 e AMD Radeon™ HD 6800. AMD, che ha pubblicato i dettagli relativi al supporto OpenGL in questa pagina, ha sottolinato l'importanza di supportare un'API aperta e supportata da una comunità molto vitale.
Notizie dal mondo
Si torna a parlare nelle CPU ARM Nvidia che dovrebbero arrivare sul mercato nel 2013. La tecnologia, che è apparsa nella roadmap delle GPU dell'azienda, punta a rendere Nvidia indipendente sul versante delle CPU e si chiama Maxwell. I nuovi processori potranno probabilmente essere usati sia come processore grafico sia come processore standard, e potranno inoltre contare sulla compatibilità di Windows 8 con l'architettura ARM andando a collocarsi direttamente nel mercato mainstream. Ovviamente questo non garantirà ne il successo ne l'ottimizzazione, ma siamo senza dubbio curiosi di assistere agli sviluppi di quest'avventura.
Ma c'è un'altra cosa che ci incuriosce in questi giorni. Parliamo dell'allarme per la fine degli indirizzi IPv4 che dalla prossima settimana potrebbe causare non pochi problemi. Infatti la maggiorparte di internet funziona ancora con i vecchi codici dello standard IPv4 che ha ormai esaurito tutte le combinazioni numeriche possibili e dovrebbe essere all'asciutto per il 2 febbraio.
Sono infatti 2 miliardi gli utenti che navigano sul web e hanno ormai utilizzato quasi tutti i 4.3 miliardi di indirizzi esistenti. Ovviamente c'è anche la rete IPv6 che è studiata per consentire un miliardo di quadriliardi di combinazioni. Ma il protocollo più avanzato è incompatibile con la rete IPv4 e fino all'8 giugno non ci saranno nemmeno test per passare al nuovo standard. Potremmo quindi trovarci davanti almeno 4 mesi abbondanti di malfunzionamenti del web a causa di sovrapposizioni di IP e problemi di instradamento.
di Mattia Armani
The Last Express
In un passato tutt'altro che remoto, quando il mondo era pericoloso e turbolento come lo è oggi, ma ancora esotico e denso di ideologie dalle profonde radici, un treno viaggiava da Parigi a Costantinopoli, dalla capitale culturale europea a quella mediterranea, dall'Occidente all'Oriente. Si trattava naturalmente dell'Orient Express, mitico mezzo di trasporto che torna in questa indimenticabile avventura grafica. Tutta la vicenda raccontata in The Last Express avviene infatti dentro alle carrozze del treno in viaggio per Costantinopoli, e oltretutto in un giorno critico per la storia mondiale: il 28 giugno 1914, data in cui Francesco Ferdinando, arciduca ed erede al trono d'Austria, viene assassinato a Sarajevo, evento che accenderà la miccia della Prima Guerra Mondiale. Se quell'infausto evento ha sconvolto il pianeta, un altro misterioso omicidio sconvolge il piccolo mondo del protagonista, Robert Cath, salito a brodo del treno su invito dell'amico Tyler Whitney, che troverà però orrendamente assassinato. Il nostro compito sarà quello di scoprire chi è l'assassino, come nel classico di Agatha Chrisite, Assassinio sull'Orient Express.
Abbiamo speso tante parole sul contesto perché The Last Express è un gioco atipico, partorito dalla geniale creatività di Jordan Mechner, il padre di Prince of Persia. Qui non ci sono infatti cervellotici enigmi da risolvere, ma piuttosto una minuziosa e verosimile indagine da condurre dialogando con i passeggeri, raccogliendo prove e vagliando indizi. Ma il motivo per il quale dovreste davvero cogliere l'occasione di giocare The Last Express è la gestione degli eventi in tempo reale. Tutti i passeggeri hanno i propri impegni, complottano, seguono affari personali e conducono una vita privata; e questo indipendentemente da quello che facciamo noi. Perciò possiamo attendere che qualcuno esca dalla cabina per intrufolarci di nascosto, prendere appuntamento con un passeggero nel vagone ristorante per fargli delle domande (sempre che ci presentiamo puntuali) o magari origliare una conversazione. E proprio parlando di parole "rubate" da orecchie indiscrete, citiamo una tra le tante raffinatezze di quest'avventura: Cath parla solo inglese, russo e francese, lingue che trovate sottotitolate nel gioco (a parte l'inglese ovviamente) perciò se un personaggio dovesse parlare in turco, il contenuto della sua conversazione rimarrebbe oscuro a Cath e, con ogni probabilità, anche al giocatore. Ci sarebbe ancora tanto da dire, troppo per questo spazio, ma ci auguriamo di avervi convinto che un gameplay così innovativo, per quanto un po' limitato nelle interazioni, e una tale profondità narrativa, siano sufficienti a farvi venire la voglia di provare un capolavoro del passato che probabilmente ha contribuito a ispirare, con il suo gameplay, grandi titoli contemporanei come Fahrenheit e Heavy Rain.
di Andrea Rubbini
Titolo: The Last Express
Linea: GOG
Prezzo: 5.99 $
Storico: nulla di rilevante da segnalare.
