L'attesa è stata lunghissima, estenuante, ma finalmente dovremmo ormai esserci. Parliamo dell'arrivo dell'ultimo (solo in ordine cronologico, fortunatamente) lavoro del maestro Hironobu Sakaguchi, quel The Last Story che tanto sta facendo sognare gli appassionati di giochi di ruolo giapponesi, una categoria videoludica tanto amata in passato quanto sfortunata in questa generazione.
Curioso come gli ultimi baluardi di questo genere abbiano trovato ospitalità sulla console Nintendo, proponendosi con un ultimo colpo di coda costituito nientemeno che da Xenoblade, Pandora's Tower e The Last Story, appunto. Del secondo torneremo a parlare a breve in una prossima anteprima, mentre in questa sede ci concentreremo sull'ultima occasione che abbiamo avuto di provare il titolo Mistwalker prima dell'arrivo della versione definitiva, che ricordiamo approderà sugli scaffali il prossimo 24 febbraio, presso l'evento milanese di pochi giorni fa intitolato We Got Games, tenuto da Nintendo per presentare la sua line-up al completo.
la console dei jrpg
Il protagonista dei The Last Story sarà Zael, un mercenario che con la sua banda si occupa di portare a termine delle missioni, accettandone di qualsiasi tipo, anche le più pericolose. Il titolo inizia proprio gettando il giocatore nel vivo dell'ultima commissione, la quale si rivelerà essere qualcosa di più dei soliti lavori che il gruppo è abituato a portare a termine. I giovani mercenari si ritrovano infatti in una situazione critica, accerchiati da mostri troppo numerosi e troppo forti, tanto da sopraffarli. Zael però, nel cercare una via di scampo, scopre una misteriosa forza magica che gli dona dei poteri speciali.
Attraverso un semplice tutorial apprendiamo come questa forza (chiamata Gathering), se attivata, permette di rianimare i compagni caduti attirando però allo stesso tempo su di noi le attenzioni dei nemici. Se della trama non abbiamo appreso nulla di nuovo, potendo provare solamente le fasi iniziali, siamo invece riusciti ad esplorare e a carpire qualche dettaglio dell'interessante gameplay che caratterizza The Last Story. L'ultima fatica Mistwalker non è infatti un JRPG classico, ma tenta di ibridare la formula ben nota affiancando personaggi e narrazione tipici con elementi presi in prestito da altri generi, spingendo il sistema di combattimento verso un'anima più action. I vari dungeon pullulano di nemici, ben visibili sul campo (niente scontri casuali per intenderci) e basterà avvicinarsi perché Zael inizi a colpirli con attacchi standard. Le cose si fanno ben più interessanti attivando il Gathering, il quale permette di utilizzare poteri speciali, oltreché aprire il combattimento a scelte tattiche. Infatti, quando utilizzato, l'attenzione dei mostri (l'aggro) si focalizzerà tutta sul protagonista, esplicitata da linee che lo collegano alle creature (come visto in Final Fantasy XII ad esempio), togliendo così d'impiccio i compagni di squadra. Avanzando nel gioco si scopriranno poi nuove abilità magiche da utilizzare in questo stato. Interessanti le implementazioni fatte al sistema di combattimento prese in prestito da generi d'azione, come la presenza di coperture, che se sfruttate in combinazione con la camminata stealth permettono di avvicinare il nemico di nascosto, oppure di attivare un colpo speciale devastante portato assegno uscendo dal riparo.
Le novità non finiscono qui, visto che all'arrivo in una nuova zona, la telecamera si staccherà dalle spalle del protagonista per regalare una panoramica della situazione, permettendo al giocatore di osservare così la disposizione dei nemici e pianificare le azioni del gruppo. Se in linea di massima potrete controllare solo il protagonista, avrete comunque modo di impartire alcuni ordini specifici e contestuali alle varie fasi di gioco. Ad esempio abbiamo provato a cavarci d'impiccio ordinando al mago del gruppo di abbattere delle colonne per spiaccicare un manipolo di nemici, evitando così un classico attacco frontale. La stessa opportunità si è ripresentata più avanti per eliminare dei tiratori appostati, ordinando la distruzione della loro base d'appoggio. Anche Zael è comunque in grado di attaccare dalla distanza, attivando la sua balestra da utilizzare con una visuale quasi in prima persona. Questa permette inoltre di esaminare il bersaglio, evidenziandone i punti deboli.
La ritirata a volte è la scelta migliore
La nostra prova è terminata col combattimento contro un boss, scovato alla fine del dungeon. L'abbiamo affrontato sfruttando le varie abilità a nostra disposizione oltreché delle bombe da raccogliere sul campo di battaglia, le quali una volta lanciate, attivano un'area di guarigione. Il nemico, di ragguardevoli dimensioni, si è rivelato un osso piuttosto duro da abbattere, ma ecco che a un certo punto dello scontro i compagni ci suggeriscono di battere in ritirata (e insieme a loro, una freccia in sovrimpressione) per attirare il mostro in una trappola. Usciti dalla sala nella quale si stava consumando lo scontro, torniamo sui nostri passi verso il ponte che ci aveva condotto lì, un passaggio stretto, fragile, sospeso su un vuoto mortale. E infatti appena raggiunto l'obiettivo, il gioco ci toglie il controllo dell'azione per farci assistere ad una spettacolare cut scene che ritrae quanto ci aspettavamo, ovvero il boss che con il suo peso distrugge il ponte, precipitando nel vuoto, e la boss fight che termina così.
Scontato aggiungere come questo espediente, unito agli altri, ci fanno ben sperare sulle capacità propositive di The Last Story, che promette di portare una ventata d'aria fresca al genere JRPG in modo decisamente più interessante e convincente di quanto tentato dagli ultimi Final Fantasy, ad esempio. Vogliamo infine dedicare un po' di spazio al notevole comparto tecnico, davvero strabiliante considerate le capacità della console che ospita il titolo. Il riuscito design di ambientazioni e personaggi è infatti coadiuvato da modelli poligonali ricchi e coperti da texture ottimamente realizzate. Bellissimi gli effetti speciali, che con luci, scie e pulviscoli vari arricchiscono la scena con eleganza. Gli intermezzi animati, alcuni realizzati col motore di gioco altri pre-calcolati, ci hanno lasciato soddisfatti, anche se quanto visto non impressiona con una regia pirotecnica come visto in altri prodotti similari. Il doppiaggio è rimasto in inglese mentre la localizzazione in italiano sarà su tutta la parte testuale. In conclusione, dopo quest'ultimo incontro con The Last Story, non possiamo che rinnovare l'interesse verso il nuovo lavoro di Sakaguchi, intrigante, bello da vedere e coraggioso nel suo proporre situazioni di gameplay finalmente fresche ed interessanti. L'attesa è quasi finita, appuntamento fissato con la recensione ormai sempre più vicina, restate con noi.
CERTEZZE
- Trama ed ambientazione interessanti
- Idee di gameplay fresche e ben realizzate
- Tecnicamente notevole
DUBBI
- Diversi aspetti ancora da provare
- Reggerà sulla lunga distanza?