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PC Magazine #63

Un viaggio tra i negozietti di elettronica di Hong Kong ci ha permesso di ammirare la disponibilità stratosferica di componenti e capire se i prezzi sono davvero così stracciati si pensa...

RUBRICA di La Redazione   —   17/02/2012
PC Magazine #63

Dopo aver visitato Akihabara un paio di volte, sei praticamente certo che nessun posto al mondo potrà mai toglierlo dalla cima delle priorità del tuo Io geek. E questo è vero anche dopo essere stati a Sham Shui Po, quartiere dell'elettronica di Hong Kong che il protettorato cinese stesso propone come una degna alternativa al distretto tecnologico di Tokyo. Insomma la variante (quasi) cinese non è all'altezza dell'originale nipponico, e questo un po' ci ha deluso considerando la nomea che si portava dietro. Le storie di incredibili risparmi e le parecchie vie piene di negozietti coinvolte. Detto questo, il giocatore PC che dovesse capitare nel popoloso quartiere della città asiatica sarà positivamente colpito sia dall'atmosfera in pieno stile cyberpunk -

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stai comprando un SSD da 128GB e ti sembra di acquistare un impianto cibernetico di contrabbando - sia soprattutto dalla stratosferica disponibilità di componenti diverse.

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Da quanti anni in Italia, al netto di qualche sporadica eccezione, non capita di trovare intere pareti di schede madri high-end? Beh qui basta entrare nei vari Golden Computer Arcade e Golden Shopping Center, centri commerciali dall'aspetto trasandato ma ricchissimi di novità, per rendersi conto che le cose vanno diversamente. E ciò che fa veramente specie, è che a tutta questa disponibilità di hardware di fascia alta non corrisponda un'offerta videoludica equiparabile: abbiamo speso del tempo a gironzolare tra i negozi e mai (mai!) ci è riuscito di vedere un gioco PC Windows.

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Nemmeno uno StarCraft II o WoW: Cataclysm; quest'ultimo lanciato il luglio scorso. Ripresi dall'incredibile esperienza di vedere decine di punti vendita che commercializzano esattamente le stesse cose, uno accanto all'altro, ci siamo messi in testa di provare a vedere se effettivamente potesse essere conveniente, e di quanto, costruirsi un PC a Hong Kong e quindi portarselo in Italia. Ci riferiremo a un confronto Hong Kong vs Shop Italiani Online, non ai prezzi di listino, perché altrimenti la vittoria del primo concorrente sarebbe schiacciante e scontata. I processori, AMD o Intel che sia, si assestano su cifre praticamente identiche. Il vero affare lo si riesce a strappare solo su pezzi non nuovissimi, che nei negozi online nostrani tendono a sparire con il tempo mentre qui possono essere comprati con forti sconti.

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Per le schede video, invece, dipende molto da quello che si cerca: vedere la GTX 580 Twin Froz II di MSI a 360 euro è un'emozione, mentre il modello 560 (non Ti) a 140, non ci stupisce più di tanto. La Sapphire Radeon HD 6970 2GB era venduta a 270 euro circa, più o meno come la miglior offerta disponibile da noi sul web, mentre la HD 6950 a 190. Insomma in media, senza considerare alcuni casi particolari, si riesce a rosicchiare circa un 15% e lo stesso vale per i dissipatori, le mobo, gli SSD e i monitor. Difficile dirlo, invece, per gli alimentatori dato che a quanto pare l'unica marca disponibile sul territorio di Hong Kong è High Power... che sinceramente non conosciamo. Grandi affari al contrario sul software: Windows 7 parte da 40 euro, che sono pochi e indicano la necessità di combattere una pirateria fortissima.