Voto originale Multiplayer.it: N/D
Final Fantasy XIV
Dopo un inizio piuttosto silenzioso, il nuovo anno per Eorzea comincia all'insegna della rivoluzione: questo è ciò che ha promesso Naoki Yoshida nella sua ultima ultima, lunga lettera indirizzata ai giocatori della più recente Fantastia Finale di Square Enix.
Yoshida discute i risultati del sondaggio effettuato nelle ultime settimane e delinea chiaramente le priorità del suo team di sviluppo, impegnato adesso a trasformare radicalmente molti aspetti del gioco. Innanzitutto, si parla di maggiore trasparenza e comunicazione, un obiettivo che Yoshida sembra voler raggiungere già a Marzo con l'implementazione di forum ufficiali. Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, il team sta esaminando alcuni elementi chiave, tra i quali risaltano l'ormai sempre più certa aggiunta di una casa d'aste tradizionale e, udite udite, la meccanica del salto, uno degli aspetti più chiacchierati degli MMORPG Square Enix. Si parla anche dell'aggiunta di numerose missioni narrative e opzionali inedite per rinfrescare lo stantio sistema di Levequest e uno degli interessi di Yoshida sembra proprio essere quello di attirare maggiormente i fan del franchise, tant'è che il team sta valutando perfino di cambiare la terminologia del gioco per renderla più fedele alla saga. C'è davvero tanto che bolle in pentola e il nuovo team sembra avere tutta l'intenzione di riparare agli errori commessi dai loro predecessori.
Star Wars: The Old Republic
Uno degli elementi che accomuna un po' tutti gli MMORPG è il triste concetto di mortalità. Nel senso che se prende tante botte, il nostro personaggio crepa, giusto per essere sintetici. In un interessante post sul forum ufficiale, Damion Schubert, Lead Combat Designer del nuovo MMO ispirato a Star Wars, ha spiegato come ha intenzione di bilanciare la morte e le eventuali penalità che ne derivano: l'intenzione è infatti quella di rendere la morte una componente del gioco che non appaia una punizione ma parte della sfida.
E' un intervento molto interessante, così come lo è un recente rapporto di Gamasutra, che getta qualche ombra sul futuro di The Old Republic. Parrebbe infatti che il supporto degli investitori nei confronti del gioco sia quantomeno tentennante. Secondo l'analista Mike Hickey, gli investitori stanno infatti scommettendo contro il successo di marketing di The Old Republic, a causa dell'infelice passato che Electronic Arts condivide con il genere MMORPG, riferimento poco velato a Warhammer Online e All Points Bulletin. Per questo motivo gli investitori non sembrano particolarmente propensi a puntare sul gioco, neanche sul successo a lungo termine. Nell'articolo si parla delle vendite di Warhammer Online, partito con un ottimo numero di sottoscrizioni che sono poi calate drasticamente con la stessa soddisfazione dei giocatori. Certo, in questo caso parliamo di BioWare, ma se un investitore non conosce la fama di questa società, si può biasimare per la sua cautela?
Giornata di patch per l'MMORPG di NCSoft, baciato dall'aggiornamento alla versione 2.1 del client. Al termine della consueta fase di manutenzione, i giocatori si sono trovati con dei miglioramenti sostanziali al sistema di crafting, sopratutto in virtù del bonus conferito alla creazione di oggetti e alla raccolta di ether e essenze per l'evento Artisan Expo che durerà fino al 2 Febbraio. La patch vera e propria ha modificato alcuni elementi delle professioni commerciali, per esempio la quantità di materiali richiesta per produrre alcuni oggetti di alto livello e la frequenza con cui è possibile trovare alcuni materiali molto rari. I giocatori più assidui saranno anche felici di sapere che l'update ha provveduto a risolvere il problema della Fortezza di Kysis, regolarmente conquistata dai Balaur nelle fasi di assedio.
Rift: Planes of Telara
Questa settimana è iniziata la quinta fase di Beta di quello che si sta rivelando una vera sorpresa nel campo degli MMORPG. Il nuovo test si concentrerà sopratutto sul gioco di gruppo, anche grazie alla nuova opzione aggiunta all'interfaccia per creare più velocemente una squadra di giocatori senza invadere il canale di chat come successo fino ad ora, un tool indispensabile vista la natura dinamica degli eventi di gruppo in Rift.
