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Guerra gratuita

Dopo il successo di Battlefield Heroes, Electronic Arts lancia un nuovo free-to-play basato sul franchise sviluppato da DICE

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   15/03/2011

Quali che siano le motivazioni dietro la forte spinta data ai free-to-play negli ultimi anni, bisogna dire che questa particolare tipologia di prodotti si sta pian piano espandendo dal solo genere degli MMORPG ad altri filoni. Battlefield Heroes, uscito nel 2009, ha dimostrato che non solo era possibile realizzare un free-to-play action di discreta qualità, ma che tale operazione poteva anche rivelarsi remunerativa per il publisher, e in effetti sei milioni di iscritti sono una bella cifra. Ebbene Battlefield Play4Free può essere considerato, sotto diversi aspetti, come una sorta di ideale seguito di tale esperienza: gli sviluppatori sono sempre i ragazzi di Easy Studios (con la collaborazione di DICE, importantissima), addirittura il sistema dei crediti è compatibile fra i due titoli ma ci troviamo di fronte a progetti molto diversi per quanto concerne l'impatto visivo.

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Se Battlefield Heroes appariva infatti come una sorta di divertissement per chi conosce la serie creata da DICE, un third person shooter graficamente simpatico ma che mostrava il fianco a tantissime limitazioni tecniche, evidentemente nate dall'esigenza di massimizzare la compatibilità del gioco anche con i notebook dotati di scheda video integrata, non si può dire lo stesso di Battlefield Play4Free, che forte di tanti asset mutuati da Battlefield: Bad Company 2 vanta un impatto visivo di tutto rispetto. Abbiamo avuto modo di partecipare alla closed beta del nuovo free-to-play prodotto da Electronic Arts: ecco com'è andata.

Chi più spende meno le prende

Come ben sappiamo, mantenere attivi i server per il multiplayer di un gioco fondamentalmente gratuito, dunque con grandi probabilità di raccogliere anche milioni di iscrizioni, è un'operazione non poco costosa. Per il momento, l'unica fonte di guadagno per i produttori di Battlefield Play4Free sembrano essere le microtransazioni, che come spesso accade possono fare la differenza fra una vittoria e una sconfitta, certo, ma che in realtà non risultano indispensabili per giocare bene.

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Senza spendere nulla, infatti, si hanno a disposizione due slot per i personaggi (a scelta fra le quattro classi disponibili: fuciliere, cecchino, medico e supporto) e la possibilità di guadagnare crediti e punti esperienza per passare di livello e acquisire nuove capacità. Fra queste troviamo la possibilità di pilotare aerei, elicotteri e postazioni d'attacco, ma anche potenziamenti specifici per la nostra classe o ancora una serie di abilità importanti in combattimento (rilevazione degli esplosivi, dei nemici, ecc.). I crediti acquisiti con la semplice esperienza valgono sicuramente meno dei battlefund, il denaro reale utilizzato nel gioco, ma ci permettono ugualmente di acquistare nuove armi (seppure la loro validità sia limitata nel tempo) ed equipaggiamento. E a proposito di battlefund, il loro costo varia a seconda della quantità: 50 euro valgono l'acquisto di 8750 BF, 20 euro corrispondono a 3290 BF, 10 euro a 1540 BF e infine 5 euro corrispondono a 700 BF. Facciamo qualche esempio pratico: per acquistare uno slot aggiuntivo per un personaggio si spendono 140 BF, per un fucile in genere se ne spendono 325 se vogliamo che duri un mese, il doppio (650 BF) per tenerlo per sempre. Viene da sé che, volendo necessariamente investire qualcosa nel potenziamento del proprio soldato, già con 10 euro si possano fare un bel po' di cose. Che poi l'esperienza possa trasformarsi nel classico "pay to win", questo purtroppo è inevitabile: i giocatori che acquistano armi più efficaci e potenziamenti saranno sempre avvantaggiati rispetto a chi non mette mano al portafogli. Che però ciò significhi che i primi la spunteranno sempre e comunque sui secondi, be', questo non è vero in assoluto e dipende dalle nostre abilità.

Mappe e buoi dei paesi tuoi

Una volta scaricati i contenuti di gioco, all'incirca 1 GB di dati, la beta di Battlefield Play4Free ci permette di partecipare subito a una partita in corso. Per il momento non è possibile personalizzare il tipo di match né la mappa, tuttavia nelle scorse settimane gli sviluppatori hanno testato Karkand, che qualcuno ricorderà in Battlefield 2, mentre da alcuni giorni l'azione si è spostata nello scenario di Oman. In entrambi i casi si tratta di ambientazioni molto ampie, che spesso richiedono l'uso di veicoli per coprire più rapidamente le lunghe distanze, specie quando il respawn ci proietta a uno degli estremi del campo di battaglia.