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In definitiva, se pensata di arrivare a Sham Shui Po e fare affari d'oro rinnovando il vostro PC spendendo poco, è probabile che rimarrete delusi. Certo però che l'atmosfera è unica e qualche buon acquisto lo si riesce comunque a compiere (le memorie di A-Data te le tirano dietro). E poi veder venduti pezzi originali come la nuovissima PS Vita, accanto a taroccate pazzesche, tipo la misteriosa A330 con pre installato SF IV, è un'emozione davvero unica. Almeno quanto poter comprare cuffie, penne USB, monitor, casse e accessori contraffatti nelle bancarelle che popolano le strade in ogni dove e in ogni direzione.

di Umberto Moioli

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Hitman 2: Silent Assassins
Hitman è una delle migliori serie di videogiochi stealth mai prodotte e 47, il suo efficientissimo assassino professionista, tra i più grandi artisti dell'omicidio silenzioso in circolazione nel mondo della finzione digitale. Forse con Hitman: Absolution, il prossimo capitolo in uscita, il gelido protagonista perderà la sua leggendaria raffinatezza, ma il passato è ancora a portata di mano per fortuna. Partiamo dal principio. Nel primo episodio della serie, Tobias Rieper (alias 47) ha molto peccato. Ecco perché lo ritroviamo in Sicilia, a Gontranno, ospite nella chiesa di Padre Vittorio. Purtroppo qualcuno rivuole 47 in azione e decide di rapire il buon sacerdote per ricattarlo e spingerlo a impugnare nuovamente le armi. Viene in mente un bel film di Cronenberg, A History of Violence, dove un mite proprietario di un ristorante, costretto dagli avvenimenti, deve ricordarsi di essere stato un esperto assassino senza pietà. Ricominciano così le missioni in giro per il mondo e il nuovo rituale d'azione: briefing, scelta delle armi, eliminazione dell'obiettivo. L'arsenale è vasto e permette ogni genere di approccio alle missioni, anche se poi ci penseranno queste ultime a porre limitazioni alla furia incontrollata del giocatore, per esempio vietando in alcune aree l'uccisione dei civili. Ma non giriamoci intorno, perché se la libertà nel decidere come eliminare un obiettivo è quello che più fa emozionare di Hitman, per godere davvero di questa serie dovrete accettare di diventare 47, un assassino che sempre prediligerà il cavo di fibra per strangolare le vittime alle spalle rispetto a un fucile d'assalto.

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Ovviamente non siamo chiamati a muoverci sempre come Rikimaru in Tenchu. Ricordate Leon? L'ultima arma che si impara a usare è il coltello, quella che costringe ad avvicinarsi di più alla vittima. Molto meglio in certe situazioni travestirsi da cuoco e avvelenare il pesce crudo del nostro bersaglio, per poi allontanarci buttando via il grembiule mentre questo stramazza al tavolo dove stava cenando. Oppure programmare una bella esplosione da ammirare quando saremo oramai molto, troppo lontani per essere scoperti. Purtroppo, e questo accade anche in titoli come Deus Ex: Human Revolution, per giocare così ci vuole una certa disciplina perché, se fosse per i nemici, il gioco ce ne passerebbe parecchi di errori. L'intelligenza artificiale, migliorata rispetto al primo capitolo con l'aggiunta di una paranoica capacità degli avversari di trovarci sospetti al minimo movimento, non li rende certo così astuti da punirci severamente al primo passo falso. Soprattutto ora che è possibile salvare durante la missione. Ma Hitman è così: siamo noi che dobbiamo colludere con l'ambientazione costringendola a darci il massimo. Certo, siete sempre liberi di giocare a questo titolo come preferite, ma perdereste l'essenza del gioco. Perciò se avete voglia di un'esperienza di gioco per palati raffinati, impegnativa quanto basta e difficile da trovare oggi nei videogiochi in uscita, infilate i guanti di pelle e mettetevi al lavoro. Gli affari, nel ramo di 47, vanno sempre a gonfie vele.

di Andrea Rubbini

Titolo: Hitman 2: Silent Assassins
Linea: GOG.com
Prezzo: 9,99$
Storico: Dopo Hitman 2: Silent Assassins sono usciti gli episodi Hitman: Contracts e Hitman: Bloody Money. Quest'anno dovrebbe uscire nei negozi Hitman: Absolution. Il primo episodio della serie è invece il leggendario Hitman: Codename 47.
Voto originale Multiplayer.it: N/D