Scott Hartsman ne ha approfittato anche per sottolineare come il successo della Beta abbia indotto Trion Worlds ad aumentare il numero di server da 18 a 32 per questa nuova fase, raddoppiando praticamente la quantità di giocatori che avranno la possibilità di provare con mano il gioco. Naturalmente ci sono altre modifiche in vista per questa nuova build del client, a cominciare da una ritoccata alle classi e alle meccaniche d'invasione. Nel frattempo, il sito ufficiale si continua ad arricchire di informazioni circa la storia e i contenuti del gioco finale: questa settimana Trion Worlds propone anche una panoramica di uno dei dungeon più importanti del gioco, Lantern Hook, localizzato in fondo a un pozzo incantato nella regione di Droughtlands. Si tratta di una zona dall'identità poco chiara, un sogno o un futuro alternativo per Telara forse, in cui i giocatori avranno occasione di comprendere i rischi che il loro mondo sta correndo, affrontare vari nemici come coboldi e draghi infuocati e, naturalmente, trovare tanti utili oggetti ed equipaggiamenti.
di Christian La Via Colli
Poco più di trecento euro, questo mese, per la configurazione "di riserva" che proponiamo su queste pagine, quella buona magari da affiancare alla console che già si possiede per poter godere delle tantissime esclusive che anche nel 2011usciranno su PC, tra indipendenti e grandi produzioni. Il processore resta della stessa famiglia di quello inserito un mese or sono ma si aggiorna a un modello più recente, con una frequenza leggermente superiore di ciascun core, arrivando a 3.4GHz. Una CPU ottima per giocare a cui affianchiamo la stessa scheda di quattro settimane fa, in quanto ancora una volta si dimostra la miglior scelta per spendere poco e avere una buona potenza a disposizione.
Componente
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Caratteristiche
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Prezzo
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Processore
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75€
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Scheda Madre
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55€
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Scheda Video
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70€
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Ram
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GEIL - Value 4 Gb (2x2 Gb) ddr2 800 Mhz CL5 |
60€
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Alimentatore
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HEDEN PSXA870P22 500W
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20€
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Hard Disk
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SEAGATE SATA II 500GB 7200 32MB |
35€
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Prezzo Computer Budget
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315 Euro
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di Umberto Moioli
I più giovani tra voi lettori sicuramente non conosceranno il fascino di entrare in una sala giochi e osservare gli schermi dei coin op bene allineati, per scegliere quello al quale dare in pasto i gettoni cambiati alla cassa. Il alcuni casi, quando si incontrava qualche giocatore particolarmente forte, si rimaneva incantati a guardarlo giocare, sognando un giorno di diventare bravi come lui. C'era fumo, c'erano quelli che facevano continuamente degli scherzi e c'erano poche donne (anche se ricordo distintamente una ragazza che era mostruosamente brava a Wonderboy ndredattoreinpredaairicordidellesueprimepulsionisessuali), ma l'atmosfera generale che si respirava è purtroppo inesprimibile a parole. Le sala giochi erano il regno dei videogiochi più belli, quelli che a casa uno se li poteva solo sognare (soprattutto dal punto di vista tecnico).
Totally Tiny Arcade tenta di simulare una sala giochi, fortunatamente in modo diverso da quanto fatto da Microsoft con la fallimentare Game Room. Il giocatore vestirà i panni di un... giocatore (in una sala giochi chi volevate essere?) che dovrà affrontare diversi giochi nel più breve tempo possibile. Per farlo dovrà mettersi davanti al coin-op e giocare. In totale ci sono ventisette minigiochi, tutti inediti ma ispirati ai classici del passato. Ad esempio c'è il clone di Space Invaders, quello di Galaga, una specie di Frogger e così via. Generalmente si tratta di giochi molto semplici, adatti a partite veloci e pensati per ricalcare il gameplay dei primi anni '80. Presi singolarmente, sono anche facili da giocare, perché ogni colpo subito non fa perdere vite, ma diminuisce il tempo a disposizione per completare la galleria. Il difficile è riuscire a finirli tutti nel tempo limite.
Totally Tiny Arcade è un'operazione nostalgica che potrebbe piacere ai vecchi giocatori ma che rischia di lasciare freddi gli under trenta. Non è malvagio, e per quello che dura diverte anche, ma alla lunga si sente il peso della copia e, se si vogliono provare delle esperienze da sala giochi, il MAME rimane la scelta vincente.
di Simone Tagliaferri