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Dal sottosuolo alla Grande Mela

Con un nuovo protagonista e un'attenzione ancora maggiore per la modalità in singolo, Insomniac punta a rendere il nuovo Resistance il miglior capitolo della serie. Lo abbiamo provato, nell'attesa di scoprire se ci riuscirà o meno

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   20/07/2011

Sono bastate le poche informazioni diffuse negli ultimi mesi e una fugace occhiata in occasione dell'E3 di Los Angeles a darci una prima e buona impressione di Resistance 3, terzo capitolo della serie di FPS futuristici targata Insomniac. Poco dopo aver sconfitto Daedalus ed essersi trasformato in una Chimera, Nathan Hale viene freddato con un proiettile dritto in testa dal compagno Joseph Capelli, il quale si è visto passare il testimone da protagonista per questo nuovo episodio. Quello del prossimo Resistance è però un cambio di rotta molto evidente, che non riguarda solo la componente narrativa ma l'intera impronta che lo sviluppatore di Burbank ha voluto dare alla serie.

Dal sottosuolo alla Grande Mela

Tra frenetiche sparatorie, fughe a perdifiato e scontri con boss più o meno impressionanti, la versione preliminare che ci è stata inviata ci ha permesso di giocare le primissime ore dell'avventura, nelle quali traspare chiaramente l'intento di Insomniac di voler dar vita a una grandiosa esperienza in single player superiore a quelle viste in passato.

In viaggio verso New York

Fin dai primi minuti ci troviamo in uno scenario devastato, una sorta di spoglia Wasteland in cui le Chimere abitano la superficie e gli uomini sono tutti relegati nel sottosuolo, capaci di spostarsi unicamente attraverso delle miniere sotterranee dove si addestrano e badano alle proprie famiglie. Sebbene la morte di Nathan abbia permesso alla razza umana di trovare un antidoto al virus Chimera, nel 1957 alternativo allestito dagli sviluppatori gli Stati Uniti non sono più una potenza coesa, ma un paese distrutto e frammentato, in cui piccole comunità di ribelli provano a combattere gli invasori alieni con tutti i mezzi a propria disposizione. Ecco, dopo essere stato allontanato dall'esercito, Joseph Capelli si è unito a uno di questi gruppi, vivendo con la propria famiglia nel villaggio sotterraneo di Haven. Nel frattempo, l'esplosione causata nel Golfo del Messico da Nathan al termine di Resistance 2 ha dato il via a un effetto a catena dalla gravità smisurata, causando l'apertura di un portale nella città di New York e il graduale raffreddamento del pianeta Terra. Capelli sarà così costretto a seguire il Dr. Malikov in un viaggio verso la Grande Mela, nel tentativo di far saltare in aria la torre che sembrerebbe essere la fonte di energia del portale alieno. Il gioco comincia lentamente, con un breve giro turistico dei sotterranei e la conoscenza di due o tre personaggi importanti. Poi qualche colpo di esercitazione al poligono di tiro, e un attimo dopo l'arrivo di una pattuglia di Chimera ci catapulta dritti dritti nel mezzo dell'azione.

Armati fino ai denti

La prima arma che ci viene consegnata è il fido Bullseye, fucile automatico che mantiene praticamente intatta la sua capacità secondaria di tracciare un nemico, agganciarlo e infliggergli ingenti danni; si affianca fin da subito la Magnum introdotta in Resistance 2, ottima per scontri ravvicinati o per far fuori gruppetti di avversari facendo esplodere i proiettili. Ogni arma presente disporrà di due modalità di fuoco e si potenzierà man mano che la si utilizza, ad esempio dando alla Bullseye la capacità di agganciare più avversari contemporaneamente.

Dal sottosuolo alla Grande Mela

Oltre ad aggiungere più varietà ai combattimenti, questo espediente invoglia il giocatore a cambiare spesso arma tra una sparatoria e l'altra, senza fossilizzarsi soltanto su quelle due o tre preferite. La lista definitiva di questi giocattolini non è ancora stata rivelata, ma è facile supporre che ancora una volta l'armamentario disponibile rappresenterà uno dei punti di forza dell'intera produzione: nel corso della nostra breve prova abbiamo imbracciato nuovamente l'Auger, un fucile non troppo potente ma i cui proiettili possono attraversare i muri, e il Marksman, che dà il meglio di sé nella media e lunga distanza o permette di attivare torrette difensive. Molto gradita è stata l'introduzione dell'Automizer, uno strumento antisommossa tanto potente quanto divertente da utilizzare: la modalità principale funge da vero e proprio elettroshock, respingendo con scariche elettriche le Chimera più vicine, mentre quella secondaria rilascia una scatoletta metallica in grado di creare un campo gravitazionale che paralizza, fulmina e risucchia i nemici nel suo raggio d'azione. Insomma, una versione più letale e potente della trappola per fantasmi dei Ghostbuster, alla quale si vanno ad affiancare bombe EMP, granate a frammentazione e mine da piazzare al suolo in maniera più o meno strategica.

Un episodio singolare?

I pochi capitoli che abbiamo potuto provare si sono dimostrati molto ben ritmati, con scontri che erano sì numerosi e frenetici, ma anche ottimamente cadenzati e mai opprimenti. Resistance 3 è molto più truculento rispetto ai due precedenti, e ora è più facile vedere arti mozzati, teste decapitate e corpi esplosi a seconda del tipo di colpo e della sua traiettoria: una comune Chimera può essere indebolita se colpita alle braccia o eliminata con un colpo preciso alla testa, mentre danneggiando lo zaino sulla schiena le si può regalare una pirotecnica morte.

Dal sottosuolo alla Grande Mela

A nemici dotati di jetpack, avversari corazzati e veri e propri colossi si aggiungono con non poca frequenza enormi miniboss da affrontare seguendo appropiate strategie. Dopo un tribolato viaggio in battello lungo le acque del Mississipi giungiamo nella città di St. Louis, dove ci aspetta qualche altra sparatoria, un assedio nemico e un'ultima boss battle prima della brusca conclusione della nostra prova. Lungo il percorso incrociamo la carcassa di un mastodontico Kracken e assieme a Malikov fuggiamo dall'inseguimento di due immensi Goliath, in quella che è una delle tante scene spettacolari offerte dalla demo. Il tutto accentuato da una realizzazione grafica che riesce a fare evidenti passi in avanti rispetto ai già ottimi risultati del precedente episodio, sebbene in alcune occasioni il framerate non abbia esitato a tentennare più o meno vistosamente. Invece non ci ha colpito eccessivamente l'intelligenza artificiale dei nemici, talvolta fin troppo facili da aggirare o piuttosto sbadati nel cercare copertura, facendo chiaramente affidamento più sul numero e sulla forza bruta che non su effettive strategie di gioco. È chiaro che quanto visto finora, anche se entusiasmante, non ci dà la certezza di un'ottima campagna in singolo: gli sviluppatori dovranno riuscire a tenere questo ritmo per tutta la durata dell'avventura, compito non certo facile, esaltandone la narrazione senza però trascurare quella componente multigiocatore rivelatasi l'asso nella manica di Resistance 2.

CERTEZZE

  • Single-player più coinvolgente
  • Armi potenziabili e molto varie
  • Azione assai ritmata...

DUBBI

  • ...ma speriamo si riveli costante
  • Un po' di incertezze con l'IA