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La serie Radeon 7700

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In questi giorni AMD ha rilasciato le schede di fascia medio/bassa della serie 7000 ovvero la Radeon HD 7750 a 800MHz e la Radeon HD 7770 a 1GHz. La prima ha un prezzo suggerito di 109 dollari ed è paragonabile alla Radeon HD 5770 sebbene con un consumo medio inferiore di quasi 30 Watt. Non poco considerando che comunque un aumento prestazionale c'è e che con i futuri driver le prestazioni dovrebbero aumentare notevolmente. Un gradino pià sopra troviamo la Radeon HD 7770, prezzo consigliato 159 dollari e picchi prestazionali, come in Battlefield, superiori anche del 20% rispetto a quelli della sorella minore. In molti test, come quelli pubblicati da TechPowerup, la scheda supera anche la 6850 ovvero l'entry level della fascia media della scorsa generazione o comunque vi si affianca arrivando a 35 FPS stabili, in 1680x1050, anche con Crysis 2 nella versione DX11. Al contrario Metro 2033 è giocabile solo in 1024x768, ma la pesantezza dell'FPS post-nucleare è cosa nota. In termini di potenza bruta, almeno secondo il 3D Mark 2011, la Radeon HD 7770 è paragonabile a una gtx 460, che, di listino, costa ancora un qualcosa in più, almeno nella versione da 1GB di memoria (della scheda Nvidia esiste anche la versione da 768MB che costa meno). In sostanza le prestazioni sono assolutamente in linea con la fascia di prezzo e tutto con un risparmio energetico notevole garantito dall'uso di un processo costruttivo a 28 nanometri. In termini di risparmio monetario resta comunque più conveniente la Radeon HD 6850 che svetta nella maggiorparte dei test pur costando sensibilmente meno. Ma quest'ultima perde ovviamente per consumo, surriscaldamento e per il Crossfire che, quando funziona, è un cavallo di battaglia della Radeon HD 7770. Minore invece la resa di due 7750 accoppiate, sebbene siano sempre capaci di superare una GTX 560 a parità di prezzo, ma in questo caso la scheda, che con 109 dollari ha comunque uno dei rapporti qualità prezzo migliori di tutto il mercato, presenta ancora pià problemi con in driver rispetto alla sorella maggiore. Dunque prima di valutare è meglio aspettare benchmark basati su una versione più recente dei Catalyst, senza contare che con l'uscita, speriamo a breve, delle nuove GeForce i prezzi potrebbero variare sensibilmente. Uscendo in enorme ritardo infatti non è escluso che Nvidia si trovi infine a dover applicare prezzi aggressivi per quanto riguarda le fasce media e bassa in un rovesciamento di quanto succedeva nel mondo delle schede video fino a poco tempo fa.

I social network non sono responsabili dei download illegali?

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Per la Corte di Giustizia dell'Unione Europea i social network non possono essere usati per frenare la pirateria. E' poco etico, dannoso per il mercato e infringe le norme sulla privacy. Tutto è partito nel 2009 quando la SABAM, una società belga che si occupa di raccoglie le royalties musicali, ha chiesto chiesto un intervento legale volto a bloccarela possibilità di scaricare canzoni illegali attraverso il social network Netlog. Vista la complessità della questione i giudici hanno chiesto aiuto al di fuori del confine belga e più precisamente alla Corte di Giustizia dell'UE che ha dato ragione a Netlog con una sentenza a dir poco storica: "Il proprietario di un social network onlin non può essere obbligato a installare un sistema di filtraggio generale che copra tutti i propri utenti con il fine di impedire l'uso illegale di lavori musicali e audio-visivi." Secondo l'organo di giustizia è dunque iniquo influenzare la libertà di condotta di Netlog costringendo tra l'altro la compagnia all'acquisto di un complicato e costoso sistema di contollo. A questo i giudici hanno aggiunto che un sistema di filtraggio capace di identificare, analizzare e immagazzinare i dati degli utenti potrebbe infliggere le norme sulla privacy bloccando tra l'altro anche contenuti legali. Una risposta piuttosto secca nei confronti degli Stati Uniti e di chi, in America, ha promosso il SOPA, l'atto anti pirateria considerato decisamente pericoloso anche da molti difensori del copyright. Infatti i problemi principali da affrontare nella lotta alla pirateria sono i rischi di censura e i danni per gli acquirenti onesti o per chi usa streaming e condivisione solo per fruire di materiale non disponibile attraverso altri canali. Probabilmente la speranza delle major è che l'utenza si abitui a regole restrittive mentre la nostra è che si trovi una via di mezzo, capace di lasciare aperta la condivisione pagando il giusto. Perchè la condivisione e la manipolazione dei media è uno dei più grandi bacini creativi del momento e tra l'altro in molti casi ha dimostrato di portare profitti anche a chi vorrebbe congelare il mercato a proprio vantaggio.

