Next Generation Portable, NGP. Un nome che dal 27 gennaio, data dell'annuncio ufficiale in quel di Tokyo, sentiremo sempre più spesso associato al "nuovo" concetto di intrattenimento portatile proposto da Sony. Un concetto che si basa in primo luogo sulla tecnologia e sul design; in secondo luogo sui dispositivi di input alternativi, che negli ultimi anni hanno ricoperto un ruolo da protagonista nell'ambito del mobile gaming; infine su un modo nuovo di fruire i videogame, in parte rappresentato dal legame a doppio filo con PlayStation 3, in parte da una scelta di campo che vede il brand PlayStation entrare in contatto con la piattaforma Android. Prima di raccontare la storia di questi ultimi giorni è però il caso di fare un passo indietro, precisamente all'edizione 2003 dell'Electronic Entertainment Expo, quando Ken Kutaragi durante la conferenza Sony salì sul palco e tirò fuori un UMD, annunciando a tutti l'uscita della PlayStation Portable. La redazione di Multiplayer.it, presente all'evento, commentò la notizia in questo modo:
E' stata la grande sorpresa delle press conference E3, una bomba tutta firmata Sony. Dopo un briefing già di per sé ricchissimo, Ken Kutaragi, il papà di PlayStation e attuale presidente di SCE, si è presentato sul palco e ha confermato le voci che già circolavano da parecchio tempo: Sony ha deciso di sfidare direttamente Nintendo, buttandosi nel mercato delle console portatili. La nuova console portatile Sony si chiamerà PSP, PlayStation Portable, e può vantare, almeno sulla carta, caratteristiche tecniche che hanno dell'incredibile: supporto ottico rivoluzionario, un dischetto da 1.8 giga di capienza contenuto in una piccola cartuccia, chiamato UMD (Universal Media Disk), grafica tridimensionale e un display in formato 16/9 da quattro pollici e mezzo di diagonale. Insomma, davvero nessun compromesso.
Nessun compromesso, è vero: dopo aver rivoluzionato il mercato dei videogame con l'uscita di PlayStation e PlayStation 2, home console in grado di sbaragliare la concorrenza rappresentata da Sega, Nintendo e Microsoft, Sony si preparava a giocare le proprie carte anche in ambito portatile, entrando in diretta competizione con un Game Boy Advance che si era appena rifatto il look (la versione SP aveva debuttato in Giappone neanche tre mesi prima) ma che non poteva in nessun modo competere con quelle specifiche: due processori derivati dall'R4000 a 32 bit, con frequenza di clock variabile fino a 333 MHz; 32 MB di RAM (64 dal modello 2000 in poi) più 4 MB di DRAM; schermo TFT LCD da 4,3" e aspect ratio 16:9, con risoluzione 480 x 272 pixel e colori a 24 bit; audio stereo e virtual surround a 16 bit; connettività Wi-Fi con protocollo 802.11b; connessione USB per il trasferimento dati; slot per Memory Stick DUO; lettore di UMD; batteria ricaricabile con autonomia di circa sei ore; sistema operativo aggiornabile.
Maggiori dettagli sulle caratteristiche tecniche della console furono svelati durante il PlayStation Meeting del 2003, mentre all'E3 del 2004 fu presentato un primo prototipo di PSP, accompagnato da una line up di lancio di tutto rispetto, che vedeva la presenza di titoli del calibro di Gran Turismo (ebbene sì, GT5 non è stato l'unico episodio della serie a farsi aspettare per anni), Ridge Racer, WipEout, Metal Gear Solid, Dynasty Warriors, Need for Speed Underground, Tiger Woods, Ape Escape, Tony Hawk e altri ancora. Nessuno di questi giochi fu mostrato sotto forma di demo realtime, ma l'entusiasmo era comunque alle stelle: il nuovo dispositivo portatile Sony era, in termini di potenza, paragonabile a PlayStation 2. Cadevano dunque i preconcetti che volevano gli handheld "arretrati" dal punto di vista tecnico per i limiti dovuti alla miniaturizzazione dei componenti, all'autonomia della batteria (nessuno ha dimenticato la mancanza della retroilluminazione dello schermo nel Game Boy Advance, vero?) e infine alla necessità di attuare una politica di prezzi concorrenziale. Anche quest'ultima barriera fu abbattuta, perché PSP si presentava più come un "gioiellino tecnologico", grazie al design elegante e alle funzioni multimediali, che non come uno "schiacciapensieri" come poteva sembrare il primo Game Boy. Il prezzo di lancio fissato a 249 euro, insomma, non fece gridare allo scandalo.
Il presente
Dopo aver venduto 65,8 milioni di unità in tutto il mondo (fonte: VGChartz), PSP non può certo essere considerata un flop commerciale. Tuttavia è chiaro che la strategia di Sony, basata unicamente sulla competitività tecnologica del dispositivo, non ha prodotto i risultati sperati (in termini di competizione con gli altri handheld, più che altro) e soprattutto non ha saputo attirare nuove tipologie di utenti, elemento su cui Nintendo ha invece costruito un consistente vantaggio negli ultimi anni. La mera capacità computazionale della PlayStation Portable, inoltre, ha inevitabilmente perso il proprio appeal col passare degli anni e con l'uscita delle console HD.