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La mappa di Karkand è caratterizzata da uno sviluppo in verticale su tre piani: una fascia costiera, una zona intermedia e una più alta, che dà sulle montagne. Approfittando di tali dislivelli è facile portare la propria offensiva, specie per un cecchino e soprattutto se aggiungiamo la possibilità di salire sui tetti della maggior parte degli edifici. In Battlefield il cosiddetto "camperaggio" viene tuttavia scoraggiato dall'impossibilità di stendersi a terra, cosa che rende assolutamente necessario spostarsi continuamente per non essere avvistati ed eliminati dagli avversari che possiedono, come noi, armi a lunga gittata. Alle estremità dello scenario sono sempre pronti numerosi veicoli di vario genere, dalle rapide dune buggy dotate di mitragliatrice ai blindati, per finire con i carri armati. Come in Bad Company 2, ci si può mettere alla guida di uno di questi mezzi oppure occupare uno dei posti disponibili al loro interno e magari gestirne le armi. L'eventualità di uno squilibrio dato dalla presenza di veicoli così potenti viene scongiurata dalle numerose postazioni lanciarazzi sparse all'interno delle location. Il discorso per la mappa di Oman è differente, nel senso che si tratta di uno scenario più lineare ma dotato di numerose sfaccettature, in cui è possibile trovare acqua, deserto, montagne e in mezzo a tutto ciò persino un centro urbano. I punti di respawn posti ai vertici della mappa ci vedono partire addirittura da una portaerei, alla guida dunque di elicotteri o caccia, per un'esperienza decisamente diversa dal normale. Soggetta a continui bombardamenti da parte di questi velivoli, la zona centrale di Oman si presta anche ai più classici degli scontri a fuoco, vista la presenza di numerose coperture. Dicevamo che al momento non è possibile determinare i parametri della partita a cui si sta per partecipare, e così se negli scorsi giorni abbiamo provato più volte vari deathmatch, da un po' di tempo a questa parte gli sviluppatori stanno testando la modalità Conquest, in cui il nostro obiettivo è quello di conquistare e mantenere il controllo di alcune postazioni all'interno della mappa, approfittando di respawn infiniti. Il gioco supporta un massimo di trentadue giocatori, sedici per squadra.

Ti spiezzo in due

Come saprete, le due fazioni che si affrontano sul campo da gioco di Battlefield Play4Free sono russi e americani. Essere assegnati a un team o all'altro non fa differenza una volta iniziata la partita, mentre è chiaro che una qualche collaborazione fra compagni spesso può tradursi in risultati migliori, specie nelle modalità territoriali. L'azione in solitaria, purtroppo abbastanza frequente quando ci si cimenta con giocatori di nazionalità differenti, lascia un po' il tempo che trova, producendo magari qualche acuto ma finendo inevitabilmente per farci scontrare con l'amara realtà di un team nemico più affiatato e coeso.

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È possibile controllare il proprio personaggio unicamente tramite la classica combinazione di mouse e tastiera (il joypad non è supportato, al momento) e i comandi si rivelano fin da subito precisi e reattivi. La selezione delle armi, assegnata di default ai tasti numerici, appare purtroppo meno immediata di una selezione dell'equipaggiamento tramite la rotellina del mouse, e ci rende piuttosto vulnerabili quando passiamo rapidamente da una situazione di "attacco cauto" (con il fucile da cecchino, ad esempio) a uno scontro ravvicinato, ma si tratta di una delle poche note stonate del pacchetto. Non abbiamo riscontrato particolari bug, né blocchi di qualsiasi tipo: per essere ancora in fase beta, il gioco funziona estremamente bene; persino dal punto di vista del lag, che ci è sembrato molto ridotto. Come accennato in apertura, uno dei punti di forza di Battlefield Play4Free risiede nell'eccellente impatto visivo, specie considerando la natura gratuita del prodotto realizzato da Easy Studios. Non ci sono gli ambienti completamente interattivi di Bad Company, né il motore utilizzato è il Frostbite, tuttavia tanto la grafica quanto il sonoro sono davvero di ottimo livello. I requisiti hardware minimi, che parlano di un Pentium IV da 1.7 GHz, 512 MB di RAM (1 GB se il sistema operativo è Vista o Windows 7) e una scheda video shader 2.0 con almeno 128 MB di RAM, sono decisamente alla portata di tutti. Testato su un notebook con i3 350M, 4 GB di RAM e scheda video ATI Mobility Radeon HD 5650, alla risoluzione di 1600 x 900 pixel e con tutti gli effetti al massimo, il gioco gira a 35-40 fps senza incertezze. Continueremo senz'altro a seguire lo sviluppo della beta di Battlefield Play4Free, sperando che il team passi in tempi brevi a un testing aperto a tutti e annunci una data d'uscita ufficiale per quello che si preannuncia come uno dei free-to-play più interessanti in circolazione.

CERTEZZE

  • Tecnicamente sorprendente
  • Il gameplay è quello di Battlefield
  • Si gioca bene anche senza mettere mano al portafogli...

DUBBI

  • ...tuttavia chi spende sarà inevitabilmente avvantaggiato
  • Mappe e modalità tutte da verificare
  • Ambientazione non interagibile, ma sarebbe stato volere troppo