Skyrim - Un maelstrom creativo

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La Skyrim mania si prepara a vivere un momento di gloria assoluta grazie al Creation Kit appena rilasciato da Bethesda. Un tool estremamente versatile e potente che è già passato al vaglio del nostro Simone Tagliaferri. In ogni caso in questi mesi la febbre da Dragonborn non è mai passata, con decine e decine di mod e filmati che vengono caricati giornalmente su youtube. Con un'indagine rapida scopriamo che molti sono ancora ancora affascinati dalla bellezza dei paesaggi del titolo e realizzano contributi come questo che è indirizzato a chi pensa che una regione nevosa rappresenti un'ambientazione monotona. Tra l'altro la versione usata per il filmato non ha ancora le texture in alta qualità ma d'altronde gran parte del risultato è dovuto più all'operato degli artisti che al motore grafico. Ma c'è anche chi non è interessato a lavorare con il gioco in se e si diletta giocando con l'immaginario videoludico. In passato abbiamo già visto trailer e colonna sonora a 8 bit ma oggi è il turno di un artwork realizzato con estrema cura che mostra una possibile confezione di Skyrim ai tempi dell'Intellivision. Come dicevamo comunque in questo momento ad essere particolarmente caldo è il fronte delle modifiche con piani per total conversion, mod online e battaglie su larga scala. E le sorprese potrebbero superare le già elevatissime aspettative. Questo video per esempio ci da un'idea delle ampie possibilità di customizzazione del titolo che, grazie al Creation Kit, riesce anche a integrare in modo verosimile le vecchie pistole ad acciarino e polvere da sparo, il tutto includendo anche un sistema di ricarica per i colpi legato a quello delle gemme dell'anima. La potenza delle pistolettate è a dir poco eccessiva ma il video è probabilmente realizzato a scopo dimostrativo. Immancabile infine l'angolo del nerd con una modifica estremamente complessa che rifinisce il sistema sonoro delle frecce attraverso campionamenti di incredibile qualità. Tutto quello che dovete fare per godere di cotanta magnificenza è cliccare qui.

di Mattia Armani

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Renegade X: Black Dawn
Il mondo è pieno di gente strana. Prendete i ragazzi che hanno realizzato Renegade X: Black Dawn con l'UDK. Perché impegnarsi nello sviluppo di uno sparatutto completo ispirato alla saga di Command & Conquer? Per passione. Però, a differenza di molti altri appassionati che iniziano progetti mirabolanti e poi si perdono per strada, questi sono riusciti a finire il loro grazie a due mosse banali ma non scontate: sono stati costanti e, soprattutto, non hanno esagerato nelle aspettative.

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Insomma, invece di pretendere di realizzare il gioco "più migliore" di sempre, hanno optato per una produzione piccola, onesta, ma ottimamente realizzata, che sono riusciti a portare a termine e a rilasciare online. Bene, soprattutto vista la quantità di cadaveri che la scena indipendente lascia per strada quando gli sviluppatori pretendono di gettarsi in generi dispendiosi come quello degli FPS. Avviando Renegade X: Black Dawn si rimane stupiti davanti alla realizzazione tecnica e alla cura per i vari elementi. È un normalissimo FPS, ma ha caratteristiche interessanti, come la presenza di una squadra da condurre e quella di sequenze filmate, scontate nei titoli tripla A, meno nelle produzioni amatoriali. Non mancano nemmeno le armi extra, ben realizzate e molto precise, con anche un discreto feedback quando colpiscono i bersagli. Il gioco è molto corto, ma non c'è da lamentarsi visto che è stato rilasciato gratuitamente. Sinceramente ci piacerebbe vedere il team di sviluppo impegnato in una produzione più importante, magari finanziato da un publisher o dagli utenti stessi con sistemi di crowdfunding come Kickstarter. In fondo questi ragazzi hanno dimostrato di saper portare a termine i loro progetti e di avere ben chiaro ciò che possono o non possono fare.

di Simone Tagliaferri

Titolo: Renegade X: Black Dawn
Sviluppatore: Renegade X
Distribuzione: Freeware
Sito di riferimento: Link
Download: Link
Da sapere per giocare al meglio: Niente di rilevante da segnalare.