Per fare un rapido confronto, da questo punto di vista il Nintendo DS si è invece rivelato inattaccabile: avendo puntato fin da subito su un peculiare sistema di input e sull'idea del doppio schermo anziché su specifiche tecniche di alto livello, non ha patito minimamente il confronto con Xbox 360 e PlayStation 3. Un discorso che potremmo benissimo estendere al Wii. Ma torniamo a PSP: 65,8 milioni di unità vendute, dicevamo, divisi in modo più o meno simile fra Giappone (33%), USA (28,5%) ed Europa (32,2%), ma distribuiti temporalmente in periodi molto diversi; tant'è vero che negli ultimi anni è stato il paese del sol levante a trainare le vendite della console, grazie soprattutto all'uscita di diversi JRPG di grande richiamo, mentre in occidente gli UMD riempivano gli scaffali dei negozi e la pirateria regnava sovrana. L'introduzione di nuove versioni ha senz'altro rinfrescato l'immagine di PSP, in particolare grazie al modello Slim & Lite, mentre il fallimento dell'esperimento PSPgo ha confermato le perplessità circa un sistema digitale di fruizione dei contenuti che di fatto non conferiva all'utente alcun vantaggio rispetto alla distribuzione convenzionale, anzi. Volendo fare una rapida analisi di ciò che è mancato alla PlayStation Portable per poter perseguire al meglio quelli che erano i suoi obiettivi dichiarati, ovvero rendere portatile la "PlayStation Experience", vengono subito alla mente due fattori: la mancanza di un secondo stick analogico, che rendeva davvero macchinosa la gestione della visuale nella maggior parte dei giochi (specie negli action game in terza persona e nei first person shooter), stroncando sul nascere moltissime conversioni che avrebbero potuto fare la differenza; l'inadeguatezza dell'UMD come supporto sia in ambito ludico sia, soprattutto, in ambito multimediale.
Il futuro
Svelata durante il PlayStation Meeting 2011, NGP (nome tutt'altro che definitivo) è dunque la nuova console portatile Sony. La filosofia alla base del progetto sembra la stessa di otto anni fa: un dispositivo tecnologicamente avanzato, che promette di rendere portatile l'esperienza di PlayStation 3, dotato di un design elegante che probabilmente contribuirà a indorare la pillola di un prezzo di lancio ancora ignoto ma che potrebbe superare quello dell'appena annunciato Nintendo 3DS di varie decine di euro. Non provate una sensazione di déjà vu?
Nel caso di NGP, i titoli mostrati durante l'evento di Tokyo erano delle demo giocabili reali e non materiale precalcolato, ma allo stesso modo si tratta di franchise che già conosciamo bene: Uncharted, Call of Duty, Metal Gear Solid, Resistance e così via. Sony dunque sceglie nuovamente la strada del gaming "classico", puntando sulle specifiche tecniche e sugli hardcore gamer in barba allo sdoganamento di novità vere o presunte, approccio che ormai sembra l'unica prerogativa di Nintendo? Sembra proprio di sì, ma al contempo il primo contatto con "PSP2" dà la netta sensazione che la nuova piattaforma abbia imparato dagli errori del passato, cercando non solo di garantire un'esperienza di gioco appagante in termini ergonomici (vedi la presenza dei due stick analogici), ma anche di aprirsi a nuove forme di interazione, che verranno garantite dalla presenza del touch screen frontale, del touch pad posteriore, delle due fotocamere e del sistema di rilevamento Sixaxis con il suo accelerometro e il suo giroscopio. La demo di Uncharted mostrata durante il PlayStation Meeting rende molto bene quelle che sono le inedite potenzialità della console portatile Sony, che rinuncia alla grafica 3D ma offre vari modi per implementare nei giochi una sorta di "giocabilità 3D": il personaggio si volta a destra e a sinistra quando incliniamo NGP da un lato o dall'altro, scavalca gli ostacoli tramite un comando gestuale portato sul touch screen, si dondola sulle liane quando incliniamo la console in avanti o all'indietro e addirittura si arrampica sulle superfici seguendo i movimenti delle nostre dita sul touch pad posteriore. Inserire questo tipo di gameplay, così sfaccettato, all'interno di franchise già popolari potrebbe senz'altro rinfrescarne l'appeal, ma soprattutto sono infinite le possibilità per le produzioni originali e disegnate interamente attorno alle peculiarità dell'handheld Sony. Anche questo è il futuro, no?
Nel caso in cui voleste approfondire ulteriormente l'argomento, vi invitiamo ad ascoltare il nostro ultimo podcast, dove si parla in maniera intensiva di NGP!
NGP, specifiche tecniche
CPU: QuadCore ARM Cortex-A9 MPCore
Display: touch screen da 5" OLED capacitivo, con risoluzione di 960 x 544 pixel e 16 milioni di colori
GPU: PowerVR SGX543MP4
Dispositivi di input: touch screen, touch pad posteriore, sistema di rilevamento Sixaxis, bussola elettronica a tre assi, d-pad, nove pulsanti, due stick analogici
Connettività: Wi-Fi 802.11b/g/n, 3G, Bluetooth, GPS (variabili a seconda del modello)
Dimensioni: 83,55 x 182 x 18,6 mm