PC Magazine #63

L'assenza di settimana scorsa ha fatto saltare il consueto appuntamento con la configurazione, che quindi in questa occasione raddoppia. Si tratta, tra l'altro, delle due macchine di mezzo che non cambiano praticamente alcuna componente rispetto alle controparti dei mesi passati. E che ancora una volta dimostrano come nella vastissima varietà di computer che è possibile montare spendendo una cifra compresa tra i 600 e i 1000 euro, dare consigli definitivi sia davvero difficile. Insomma noi queste indichiamo ma tante altre possibili, valide scelte possono essere fatte. Il bello è proprio questo.

Componente
Caratteristiche
Prezzo
Processore
180€
Scheda Madre
95€
Scheda Video
180€
Ram
40€
Alimentatore
85€
Hard Disk
160€
Lettore-Masterizzatore Ottico
25€
Case
90€
Prezzo Computer da Gioco
855 Euro
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Componente
Caratteristiche
Prezzo
Processore
160€
Scheda Madre
70€
Scheda Video
150€
Ram
40€
Alimentatore
60€
Hard Disk
79€
Lettore-Masterizzatore Ottico
25€
Case
35€
Prezzo Computer Entry Level
619 Euro

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World of Warcraft
Come vanno le cose su Azeroth? Bene, grazie, ma ci annoiamo un po'. Purtroppo Blizzard questa volta sembra aver fatto male i conti e i giocatori si sono trovati con una nuova espansione all'orizzonte e pochi contenuti che soltanto gli utenti più motivati sembrano intenzionati a ripetere fino all'apertura dei cancelli di Pandaria. Eppure, chi si aspettava che l'ultima riunione delle alte sfere di Blizzard e Activision denunciasse numeri apocalittici,

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dev'essere rimasto deluso nello scoprire che negli ultimi quattro mesi World of Warcraft ha perso "solo" 100,000 utenti, una perdita tutto sommato accettabile se confrontata a quelle dei mesi precedenti. Secondo Blizzard la major patch 4.3 (che conclude la storia di Cataclysm) e l'Annual Pass (il contratto annuale che offre Diablo III gratis e altri vantaggi) hanno contribuito a bilanciare la situazione, tant'è che si parla di circa un milione di sottoscrizioni annuali. Per quanto riguarda Mists of Pandaria, non c'è ancora nessuna data definita, tranne un press-tour previsto per marzo; le acque comunque si stanno muovendo visto che in questi giorni sono stati pubblicati i "nuovi" alberi dei talenti delle varie classi del gioco, ancora in fase di sviluppo ma comunque piuttosto avanzati rispetto a quanto mostrato durante lo scorso BlizzCon. Mentre i più coraggiosi ipotizzano una release entro la fine dell'estate, Blizzard stringe le spalle e assieme a svariati sconti su giochi e goodies propone sul suo negozio virtuale una nuova cavalcatura da 20 euro, Heart of the Aspects. Business trasversale?

Star Wars: The Old Republic
L'acerrimo nemico del colosso Blizzard se la sta passando abbastanza bene ma le cose potrebbero andar meglio se si considerano le velenose polemiche che girano attorno ad alcuni aspetti del software firmato BioWare. Non temete, dice però Daniel Erickson, capoccia del team di sviluppo, il bello deve ancora venire. Una cosa è certa, BioWare è stata prolifica nel rilasciare aggiornamenti grandi e piccoli ma il prossimo, previsto per marzo, dovrebbe essere decisamente più importante dei precedenti.

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Con la patch 1.2 entrerà in vigore definitivamente il sistema Legacy, parzialmente presente nel client attuale, che offrirà ai personaggi del giocatore legati dallo stesso cognome alcuni vantaggi, tra i quali spiccano nuove razze che, a detta di Erickson, sono già nel gioco ma non selezionabili. Togruta e cathar? Eh, magari! Se tutto va bene, la 1.2 dovrebbe integrare anche la famigerata "doppia specializzazione" che offrirà ai giocatori maggiore flessibilità attraverso la capacità di passare da un ruolo all'altro a piacimento: per quanto fosse un argomento tabù, questa aggiunta era inevitabile, quantomeno per semplificare la vita a chi cerca un gruppo in un gioco privo di automatismi relativi. Oltre a questo dovremo aspettarci la tanto anticipata personalizzazione dell'interfaccia, un nuovo Flashpoint (il seguito di Kaon under Siege, presumibilmente) e nuovi boss da Operation e perfino una Warzone inedita. Basterà tutto ciò a convincere i giocatori a restare oltre il secondo mese di avventure?

Final Fantasy XIV
Continua imperterrita la corsa della quattordicesima fantasia finale, a pagamento da circa un mese e prossima a trasformarsi in qualcosa di drasticamente diverso entro la fine dell'anno. Akihiko Yoshida e la sua squadra continuano a lavorare come matti alla famigerata "versione 2" che dovrebbe ribaltare il catastrofico flop di Final Fantasy XIV ma la strada da percorrere non è certo facile e le cose possono cambiare da un momento all'altro. Prendiamo la fusione di server anticipata alcune settimane fa, per esempio: ebbene, non avverrà.

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Prevista per marzo, questa operazione avrebbe dovuto ridurre il numero di server da diciotto a dieci, agglomerando la scarsa popolazione del gioco, ma Yoshida ci ha ripensato all'ultimo minuto e ha deciso di sospendere tutto in previsione di metodi migliori che verranno spiegati in futuro sul solito Lodestone ufficiale. Nel frattempo, Yoshida-san ne ha approfittato per anticipare qualcosa sul sistema di housing che verrà sommariamente implementato con l'aggiornamento alla versione 1.21 del client. Non si tratta di una feature "complessa" come quella proposta dallo stesso Final Fantasy XI anni e anni fa, ma è di certo un'anteprima di ciò che dovrebbe esserci nella versione 2 di Final Fantasy XIV: i giocatori che hanno terminato il primo atto della storia potranno infatti intraprendere e completare una quest, ottenendo così una camera privata in cui scollegarsi per guadagnare punti esperienza bonus per la prossima partita. Si tratta di una feature davvero basilare, per ora, ma tenete presente che in Final Fantasy XI si potevano aggiungere mobili e altri oggetti che influenzavano perfino gli attributi elementali e le professioni del giocatore, perciò è lecito aspettarsi qualcosa di simile anche in questo caso.

Guild Wars 2
Alcuni mesi fa ArenaNet ha aggiunto al suo primissimo Guild Wars un evento chiamato Winds of Change il cui compito era sostanzialmente traghettare i giocatori verso l'attesissimo sequel del loro MMORPG preferito.

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Nell'ultima bloggata i devs hanno fatto il punto della situazione, riassumendo il contesto narrativo e i punti salienti della storia, soffermandosi anche su questioni di gameplay e in particolare sul livello di difficoltà di questi contenuti, ritenuto da molti giocatori troppo elevato e poco fruibile. C'è quindi una buona notizia, l'intenzione da parte degli sviluppatori di ritoccare questi contenuti con una serie di modifiche e bilanciamenti sia per le modalità normali che difficili che dovrebbero consentire a tutti i giocatori di godersi l'avventura prima dell'uscita di Guild Wars 2. Il quale, tra parentesi, potrebbe arrivare anche su console. E' proprio questo il rumor più piccante della settimana: durante una recente riunione di NCsoft si è parlato di una futura conversione del loro nuovo titolo per console, quantomeno qualche tempo dopo l'uscita della versione PC. Di quest'ultima non si conosce neanche la data, perciò vi suggeriamo di non trattenere il respiro, in compenso durante la stessa riunione si è fatto cenno al beta-testing in grande scala che dovrebbe svolgersi a marzo e aprile, un evento cruciale che probabilmente determinerà la data di uscita definitiva del gioco.

di Christian La Via Colli